PLASMA SANGUIGNO
Rappresenta la parte liquida del sangue se quest’ultimo è reso incoagulabile mediante l’aggiunta di anticoagulanti.
Il plasma differisce dal siero che rappresenta la frazione liquida dopo che il sangue è coagulato: esso è plasma privato del fibrinogeno e dei fattori II, V ed VIII della coagulazione.
Il principale costituente del plasma è l’acqua che rappresenta circa il 90%. Tale percentuale è abbastanza costante anche se condizioni particolari come la sudorazione profusa, vomito, diarrea, ingestione di liquidi possono influenzarla. La percentuale rimanente (circa il 10%) è costituita da una quantità di sostanze organiche ed inorganiche di varia natura, dimensioni e proprietà disperse nella fase acquosa (Figura).
Le proteine rappresentano la quota di gran lunga più significativa di tali sostanze (60-80%).
Esse costituiscono un insieme molto eterogeneo con molteplici compiti e funzioni (Tabella).
Tra questi ricordiamo:
I protidi plasmatici sono distinti in albumina, globuline e fibrinogeno.
La sieroelettroforesi è la tecnica più utilizzata per il frazionamento delle proteine plasmatiche.
Essa si basa sul principio che le proteine si comportano come ioni anfoteri, cioè in ambiente acido funzionano da basi e viceversa, motivo per il quale a pH basico presentano cariche negative ed in ambiente acido cariche positive.
Usualmente la sieroelettroforesi viene effettuata a pH alcalino per cui le proteine migreranno all’anodo.
Poiché le proteine si muovono a differente velocità per caratteristiche proprie legate alla sommatoria delle cariche possedute, alle dimensioni della propria molecola ed alla forma presenteranno diversa mobilità elettroforetica.
L’albumina è la più veloce seguita dalle globuline distinte nelle frazioni α1, α2, β e γ.
L’albumina, peso molecolare di circa 46.000 Dalton, è la più abbondante delle proteine plasmatiche.
Sono le frazioni globuliniche meno consistenti dal punto di vista quantitativo ed anche le più eterogenee.
Il loro PM risulta superiore al milione. Specialmente la prima frazione presenta una notevole variabilità per cui risulta a volte difficile l’interpretazione dei dati.
Appartengono alla frazione α1 ed α2 proteine di notevole interesse diagnostico come:
Comprendono una frazione nella quale sono contenute molte proteine importanti, tra queste ricordiamo:
Come spesso avviene, la banda delle _ globuline è suddivisa in due frazioni, una più veloce o più anodica definita β1 ed una meno veloce o più catodica definita β2.
Data l’importanza della transferrina nella composizione di questa frazione, quest’ultima risulta aumentata in tutte quelle condizioni parafisiologiche o patologiche nelle quali vi è un aumento della transferrina, come la gravidanza e stati sideropenici.
E’ una glicoproteina di peso molecolare di 340.000 Dalton.
Esso non compare come banda nel tracciato sieroproteico in quanto rappresenta il substrato sul quale agisce la trombina per la formazione della fibrina.
Viene sintetizzato a livello epatico e presenta una distribuzione intra ed extra-vascolare, per cui si rinviene anche a livello del sistema linfatico, del tessuto connettivo e degli spazi interstiziali.
Il fibrinogeno fa parte delle proteine definite della “fase acuta” come la proteina C reattiva, l’orosomucoide, in quanto un suo incremento può essere rilevato nello stress, nelle infezioni acute, nel decorso post-operatorio, nel bovino per diversi giorni dopo il parto.
Sono glicoproteine che si dispongono nel tracciato elettroforetico su un tratto piuttosto ampio e nonostante poco omogenee per la mobilità elettroforetica costituiscono un gruppo di proteine legate da affinità funzionale di tipo anticorpale. In base a differenze antigeniche vengono distinte in IgG, IgM, IgA, IgD e IgE.
Le IgG, peso molecolare di 160.000 Dalton circa, rappresentano la frazione più abbondante fra le gammaglobuline. Tale frazione comprende gli anticorpi classici Permangono in circolo anche per periodi molto lunghi, assumendo un significativo ruolo nel determinismo dell’immunità acquisita naturalmente. Le IgG svolgono anche un ruolo importante nel conferimento della immunità passiva trasmessa dalla madre al feto, in quanto in grado in alcune specie animali di passare attraverso la barriera placentare.
Le IgM, peso molecolare di 900.000 Dalton circa, sono gli anticorpi che si formano per primi per poi essere superati quantitativamente dalle IgG. Appartengono a questa classe gli anticorpi acquisiti naturali e non quelli trasmessi dalla madre al figlio poiché sono incapaci di attraversare la barriera placentare.
Le IgA si riscontrano come monomeri, dimeri o polimeri per cui il loro peso molecolare varia (da 160.000 a 480.000 Dalton circa). Le IgA dimeriche sono poco presenti nel siero, mentre abbondano nelle secrezioni quali saliva, lacrime, secreto nasale, colostro, secrezioni bronchiali e del tubo digerente, dove svolgono una importante difesa locale nei confronti del primo insediamento di antigeni. A questi livelli le IgA vengono sintetizzate localmente da plasmacellule che si rinvengono nell’ambito della mucosa e sottomucosa.
Le IgE, peso molecolare di 190.000 Dalton circa, sono implicate nei fenomeni iperreattivi. Esse si fissano alla superficie delle mast-cellule; il contatto con l’antigene provoca la degranulazione delle mast-cellule, rilascio nei tessuti di istamina e serotonina contenute nei granuli e comparsa della classica sintomatologia allergica ed asmatica. La concentrazione di IgE nel siero aumenta notevolmente nel corso di alcune parassitosi.
Le IgD, peso molecolare di 160.000 Dalton circa, sono ancora poco conosciute e sono presenti solo nell’uomo e sembra nel pollo. La loro funzione non è ancora chiara ma esistono dati sulla presenza di anticorpi antinucleo di tipo IgD.
Gli enzimi sono proteine con funzione di biocatalizzatori, ovvero sostanze che accelerano reazioni chimiche fondamentali per l’organismo vivente. Gli enzimi che si rinvengono nel plasma possono possedere funzioni specifiche nel torrente circolatorio, come quelli che regolano la coagulazione, ed enzimi che si ritrovano grazie ad un processo di secrezione da parte di alcune ghiandole. Quelli aventi funzioni specifiche per lo più vengono sintetizzati a livello di epatocita per cui in seguito ad un danno epatico il livello di questi enzimi diminuisce nel plasma. Gli enzimi presenti per un processo di secrezione ghiandolare possono aumentare o in seguito ad un evento ostruttivo che ne ostacola la escrezione o perché ne è aumentata la secrezione in seguito a processi patologici.
Infine sono presenti nel plasma enzimi legati al metabolismo cellulare.
Essi sono presenti nelle cellule di vari tessuti ed organi in concentrazioni notevoli a differenza della quota presente nel plasma dove non esercitano alcuna funzione.
Le loro concentrazioni aumentano nel torrente circolatorio quando si verificano lesioni cellulari e poiché alcuni di essi sono specifici per un determinato organo o tessuto sono marker di sofferenza specifica.
In definitiva il dosaggio degli enzimi sierici permette spesso di stabilire l’organo o il tessuto dove si è verificato il danno cellulare e la concentrazione dell’enzima costituisce sovente un indice fedele dell’entità del danno.
1. Principi di fisiologia generale della cellula
2. Forze che regolano il passaggio delle sostanze attraverso le membrane
6. Piastrine
7. Il Plasma
8. Emostasi
9. Conoscenze sulla fisiologia della lattazione
10. Conoscenze sulla fisiologia della lattazione II
11. Conoscenze sulla Fisiologia dell'apparato muscolare
13. Termoregolazione