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Ludovico Dipineto » 6.Dermatomicosi


Dermatomicosi

Definizione

Affezione della cute altamente contagiosa per il coniglio e per l’uomo: si tratta, infatti, di una zoonosi.
Si conoscono oltre 38 specie di dermatofiti patogeni per l’uomo e per gli animali, raggruppati nei due grandi generi:

  • Microsporum.
  • Trichophyton.
Dermatofiti isolati da pelo di coniglio. Crescita su Sabouraud Dextrose Agar.

Dermatofiti isolati da pelo di coniglio. Crescita su Sabouraud Dextrose Agar.


Eziologia

I Dermatofiti sono funghi microscopici (micromiceti) specializzati nella digestione della cheratina che invadono la cute, i peli, i follicoli piliferi. Possono essere suddivisi in:

  • zoofili →ospiti abituali:mammiferi diversi dall’uomo;
  • antropofili → ospite abituale: uomo;
  • geofili → ospite abituale: suolo.

Fattori predisponenti

  • scarsa igiene dei ricoveri;
  • presenza di ectoparassiti;
  • selezione genetica spinta a livelli estremi;
  • uso ed abuso di farmaci;
  • carenze di vitamine, aminoacidi, oligoelementi o squilibri tra essi;
  • stress;
  • errori alimentari;
  • sovraffollamento;
  • ambiente freddo e umido;
  • ambiente caldo e molto umido.

Agenti eziologici

Nel coniglio i funghi che determinano la malattia sono molteplici (Microsporum canis, M. gipseum, M. distortum, M. audouinii, Trichophyton mentagrophytes, T. quinckaenum, T. rubrum, T. shoenleinii), anche se non tutti presentano la stessa incidenza. Risultano più frequentemente coinvolti:

  • Microsporum canis.
  • Microsporum gypseum.
  • Tricophyton mentagrophytes.

Epidemiologia e Patogenesi

I funghi si trasmettono attraverso:

  • le spore (molto resistenti al calore ed ai disinfettanti) possono rimanere vitali nell’ambiente anche per periodi molto lunghi, fino a 18 mesi;
  • i frammenti di peli infetti.

L’esposizione al contagio non implica l’infezione per l’antagonismo di una flora cutanea resistente. Per causare un’infezione è necessario che le spore penetrino nell’epidermide o nei follicoli piliferi. Dalle spore si formano le ife che crescono all’interno della cheratina del pelo, migrando verso il bulbo pilifero. Il fungo vegeta nello strato corneo dell’epidermide ed invade in profondità il follicolo pilifero.

Il pelo nella sua fase “anagena” o di accrescimento fornisce il nutrimento sotto forma di carboidrati e cheratina, che i dermatofiti utilizzano grazie alla cheratinasi. Per questo motivo le manifestazioni più eclatanti dell’infezione si riscontrano nel periodo dello svezzamento, quando la crescita del pelo è completata assieme allo sviluppo ed alla moltiplicazione del micete.

Con la muta naturale del pelo, che avviene generalmente verso i 60-70 giorni di vita, si nota quasi sempre un miglioramento che però raramente giunge a guarigione clinica completa, creando nuovi soggetti portatori, grave pericolo di reinfezione soprattutto se destinati alla rimonta.

Epidemiologia e Patogenesi (segue)

I dermatofiti sopravvivono nelle zone del pelo già cheratinizzate fino a quando si stabilisce un equilibrio tra produzione di cheratina e crescita fungina (circa 1 settimana).

L’infezione si interrompe nel caso di:

  • pelo in fase telogena nella quale non si realizza la produzione di cheratina (termine fisiologico della vita del pelo);
  • sviluppo di una risposta immunitaria.

La trasmissione della malattia avviene per:

  • contagio diretto tra animali sani e soggetti malati e/o portatori apparentemente sani;
  • contagio indiretto tramite gabbia, abbeveratoi ed attrezzi vari contaminati.

Caratteri della Malattia

Le zone maggiormente interessate sono:
testa (naso palpebre, orecchie); dita ed unghie; zampe; dorso.

Sintomatologia

I sintomi sono rappresentati principalmente da:

  • chiazze arrossate alopeciche generalmente circolari;
  • eczema scutuliforme con suppurazione dei follicoli piliferi; forte desquamazione furfuracea.
  • nel caso del T. mentagrophytes il pelo è totalmente avulso (comportamento “depilante”), mentre nel caso del M. canis il pelo è sezionato a corta distanza dalla emergenza follicolare (comportamento “tonsurante”); prurito variabile;
  • ritardi nell’accrescimento ed alterazione del normale sviluppo dei coniglietti a causa della forma tossica generale che consegue; infezioni batteriche secondarie anche gravi;
  • ingrossamento dei linfonodi della zona infetta.
Lesioni micotiche rappresentate da aree alopeciche ed arrossate a livello di regione perioculare e orecchie.

Lesioni micotiche rappresentate da aree alopeciche ed arrossate a livello di regione perioculare e orecchie.

Lesioni micotiche rappresentate da aree alopeciche a livello di testa ed orecchie.

Lesioni micotiche rappresentate da aree alopeciche a livello di testa ed orecchie.


Lesioni Istopatologiche

Il quadro istopatologico mette in evidenza:

  • paracheratosi→abnorme crescita dello strato corneo cutaneo, conseguente all’infiltrazione delle ife funginee, diffusesi dal follicolo pilifero infetto attraverso gli interstizi creati tra gli strati più profondi dell’epidermide;
  • acantosi;
  • moderata infiltrazione leucocitaria;
  • filamenti miceliali e spore stratificati tra le lamelle cornee;
  • artrospore di M. canis addossate alla guaina esterna della radice del pelo.

Diagnosi

I mezzi diagnostici disponibili comprendono:

  • esame con la lampada di Wood;
  • esame diretto del pelo;
  • coltura fungina.

Profilassi e Terapia

Basate su:

  • accurata disinfezione e pulizia degli ambienti (flambatura per distruggere le spore);
  • impiego di disinfettanti antimicotici specifici (enilconazolo, itraconazolo);
  • aspersione di zolfo: è solo un palliativo perché, agendo da cheratolitico, può solo facilitare l’azione degli altri prodotti specifici;
  • cospargere i nidi, quando i coniglietti hanno superato gli 8 giorni di età, con zolfo ventilato ben polverizzato da ripetersi per 2 volte a distanza di 7 giorni negli ambienti infetti;
  • lavaggio con iodio o esteri fosforici.

Malattia nell’uomo

I fattori che determinano l’instaurarsi dell’infezione dipendono da:

  • specie infettante;
  • carica infettante;
  • condizioni del sistema immunitario.

Nell’uomo le dermatomicosi possono avere diverse localizzazioni, per cui si parlerà di:

  • tinea capitis;
  • tinea barbae;
  • tinea corporis;
  • tinea cruris;
  • tinea manum;
  • tinea pedis;
  • onicomicosi.

Malattia nell’uomo (segue)

Inoltre è possibile distinguere:

Tigna microsporica e tricofitica → micosi del cuoio capelluto, contagiosa, spesso determinata da contagio interumano. È caratterizzata da:

  • aree alopeciche di tipo tonsurante, d’aspetto polveroso prive di infiammazione cutanea (Microsporum);
  • aree piccole disseminate e numerose con presenza di squame bianco-grigiastre prive di infiammazione cutanea (Tricopython);
  • lesioni riferibili a superinfezione batterica nelle forme trasmesse dagli animali.

Tricofizia → follicolite suppurante provocata dalla penetrazione del fungo nel follicolo con formazione di grossi nodi prominenti tendenti alla fusione purulenta. È caratterizzata da aree arrossate e tumefatte tendenti a ricoprirsi di pustole e croste.

Legislazione

La dermatomicosi è segnalata nel D.M. 15 Dicembre 1990 – Sistema informativo delle malattie infettive e diffusive. La dermatofitosi è stata inserita nella classe quarta: “malattie per le quali alla segnalazioni del singolo caso da parte del medico deve seguire la segnalazione dell’unità sanitaria locale solo quando si verificano focolai epidemici”.

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