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Ludovico Dipineto » 1.Introduzione al corso


Introduzione

Il corso in “Malattie Infettive delle Specie Esotiche” ha la finalità di fornire allo studente i fondamenti delle principali patologie infettive degli animali esotici con particolare riferimento alle specie esotiche d’affezione. Particolare attenzione verrà rivolta allo studio delle patologie infettive a carattere zoonotico. Per ciascuna malattia infettiva verrà illustrata:

  • l’eziologia;
  • la patogenesi;
  • i caratteri della malattia;
  • la diagnosi;
  • la terapia;
  • la profilassi.

Cos’è un animale esotico?

La parola “esotico” ha diverse accezioni.
Il termine esotico viene impiegato per definire le specie non autoctone dell’Italia, come pappagalli ed alcune specie di tartarughe, ma comprende anche specie, come il coniglio, che non rientrano nella definizione classica di animale da compagnia (come sono per tradizione il cane e il gatto).

Il suo impiego è poi rafforzato dalla medicina veterinaria anglosassone, in cui anche coniglio e furetto sono considerati “esotici”, in quanto non autoctoni.

Con “animali esotici”, pertanto, verranno considerate tutte le specie animali, legalmente detenute, e appartenenti ai cosiddetti “animali non convenzionali”.

Da non confondere con “animale selvatico”: animale non addomesticato, che non ha alcun legame con l’uomo e che vive allo stato selvatico.

Etimologia di “esotico”. Fonte: Etimo

Etimologia di "esotico". Fonte: Etimo


Detenzione degli Animali Esotici

Le leggi italiane sulla detenzione di animali esotici sono tre:

  • la convenzione di Berna;
  • la convenzione di Washington;
  • il decreto ministeriale 19/04/1996.

La convenzione di Berna
Ratificata con la legge n. 503 del 5 agosto 1981, stabilisce che ogni Stato deve adottare opportune leggi per la salvaguardia delle specie di flora e fauna elencate nei tre allegati annessi alla convenzione stessa; in particolare sono vietati la cattura, la detenzione, l’uccisione ed il commercio di queste specie, nonché il deterioramento, la raccolta e la distruzione delle loro uova.

Esemplare di Morelia viridis

Esemplare di Morelia viridis


Introduzione

La convenzione di Washington
Conosciuta con la sigla C.I.T.E.S. (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora) è stata firmata dai Paesi della CEE e accolta dallo Stato italiano con la legge n. 874 del 19 dicembre 1975, la legge n.150 del 7 febbraio 1992 e successive modifiche.
La Convenzione di Washington distingue le specie tutelate in base al grado ed al pericolo di estinzione e le suddivide in tre elenchi (Appendice I, II, III) che prevedono:

  • blocco totale del commercio per gli esemplari elencati nell’ Appendice I (Reg. CEE 338/97);
  • limitazioni al commercio per gli esemplari elencati nelle Appendici II e III (Reg. CEE 338/97).

Decreto Ministeriale 19/04/1996
Fornisce l’elenco delle specie animali che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica. Di questi animali è proibita sia la detenzione che il commercio.

Fonte: Etimo

Fonte: Etimo


La Normativa Europea

In sede di Unione Europea è stato approvato il Regolamento del Consiglio n. 338/97 relativo alla protezione delle specie di flora e fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio.

Le specie elencate nelle appendici della Convenzione di Washington sono state inserite in quattro Allegati insieme a specie non appartenenti alla CITES:

  • Allegato A
  • Allegato B
  • Allegato C
  • Allegato D
Esemplare di Dendrobates azureus

Esemplare di Dendrobates azureus


Introduzione

C.R.A.S. e C.R.A.S.E.
Sono acronomi usati rispettivamente per “Centro di Recupero Animali Selvatici” e “Centro di Recupero Animali Selvatici Esotici”, strutture che hanno come funzione fondante quella di:

  • detenere;
  • curare;
  • riabilitare

individui appartenenti alla fauna selvatica, e\o esotica allo scopo di liberarli qualora ne sussistano le condizioni o di detenerli in via permanente nel caso essi risultino irrecuperabili e non vengano sottoposti ad eutanasia.

Esemplare di Phrynohyas resinifictrix

Esemplare di Phrynohyas resinifictrix


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