Mixomatosi
Definizione
Malattia virale altamente contagiosa e diffusiva del coniglio domestico e selvatico (Oryctolagus).
Eccezionalmente può colpire anche la lepre.
In Italia la malattia è soggetta a denuncia obbligatoria.
Eziologia
L’agente eziologico della Mixomatosi è un virus del genere Leporipoxvirus della famiglia Poxviridae:
- forma di parrallelepipedo (230×280 nm);
- core biconcavo per la presenza di due corpi laterali;
- envelope con proiezioni filamentose e tubulari esterne;
- genoma a DNA bicatenario;
- replicazione strettamente intracitoplasmatica;
- polipeptidi strutturali a valenza antigenica:
- proteine nucleocapsidiche (N.P.)→antigene di gruppo
- proteina superficiale (L.S.)→ antigene di genere
- mancanza di emoagglutinina (HA);
- virus correlato antigenicamente al virus del fibroma di Shope e al fibroma della lepre (immunità crociata);
- labile al calore ed a pH inferiore a 4.6;
- resistente ai comuni disinfettanti (formalina 1-2 %);
- sensibile all’etere;
- resistente al sodio desossicolato.
Mixomatosi: Leporipoxvirus al microscopio elettronico. Fonte: IZS dell'Umbria e delle Marche
Epidemiologia
Quadro epidemiologico complesso e variabile dovuto a:
- esistenza di diverse forme evolutive;
- differenti fattori condizionanti sviluppo e diffusione;
- diversità di forme di contagio e insetti vettori, condizioni climatiche, eziologia, etc.
Tutto ciò impone: nuove misure di profilassi, selezione di linee di conigli geneticamente resistenti.
Trasmissione
Diffusione
- diretta: contatto animale malato/sano;
- indiretta: insetti ematofagi.
Fonti di contagio
- animali malati;
- portatori:
- incubazione
- guariti per 2-3 settimane.
Epidemiologia (segue)
Materiali contaminati
- secrezioni oculo-nasali;
- essudato ulcere mixomatose;
- sangue;
- urine.
Diffusione diretta
- Porta d’ingresso:
- cute lesa;
- mucosa oculo-congiuntivale;
- mucose ano-genitali;
- via respiratoria;
- via digerente.
- Fonti d’infezione:
- animali ammalati o portatori da allevamenti non controllati o senza quarantena;
- ricoveri contaminati;
- contaminazione alimentare con pelli o carcasse di conigli morti non distrutte;
- iatrogena, con siringhe infette;
- trasporto passivo da parte di animali (faine, volpi), uomo e mezzi di trasporto per contaminazione ambientale.
Diffusione indiretta
Insetti ematofagi: solo vettori passivi: non avviene la replicazione virale:
- Zanzare (Culex, Aedes, Anopheles):
- si infettano dopo un pasto e restano infettanti fino a 220 gg.;
- diffondono la malattia da primavera ad autunno;
- possibile conservazione del virus anche in inverno.
- Pulci (Spillopsillus cuniculi, Chtenocephalides felis):
- mantiene l’infezione nel coniglio selvatico anche in inverno;
- capace di spostamenti direzionali alla ricerca dell’ospite.
Patogenesi
Malattia sistemica caratterizzata da:
- 24 ore post infezione:
- replicazione primaria nel punto di penetrazione (cute);
- replicazione secondaria: linfonodi regionali ai quali il virus giunge attraverso la via linfatica.
- 48 ore post infezione:
- viremia (linfociti);
- diffusione a tutti gli organi.
Replicazione virale principalmente a livello di endotelio ed intima delle arteriole.
- dal 4° giorno post infezione:
- presenza del virus nel SRE, cute, testicolo ambientale.
Mixomatosi: blefarite con scolo muco-purulento
Mixomatosi: mixoma all'interno del padiglione auricolare
Caratteri della Malattia
Sintomatologia
Forma Classica Acuta
- blefarite, congiuntivite con scolo sieroso inizialmente, poi muco-purulento;
- mixoma primario;
- edemi sottocutanei (muso, zona ano-genitale, orecchie e zampe) facies leonina;
- mixomi generalizzati;
- difficoltà respiratoria,
- anoressia, dimagrimento;
- morte in 7-15 giorni.
Forma Iperacuta (colpisce soprattutto i soggetti giovani)
- mortalità 100%;
- morte dopo 48 ore senza sintomi specifici;
- ipertermia (42° C).
Sintomatologia (segue)
Forma Respiratoria
Ciclicità in allevamenti intensivi con un ciclo adulti/un ciclo giovani:
- spiccato pneumotropismo del virus (ceppi poco virulenti);
- manifestazioni respiratorie;
- mixomi localizzati alla testa, generalmente poco accennati;
- problemi alla sfera genitale: aborti e sterilità nei soggetti guariti;
- morbilità elevata e mortalità contenuta (max 50%);
- persistenza nell’allevamento (forma enzootica).
Malattia dei Bottoni Rossi o Neri
E’ tipica del coniglio d’Angora.
In conigli vaccinati:
- mixomi di colore rosso nelle zone depilate del dorso che vanno incontro a necrosi;
- guarigione spontanea;
- induzione della malattia dopo depilazione con ceppi vaccinali (SG33).
Lesioni
- Lesioni cutanee diffuse, di consistenza gommosa, talvolta necrosi e fuoriuscita di essudato;
- linfonodi ingrossati ed emorragici;
- splenomegalia;
- genitali esterni infiammati e ingrossati.
Istopatologia
Elementi specifici:
- lesioni cutanee:
- cellule stellate, multipolari immerse nella sostanza mucoide;
- inclusi intracitoplasmatici.
- linfonodi e SRE:
- policariociti da cellule reticolo-endoteliali immature.
Elementi aspecifici:
- cellule del derma, leucociti, eritrociti.
Diagnosi
Forma respiratoria: diagnosi differenziale con altra patologia respiratoria. Isolamento e identificazione del virus.
- Diagnosi sierologica mediante:
- sieroneutralizzazione;
- Elisa.
- Diagnosi precoce:mediante cornea test (immunofluorescenza diretta).
Controllo e Profilassi
Profilassi diretta: finalizzata a prevenire l’introduzione della malattia in allevamenti indenni, a limitarne la diffusione e favorire il risanamento di quelli infetti.
Allevamenti indenni:
- capannoni lontano da acque stagnanti, da altri allevamenti, da zone ad elevata densità di selvatici;
- rimonta interna o con conigli acquistati e sottoposti a quarantena in isolamento;
- allevamento strutturato in più unità di 80-100 conigliere;
- eliminazione di fattori stressanti;
- corretta gestione (limitare l’ingresso agli estranei, controllare acqua, mangime, ecc.);
- disinfezioni e disinfestazioni, preferibilmente settimanali;
- lotta ai predatori e ai conigli selvatici;
- trasporto al macello in contenitori sterilizzabili;
- isolamento o destinazione al macello di conigli esposti a fiere o mercati.
Controllo e Profilassi (segue)
Allevamenti infetti:
- smaltimento controllato delle carcasse o distruzione col fuoco e infossatura ad 1 metro con calce viva;
- soppressione ed uguale trattamento dei “clinicamente infetti”;
- isolamento o soppressione dei “sospetti infetti”;
- disinfezioni ripetute di gabbie e ricoveri;
- vuoto sanitario di 20-30 giorni in caso di stamping out.
Controllo e Profilassi (segue)
Profilassi indiretta o vaccinale in cui possono essere impiegati:
Vaccino eterologo: Fibroma di Shope (Ceppo OA)
- Inoculazione: sottocute o I.C.
- Tumefazione nel punto di inoculo (10 gg. post vaccinazione) che regredisce spontaneamente.
- Innocuità e nessuna interferenza con eventuali patologie respiratorie subcliniche.
- Età: superiore ai 30 gg.
- Immunità: a 12 gg. post vaccinazione.
- Durata immunità: 4 mesi – massimo 6.
- Necessità di più richiami.
- Miglioramento: uso di caolino come adiuvante.
Vaccini omologhi: distinguiamo
- MSD californiano e ceppi correlati (ceppo Perugia).
- SG33 (Squrat e Gilbert 1978) effetto immunodepressivo.
- Ceppo MM16005 (Ungheria) per via intramuscolo, conferisce rapida immunità.
- Ceppo Leon 162 (Spagna 1976) all’età di 32 gg., immunità a 3 gg. post vaccinale della durata di 12 mesi.
- Ceppi italiani (Pisa 73, Borghi, BTK 84) immunità rapida e duratura.