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Gerardo Fatone » 10.Esame neurologico dei grossi animali


Esame clinico

L’esame clinico di un animale affetto da disturbi neurologici deve essere condotto con molta meticolosità e sistematicità.
Tuttavia, prima di procedere all’esame obiettivo particolare del sistema nervoso è importante raccogliere dati precisi sul segnalamento dell’animale (specie, razza, età sesso) e sulla anamnesi remota e ambientale (regime alimentare, provenienza, precedenti malattie, stato immunitario-vaccinazioni, utilizzo del soggetto da parte del proprietario).
Inoltre, al fine di differenziare neuropatie primarie da neuropatie secondarie è sempre utile effettuare uno scrupoloso esame obiettivo generale.

I dati segnaletici sono importati poiché alcune malattie neurologiche sono specie o razza specifiche ( paralisi ipercalcemica del Quarter Horse, atrofia cerebellare del purosangue arabo etc.). Inoltre, ci può essere correlazione tra insorgenza delle patologie ed età dell’animale.

I punti cui si fa riferimento nell’anamnesi ambientale e remota, invece, possono fornire utili informazioni sopratutto riguardo le neuropatie infettive o correlate a squilibri dietetici.

L’esame obiettivo generale, infine, consente di escludere o confermare il coinvolgimento di altri apparati oltre il nervoso dato, questo, di notevole importanza diagnostica in presenza di patologie sistemiche con ripercussione sul sistema nervoso.

Esame obiettivo particolare del sistema nervoso

Si compone di :

  • anamnesi;
  • valutazione dello stato mentale;
  • valutazione della postura e coordinazione della testa;
  • valutazione dell’andatura e delle reazioni posturali;
  • valutazione dei nervi cranici;
  • valutazione dei riflessi spinali;
  • esami collaterali (radiografia, esame liquor, autopsia).

N.B..: soprattutto nei puledri può essere difficile valutare i riflessi spinali e le reazioni posturali, inoltre, nel soggetto che non collabora (per temperamento o per natura della lesione) può essere impossibile condurre un esame neurologico completo.

Anamnesi

Dai dati anamnestici emergono particolari che il veterinario, attraverso la sola visita, non potrebbe mai rilevare, quali anomalie di comportamento durante l’attività agonistica o durante il riposo in scuderia.

Pressione della testa in angoli o su staccionate
Movimenti compulsivi
Movimenti di maneggio
Lambimento continuo oggetti
Aggressività improvvisa
Vocalizzazioni

Le persone che vivono a stretto contatto con l’animale, inoltre, possono descrive con molta precisione in che modo si sono manifestati da principio i disturbi e in che modo sono evoluti nel tempo. Inoltre, possono aiutare a mettere in relazione alcuni disturbi con particolari eventi (traumi, interventi chirurgici, ferite etc…).

Pressione della testa (Head pressing).

Pressione della testa (Head pressing).


Anamnesi (segue)

Esempi
Per un soggetto che mostra paralisi di un arto anteriore o posteriore immediatamente dopo un intervento chirurgico condotto in decubito laterale si può supporre una neuropatia periferica da compressione sul nervo radiale o femorale.

In un soggetto anziano l’improvvisa comparsa di prurito intenso alla base della coda potrebbe suggerire una neurite della cauda equina, che ha insorgenza subdola e agli albori si manifesta proprio con intense dermatiti da grattamento in tale sede.

Valutazione dello stato mentale

Questa valutazione è utile, soprattutto, per differenziare le patologie dell’encefalo da quelle del midollo spinale e dei nervi periferici. La depressione del sensorio, assenza o rallentata risposta agli stimoli esterni, in genere è una conseguenza delle lesioni encefaliche, mentre, nelle patologie spinali, anche quando costringono al decubito, l’animale appare lucido e in allerta.

Si distinguono tre livelli di alterazione del sensorio:

  • depressione: poco interesse verso l’ambiente esterno;
  • stupore: nessun contatto con l’ambiente esterno, reazioni assenti al tatto ed agli stimoli acustici, presenti, invece, a forti stimoli dolorosi;
  • coma: completa perdita della coscienza, nessuna risposta agli stimoli anche di tipo doloroso.

Postura e coordinazione della testa

Queste valutazioni vanno effettuate in due tempi ossia con l’animale fermo ed in movimento.
Infatti, alcune anomalie, come la rotazione della testa, si evidenziano di più con l’animale fermo, mentre altre, tremori intenzionali, sono visibili solo col soggetto i movimento.

In genere comportano rotazione della testa rispetto al proprio asse sagittale mediano le patologie a carico del sistema vestibolare. Solo in caso di affezioni gravi si ha rotazione della testa associata a rotazione del collo (verso il lato della lesione).
In altri casi la testa non è ruotata rispetto al piano mediano ma è flesso il collo. Questa postura (pleurototono) è tipica delle patologie a carico dell’encefalo.
La testa può essere portata pendente in caso di botulismo o di lesioni cerebrali.
Si può osservare rigidità del collo in corso di tetano.
Collo esteso si osserva nei ruminanti in caso di poliencefalomalacia

A sinistra: rotazione della testa (head tilt). A destra flessione del collo.

A sinistra: rotazione della testa (head tilt). A destra flessione del collo.


Postura e coordinazione della testa (segue)

Solo raramente le patologie spinali modificano la postura della testa; ciò accade quando le lesioni spinali sono a livello cervicale. (puledri con instabilità atlanto-occipitale presentano testa iperestesa e rigidità del collo).

In corso di encefalite equina venezuelana e rabbia è possibile notare la tendenza dell’animale a portare la testa abbassata, inoltre, è presente in tutte e due le patologie una evidente scialorrea associata alla disfagia.

Le anomalie delle postura possono riguardare, oltre la testa, il tronco (anomalie congenite della colonna vertebrale – cifosi, scoliosi, lordosi) e gli arti.

Anomalie posturali degli arti

  • Postura ad ampia base di appoggio per lesioni cerebellari o debolezza diffusa da coinvolgimento del motoneurone inferiore;
  • riduzione di tono su alcuni muscoli di un arto da lesione del motoneurone inferiore (p. del radiale, sciatico, femorale);
  • rigidità da decerebrazione con iperestensione degli arti ed opistotono;
  • incremento di tono muscolare diffuso (tetano, avvelenamento da stricnica).
Atteggiamento da paralisi del n. femorale.

Atteggiamento da paralisi del n. femorale.

Atteggiamento da paralisi del n. sciatico.

Atteggiamento da paralisi del n. sciatico.


Postura e coordinazione della testa (segue)

Atteggiamento da paralisi del nervo otturatore (a sinistra) e del nervo radiale (a destra).

Atteggiamento da paralisi del nervo otturatore (a sinistra) e del nervo radiale (a destra).


Andatura e reazioni posturali

Andatura e postura vengono valutate con gli animali al passo e al trotto su terreni compatti. Per esacerbare alcuni deficit gli animali devono essere costretti a compiere bruschi cambiamenti di direzione, a disegnare cerchi a corto raggio ed anche a retrocedere.
Poiché le prove posturali che si eseguono nei piccoli animali non possono essere utilizzate nei grossi per ovvi motivi di stazza, per capire se il soggetto ha deficit propriocettivi deve essere fermato bruscamente dopo uno slancio in corsa. Quando il soggetto è sano si arresterà in appiombo, il soggetto con deficit, invece, tenderà a non porre i quarto arti in appiombo e li riposizionerà correttamente in tempi diversi a seconda del danno neurologico presente.

Test nel cavallo che enfatizzano un deficit neurologico:

  • camminare retrocedendo;
  • camminare con testa sollevata, in maniera da sottrarre la compensazione visiva, facendo cambiare repentinamente la direzione.

Anche tirando la coda da un lato è possibile mettere in evidenza deficit della propriocezione poiché, i soggetti patologici tenderanno, sia da fermi che in movimento, a perdere l’equilibrio.

Andatura e reazioni posturali (segue)

I disturbi di andatura dovuti a patologie neurologiche si esprimono, generalmente, sotto forma di debolezza e di atassia.
La debolezza è frequente in corso di paresi spinali e si manifesta con cedimenti sugli arti, trascinamento degli arti (valutazione dello zoccolo: spesso è presente un consumo anomalo nella parte che striscia al suolo), incespicamenti e/o tremori. Nei casi più gravi si può parlare di paresi (diminuzione della motilità volontaria degli arti) o di plegia (totale assenza della motilità volontaria).
La paraplegia si osserva a volte nei cavalli affetti da rabbia, mentre è frequente nei soggetti con infezione da Herpes virus tipo 1.
La atassia è sinonimo di incoordinazione e segno di disturbo sensoriale. L’animale atassico tenderà ad incrociare gli arti, perdere l’equilibrio facilmente e ad allungare o accorciare la fase anteriore del passo (ipermetria-ipometria)
L’atassia è un segno tipico della malattia di Borna sia negli equini che nei bovini.

Valutazione dei nervi cranici

Questo esame deve essere eseguito per confermare o escludere lesioni localizzate a livello del tronco encefalico o del cervello. Si deve partire dai nervi più rostrali (olfattorio, ottico, oculomotore) e proseguire con i più caudali (trigemino, facciale, glossofaringeo, etc…).

Nervo olfattorio: si deve valutare la capacità di annusare la mano dell’esaminatore o il cibo.

Nervo ottico: valutare la risposta alla minaccia e come si muove l’animale in un percorso a ostacoli.

Nervo oculomotore: valutare la simmetria e il grado di apertura pupillare che può modificarsi in corso di iriti, aderenze, lesioni occupanti spazio, inoltre, bisogna valutare la presenza di riflesso diretto e consensuale.

Nervo trocleare e nervo abducente: si esaminano valutando la posizione dell’occhio nella cavità orbitale (strabismo). Nei grossi animali lo strabismo è raro, può essere presente in caso di encefalopatie dei ruminanti, patologie vestibolari.

Valutazione dei nervi cranici (segue)

Nervo trigemino: innerva i masticatori di cui bisogna valutare il tono. Generalmente la paralisi del trigemino si accompagna a mandibola “cadente” con conseguente difficoltà alla masticazione, quest’ultima presente anche in corso di botulismo, meningoencefalite protozoaria equina, sindrome polineuritica equina.

E presente, inoltre, atrofia marcata (da motoneurone inferiore) dei muscoli masseteri da lato interessato.

Rappresentazione schematica dell’atrofia dei muscoli masseteri nel cavallo da paralisi del trigemino frequente esito della meningoencefalite protozoaria.

Rappresentazione schematica dell'atrofia dei muscoli masseteri nel cavallo da paralisi del trigemino frequente esito della meningoencefalite protozoaria.


Valutazione dei nervi cranici (segue)

Nervo facciale: la sua paralisi determina asimmetria della faccia dovuta a caduta dell’orecchio, ptosi palpebrale superiore, ptosi del labbro inferiore, asimmetria delle narici dal lato affetto.

Nervo vestibolococleare: si accompagna a nistagmo quando è coinvolta la porzione vestibolare e a sordità quando è coinvolta la porzione cocleare.

Atteggiamento da paralisi del facciale: labbro superiore deviato a destra (verso il lato sano) e labbro inferiore pendulo a sinistra.

Atteggiamento da paralisi del facciale: labbro superiore deviato a destra (verso il lato sano) e labbro inferiore pendulo a sinistra.

Atteggiamento da paralisi del facciale: labbro superiore deviato a destra (verso il lato sano) e labbro inferiore pendulo a sinistra.


Valutazione dei nervi cranici (segue)

Nervo glossofaringeo, nervo vago e nervo accessorio: innervano quasi esclusivamente laringe e faringe per cui si studiano valutando la deglutizione di cibo ed acqua spontanea o riflessa (passaggio sonda gastrica) oppure ispezionando con endoscopio queste due strutture. La paralisi laringea può accompagnarsi a rumori respiratori.

Slap test: si colpisce con la mano aperta la regione dietro la spina scapolare durante l’espirazione, mentre l’altra mano è posta sulla regione laringea oppure il laringe è osservato con endoscopio introdotto per via vasale (v. apparato respiratorio). La risposta normale è l’abduzione dell’aritenoide che può essere avvertita come contrazione muscolare con l’altra mano disposta sul laringe oppure può essere visualizzata mediante l’endoscopio. L’afferenza di questo riflesso è data dalle vie segmentali spinali toraciche, mentre l’efferenza dal nervo vago e, quindi, dal ramo ricorrente. Naturalmente tale riflesso è assente in caso di emiplegia laringea.

Nervo ipoglosso: La sua paralisi può dare ipotrofia o asimmetria linguale e difficoltà nella prensione degli alimenti.
Questi nervi sono spesso coinvolti in corso di rabbia e di encefalite equina venezuelana, tali infezioni infatti, si accompagnano a profusa salivazione e disfagia.

Immagine schematica del laringe del cavallo come appare all’esame endoscopico.

Immagine schematica del laringe del cavallo come appare all'esame endoscopico.


Valutazione dei nervi cranici (segue)

In particolare nel cavallo bisogna prestare attenzione:

  • occhio: per valutare la funzione visiva l’animale deve essere lanciato in corsa contro ostacoli molto voluminosi. Il puledro molto rapidamente dopo la nascita acquista capacità visiva, ma non presenta risposta alla minaccia. All’ispezione dell’occhio è possibile anche riscontrare i segni di una sindrome di Horner (ptosi palpebra superiore, miosi, protrusione della terza palpebra, sudorazione profusa di testa e collo dal lato affetto).
  • Muscoli mimici: si possono osservare in caso di parali del facciale asimmetrie di tali muscoli con deviazioni del verso il lato sano.
  • Nistagmo: questo segno, nel cavallo, è quasi sempre indicativo di un problema centrale, associandosi molto raramente a disturbi vestibolari periferici.

Valutazione dei riflessi spinali

Questo esame va condotto sempre con l’animale in stazione e fornisce risultati attendibili soprattutto nel puledro.
Per completare la valutazione dei nervi spinali è importante anche considerare il tono ed il volume dei muscoli e la sensibilità cutanea e dolorifica.

L’ipotrofia o l’atrofia neurogena si instaurano molto rapidamente a seguito di lesioni parziali o totali a carico dei nervi spinali. Le masse muscolari perdono progressivamente di tono e volume e nei casi protratti i muscoli possono andare incontro a fibrosi.

Atrofia dei muscoli sopra ed infraspinato conseguente a paralisi del nervo soprascapolare

Atrofia dei muscoli sopra ed infraspinato conseguente a paralisi del nervo soprascapolare


Valutazione dei riflessi spinali (segue)

La sensibilità cutanea nel cavallo si valuta utilizzando uno strumento appuntito, anche una matita, da strofinare delicatamente sulla cute delle aree da testare. Un soggetto normale, in genere, per piccole stimolazioni risponde con una energica contrazione dei pellicciai. L’assenza di risposta o la necessità di stimolazioni molto intense per ottenerne una sono indice di assenza o riduzione della sensibilità cutanea.
Nelle sedi in cui si rileva ciò bisogna testare anche la sensibilità dolorifica andando a clampare con una pinza la cute.
In questo caso l’assenza di risposta è indice di grave lesione ai nervi spinali.
Poiché, però, le risposte alle prove del dolore-sensibilità, possono essere molto condizionate dal temperamento dell’animale vanno effettuate su più parti del corpo ed interpretate con attenzione.
Iperalgesia può essere riscontrata in corso di flogosi del midollo o dei muscoli, delle ossa e dei tendini sottostanti le aree di cute prese in esame.
La sensibilità deve essere valutata anche nei distretti anatomici più profondi rispetto alla cute (muscoli cervicali, tronco, groppa e glutei) mediante palpazione profonda.

Valutazione dei riflessi spinali (segue)

I riflessi da testare sono:

  • riflesso cervico-facciale: è un riflesso specie-specifico che serve a valutare lesioni a carico del midollo e dei nervi cervicali. Il riflesso compare stimolando con una pinza le parti laterali della cute del collo dalle ali dell’atlante fino alla scapola. Si manifesta come movimento delle labbra e a volte dell’orecchio del lato testato. Il riflesso scompare nelle aree cutanea a valle rispetto al punto della lesione.
  • riflesso di adduzione laringea o slap-test: vedi in slide precedente.
  • riflesso pannicolare: come per i piccoli animali questo riflesso si elicita pinzettando la cute ai lati del dorso e della groppa e consiste in una contrazione dei muscoli pellicciai. Le fibre sensitive afferenti della cute stimolata si portano alle corna del midollo spinale fino ai segmenti C8-T1 da cui originano le fibre efferenti che inducono la contrazione. Quando sono coinvolte le vie afferenti sensitive il riflesso non è presente nelle aree a valle della lesione spinale; se invece il danno è localizzato a livello cervico-toracico il riflesso non sarà presente in nessun punto.

Valutazione dei riflessi spinali (segue)

  • Riflesso patellare:l’animale deve essere costretto al decubito laterale e con un martelletto energicamente si stimola il legamento patellare determinando, in risposta, una contrazione del quadricipite ed una estensione del ginocchio. In caso di lesioni da motoneurone inferiore il riflesso sarà depresso o assente, mentre sarà aumentato per lesioni da motoneurone superiore. Nei soggetti in stazione il riflesso può essere valutato sostenendo l’arto in semiflessione e comprimendo con un martelletto da neurologia la componente mediana del legamento patellare.
  • Riflesso perineale e tono della coda: anche questo riflesso corrisponde a quello valutabile nei piccoli animali e consiste nello stimolare delicatamente la cute del perineo e della base della coda provocando una contrazione dello sfintere anale. L’assenza di questo riflesso può indicare lesioni a carico del nervo pudendo, sacrale o coccigeo.
  • Riflesso estensore radiale del carpo: si valuta comprimendo con un martelletto il tendine del muscolo estensore radiale del carpo dorsalmente all’articolazione del carpo mantenuta in flessione facendo sollevare l’arto all’animale. Alla compressione, in condizioni normali, il muscolo si contrae facendo estendere il carpo.
  • Riflessi flessori: si valutano con il soggetto in stazione pizzicando la cute dorsalmente al cercine coronario di tutti e quattro gli arti dell’animale. In questo modo si verificherà la contrazione di tutti i muscoli flessori dell’arto con conseguente flessione di tutte le articolazione ad eccezione di quella del nodello. I nervi che mediano questo riflesso sono numerosi: per l’arto anteriore il mediano, l’ulnare, il muscolocutaneo e l’ascellare; per l’arto posteriore è coinvolto principalmente lo sciatico.

La valutazione dei riflessi fornisce il maggiore contributo per la localizzazione della lesione.

Esami collaterali

Esame radiologico

Il rachide cervicale nel cavallo può essere radiografato con il soggetto vigile in stazione quadrupedale, oppure con l’animale anestetizzato. Nel primo caso è possibile effettuare solo proiezioni latero-laterali.
Nel secondo caso, invece, ponendo il collo dell’animale perfettamente orizzontale è possibile anche effettuare radiogrammi sotto “stress”. Questi radiogrammi sono molto utili soprattutto se associati alla mielografia. I mezzi di contrasto utilizzati nel cavallo sono non ionici ed in genere sono utilizzati in quantità di 40-60 ml.

Nei centri attrezzati il rachide cervicale può essere studiato anche attraverso esame TC o risonanza magnetica.

Esami collaterali (segue)

Esame del liquor: nel cavallo il liquor può essere prelevato a livello lombo-sacrale con l’animale in stazione quadrupedale, se necessario sedato. La sede di punzione viene identificata tracciando una linea immaginaria che unisce le estremità caudali delle due tuberosità coxali, ed incrocia la linea mediana all’altezza dell’ultima vertebra lombare il cui processo spinoso è palpabile. Più caudalmente rispetto ad LVI si palpano le due tuberosità sacrali. Tra il margine caudale del processo spinoso di LVI e le tuberosità sacrali si forma un triangolo al centro del quale deve essere inserito l’ago.
È possibile anche una puntura occipitale che però deve essere effettuata sull’animale in anestesia generale e in decubito laterale. Per localizzare il punto in cui infiggere l’ago si utilizza una corda posta tra le ali dell’atlante. L’ago deve essere inserito sulla linea mediana appena cranialmente alla corda e parallelamente al dorso del naso.
Sul liquor vengono effettuati esami macroscopici (aspetto del liquido), microscopici (conta e osservazione cellulare) e biochimici (valutazione delle proteine, del glucosio, della cheratinchinasi, test sierologici) in grado di fornire importanti informazioni diagnostiche.

Esami elettrodiagnostici: la elettromiografia, l’elettroneurografia e l’elettroencefalografia sono procedure diagnostiche in grado di studiare alterazioni dell’attività elettrica encefalica, muscolare e nervosa. In genere non sono esami in grado di fornire una diagnosi specifica, ma sono di utile complemento ad altre indagini soprattutto per localizzare la sede della lesione.

Esame autoptico: viene condotto quasi sempre sui bovini per effettuare accertamenti diagnostici e soprattutto per escludere patologie di natura infettiva.

Principali neuropatie dei grossi animali

Neuropatie del sistema nervoso periferico

  • Paralisi dei nervi periferici: coinvolgono per lo più il radiale, il femorale ed il sovrascapolare e sono in genere conseguenza di traumi diretti. La paralisi del radiale e del femorale si accompagna a inutilizzo rispettivamente dell’arto anteriore e posteriore, la paralisi del sopraspinato, invece, si manifesta con grave atrofia dei muscoli della spalla e abduzione della stessa.
  • Neurite della cauda equina: colpisce sporadicamente i soggetti adulti ed ha una eziologia ancora poco chiara. Clinicamente i primi segni sono legati a parestesie della coda e delle zone circostanti; successivamente si arriva alla paralisi di coda, vescica e retto con analgesia del perineo e della cute del margine posteriore della coscia.
  • Paralisi dei nervi cranici: possono avere eziologia traumatica, infiammatoria o neoplastica e coinvolgere diversi nervi insieme; in corso di gutturocistite è possibile osservare una paralisi del facciale, del glossofaringeo e del laringeo (ramo del vago); il botulismo comporta paralisi del glossofaringeo; raramente nel cavallo e nel bovino si osservano forme di polineuropatia con coinvolgimento dei nervi cranici.

Principali neuropatie dei grossi animali (segue)

Neuropatie del midollo spinale

  • Stenosi del canale vertebrale (sindrome di wobbler): è la neuropatia più frequente nel puledro dovuta ad una malformazione delle vertebre cervicali C3-C5. I sintomi si osservano intorno ai due anni di età e consistono in una più o meno grave atassia più marcata a carico dei posteriori. In genere è presente una certa dolorabilità ai movimenti del collo.
  • Malformazione occipito-atlantoidea nei puledri arabi: è dovuta ad una malformazione dell’atlante che risulta più piccolo e sovente fuso all’occipitale. I sintomi compaiono dopo le prime settimane di vita e consistono in atassia, collo irrigidito e testa estesa in avanti.

Neuropatia del sistema vestibolare - Otite media e interna: in genere è legata a infezioni del cavo rino-faringeo. Il quadro clinico è quello tipico della sindrome vestibolare e a volte si associa a sindrome di Horner e a paralisi del facciale.

Neuropatie del tronco encefalico

  • Encefalomielite da herpes virus equino tipo 1: questa infezione in genere decorre con sintomatologia spinale in alcuni casi si possono osservare anche evidenti segni di coinvolgimento del tronco encefalico rappresentati da disturbi motori, deficit di alcuni nervi cranici, turbe comportamentali.
  • Listeriosi: questa infezione è la più comune causa di affezione del tronco encefalico nei bovino e nei piccoli ruminanti. Il quadro clinico è rappresentato da difficoltà di movimento fino alla totale immobilità ed a turbe dello stato di coscienza.

Principali neuropatie dei grossi animali (segue)

Neuropatie del cervelletto

Atrofia cerebellare: è possibile sia nell’equino che nel bovino e sembra essere più frequente in alcune razze ( Angus, Ayrshire, Hereford, Shorthorn e frisona tra le razze bovine, purosangue arabo e pony gotland per le razze equine).

I sintomi compaiono nei primi mesi di età e possono stabilizzarsi o progressivamente aggravarsi. L’ipermetria e la stazione ad ampia base d’appoggio sono segni clinici più caratteristici.

Vitello: stazione ad ampia base d’appoggio.

Vitello: stazione ad ampia base d'appoggio.


Principali neuropatie dei grossi animali (segue)

Neuropatie cerebrali

Le encefaliti sia nel cavallo che nel bovino riconoscono sovente eziologia infettiva. In genere sono neuropatie caratterizzate da turbe dello stato di coscienza, depressione o eccitazione del sensorio, disfunzione dei nervi cranici, convulsioni etc. In alcuni casi si associano ai sintomi encefalici anche i sintomi spinali. Le infezioni che possono provocare encefalite sono: rabbia, anemia infettiva equina, borrelliosi, encefaliti americane, febbre catarrale maligna, malattia di Borna, meningoencefalite purulenta del vitello etc.

N.B: nei bovini e negli ovicaprini sono state identificate alcune encefalopatie ad eziologia prionica più note come encefalopatie spongiformi.

Tra le affezioni congenite va ricordato l’idrocefalo.

Va ricordato che le neoplasie possono riguardare qualsiasi parte del sistema nervoso ed accompagnarsi a sintomi clinici molto differenti a seconda della sede in cui si sviluppano.

Turricefalia in vitello neonato affetto da idrocefalo.

Turricefalia in vitello neonato affetto da idrocefalo.


Principali neuropatie dei grossi animali (segue)

Neuropatie di origine incerta

Arpeggio

Condizione caratterizzata da una flessione a scatto dell’arto posteriore, sporadica o diffusa, probabilmente condizionata da fattori alimentari, da micotossine in alcune aree geografiche come Australia e Nuova Zelanda. La forma sporadica può essere associata a disfunzioni lombosacrali, neuropatia dello sciatico o patologie ortopediche dell’arto posteriore (trauma sull’estensore laterale delle falangi).

Arpeggio: flessione del garretto durante la deabulazione.

Arpeggio: flessione del garretto durante la deabulazione.


I materiali di supporto della lezione

Disease and disorders in the horse. Knottenbelt e Pascoe. Mosby 1999

Neurologia veterinaria dall'approccio al paziente alla terapia. M. Vandevelde, A. Jaggy, J. Lang, Masson Ed, 2003

Equine medicine and surgery. Vol I-II. P. T. Colchan; I.G. Mayhew; A. M. Merrett; J. N. Moore, Mosby Ed, 1999

Large animal neurology. I.G. Mayhew. Lea &Febiger, 1989.

Veterinary Neuroanatomy and Clinical Neurology, Third Edition

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