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Gerardo Fatone » 9.Esame neurologico (piccoli animali) - parte seconda


Riflessi spinali

I riflessi spinali formano l’unità di base di integrazione e funzionalità del SNC.

Generalmente l’esame di un riflesso non testa nessun altra porzione del SNC, se non gli specifici segmenti spinali coinvolti.

Tutti i riflessi sono influenzati da centri di controllo superiori.

L’animale deve essere rilassato per elicitare i riflessi nella loro forma normale.

Origine dei nervi del plesso brachiale (arto anteriore) e lombosacrale (arto posteriore).

Origine dei nervi del plesso brachiale (arto anteriore) e lombosacrale (arto posteriore).


Il motoneurone

MOTONEURONE INFERIORE: neurone motore localizzato nel corno ventrale della sostanza grigia del midollo spinale (nervi spinali) o nel tronco dell’encefalo (nervi cranici) da cui prende origine l’assone che concorre alla formazione del nervo motore periferico terminante nella giunzione neuroeffettoriale: paralisi flaccida, ipo o ariflessia, ridotto tono degli estensori, atrofia muscolare precoce ed intensa.

MOTONEURONE SUPERIORE: Primo neurone motore localizzato nella corteccia cerebrale, nei nuclei della base o nel tronco cerebrale da cui prende origine l’assone che sinapta (mediante un interneurone) con il motoneurone inferiore influenzandone l’attività. Responsabile dell’iniziazione e del mantenimento dell’andatura, del tono dei muscoli antigravitari (estensori): paralisi spastica, normo o iperriflessia, incremento di tono degli estensori, atrofia muscolare moderata o lieve.

Rappresentazione schemtica del percorso del motoneurone superiore ed inferiore.

Rappresentazione schemtica del percorso del motoneurone superiore ed inferiore.


Riflessi spinali

  • Consente di stabilire se una lesione è da motoneurone inferiore (MNI) o superiore (MNS).
  • Si valuta l’arco riflesso e l’influenza del motoneurone superiore su questo.
  • Arco riflesso:
  1. Componente sensitiva.
  2. Tratto del midollo spinale dove si realizza l’integrazione:
    1. Cervicotoracica (C6-T2), Lombosacrale (T3-L3).
  3. Componente motoria.
    • Risposte possibili al test ed interpretazione generale:
      • Normale.
      • Iporiflessia o ariflessia: lesione da motoneurone inferiore.
      • Iperriflessia: lesione da motoneurone superiore (mancanza di inibizione dell’estensione).
Rappresentazione semplificata delle vie nervose coinvolte nell’estrinsecarsi del riflesso.

Rappresentazione semplificata delle vie nervose coinvolte nell'estrinsecarsi del riflesso.


Riflessi spinali

Riflessi spinali degli arti posteriori

  • Riflesso patellare:
    • in decubito laterale con arto in semiflessione:
      • Percussione del tendine tibiorotuleo.
      • Estensione delle fibre fusali del quadricipite femorale, afferenza (n. femorale) integrazione nel midollo spinale nel tratto L4-6, efferenza (n. femorale).
    • Estensione della gamba:
      • Pseudoiperriflessia: apparente estensione più rapida da mancanza di contrapposizione flessoria per danno al nervo sciatico.
Riflesso patellare.

Riflesso patellare.


Riflessi spinali

  • Riflesso tibiale craniale:
    • In decubito laterale con arto in semiflessione.
    • Percussione del ventre muscolare le muscolo tibiale craniale:
      • L’innervazione si realizza ad opera del nervo peroneo (ramo dello sciatico) L6-7.
    • Flessione del tarso.
  • Riflesso del gastrocnemio:
    • In decubito laterale con arto in semiflessione.
    • Percussione del tendine del gastrocnemio prossimalmente a tarso:
      • L’innervazione si realizza ad opera del nervo tibiale (ramo dello sciatico) L7-S1.
    • Estensione del tarso.
Riflesso tibiale craniale.

Riflesso tibiale craniale.


Riflessi spinali

  • Riflesso di retrazione:
    • In decubito laterale con arto in estensione con l’altro arto libero di estendersi.
    • Viene pizzicato un cuscinetto digitale applicando la minima sollecitazione utile ad ottenere la flessione dell’arto.
    • Test sia sul dito laterale che mediale.

La componente sensitiva afferente è dello sciatico (peroneo dorsale e tibiale plantare) – L6–S1 tranne che per il secondo dito che è parzialmente del femorale (safeno) L4-6.
La componente efferente motoria è di prevalente competenza dello sciatico L6-S1 e parzialmente del femorale.

Riflesso di retrazione dell’arto posteriore.

Riflesso di retrazione dell'arto posteriore.


Riflessi spinali

Riflesso di retrazione

  • Risposta:
    • Flessione dell’arto.
    • Ipo/ariflessia – lesione da motoneurone inferiore:
      • Flessione prevalente di anca e ginocchio con tarso tendenzialmente esteso per lesioni L7-S1
    • Iperriflessia: persistenza della retrazione anche dopo la rimozione dello stimolo (solitamente associato a riflesso estensore crociato):
      • Esprime più la vetustà che la gravità della lesione.
    • Riflesso estensore crociato (retrazione dell’arto stimolato e contemporanea estensione dell’arto opposto): per lesioni da motoneurone superiore.
Persistenza della retrazione anche dopo la rimozione dello stimolo.

Persistenza della retrazione anche dopo la rimozione dello stimolo.


Riflessi spinali

Riflessi spinali degli arti anteriori

  • Riflesso estensore radiale del carpo (non semplice da elicitare):
    • In decubito laterale con arto anteriore mantenuto sospeso ed il carpo in flessione.
    • Percussione del ventre muscolare appena sotto l’articolazione del gomito.
    • Innervazione: n. radiale C7-T1:
      • Risposta: moderata estensione del carpo.
  • Riflesso del tricipite (non semplice da elicitare):
    • In posizione di decubito laterale ed arto con gomito in semiflessione.
    • Percussione del muscolo appena sopra l’olecrano.
    • Innervazione: n. radiale C7-T1:
      • Risposta: moderata estensione del gomito con lieve contrazione muscolare del tricipite.
Riflesso estensore radiale del carpo.

Riflesso estensore radiale del carpo.


Riflessi spinali

Riflessi spinali degli arti anteriori

  • Riflesso del bicipite brachiale (non semplice da elicitare):
    • In decubito laterale con arto dito passato davanti al muscolo sulla faccia anteriore del gomito.
    • Percussione del dito.
    • Innervazione: muscolocutaneo C6-8:
      • Risposta: lieve flessione del gomito.
  • Riflesso di retrazione:
    • Come per il posteriore.
    • Innervazione sensitiva della parte dorsale: radiale; palmare: mediano e ulnare; della parte laterale: ulnare.
    • Innervazione motoria: ascellare, muscolocutaneo, parte del radiale, mediano, ulnare (C6-T1).
Riflesso di retrazione sull’arto anteriore.

Riflesso di retrazione sull'arto anteriore.


Riflessi spinali

Riflesso perineale

  • Lieve stimolazione tattile della regione perineale.
  • In alternativa: lieve pressione sul pene o sulla vulva (rifl. bublbocavernoso):
    • Innervazione sensitiva e motoria: nervo pudendo S1-2.
    • Risposta: contrazione dello sfintere anale e flessione della coda.
Riflesso perineale.

Riflesso perineale.


Riflessi spinali

Riflesso del pannicolo

  • La cute viene pizzicata da entrambi i lati delle colonna vertebrale a partire dalle ali dell’ileo fino a tutto il tratto toracico.
  • Risposta normale: contrazione del muscolo pannicolare del dorso:
    • Componente sensitiva: fibre sensitive segmentali.
    • Componente motoria: nervo toracico laterale (C8-T1).
  • Se il riflesso è presente alla prima stimolazione posteriore sarà presente su tutta l’area.
  • Se è assente si stimola in senso anteriore fino a che non lo si elicita: dal punto in cui ricompare bilateralmente la lesione è due metameri più avanti (mielopatia trasversa).
  • Se il riflesso è assente da un lato e presente dall’altro il coinvolgimento è della componente efferente (n. toracico laterale) la lesione verosimilmente a livello cervicotoracico.
  • Il riflesso del pannicolo perde in attendibilità nelle lesioni spinali meno recenti (>7-10 giorni).
Riflesso del pannicolo.

Riflesso del pannicolo.


Riflessi spinali

  • Riflesso del pannicolo:
    • Meccanismo:
      • a) Condizione normale.
      • b) In caso di mielopatia trasversa.

figura a) La stimolazione della cute ai lati del dorso produce il riflesso ed anche una reazione al dolore indotta dalla manovra.

figura b) In caso di mielopatia trasversa a localizzazione toracolombare l’arco riflesso non si chiude e non si ha la contrazione del muscolo pannicolare del dorso quando la stimolazione avviene posteriormente alla sede di lesione.

a) La stimolazione della cute ai lati del dorso produce il riflesso ed anche una reazione al dolore indotta dalla manovra.

a) La stimolazione della cute ai lati del dorso produce il riflesso ed anche una reazione al dolore indotta dalla manovra.

b) In caso di mielopatia trasversa a localizzazione toracolombare l’arco riflesso non si chiude e non si ha la contrazione del muscolo pannicolare del dorso quando la stimolazione avviene posteriormente alla sede di lesione.

b) In caso di mielopatia trasversa a localizzazione toracolombare l'arco riflesso non si chiude e non si ha la contrazione del muscolo pannicolare del dorso quando la stimolazione avviene posteriormente alla sede di lesione.


Valutazione della sensibilità

  • L’esame del sistema sensoriale consiste nell’effettuazione di test di percezione del dolore:
    • La valutazione di altre sensazioni, come il caldo, il freddo, la pressione tattile, risulta difficilmente oggettivabile e quantificabile.
  • Le vie di trasmissione del dolore:
    • fibre somatiche afferenti generali:
      • fibre amieliniche o scarsamente mielinizzate di piccolo calibro;
    • tratti spinotalamici laterali situati nel funicolo laterale del midollo spinale;
    • attraversano il tronco encefalico;
    • si congiungono al lemnisco mediale;
    • terminano sul talamo;
    • proiezione sulla corteccia cerebrale somatosensoriale.
Nell’ambito della sostanza bianca le fibre delle propriocezione (rosse) sono molto mielinizzate (grande esigenza  metabolica e forte sensibilità all’ischemia) mentre, le fibre della sensibilità profonda (verde) sono disposte in profondità (meno comprimibili) e non mielinizzate (scarsa esigenza metabolica e maggiore resistenza all’ischemia). Hanno comportamento intermedio le fibre motorie (azzurro) e della sensibilità superficiale (giallo).

Nell'ambito della sostanza bianca le fibre delle propriocezione (rosse) sono molto mielinizzate (grande esigenza metabolica e forte sensibilità all'ischemia) mentre, le fibre della sensibilità profonda (verde) sono disposte in profondità (meno comprimibili) e non mielinizzate (scarsa esigenza metabolica e maggiore resistenza all'ischemia). Hanno comportamento intermedio le fibre motorie (azzurro) e della sensibilità superficiale (giallo).


Valutazione della sensibilità

  • Esame della sensibilità:
    • Palpazione degli arti.
    • Palpazione della colonna vertebrale: pressione dei processi spinosi e della muscolatura paraspinale a partire dalla regione lombo sacrale e si continua in senso craniale, palpazione dei processi trasversi delle vertebre cervicali.
    • Movimenti passivi del collo per individuare una resistenza.
  • Sensibilità cutanea:
    • Le aree cutanee del corpo possono essere mappate in dermatomeri, cioè in regioni che sono innervate, per la sensibilità, da specifici nervi.
    • Il riscontro di una ipo o analgesia cutanea consente di individuare il nervo interessato oltre alle vie ascendenti spinali ed encefaliche fino alla corteccia cerebrale.
    • Il test viene eseguito pizzicando la cute con una piccola pinza emostatica.
    • Risposta: sottrazione allo stimolo algico e reazione al dolore (retrazione, fuga, tentativo di mordere, vocalizzazione, etc).
Valutazione della sensibilità superficiale cutanea.

Valutazione della sensibilità superficiale cutanea.


Valutazione della sensibilità

  • Sensibilità profonda o periostale:
    • Con una pinza emostatica si applica una compressione di intensità crescente alla base de cuscinetto digitale o su una falange.
    • Risposta: retrazione dell’arto e manifestazioni della percezione cosciente del dolore (vocalizzazione, rotazione della testa verso la sede dello stimolo, tentativo di mordere o di sottrarsi alla manovra):
      • La sola retrazione dell’arto non indica la conservazione della capacità di percezione del dolore profondo, esprime il riflesso di retrazione.
  • Significato: il test valuta l’integrità del nervo periferico, delle vie ascendenti spino-talamiche e delle connessioni talamo-corticali.
  • La percezione del dolore profondo è l’ultimo segno di funzionalità spinale a scomparire nelle lesioni gravi per cui ha importante significato prognostico.
Valutazione della sensibilità profonda.

Valutazione della sensibilità profonda.


Differenziare la sensibilità dal riflesso!

Risposta alla stimolazione algica dell’arto (clampaggio con una pinza emostatica, applicando una forza crescente, di un cuscinetto digitale o di una falange)

  • a) In condizioni normali:
    • Retrazione dell’arto (riflesso) e risposta cosciente per lo stimolo nocicettivo (integrità del midollo spinale e delle vie della sensibilità). Il paziente gira la testa in direzione dello stimolo e talvolta tenta di mordere.
  • b) In caso di mielopatia trasversa grave prossimale al tratto lombosacrale:
    • Retrazione dell’arto (riflesso) e assenza di risposta per lo stimolo nocicettivo (lesione del midollo spinale e delle vie della sensibilità). Il paziente resta indifferente allo stimolo algico.
a) condizione normale.

a) condizione normale.

b) mielopatia trasversa.

b) mielopatia trasversa.


Dov’è la lesione? (segmentazione funzionale)

  • La finalità dell’esame clinico:
    • acquisizione dei dati semiologici per l’effettuazione di una diagnosi di sede.
  • Nella stragrande maggioranza dei casi la patologia neurologica è a localizzazione focale (una sola sede interessata).
  • Possibili sedi di localizzazione del problema neurologico:
    • Sistema nervoso centrale:
      • a) Intracraniche:
        • 1) Cervello:
          • Corteccia cerebrale e nuclei della base.
          • Diencefalo.
        • 2) Cervelletto.
        • 3) Tronco dell’encefalo:
          • Mesencefalo.
          • Ponte.
          • Midollo allungato.
        • 4) Sistema vestibolare centrale (tronco dell’encefalo).

Dov’è la lesione? (segmentazione funzionale)

  • Possibili sedi di localizzazione del problema neurologico:
    • Sistema nervoso centrale:
      • b)Extracraniche:
        • Midollo spinale.
        • Cervicale (C1-5).
        • Cervicotoracica (C6-T2).
        • Toracolombare (T3-L3).
        • Lombosacrale (L3-S3).
  • Sistema nervoso periferico:
    • Nervi periferici (dal motoneurone inferiore al muscolo).

L’individuazione di alterazioni della funzione consente di attribuire il deficit neurologico ad una determinata sede.

Localizzazione della lesione


Localizzazione intracranica

Localizzazione intracranica (encefalo).

Localizzazione intracranica (encefalo).


Localizzazione cerebrale (corteccia c. + diencefalo)

  • Andatura frequentemente normale o minimamente modificata.
  • Alterazione stato mentale e del comportamento:
    • Per coinvolgimento di aree ampie della corteccia cerebrale:
      • disorientamento, letargia, coma.
      • aggressione, ipereccetabilità, incapacità a riconoscere il proprietario.
      • Perdita delle abitudini apprese.
  • Alterazione movimento/postura:
    • Deficit delle reazioni posturali contolaterali alla sede della lesione.
    • Andatura in circolo: rispetto alle lesioni vestibolari i cerchi disegnati dall’andatura sono generalmente più ampi.
    • Vagare senza meta, pressione testa contro gli ostacoli lungo il percorso, nascondersi.
    • Tremore a riposo a scosse fini.
    • Pleurototono: flessione con concavità laterale del tronco e del collo con la testa girata.
Sindrome corticale.

Sindrome corticale.


Localizzazione cerebrale (corteccia c. + diencefalo)

  • Anomalie vista:
    • Amaurosi: cecità senza compromissione dei mezzi della visione;
    • urto contro ostacoli, etc.
  • Convulsioni.
  • ±Papilledema.
  • ±Respiro irregolare.
  • Alterazioni endocrine:
    • Coinvolgimento dell’asse ipotalamo-ipofisario:
      • diabete insipido, diabete mellito, iperadrenocorticismo.
  • Anomalie termoregolazione.
  • Anomalie alimentazione.

Localizzazione cerebellare

  • Alterazione dell’andatura:
    • Passo d’oca più evidente agli arti anteriori (ipermetria).
  • Oscillazione del tronco.
  • Tremore intenzionale:
    • Scosse ampie in concomitanza del compimento di movimenti fini volontari:
      • Durante l’alimentazione: difficoltà a trovare la giusta distanza dell’alimento.
  • Stazione con larga base di appoggio.
  • Ritardo delle reazioni posturali:
    • Posizionamento propriocettivo:
      • Inizio della risposta in ritardo ma riposizionamento dell’arto con una escursione eccessiva.
Gatto con ipoplasia cerebellare: ipermetria e tremore intenzionale.

Gatto con ipoplasia cerebellare: ipermetria e tremore intenzionale.


Localizzazione cerebellare

Anisocoria (dilatazione della pupilla controlaterale)

  • Talvolta:
    • opistotono.
    • segni vestibolari:
      • Sindrome vestibolare paradossa: rotazione della testa dal lato opposto della lesione:
        • Per interessamento delle vie di connessione tra sistema vestibolare e cervelletto.
      • Quando la lesione interessa cervelletto e tronco dell’encefalo (situazione più frequente):
        • Rotazione della testa dal lato opposto della lesione.
        • Deficit della propriocezione e nervi cranici coinvolti dello stesso lato della lesione.

Localizzazione nel tronco dell’encefalo

  • Alterazione dell’andatura:
    • Paresi/paralisi spastica (da motoneurone superiore) in:
      • quattro arti – tetraparesi,/plegia.
      • due arti dello stesso lato – emiparesi/plegia:
        • Per lesioni molto piccole e ben localizzate.
  • Normo/iperriflessia quattro arti.
  • Alterazione reazioni posturali.
  • Respiro irregolare.
  • Depressione mentale:
    • Coinvolgimento del sistema reticolare attivante presente diffusamente nel tronco
      (funzione di instradamento delle informazioni sensitive, che provengono dalla periferia, alla corteccia mantenendo uno stato di attivazione).
Cane met. anni 13: paralisi del nervo ipoglosso; atrofia dei muscoli della lingua e scarsa capacità di retrazione dell’organo.

Cane met. anni 13: paralisi del nervo ipoglosso; atrofia dei muscoli della lingua e scarsa capacità di retrazione dell'organo.


Localizzazione nel tronco dell’encefalo

  • Deficit nervi cranici a localizzazione mesencefalica:
    • Strabismo ventrolaterale, ptosi palpebra superiore e midriasi III.
  • Deficit nervi cranici a localizzazione pontomidollare:
    • riduzione sensibilità faccia V.
    • iporiflessia palpebrale V, VII.
    • Paralisi facciale VII.
    • nistagmo, rotazione testa, etc VIII.
    • paralisi laringe/faringe IX, X.
    • paralisi lingua XII.
Atrofia muscolare temporale e massetere, enoftalmo (V), ptosi del labbro superiore (VII) e midriasi (III) a sinistra.

Atrofia muscolare temporale e massetere, enoftalmo (V), ptosi del labbro superiore (VII) e midriasi (III) a sinistra.


Localizzazione vestibolare

  • Sistema vestibolare:
    • Centrale:
      • Nuclei del nervo vestibolare disposti nel tronco dell’encefalo.
    • Periferico:
      • Struttura recettoriale (canali semicircolari) nell’orecchio interno
        nervo periferico.

Sintomi

  • Rotazione della testa intorno all’asse rostro-aborale verso il lato della lesione:
    • Guardando frontalmente il soggetto un orecchio si trova più in basso (sede della lesione) rispetto all’altro.
  • Alterazione dell’andatura:
    • Movimento in circolo verso il lato della lesione.
Nistagmo orizzontale.

Nistagmo orizzontale.


Localizzazione vestibolare

  • Prevalenza del tono estensorio sugli arti del lato sano:
    • Tendenza a cadere dal lato colpito, nei casi estremi si può avere rotolamento.
  • Nistagmo:
    • Movimento oscillatorio a scatti (se pendolare ha altra origine) dei globi oculari con due fasi:
      • Lenta: dal lato della lesione.
      • Rapida: di accomodamento (definisce la direzione del nistagmo).
    • In relazione alla direzione dell’oscillazione si può definire il nistagmo: orizzontale, rotatorio, verticale.
  • Strabismo ventrale o ventrolaterale:
    • Non visibile all’ispezione.
    • Si prende il muso con una mano mentre l’altra è posta dietro la parte prossimale del collo.
    • Si riallinea la testa (rispetto alla rotazione) e si flette in senso dorsale.
Cane PT: sindrome vestibolare idiopatica periferica. Mancano deficit della propriocezione, è possibile rilevare lo strabismo ventrale alla derotazione ed estensione della testa.

Cane PT: sindrome vestibolare idiopatica periferica. Mancano deficit della propriocezione, è possibile rilevare lo strabismo ventrale alla derotazione ed estensione della testa.


Localizzazione vestibolare

Origine centrale o periferica?

Segni chiave.

Origine centrale o periferica? Segni chiave.


Localizzazione extracranica spinale

Localizzazione extracranica (midollo spinale).

Localizzazione extracranica (midollo spinale).


Localizzazione cervicale (C1 – 5)

  • Paresi/paralisi spastica in:
    • quattro arti (generalmente l’interessamento degli arti posteriori è più marcato).
    • arti dello stesso lato.
  • Normo/iperriflessia ai quattro arti:
    • Per interessamento del motoneurone superiore degli arti anteriori e posteriori.
  • Deficit delle reazioni posturali:
    • arti dello stesso lato.
    • quattro arti.
Cane dalmata 9 anni: contrattura e rigidità antalgica della muscolatura del collo. Discopatia cervicale.

Cane dalmata 9 anni: contrattura e rigidità antalgica della muscolatura del collo. Discopatia cervicale.


Localizzazione cervicale (C1 – 5)

  • Spasmo, dolore, rigidità dei muscoli cervicali:
    • La testa è portata abbassata oppure il collo è esteso e rigido.
    • Dolore alle manovre passive del collo.
  • Difficoltà del controllo degli sfinteri.
  • Difficoltà respiratoria:
    • Interessamento della muscolatura intercostale.
    • Interessamento della muscolatura diaframmatica per coinvolgimento del nervo frenico (C3-5).
  • Possibile sindrome di Horner.

Localizzazione cervicotoracica (C6-T2)

  • Paresi/paralisi in:
    • quattro arti.
    • due arti di un lato.
    • solo un arto toracico:
      • Talvolta è presente solo zoppia ad un arto che può essere portato sollevato (segno della radice).
  • Deficit della propriocezione nei quattro arti.
  • Ipo/ariflessia + amiotrofia degli arti anteriori.
  • Normo-iperriflessia dei posteriori.
Cane dobermann a 10: sindrome di wobbler.

Cane dobermann a 10: sindrome di wobbler.


Localizzazione cervicotoracica (C6-T2)

  • Iperestesia a livello della lesione:
    • La testa è portata abbassata oppure il collo è esteso e rigido.
    • Dolore alle manovre passive del collo.
  • Depressione del riflesso pannicolare:
    • Risulta non rilevabile per tutto il tratto da lombosacrale a toracico (da uno o entrambi i lati):
      • Per coinvolgimento della componente efferente (nervo toracico laterale) che emerge da T1-3.
  • Difficoltà nel controllo degli sfinteri.
  • Possibile sindrome di Horner.
Cane staffordshire a. 5: sindrome di Horner a destra. Lesione neoplastica invadente il canale vertebrale cervicotoracico (neurinoma maligno).

Cane staffordshire a. 5: sindrome di Horner a destra. Lesione neoplastica invadente il canale vertebrale cervicotoracico (neurinoma maligno).


Localizzazione cervicale (T3 – L3)

  • Paresi/paralisi spastica arti posteriori.
  • Riflessi agli posteriori accentuati o normali.
  • Deficit delle reazioni posturali agli arti posteriori.
  • Depressione del riflesso pannicolare:
    • posteriormente alla sede della lesione.
  • Iperestesia a livello della lesione:
    • Atteggiamento di cifosi antalgica
    • Dolore alla palpazione della muscolatura paraspinale
  • Ipo/anestesia posteriormente alla lesione
  • Difficoltoso controllo degli sfinteri:
    • Ritenzione urinaria
  • Postura di Shiff-Sherrington
Postura di Shiff-Sherrington in esito a trauma spinale a localizzazione toracolombare.

Postura di Shiff-Sherrington in esito a trauma spinale a localizzazione toracolombare.

Cane volpino a 5: paraplegia da discopatia cervicale.

Cane volpino a 5: paraplegia da discopatia cervicale.


Localizzazione lombosacrale (L4 – S3)

  • Paresi/paralisi flaccida di uno o entrambi gli arti posteriori:
    • Talvolta zoppia ad un arto posteriore con movimento di calpestio (segno della radice).
  • Ipo/ariflessia degli arti posteriori.
  • Atrofia arti posteriori.
  • Deficit delle reazioni posturali agli arti posteriori.
  • Dilatazione flaccida dello sfintere anale.
  • Ipo/anestesia regione perineale, arti pelvici, coda.
  • Ritenzione o Incontinenza urinaria.
  • Incontinenza fecale.
Atonia dello sfintere anale.

Atonia dello sfintere anale.


Localizzazione lombosacrale (L4 – S3)

Variabilità della sintomatologia in relazione al tratto colpito

  • Per lesione molto posteriore si ha prevalenza del coinvolgimento del controllo degli sfinteri (ipo/atonia) e scarso interessamento delle razioni posturali.
  • Sindrome della cauda equina (L7 – S1):
    • Dolore:
      • estensione della coda.
      • palpazione della parte ventrale dell’articolazione lombosacrale mediante esplorazione rettale.
      • estensione degli arti posteriori.
      • palpazione della muscolatura sovrastante l’articolazione e dei processi spinosi.
Cane met. anni 13. Calpestio persistente con l’arto posteriore sinistro al suolo: segno della radice .

Cane met. anni 13. Calpestio persistente con l'arto posteriore sinistro al suolo: segno della radice .


Localizzazione lombosacrale (L4 – S3)

Relazione tra metameri spinali e midollari nel tratto lombare della colonna vertebrale. Il punto verde indica la localizzazione del cono midollare terminale (in un cane di media taglia). La conoscenza di tali rapporti è indispensabile per la localizzazione della lesione.

Relazione tra metameri spinali e midollari nel tratto lombare della colonna vertebrale. Il punto verde indica la localizzazione del cono midollare terminale (in un cane di media taglia). La conoscenza di tali rapporti è indispensabile per la localizzazione della lesione.


Localizzazione lombosacrale (L4 – S3)

Variabilità della sintomatologia in relazione al tratto colpito

Sindrome della cauda equina (L7 – S1)

  • Riflessi:
    • Pseudo-iperriflessia patellare: estensione rapida del ginocchio per incompetenza della muscolatura antagonista (innervata dallo sciatico).
    • Riflesso flessore: normale flessione di anca e ginocchio con mancata o scarsa flessione del tarso per parziale incompetenza del n. sciatico.
    • Riflesso perineale: depresso.
Gatto con esiti di trauma da trazione sulla coda: paralisi della coda, incompetenza parziale nervo sciatico. Il paziente presentava anche incontinenza urinaria e fecale.

Gatto con esiti di trauma da trazione sulla coda: paralisi della coda, incompetenza parziale nervo sciatico. Il paziente presentava anche incontinenza urinaria e fecale.


Localizzazione s. n. periferico

  • Poli o mononeuropatia:
    • Generalmente le mononeuropatie sono risultato di lesione focale:
      • Traumatica, neoplastica, infiammatoria.
      • Radiale, peroneo, facciale.
  • Sensoriale, motoria o entrambe.
  • Segni:
    • Paresi, paralisi flaccida dei muscoli innervati.
    • Ipo ariflessia.
    • Atrofia da MNI: rapida ed intensa.
    • Riduzione o perdita della sensibilità nei dermatomeri coinvolti.
    • Parestesia e lesioni superficiali da lambimento o automutilazione.
    • Riduzione o assenza di reazioni posturali.
Paralisi del nervo radiale.

Paralisi del nervo radiale.

Paralisi del nervo peroneo.

Paralisi del nervo peroneo.


Esami complementari

  • Esami ematologici.
  • Esame del liquido cefalorachidiano.
  • Diagnostica per immagini:
    • Esame radiologico.
    • Mielografia.
    • Esame TC.
    • RMN.
  • Esami elettrodiagnostici:
    • Elettromiografia.
    • Velocità di conduzione motoria e sensitiva.
    • Potenziali evocati.

Principali neuropatie dei piccoli animali

Si elencano di seguito le neuropatie più frequentemente osservate nella pratica clinica dei piccoli animali suddivise in base alla parte del sistema nervoso principalmente coinvolta.

Neuropatie del sistema nervoso periferico

  • Paralisi dei nervi periferici: possono coinvolgere i nervi degli arti, i nervi cranici oppure si possono osservare delle polineuropatie che coinvolgono tutto il sistema nervoso periferico. Nel caso di paralisi agli arti i sintomi possibili sono rappresentati da disturbi motori, comparse di aree di analgesia spesso sede di lesioni cutanee, ipo-ariflessia e rapida atrofia muscolare a carico dell’arto coinvolto. Nel cane è frequente il riscontro di paralisi del radiale per l’arto anteriore, del femorale, dello sciatico, del peroneo, per l’arto posteriore. I sintomi legati a paralisi dei nervi cranici variano molto in dipendenza del nervo coinvolto. Nel cane è frequente la paralisi del facciale che si accompagna ad asimmetria dei muscoli mimici della faccia (palpebre, labbro, orecchio), e la paralisi del trigemino che provoca debolezza ai muscoli masticatori con difficoltà nella prensione degli alimenti, insensibilità della cute della faccia e della cornea etc. Nelle poliradiculoneuriti si assommano i sintomi suddetti in vario modo.
    In genere l’origine delle paralisi dei nervi periferici è traumatica o neoplastica.
  • Stenosi del canale vertebrale lombo-sacrale: può essere di tipo congenita anche se nel cane è più frequente la forma acquisita. In entrambi i casi sussiste una deformità dei segmenti vertebrali L7-S1 che si accompagna a dolore intenso e a deficit motori degli arti posteriori.

Principali neuropatie dei piccoli animali (segue)

Neuropatie del midollo spinale

  • Spondilopatia del canale vertebrale cervicale (sindrome di wobbler): è una neuropatia frequente nei cani di grossa tagli soprattutto di razza dobermann ed è dovuta ad una malformazione delle ultime vertebre cervicali (C3-C7) che provoca compressione del midollo spinale. I sintomi principali consistono in una più o meno grave atassia più marcata a carico dei posteriori. In genere è presente una certa dolorabilità ai movimenti del collo e rigidità di quest’ultimo.
  • Fratture e lussazioni vertebrali: di origine traumatica sono lesioni che si accompagnano ad una sintomatologia variabile a seconda dell’intensità del trauma e dei danni a carico del tessuto midollare oltre che alla sede della lesione. Molto frequenti sono le fratture e lussazioni della giunzione toracolombare che rappresenta un situs minoris resistentie in cui si concentrano le forze del trauma trasmesse al rachide.
  • Neoplasie del midollo spinale: possono svilupparsi a carico delle vertebre, del parenchima midollare e delle meningi in qualsiasi sede. La sintomatologia dipende principalmente dalla sede della lesione. In alcuni soggetti oltre ai sintomi spinali possono osservarsi anche sintomi sistemici (dimagrimento, dispnea, febbre, etc.)

Principali neuropatie dei piccoli animali (segue)

  • Embolia fibrocartilaginea: è una neuropatia con meccanismo patogenetico non del tutto chiaro. La sua insorgenza è iperacuta e dovuta a frammenti di nucleo polposo del disco intervertebrale che formano degli emboli a livello delle arterie che irrorano il midollo spinale. Queste embolie possono colpire cani di tutte le razze e di tutte le età, tuttavia, si riscontrano con maggiore frequenza negli animali di razza gigante. I sintomi sono spinali e variano a seconda della sede dell’infarto midollare; molto spesso si osserva una forte lateralizzazione quando l’infarto interessa solo una metà del midollo spinale. A differenza delle discopatie negli emboli fibrocartilaginei non si osserva una intensa algia.
  • Discopatie: molto frequenti nel cane, soprattutto nei soggetti condrodistrofici, consistono in una protrusione od estrusione del nucleo polposo del disco intervertebrale all’interno del canale vertebrale con conseguente compressione midollare. Il passaggio del materiale discale può avvenire in modo iperacuto o progressivo. Come per le fratture anche le discopatie si localizzano più di frequente nel segmento toraco-lombare della colonna vertebrale. Nel gatto l’ernia del disco è una evenienza piuttosto rara. Il quadro clinico varia in rapporto alla sede della lesione. Nelle forme acute i sintomi sono a rapida insorgenza e più gravi, notevole è anche il dolore nel punto in cui è localizzata la discopatia.

Principali neuropatie dei piccoli animali (segue)

Neuropatia del sistema vestibolare

Sindrome vestibolare centrale e periferica: possibili sia nel cane che gatto riconoscono eziologie varie. Di frequente le forme centrali sono legate a lesioni occupanti spazio a livello del tronco encefalico (neoplasie, ematomi, ascessi etc). Le forme periferiche, invece, si associano spesso alle otiti medie-interne, esiste una forma periferica idiopatica che riguarda in genere i soggetti anziani. I sintomi sono comuni alle due forme e comprendono disturbi di equilibrio, rotazione della testa dal lato coinvolto, nistagmo, vomito, movimenti di maneggio, paralisi del facciale, etc. Differenziare le due forme non è sempre agevole, in genere le forme centrali possono accompagnarsi al coinvolgimento di altri nervi cranici oltre il facciale, a depressione del sensorio e ad un nistagmo ventrale che non è presente nella forma periferica.

Neuropatie del tronco encefalico

Sono in genere legate a patologie infettive di origine batterica, virale o micotica, oppure di origine parassitaria. Possibili sono anche le neuropatie di origine traumatica e neoplastica. I sintomi che si accompagnano a queste neuropatie sono vari e la loro gravità dipende molto da quanto è estesa la lesione. È possibile riscontrare turbe dello stato mentale (apatia, stupore, coma); disturbi delle funzioni dei nervi cranici; disturbi dell’andatura (atassia vestibolare, atassia con paresi generalizzata a volte lateralizzata); calo delle funzioni vitali (dispnea/bradipnea, aritmie/blocchi cardiaci).

Principali neuropatie dei piccoli animali (segue)

Neuropatia del cervelletto

Le lesioni cerebellari in genere si accompagnano ad anomalie della postura (base di stazione allargata, barcollamenti dell’intero corpo), disturbi dell’andatura (atassia generalizzata, ipermetria); tremori della testa, assenza della reazione di minaccia, segni clinici vestibolari.

  • Ipoplasia del cervelletto nel gatto: è una patologia che colpisce i gattini nati da animali che in corso di gravidanza hanno contratto l’infezione con il virus della panleucopenia. Tale virus attraversa la barriera placentare provocando nel feto una ipoplasia di tutto il cervelletto. In genere la gravità dei sintomi è variabile in rapporto all’iposviluppo dell’organo.
  • Cimurro: il cervelletto è l’organo maggiormente colpito dal virus del cimurro che induce una progressiva distruzione della sostanza bianca posta a suo interno.
  • Toxoplasmosi/neosporosi del cane adulto: in genere le infezioni da toxoplasma e da neospora colpiscono i cuccioli di cane provocando gravi forme di miosite e di encefalite. Nei cani adulti tali noxe possono provocare delle lesioni progressive e croniche localizzate a carico del cervelletto.
  • Neoplasie/traumi: possibili sia nel cane che nel gatto possono accompagnarsi a sintomatologia più o meno grave in rapporto alla estensione delle lesioni.

Principali neuropatie dei piccoli animali (segue)

Neuropatie dell’encefalo

I sintomi più comuni sono: disturbi di andatura; modificazioni motorie di tipo compulsivo (tremori, crampi muscolari, appoggio alle pareti, maneggio, grossolani movimenti ripetitivi) ; cecità mono o bilaterale con mantenuto riflesso pupillare; disturbi di comportamento (aggressività, timore etc.); disturbi dello stato di coscienza (apatia, stupore o coma); convulsioni; squilibri neuroendocrini (poliuria, polidipsia, anoressia, polifagia,pica, problemi di termoregolazione)

  • Idrocefalo congenito: nel cane rappresenta la malformazione del sistema nervoso centrale più diffusa, soprattutto nelle razze toy; nel gatto invece è molto raro. Consiste in un accumulo di liquor all’interno dei ventricoli cerebrali con conseguente compressione del parenchima. I sintomi si manifestano in genere poco dopo la nascita ed è evidente nei cuccioli una eccessiva dimensione della scatola cranica.
  • Encefaliti: possono essere di natura infettiva (cimurro, rabbia, Fip, toxoplasma, neospora), metabolica (shunt portosistemici, tesaurismosi), prionica (encefalopatia spongiforme nel gatto) e traumatica.
  • Neoplasie: possono originare dalle meningi, dai ventricoli o dal parenchima cerebrale. Inoltre, non di rado, il cervello può essere raggiunto, per via ematica, da metastasi di neoplasie primitive sviluppatesi in altri organi.

I materiali di supporto della lezione

BSAVA manual of canine and feline neurology. III ed., S. R. Platt, N. J. Olby, Bsava Ed, 2004

Manuale di neurologia dei piccoli animali. K. G. Braund, Giraldi Ed, 2002

Handbook of veterinary neurology. III ed., O. L. Kornegey, Saunders Ed, 1997

Neurologia veterinaria dall'approccio al paziente alla terapia. M. Vandevelde, A. Jaggy, J. Lang, Masson Ed, 2003

Neurologia del cane e del gatto. Bernardini M., Poletto, 2004

Neuroanatomia e neurologia clinica veterinaria. De Lahunta, Ed Sbm noceto , 1990

Veterinary Neuroanatomy and Clinical Neurology, Third Edition

Amaurosi.

Ambio toracolombare.

Astenia.

Cervicale dalmata.

Cervicale Husky.

Cervicale.

Elettromiografia elettroneurografia Baer.

Frattura L6.

Horner gatto.

Idrocefalo.

Maneggio post-trauma.

Motoneurone inferiore.

Neurotmesi radiale.

Nistagmo idrocefalo.

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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