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Lorella Severino » 11.Antidoti ed antagonisti


Definizioni

  • Antidoto: sostanza di natura chimica, fisica o fisico-chimica che, con meccanismi anche molto diversi, è in grado di ostacolare la tossicità di un veleno.
  • Gli antidoti possono essere distinti in:
    • esterni: agiscono quando il veleno non è stato ancora del tutto assorbito;
    • interni: agiscono quando il tossico è stato totalmente assorbito (assorbimento interno).
    • Antidoti esterni:
      • Chimici: Ossido di magnesio o acqua di calce, acido acetico e acido citrico al 5-10%, sali solubili di calcio, latte, albume, tannino, permanganato di potassio, ioduro di Na, solfato di Na
      • Fisico-chimici: Carbone animale o vegetale attivato, caolino, idrossido di alluminio
      • Fisici: Olio di paraffina
    • Antagonista: una sostanza di natura chimica che agisce antagonizzando gli effetti del tossico (es. l’atropina antagonizza gli effetti parasimpaticomimetici in corso di avvelenamento da organofosforici)

    Meccanismi dei principali fenomeni di antidotismo ed antagonismo

    • Neutralizzazione diretta del tossico da parte dell’antidoto per formazione di complessi (Chelanti)
    • Neutralizzazione del tossico da parte dell’organismo per conversione metabolica
    • Blocco della biotrasformazione di sostanze che producono metaboliti tossici
    • Antidoti che ripristinano le normali funzioni dell’organismo
    • Antagonisti competitivi a livello recettoriale
    • Antagonisti non competitivi

    Neutralizzazione diretta del tossico da parte dell’antidoto per formazione di complessi (Antidoti chelanti)

    • BAL o dimercaprolo: composto sulfidrilico che chela i metalli (Hg inorganico, cromo, arsenico , ecc…) rendendoli non disponibili per il legame con i gruppi SH degli enzimi deputati a svariate funzioni.
    • Ca-EDTA (sale calcio disodico dell’acido etilendiaminotetracetico); nell’avv. da piombo si preferisce il sale bisodico del calcio edetato e cioè il Ca-Na2-EDTA perché non depaupera ulteriormente le riserve calciche.
    • D-penicillamina (di,bi1-dimetlicisteina): chelano i metalli (Pb, Hg) formando complessi più idrosolubili ed eliminabili con l’urina.

    Antidoti che promuovono la neutralizzazione del tossico da parte dell’organismo per conversione metabolica

    Tali antidoti portano alla formazione di un prodotto meno tossico.

    Esempio: Avvelenamento da HCN: i nitriti interagiscono con l’emoglobina formando metaemoglobina che ha maggiore affinità per il CN- rispetto alla citocromossidasi, spiazzata per competizione. Si forma così cianometaemoglobina (atossica ) e viene ripristinata la disponibilità della citocromo – ossidasi; somministrando composti tiolici si promuove la formazione di tiocianati che viene rapidamente escreto con l’urina.

      Blocco della biotrasformazione di sostanze che producono metaboliti tossici

      Tali antidoti prevengono la biotrasformazione a metaboliti più tossici.

      Esempio: l’ etanolo compete con l’alcool deidrogenasi per prevenire la formazione di intermedi acidi tossici.

      Antidoti che ripristinano le normali funzioni

      Il bleu di metilene, somministrato nell’avvelenamento da nitriti interagisce con la NADPH per riportare il Fe3+ della metaemoglobina a Fe2+ dell’emoglobina.

      Esempi di antagonismo competitivo a livello recettoriale

      Naloxone -> analgesici narcotici

      Blocca l’azione degli oppiodi per competizione con gli stessi siti recettoriali.

      Esempi di antagonismo con competitivo (blocco dei recettori responsabili dell’effetto tossico)

      Atropina -> insetticidi anticolinesterasici

      Blocca gli effetti fisiologici dell’Ach nelle sinapsi colinergiche e nelle giunzioni neuromuscolari.

      Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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