Van Soest P J. Development of a comprehensive system of feed analyses and its application to forages. J. Anim. Sci. 26:119-28, 1967
Alcuni Organismi Internazionali che si occupano di fornire protocolli ufficiali per l’analisi degli alimenti
NSC (%) = 100 – (% NDF + % proteine grezze + % lipidi + % ceneri)
Amido
Zuccheri
A = NSC – B1
B1 = amido
In figura: Valori per convertire il tenore in amido (% NSC) nel valore di frazione B1 che tenga conto anche della fibra solubile
Rappresenta la quota di carboidrati della parete della cellula vegetale, che anche se molto lentamente, viene fermentata nel rumine.
B2 = [NDF – (NDIP + ceneri NDF)]-C
Diete che contengono presenza di fibra inferiore ai valori minimi e NSC superiori a valori massimi non devono essere somministrate.
→ la maggior parte di queste sostanze non proteiche viene utilizzata nel metabolismo (in particolare dai ruminanti)
Nel CNCPS la proteina è classificata in base alla sua degradabilità ruminale, stimata in base a lavori sperimentali in cui diversi alimenti sono stati incubati in situ o in vitro con enzimi proteolitici.
La degradabilità ruminale della proteina è influenzata da diversi fattori
La costituzione chimica: fattore più importante, e all’interno di questa si devono considerare la concentrazione di NPN (azoto non proteico) rispetto alla proteina vera e le caratteristiche fisiche e chimiche delle proteine che costituiscono la frazione proteica vera dell’alimento.
[La degradazione dell'NPN è così rapida (>300%) che la sua degradabilità è assunta essere del 100%. Questo assunto non è completamente corretto perchè oltre al coefficiente di degradazione (Kd) bisogna tener conto anche del tasso di passaggio (Kp).]
Per quanto concerne la proteina vera, la struttura tridimensionale può notevolmente influenzare la degradabilità, in quanto condiziona l’accesso dei batteri alla molecola stessa. Proteine ricche in legami incrociati (cross-linking), ad esempio ponti disolfuro naturalmente presenti in albumine e immunoglobuline, oppure legami causati da trattamenti termici, sono meno accessibili agli enzimi proteolitici e quindi degradate più lentamente. Per questo motivo i trattamenti termici degli alimenti possono diminuire la frazione degradabile della proteina, in favore di quella non degradabile.
Altri fattori influenzanti la degradabilità ruminale sono:
V.B. = (N alim. – N feci – N urine) / (N alim. – N feci)
2. Principi basilari dell'analisi chimica degli alimenti zootecnici
3. Analisi chimica degli alimenti di interesse zootecnico I
4. Analisi chimica degli alimenti di interesse zootecnico II
5. Analisi biologiche per la stima del valore nutritivo
6. Tecnica in vitro della produzione di gas
7. Utilizzazione della IVGPT negli studi di nutrizione animale
8. Principali tecniche di analisi strumentale
9. Valutazione qualitativa dei fieni
10. Valutazione degli insilati