In questa prima lezione saranno spiegati i concetti di accuratezza e precisione.
Prelievo, preparazione e conservazione del campione di alimento da analizzare
Per qualsiasi analisi chimica di un campione di alimento effettuata in laboratorio è molto importante che l’operatore venga adeguatamente istruito su:
Applicabilità delle varie tecniche → problematiche relative a:
Scopo dell’analisi chimica è fornire dati accurati, riproducibili e significativi in un tempo minimo e al più basso costo.
Poche metodiche hanno questi requisiti → nuovi metodi vengono sviluppati di continuo.
La metodica scelta è spesso un compromesso!
Definizioni
Accuratezza = la vicinanza di una misurazione o di un risultato al valore vero
Precisione = la variabilità di una misurazione
Esistono limiti di tolleranza sia per l’accuratezza che per la precisione, che cambiano a seconda delle analisi (es. determinazione dell’azoto totale: max 5%).
La maggior parte dei laboratori analitici perde parte di questi principi elementari.
Tipi di errori
È auspicabile identificare la fonte di errori (se quantificati, si può correggere) per poter minimizzare quelli sconosciuti.
Non ci sono regole valide per tutte le procedure. È importante capire il principio chiave del metodo, così può essere applicato a nuove situazioni che emergono.
Prelievo o campionamento
Il campionamento è di fondamentale importanza non solo ai fini della significatività delle analisi, ma anche per il suo ruolo di supporto alle eventuali azioni legali di carattere tipicamente sanzionatorio.
Valutazione della qualità
Principale ostacolo: eterogeneità della massa da campionare → prelevare piccole quantità di prodotto in punti diversi della massa (a random), riunirli in un campione medio, miscelare adeguatamente e ridurre di massa fino ad ottenere il campione finale.
Disposizioni ufficiali
Presentazione degli alimenti
Per il campionamento manuale
Per il campionamento meccanico
Trasporto
Alterazioni o contaminazioni
Registrazione
In alimentazione animale esiste un ampio range di matrici (es. alimenti, diete miste, materiale digerito, feci).
Selezionare un campione rappresentativo è fondamentale per eseguire una valutazione attendibile dell’alimento.
Esistono metodi standardizzati (es. ISO, CEE) per il prelievo dei vari tipi di alimento (es. per i foraggi: punto, modalità, grandezza, appropriato numero di aliquote) che tengono conto:
È importante considerare le informazioni specifiche relative alle procedure analitiche da eseguire (procedure ufficiali e buon senso) e minimizzare le perdite o la distruzione dei composti di interesse.
Modificare il campione in modo da renderlo adatto per le analisi
Es. per le analisi chimiche standard il campione umido viene essiccato in stufa a 65°C per 48 h; tutti i campioni vengono macinati con griglia 1,1 mm, prima di essere sottoposto ad analisi.
Bisogna considerare i cambiamenti della struttura chimica o cambiamenti strutturali (es. vitamine, enzimi) che possono avvenire durante la conservazione.
Molti fattori accelerano i processi di degradazione:
Può ritenersi necessaria una conservazione particolare [Es. → conservazione in freezer (da -10°C a -20°C)]
Foraggi freschi e miscela unifeed
Prelievo “alla bocca dell’animale”, in più punti della foraggiata, mescolare e prenderne un totale di 2 kg; la s.s. va determinata subito; miscela o alimenti separati.
Foraggi insilati
“Stabilizzati”, evitare il cappello (20 cm), rapidità delle operazioni, costipazione e compressione in contenitori a chiusura ermetica, se non si possono fare subito le analisi conservare a 0°C (per non più di 4 gg per la s.s.) per le altre analisi (pH, acidi organici, azoto ammoniacale) conservare in freezer.
Foraggi secchi
Poco variabili, sfuso o in balle, prelevare da più punti (totale 5-10 kg), trinciare e mescolare (attenzione a non perdere le parti polverulente), portare in laboratorio circa 1 kg e determinare subito la s.s.
Mangimi concentrati
Prelevamento, in confezioni o sfuso, deve essere fatto in più punti della partita, in modo da ottenere 1.5-2.0 kg di campione.
Importanza della pesata: fonte maggiore di errori analitici → mantenere la bilancia sempre calibrata, minimizzare l’influenza dell’umidità (se i campioni sono conservati in frigo, aspettare che tornino a temperatura ambiente, usare gli essiccatori), impartire corrette istruzioni all’operatore.
Strumenti
Principi: alcuni strumenti si basano sulla luce, UV-IR, assorbita o emessa da alcuni composti (es. minerali) altri sulla separazione di composti presenti in miscele complesse con l’interazione di una fase stazionaria (es. acidi organici in HPLC).
Operatore: training, responsabilità, buona conoscenza dei composti che si stanno ricercando, dal prelievo al calcolo.
Calibrare prima correttamente gli strumenti (bilance, pipette, pH-metro, HPLC) impiegando uno standard interno ed esterno (meglio se preparati da due operatori); valutare la frequenza di calibrazione.
Programmare test inter-laboratori, identici campioni in differenti laboratori con analisi statistica dei risultati ottenuti.
Sebbene la caratterizzazione dei foraggi è più accurata quando condotta con studi in vivo, le preoccupazioni del pubblico e gli elevati costi associati a tali procedure hanno reso necessario lo sviluppo di tecniche in vitro.
I metodi in vitro vengono costantemente modificati, adattati e, in definitiva, sostituiti da metodi più veloci, economici ed accurati da imprese commerciali, che utilizzano servizi di consulenza ufficiali e di analisi chimiche.
In futuro, la scelta del tipo di analisi sarà influenzato dall’uso che deve essere fatto sulle informazioni generate.
Precisione, velocità e costo di analisi avranno importanza diversa, a seconda se il cliente è un ricercatore, un operatore commerciale o un agricoltore.
Il Paese sarà anche determinante in tale scelta:
In aggiunta alle standardizzazioni intra-laboratorio, è imperativo che si sviluppino standardizzazioni inter-laboratori delle procedure di laboratorio per facilitare il confronto dei risultati provenienti da diversi centri di ricerca.
La necessità di coinvolgere un maggior numero di laboratori e l’anello per assicurare che i test (ring-test) siano accurati, procedure standardizzate vengono impiegate anche nelle industrie produttrici di mangimi.
La standardizzazione si può raggiungere mediante l’introduzione di un sistema di accreditamento (Sinal e ISO 9002), per cui i risultati del laboratorio saranno considerati accettabili solo se il laboratorio è accreditato per la prova in questione.
Se un tale sistema non è introdotto, i laboratori utilizzano tecniche meno precise e generano risultati fuorvianti
La validità del confronto tra i risultati analitici di laboratori che impiegano diverse tecniche rimangono discutibili.
L’esame formale degli aspetti legati alla salute e alla sicurezza delle tecniche di laboratorio è relativamente nuovo.
I datori di lavoro ai sensi di legge (D.L. 626/94) hanno l’obbligo di garantire, per quanto ragionevolmente possibile, la salute, la sicurezza e il benessere dei propri dipendenti sul posto di lavoro.
I regolamenti richiedono una valutazione del rischio che deve essere realizzato su ciascuna sostanza utilizzata per una determinata tecnica.
La valutazione include il limite di esposizione professionale della sostanza, se è corrosivo, irritante, cancerogeno, mutageno, teratogeno, neurotossico, allergenico e se colpisce il sistema nervoso centrale.
Inoltre, la valutazione identifica:
2. Principi basilari dell'analisi chimica degli alimenti zootecnici
3. Analisi chimica degli alimenti di interesse zootecnico I
4. Analisi chimica degli alimenti di interesse zootecnico II
5. Analisi biologiche per la stima del valore nutritivo
6. Tecnica in vitro della produzione di gas
7. Utilizzazione della IVGPT negli studi di nutrizione animale
8. Principali tecniche di analisi strumentale
9. Valutazione qualitativa dei fieni
10. Valutazione degli insilati