Pecora → Pecunia → Ricchezza
L’allevamento ovino è una delle più antiche forme di allevamento praticato dall’uomo e la specie conta oggi circa un miliardo di capi nel mondo. In Italia i capi allevati sono 13.620.778 e la forma di conduzione prevalente è quella a conduzione familiare (ISTAT).
Utilizzo: transumanza – stabulazione
Ruolo: ecologico, economico, sociale
Produzioni: lana-pelle, latte, agnelli
Diffusione nel Paese: Sardegna (4 mln)- Sicilia – Calabria – Basilicata – Campania – Puglia – Italia centrale. Piemonte: razza delle Langhe. Lombardia: razza bergamasca.
Produzioni – razze: a prevalente produzione di latte; da latte e carne e da lana e carne.
Principali razze ovine allevate in Italia: Sarda, Comisana, Delle Langhe, Massese, Merinizzata italiana, Appenninica, Bergamasca.
Programmazione nascite: dipende dalla fisiologia e dalla tradizione italiana:
Il centro tonico dell’ipotalamo stimola il GnRh e di conseguenza il rilascio delle gonadotropine. L’ormone FSH stimola l’accrescimento dei follicoli mentre l’ormone LH ne garantisce la maturazione, la sua secrezione è pulsatile e la presenza di estrogeni fa aumentare i picchi di LH. In questa fase si ha riduzione del GH con aumento di insulina che rende l’ipotalamo più influenzabile dagli estrogeni. Nell’ipotalamo c’è anche un centro fasico stimolato dall’estradiolo di origine ovarica che rimane quiescente fino alla pubertà.
E’ diviso in: fase luteinica e fase follicolare. A loro volta divise in:
L’attività riproduttiva della femmina è influenzata anche dalla suzione. La suddetta determina iperprolattinemia che blocca il centro ciclico ipotalamico, provocando la riduzione della pulsatilità dell’ormone LH e ritardando l’estro. Togliendo presto l’agnello da sotto la madre, essa si può far coprire già un mese dopo il parto.
La programmazione della riproduzione fa si che si possano ottenere gli agnelli a dicembre, aprile ed agosto, non rispettando pienamente, così, la stagionalità dell’animale. Gli accoppiamenti per ottenere l’agnello pesante e quello leggero a Natale devono infatti avvenire a maggio ed aprile, mesi che seguono un fotoperiodo crescente. Per tali monte si utilizzano le primipare (meno stagionali), le pecore vuote con induzione ormonale e un numero di maschi giovani alto (in un rapporto di 2\25) per coprire tutte le femmine in calore (più soggetti al giorno). Per l’agnello pasquale gli accoppiamenti avvengono in un periodo più favorevole alla natura degli animali, ma si devono gestire i calori e garantire la monta (rapporto ariete\pecora 1\25).
Il tasso di rimonta: determina la quota di soggetti che deve sostituire gli animali eliminati, tale da mantenere la mandria costante. Dipende dalla vita media produttiva dell’animale e definisce quante agnelle si devono destinare alla rimonta. In genere gli animali da rimonta sono quelli nati nei primi parti autunnali. Consente inoltre di determinare quante agnelle bisogna fare accoppiare in purezza con arieti miglioratori:
Tasso di rimonta = n° femmine allevate x 100/ vita media produttiva
N° femmine da destinare alla rimonta con arieti miglioratori= bisogna tener conto della fertilità del gregge, del tasso di gemellarità, tasso di mortalità e del tasso di rimonta.
Fertilità = n°pecore partorite/n° pecore matricine.
Fecondità = agnelli nati/n° pecore matricine.
Tecniche di allevamento.
Mortalità neonatale.
Destino del latte
Colostro
Il parto deve avvenire in “perfette” condizioni termiche. Lo stress termico determina infatti ritardi nell’ assunzione del colostro che è fondamentale nelle primissime ore di vita, poiché la placenta sindesmo-coriale della pecora non consente la trasmissione di anticorpi dalla madre al feto durante la gestazione. L’importanza dell’assunzione immediata sta nella bassa acidità del pH gastrico che determina l’inattivazione dei pepsinogeni ed il migliore assorbimento delle immunoglobine.
Naturale: comporta il ritardo della messa in riproduzione della pecora.
Artificiale: si utilizza un latte con:
al fine di mantenere le stesse caratteristiche del latte materno, (lip. 6%, prot. 5%, lat. 4,5%, cen. 0,1%).
Somministrazione di 1-1.5lt /sog. di latte in polvere con concentrazione del 18%, in più pasti per non sovraccaricare l’abomaso. Dalla 1° sett. somministrare piccole quantità di fieno di alta qualità, per favorire lo sviluppo volumetrico del rumine e la formazione della microflora e fauna ruminale. Successivamente alimenti altamente fermentescibili (che rilasciano AGV) per favorire la capacità adsorbente del rumine attraverso la stimolazione delle papille ruminali. Un agnello si considera svezzato quando ha raggiunto un peso che gli consente di ingerire, ad una data età, 700-800g di s.s. Una corretta alimentazione è indispensabile per garantire un perfetto sviluppo di tutti i tessuti dell’organismo. La crescita di questi si differenzia in:
I primi tessuti a crescere sono quelli scheletrici, seguiti dai muscolari per finire a quelli adiposi, da qui il peggioramento dell’indice di conversione alimentare nei soggetti adulti.
Mammogenesi
3 fasi di sviluppo mammario:
Secrezione lattea
La ghiandola mammaria è a secrezione mista:
Secrezione del grasso del latte
In relazione con i mitocondri si trovano molte gocciole lipidiche che si spostano verso la parte apicale della cellula determinando sulla superficie libera delle protrusioni che successivamente si liberano insieme ad un sottile strato di citoplasma e con il sottile tratto di membrana che lo avvolge. È questa la secrezione apocrina della ghiandola mammaria.
Secrezione delle proteine del latte
Nella parte apicale della cellula e nella zona del Golgi si osserva la presenza di numerose vescicole provviste di membrana, le quali contengono numerosi piccoli granuli proteici (lattoproteine) che verranno secreti con modalità merocrina fondendosi con la membrana.
Produzione del lattosio
Avviene a livello delle vescicole del Golgi ad opera della lattosintetasi, costituita da:
Ceneri
Le ceneri derivano per diffusione o per trasporto attivo dal sangue. La presenza di minerali è sempre legata al corretto funzionamento della pompa sodio-potassio.
Lattazione
L’inizio della lattazione è caratterizzato da una minore assunzione di sostanza secca da parte del soggetto. Questo è attribuibile a:
Quando l’animale comincia ad assumere la quantità di sostanza secca necessaria si passa da una fase catabolica della lattazione (ipoglicemia) ad una anabolica (iperglicemia)
Le tecniche di mungitura generalmente utilizzate si distinguono in:
Fasi della mungitura
In allevamento si può verificare che:
La formazione e la discesa del latte dipendono da fattori ormonali e meccanici: essenziale è l’eccitazione delle terminazioni nervose del capezzolo determinate dalla suzione o dalla mungitura, sia essa meccanica o manuale. Gli ormoni che entrano in gioco in questo processo sono due:
L’azienda ovina crea reddito per l’allevatore o per le zone in cui è presente
Caso aziendale
L’allevamento è costituito da 237 capi di cui:
Gli ovini allevati sono rappresentati da meticci su base Sopravissana e Gentile di Puglia che sono incrociati con maschi in purezza di razza Delle Langhe e Comisana. L’attività dell’azienda è finalizzata alla produzione di formaggio e carne.
Razza allevata: matesina x comisana
Elementi per il calcolo dei fabbisogni
Composizione media del latte: grasso 8,1%, proteine 6,4%. Peso vivo medio: 50 kg
Fabbisogno di mantenimento + lattazione
Ingestione: 2 kg s.s. UFL: 1,24 Proteine: 300 gr.
2. Tecniche di allevamento per la produzione della carne bovina
3. Bovini da latte: le razze e la lattazione
5. Ovi-caprini: aspetti riproduttivi e produttivi
6. Ovi-caprini: principali razze allevate in Italia
7. Origine e diffusione della specie bufalina
8. Problematiche riproduttive della bufala
9. Allevamento del vitello bufalino da carne
10. Svezzamento del vitello bovino e bufalino
11. Allevamento del suino: origini e diffusione, principali razze
12. Organizzazione e dimensionamento dell'allevamento suino
13. Reparti e attrezzature dell'allevamento suino
14. Management aziendale dell'allevamento suino
15. Allevamento del cane: organizzazioni, riproduzione e gruppi
16. Allevamento del cane: principali razze
17. Gli equini