Stagionalità riproduttiva
Processo di adattamento o di selezione atto a far coincidere parto e svezzamento con le migliori condizioni ambientali, più idonee a soddisfare le esigenze termiche e nutritive della bufala e della propria prole. Gli animali selvatici presentano tutti un’attività riproduttiva di tipo stagionale; tale caratteristica è stata persa con l’ addomesticamento. La stagionalità riproduttiva è ancora presente nella specie bovina allevata allo stato brado e per alcune razze del ceppo podolico (Podolica pugliese, Maremmana, Zebù, bovino di Highland). Per quanto riguarda cavallo, pecora, capra e bufala, la stagionalità è stata solo parzialmente influenzata dalla domesticazione e dallo spostamento in nuove aree di allevamento.
La stagionalità dipende da:
1) luogo di origine della specie → la specie selvatica (ARNI) da cui è originata la bufala in produzione zootecnica nel nostro paese viveva tra il 31° parallelo Nord e il 2° parallelo Sud, in piena zona tropicale a nord dell’equatore, dove la maggior disponibilità di foraggio si ha, solitamente, dopo la stagione delle piogge e quindi ad Agosto;
2) durata della gestazione (circa 10 mesi e 10 gg ).
Per far coincidere il parto con la disponibilità foraggiera è necessario che il concepimento coincida con il periodo agosto/gennaio e quindi che essa sia sensibile ad uno stimolo luminoso decrescente. Il meccanismo d’azione è il seguente:
Stimolo luminoso
↓
Retina
↓
nucleo soprachiasmatico (orologio biologico regolatore del ritmo endogeno circadiano)
↓
ganglio cervicale superiore
↓
Epifisi
↓
Produzione di melatonina
Quest’ormone esercita un’azione sull’asse Ipotalamo-Ipofisi-Gonadi che condizionerebbe l’inizio del ciclo estrale.
La sensibilità allo stimolo luminoso nella bufala è diventato un carattere genetico che ha prevalso sul condizionamento riproduttivo, anche quando ha seguito l’uomo nelle migrazioni. In definitiva possiamo dire che la bufala risulta essere un animale poliestrale tendenzialmente stagionale a giorno breve e quindi sensibile al fotoperiodo negativo. La bufala accentua l’attività riproduttiva nei mesi in cui le ore di luce giornaliere diminuiscono, o pur aumentando, come nel mese di Gennaio, prevalgono ancora le ore di buio nel corso della giornata.
La stagionalità riproduttiva della bufala rappresenta un grande svantaggio economico per gli allevatori di questa specie. La mozzarella, infatti, viene richiesta maggiormente in Primavera/Estate con eccezione del periodo Natalizio. Tale esigenza non và di pari passo con la disponibilità di latte che invece si ha in Autunno/Inverno. In passato il surplus di latte prodotto nel periodo di mercato meno utile veniva congelato. Dal 1993, prima con il DOC e poi nel 1996 con il DOP sulla “Mozzarella di Bufala Campana” è stato vietato il congelamento del latte in quanto và ad alterarne le qualità organolettiche.
Parametri del ciclo estrale
Nella specie bufalina il riconoscimento dei calori risulta difficoltoso: le modificazioni comportamentali sono di minore intensità rispetto alla bovina.
I Podometri sono bracciali elettronici, che si applicano ad un arto e che sfruttano la peculiarità fisiologica dei soggetti in calore di aumentare percentualmente il numero di passi per ora. I podometri, infatti, registrano nell’intera giornata ed inviano ad ogni munta, tramite un antenna posta all’entrata della sala di mungitura, i dati ad un computer che entra in allarme quando la bufala presenta un’attività superiore del 70% rispetto alla media aggiornata sugli ultimi dieci giorni. Migliorare la fertilità della mandria di un’azienda comporta un aumento dei guadagni.
I parametri utilizzati per la valutazione dell’efficienza riproduttiva sono:
a) interparto reale: intervallo temporale (numero di giorni) tra un parto e quello successivo
b) interparto corretto: intervallo interparto decurtato del numero di giorni in cui per ogni singola bufala è stata interrotta la promiscuità sessuale
c) fertilità della mandria: incidenza di soggetti che ripartoriscono entro l’anno successivo
d) fertilità apparente della mandria: incidenza dei soggetti gravidi sul totale dei soggetti adulti presenti in azienda
Intervallo interparto
Tempo che intercorre tra un parto e l’altro. Il valore ottimale è 365 giorni. È composto da:
Fattori che influenzano l’intervallo interparto:
Modificare il calendario dei parti in modo da far coincidere la produzione di latte con i periodi di maggior richiesta di mozzarella: intervenire sull’epoca di accoppiamento attraverso la tecnica di destagionalizzazione dei parti.
Vantaggi: riduzione mensile, a carico della produzione lattea, del 15% tra Settembre e Gennaio, una stabilizzazione tra Febbraio e Aprile ed un aumento tra Maggio ed Agosto. Questo andamento produttivo è in sincronia con la richiesta del mercato. L’applicazione della tecnica dipende da:
a) Grado di stagionalità: % di animali che partoriscono nel periodo Autunno/Inverno; se il grado di stagionalità è del 70% andremmo ad attuare una tecnica soft (destagionalizzazione della mandria in 3 anni); se il grado di stagionalità è del 40-50% possiamo attuare una tecnica drastica.
b) Manze puberi disponibili: risentono di meno del fotoperiodo e risultano, pertanto, facilmente destagionalizzabili.
c) Condizioni commerciali della zona.
Primo anno di destagionalizzazione: inizio promiscuità sessuale il 15 gennaio; fine promiscuità sessuale il 31 ottobre.
Secondo anno di destagionalizzazione: inizio promiscuità sessuale il 30 gennaio; fine promiscuità sessuale il 15 ottobre.
Terzo anno di destagionalizzazione: inizio promiscuità sessuale il 15 febbraio; fine promiscuità sessuale il 30 settembre.
Svantaggi della destagionalizzazione: diminuzione della fertilità per l’instaurarsi dell’anaestro primaverile (mancata ripresa del ciclo estrale dopo il parto) e conseguente allungamento dell’interparto.
Anaestro autunnale: si instaura dopo un calore evidente con mancato concepimento, per una diminuzione della pulsatilità dell’LH con conseguente instaurarsi di uno stato di aciclia.
Anaestro primaverile: si instaura in caso di:
Possiamo avere 2 tipi di anaestro:
a) anaestro temporaneo
b) anaestro profondo
Quest’ultimo si instaura di solito in Primavera e dopo i primi 70 giorni di puerperio se non si ha il concepimento, per risolversi dopo 200 giorni o 2 mesi di fotoperiodo negativo. Bufale principalmente soggette ad anaestro:
La tendenza alla stagionalità della mandria è, pertanto, influenzata anche dalla maggiore o minore incidenza di queste categorie di soggetti.
La diminuzione della fertilità conseguente la destagionalizzazione può essere contenuta:
Ricordiamo infatti che:
E’ importante, quindi, la stratificazione dei soggetti in funzione dell’età in quanto la tendenza alla stagionalità è anche funzione dell’età della mandria.
Management: sistemi di stabulazione; corretta gestione dell’asciutta; razionamento.
1) Sistemi di stabulazione
In definitiva: «benessere»
3 aziende a confronto: Azienda P: 15 m2/capo; promiscuità sessuale dal 15 febbraio al 30 ottobre; Azienda D: 10 m2/capo; promiscuità sessuale dal 15 febbraio al 30 settembre; Azienda M: 40 m2/capo; promiscuità sessuale dal 1 febbraio al 20 settembre. Nei grafici riportati a lato possiamo osservare come l’azienda M presenti interparti inferiori e livelli di fertilità superiori.
Climafreddo: induce gli animali ad accellerare il loro metabolismo al fine di ridurre le perdite di calore
Clima caldo: le alte temperature deprimono le attività in tutti gli animali. Le conseguenze dello stress sono:
Il controllo dell’omeostasi dipende dalla capacità dell’organismo di sincronizzare termolisi (emissione di calore) e termogenesi (incremento di calore prodotto attraverso le attività metaboliche). Gli animali hanno quattro vie principali per perdere o guadagnare:
Il bufalo ha molte ghiandole sebacee (pelle untuosa al tatto) ma scarse ghiandole sudoripare. La pelle scura rappresenta un meccanismo di difesa verso i raggi ultravioletti. È necessario prevedere in azienda zone d’ombra e meccanismi di raffrescamento per gli animali (vasche o doccette)
Mortalità embrionale (ME): è il fenomeno per cui un oocita fecondato si sviluppa in embrione ma la gravidanza non è portata a termine. Cause: inadeguata regolazione delle funzioni oviduttali e/o uterine, esposizione della gestante ad uno o più fattori di stress che compromettono la sopravvivenza dell’embrione. Nella bufala è considerata una delle principali cause di riduzione della fertilità della mandria in quanto incide sulla durata dell’intervallo parto-concepimento. La ME è distinta in:
Nel bufalo si verifica tra 25 e 40 giorni dall’inseminazione. Varia con la stagione:
Un adeguato programma d’alimentazione e gestione della bufala asciutta dovrebbe prendere in considerazione i seguenti punti fondamentali:
Bisogna controllare il peso delle bufale durante questa fase. Conseguenze dell’eccessivo dimagrimento possono essere:
Le cause predisponenti il prolasso vaginale e uterino nella bufala possono essere congenite (bacino non armonico, lassità dei legamenti pelvici, angustia pelvica) o acquisite (apporto Ca/P nei succedanei del latte, razione inadeguata durante la crescita, frequenti enteriti durante l’alimentazione lattea). La conformazione della groppa (trapezoidale) e la maggiore altezza dell’animale sono fondamentali per ottenere soggetti meno predisposti al prolasso vaginale
Miglioramento del management aziendale:
L’alimentazione gioca un ruolo importante per l’attività riproduttiva. Possiamo avere condizioni di ridotta fertilità in casi di elevati rapporti PG/ss ed amido/ss. Una ridotta funzionalità epatica (lipidosi-steatosi epatica) comporta:
Importanza dell’energia sulla riproduzione:lL’inizio della lattazione è caratterizzato da un Bilancio Energetico Negativo (BEN):
alto livello produttivo → calo dell’ingestione di ss → mobilizzazione del grasso di deposito e delle proteine muscolari → perdita di peso corporeo.
L’allungamento dell’intervallo interparto non è legato al BEN che si verifica nei primi 60 giorni di lattazione ma probabilmente alla relazione negativa, riscontrata anche nella bovina, tra produzione e ferlità. Come si evidenzia dalla tabella di lato sia nelle primipare che nelle pluripare i soggetti più produttivi mostrano un allungamento dell’intervallo interparto. Indipendentemente dalla potenzialità produttiva, il periodo interparto è più alto nelle primipare. In queste lo stress da parto è molto più intenso e sembra essere responsabile dell’anaestro post-partum.
Effetti del BEN nella bovina: BEN condiziona lo sviluppo follicolare e la qualità degli oociti. La riduzione dei livelli di IGF1 e di insulina nel sangue è una condizione critica per lo sviluppo e la crescita follicolare.
Effetti del BEN nella bufala: dal confronto tra due gruppi di bufale sottoposte ad OPU, uno caratterizzato da Bilancio Energetico Positivo (BEP) e l’altro caratterizzato da Bilancio Energetico Negativo (BEN), si è osservata una riduzione dei follicoli grandi nel gruppo BEN ed un peggioramento delle loro qualità.
Bufale con BCS elevato e che quindi si presentano grasse al parto mostrano un peggioramento della fertilità. Ciò è imputabile a:
Prove condotte su bufale di razza mediterranea italiana hanno evidenziato che per valori di BCS inferiori a 6 e superiori a 7,5 (in una scala da 1 a 9) si ha una ridotta fertilità dopo inseminazione strumentale.
Proteine
Un eccesso di proteine grezze nella dieta, particolarmente della frazione degradabile, è associata nella bovina a:
Bufale alimentate con alti livelli proteici non hanno mostrato effetti negativi sulle performances riproduttive. La bufala modifica l’utilizzo delle proteine della dieta in base alla stagione ed alla diponibilità alimentare.
Per migliorare la fertilità della mandria bisogna:
1) migliorare il management aziendale: adeguare le strutture aziendali alle esigenze delle bufale:
2) ottimizzare il post-partum: favorire l’igiene uterina → Infusione di Antibiotici a largo spettro e migliorando contrattilità uterina (PGF2 α – Ossitocina)
3) ridurre l’incidenza di soggetti in anaestro: selezione dei tori e delle bufale meno sensibili al fotoperiodo. Trattamenti ormonali
4) ridurre il fenomeno della mortalità embrionale precoce e tardiva
2. Tecniche di allevamento per la produzione della carne bovina
3. Bovini da latte: le razze e la lattazione
5. Ovi-caprini: aspetti riproduttivi e produttivi
6. Ovi-caprini: principali razze allevate in Italia
7. Origine e diffusione della specie bufalina
8. Problematiche riproduttive della bufala
9. Allevamento del vitello bufalino da carne
10. Svezzamento del vitello bovino e bufalino
11. Allevamento del suino: origini e diffusione, principali razze
12. Organizzazione e dimensionamento dell'allevamento suino
13. Reparti e attrezzature dell'allevamento suino
14. Management aziendale dell'allevamento suino
15. Allevamento del cane: organizzazioni, riproduzione e gruppi
16. Allevamento del cane: principali razze
17. Gli equini