Il parto si può espletare:
Prime cure al neonato
1) Assicurarsi che il vitello respiri regolarmente: il mancato respiro entro 3 minuti dalla nascita può causare danni cerebrali; entro 5 minuti causa morte. A tale scopo:
2) Asciugare il vitello, o con paglia o invogliando la mamma a leccarlo cospargendolo di crusca (questa tecnica contribuisce a stimolare la circolazione). In condizioni normali la maggior parte dei vitelli è in piedi entro 30 minuti ed effettua la prima poppata entro un’ora.
La decisione di allontanare il vitello dalla madre entro poche ore dalla nascita impedisce soprattutto nelle primipare:
Tutto questo perché la maggior parte delle vacche produce un quantitativo di colostro superiore ai fabbisogni del vitello (al primo parto 35 Kg nei primi 4 giorni, le adulte oltre 50 Kg).
Somministrazione del colostro
Durante la gravidanza non vi è passaggio di anticorpi dalla madre al feto attraverso la placenta (sindesmo-coriale); per tale ragione il neonato deve acquisire l’immunità passiva con l’assunzione del colostro. La capacità di assorbimento di anticorpi da parte del vitello dipende da:
Il colostro è un secreto particolarmente ricco di proteine, vitamine liposolubili, vitamina B12, ferro, Ig.
La quantità di Ig risente di:
Il corredo anticorpale dipende dai patogeni che hanno sensibilizzato il sistema anticorpale della madre. Altre caratteristiche del colostro sono:
Molto importante: il colostro deve essere ingerito il più precocemente possibile in quanto si hanno:
In condizioni normali il vitello dovrebbe ricevere, nelle prime 24 ore, un quantitativo di colostro pari al 10% del p.v. (4 Litri). Ma soprattutto dovrebbe ingerire 2 litri entro due ore dalla nascita.
È importante anche che la somministrazione avvenga in più pasti (almeno 3 nel primo giorno) per:
I vitelli dovrebbero assumere colostro almeno fino al 3°giorno di vita, in quanto, anche se le IGg non sono più assorbibili, sono in grado di esercitare un’azione protettiva locale nei confronti dei batteri del digerente. Qualora non sia possibile utilizzare il colostro della madre (morte, forme morbose trasmissibili, mancata montata lattea) si ricorre a:
In condizioni drastiche si ricorre a colostri artigianali (0,6 litri di latte intero, 0,3 litri di acqua, 1 uovo fresco, 1,5 ml di olio di ricino).
È una tecnica di allevamento che consente di trasformare il vitello da monogastrico funzionale a poligastrico. Durante lo svezzamento si assiste a:
Contemporaneamente si assiste alla regressione del meccanismo della doccia esofagea.
Riflesso della doccia esofagea: la doccia esofagea è una plica muscolare che si estende dal cardias all’omaso, convoglia il latte direttamente dall’esofago all’abomaso. Così facendo, nel vitello, si evita la caduta ed il ristagno del latte nel rumine-reticolo, che causerebbe meteorismo, irritazione della mucosa e diarrea. La chiusura della doccia esofagea si verifica quando l’animale assume alimenti liquidi, precisamente sotto il riflesso della suzione, poppata con testa protesa in avanti ed in alto. È stato dimostrato che questo riflesso si mantiene attivo per diversi anni se adeguatamente stimolato.
Lo sviluppo dimensionale dei prestomaci
Durante la fase di alimentazione lattea abbiamo:
Durante lo svezzamento:
Sviluppo della funzionalità ruminale
In seguito all’ingestione di piccole quantità di alimenti solidi all’interno dei prestomaci si stabilisce:
Questa condizione si raggiunge ad 8 settimane di età. I microrganismi simbionti del rumine-reticolo sono alla base di:
La fermentazione dei carboidrati produce:
Gli AGV prodotti dalla fermentazione dei carboidrati sono l’acido butirrico, acetico e propionico; sotto l’azione di questi si ha:
L’elaborazione di sostanze azotate avviene grazie alla microflora in grado di:
Vantaggi: tutto ciò fa in modo che i batteri trasformino l’NPN in proteina vera utilizzabile dall’animale, in tal modo parte delle proteine alimentari di scarsa qualità vengono degradate ad ammoniaca e trasformate in proteina batterica di valore superiore.
Svantaggi: anche parte delle proteine nobili fornite con la dieta viene degradata ad ammoniaca e trasformata in proteina batterica di valore biologico inferiore.
La sintesi vitaminica avviene anch’essa ad opera della microflora in grado di sintetizzare:
Il meccanismo nervoso che controlla la motilità ruminale è potenzialmente funzionante già a 2 settimane di età. Poiché lo sviluppo della funzionalità ruminale è influenzato in larga misura dalla capacità di ingestione di sostanza secca fornita da alimenti solidi, consideriamo 3 fattori che lo favoriscono:
Ogni piano dello svezzamento può essere ricondotto a 3 periodi che seguono la Fase Colostrale (vitelli aziendali) o la Fase di Reidratazione (vitelli importati).
Svezzamento naturale: tra 6/8 mesi a 200 Kg. I vitelli crescono con la madre. Quando la produzione di latte è inferiore ai propri fabbisogni iniziano spontaneamente a consumare alimento solido. Praticato per i soggetti da carne.
Svezzamento artificiale: nei bovini avviene a 8 settimane (nella specie bufalina a 3 mesi, causa: vitello bufalino immaturo). È anche nota come “tecnica delle 8 settimane”. È basata sulla graduale sostituzione della dieta liquida con quella solida al fine di stimolare lo sviluppo della funzionalità ruminale e soddisfare i fabbisogni energetici e proteici del vitello. Si somministra una dieta mista:
Valutare il buon procedere dello svezzamento controllando:
L’accrescimento relativo è dato da:
[(ln P1)–(ln P0)/T] x100
dove:
I risultati < 1% corrispondono a vitelli in cattivo stato di nutrizione, questi soggetti non riescono a recuperare nel corso del primo anno di vita sfruttando il fenomeno dell’accrescimento compensativo. Per ottenere un accrescimento relativo > 1% nel corso dello svezzamento precoce, l’incremento medio giornaliero non deve essere inferiore a 900 Gr. Questo perché l’incremento ponderale in un vitello durante lo svezzamento è influenzato dal crescente peso dei visceri. Es. in un vitello di 65 Kg di pv, in fase di svezzamento il complesso rumine-reticolo pesa 2,5 Kg (ossia il 3,8% del pv). Mentre in un vitello di 110 Kg, alimentato a latte, i due prestomaci pesano 1,3Kg (ossia 1,2% di pv).
Di notevole importanza è anche “la provenienza dei vitelli”.
Vitelli scolostrati di provenienza aziendale:
Vitelli importati:
Latte in polvere tradizionale: si utilizza per l’alimentazione del bovino e del bufalo. Presenta una quota proteica costituita quasi essenzialmente dalla farina del latte magro → si caseina.
Latte «senza latte»: non è consigliabile utilizzarlo per il bufalo, almeno nei primi due mesi di vita. Presenta una quota proteica in gran parte fornita dalle proteine del siero del latte e da materie prime diverse dal latte.
Latte acido: (come il latte “senza latte”) caratteristiche:
Sistemi di produzione: il latte magro in polvere nella formulazione dei sostitutivi si può ottenere con 2 diversi processi di disidratazione:
In entrambi i sistemi è importante la temperatura e la durata del riscaldamento.
Caratteristiche del Mangime da svezzamento
6. Proteine (16–18%)
7. Fibre (non superiore 8 – 11%)
8. Elementi minerali
9. Vitamine (idrosolubili e liposolubili)
Il latte ricostituito può essere offerto ai vitelli in:
L’adozione del secchio consente di:
L’adozione di distributori automatici comporta i seguenti svantaggi:
Con l’avvento del computer: realizzazione di un auto alimentatore (LUPA) che dopo aver riconosciuto il vitello grazie a un microchip, gli mette a disposizione nelle 24 ore, la razione giornaliera in più pasti.
Uno dei mezzi più efficaci per evitare colibacillosi e malattie neonatali è costituito dall’immediato allontanamento del vitello dalla madre e dall’ambiente in cui vivono gli adulti.
Box individuali
Box: struttura realizzata a terra in locali chiusi.
Gabbia: viene di solito collocata all’aperto e sopraelevata dal suolo.
Box collettivo: soluzione molto usata soprattutto nella seconda fase di svezzamento. Parametri da considerare:
1) dimensioni e forme del box
2) tipo di pavimentazione:
3) spazio alla mangiatoia;
4) superficie da assegnare ad ogni soggetto:
Gestione dell’allevamento
1. Stabulazione delle bufale in asciutta: l’asportazione delle deiezioni deve essere frequente e di facile attuazione e nei periodi freddi, o caratterizzati da notevoli escursioni termiche, è necessario disporre di una lettiera permanente da rinnovare giornalmente con l’aggiunta di paglia. Quest’ultima, anche se economicamente non vantaggiosa, garantisce un ambiente idoneo al neonato, in una fase in cui i meccanismi di termoregolazione non sono ancora del tutto efficienti, ed evita un eccessivo abbassamento della temperatura corporea. Questi accorgimenti favoriscono la vitalità, la pronta assunzione di colostro e, quindi, il fisiologico incremento del tasso ematico anticorpale.
2. Condizioni igienico sanitarie della vitellaia: l’allevamento dei vitelli può essere attuato con diverse tecniche.
La riduzione della carica batterica ambientale si persegue con buoni risultati anche con box posti sotto tettoie riparate dai venti. Il management ideale comprende:
3. Corretta gestione degli alimenti
Colostro:
Lo svezzamento con latte ricostituito, nonostante i numerosi tentativi volti alla riduzione di questo periodo, non deve avvenire prima dei 3 mesi e, comunque, non prima che il vitello raggiunga un peso corporeo di 80 kg che è quello che gli permette un’ingestione di alimento solido tale da assicurare un fisiologico accrescimento (800-900 g/die).
Latte con idonee caratteristiche:
L’assunzione di latte in più poppate rappresenta il metodo migliore di allevamento del vitello bufalino in quanto permette una digestione più fisiologica; in condizioni naturali il vitello poppa 8-10 volte assumendo al massimo 500 ml di latte per volta. Nel caso dell’allattamento artificiale una condizione analoga si può ottenere attraverso l’utilizzo di un latte “medio acido” (pH inferiore a 6), la cui fonte proteica è costituita essenzialmente da caseina, somministrabile a freddo, quasi ad libitum, o con l’utilizzo di un allattatrice computerizzata in grado di preparare all’istante il latte e distribuirlo a seconda dell’età in quantità e numero di poppate variabili.
L’impiego di latti “medio acidi” o di allattatrici computerizzate consente un’alimentazione di gruppo a partire dai 7-10 giorni di età e riduce l’impegno del personale in questa fase di allevamento. Con tali tecniche si registra di solito una minore mortalità neonatale in quanto il personale disporrà di maggiore tempo da dedicare al vitello nella fase colostrale che richiede molta pazienza per abituare il neonato al poppatoio.
Latti acidi o zero per vitelli bufalini: per l’additivazione di Ca e P considerare:
Importante: Cu: se > 10 mg/Kg ss fenomeni di intossicazione
2. Tecniche di allevamento per la produzione della carne bovina
3. Bovini da latte: le razze e la lattazione
5. Ovi-caprini: aspetti riproduttivi e produttivi
6. Ovi-caprini: principali razze allevate in Italia
7. Origine e diffusione della specie bufalina
8. Problematiche riproduttive della bufala
9. Allevamento del vitello bufalino da carne
10. Svezzamento del vitello bovino e bufalino
11. Allevamento del suino: origini e diffusione, principali razze
12. Organizzazione e dimensionamento dell'allevamento suino
13. Reparti e attrezzature dell'allevamento suino
14. Management aziendale dell'allevamento suino
15. Allevamento del cane: organizzazioni, riproduzione e gruppi
16. Allevamento del cane: principali razze
17. Gli equini