Sono i composti organici più abbondanti sulla terra
Contengono: C, H, O con formula bruta (CH2O)n.
Sono Aldeidi o Chetoni poliossidrilici
Possono essere suddivisi in:
La lezione è della Prof. Marina De Rosa
Lo scheletro dei monosaccaridi è costituito da una catena di atomi di carbonio non ramificata in cui tutti gli atomi di carbonio sono uniti da legami singoli.
Tutti gli altri atomi di C hanno come sostituente un gruppo ossidrilico. Se il gruppo carbonilico è all’estremità (è quindi in un gruppo aldeidico), viene detto aldosio, se è in altra posizione (cioè in un gruppo chetonico), è detto chetosio.
Un atomo di carbonio con quattro sostituenti diversi è asimmetrico e viene detto chiralico. Alcuni stereoisomeri sono immagini speculari l’uno dell’altro e vengono detti enantiometi. Gli enantiomeri differiscono per la loro interazione con la luce polarizzata. Due enantiomeri posti in soluzioni separate ruotano il piano della luce polarizzata in direzioni opposte, mentre soluzioni equimolecolari dei due enantiomeri non mostrano alcuna attività ottica.
I monosaccaridi sono solidi cristallini solubili in acqua, ma non in solventi apolari chimicamente sono aldeidi o chetoni con due o più gruppi ossidrilici.
Nella forma a catena aperta uno degli atomi di carbonio è legato con un doppio legame ad un atomo di ossigeno.
Tutti i monosaccaridi (eccetto il diidrossiacetone) contengono uno o più atomi di carbonio asimmetrici e quindi sono presenti in natura molti stereoisomeri (forme isomeriche otticamente attive).
Gli stereoisomeri sono immagini speculari l’uno dell’altro.
Due zuccheri che differiscono solo nella configurazione attorno ad un atomo di carbonio vengono detti epimeri.
In soluzione il D-glucosio è in forma di emiacetale intramolecolare in cui il gruppo OH libero sul C-5 reagisce con il C carbonilico, reazione che rende questo atomo di carbonio asimmetrico e genera le forme alfa e beta. Se il gruppo OH è sopra l’anello la configurazione è beta, se è sotto l’anello, la configurazione è alfa.
Le forme isomeriche dei monosaccaridi che differiscono soltanto per la configurazione intorno al carbonio emiacetalico o emichetalico vengono detti anomeri e l’atomo di carbonio emiacetalico (o emichetalico) è detto carbonio anomerico.
Le forme α e β del D-glucosio si interconvertono in soluzione mediante un processo chiamato mutuarotazione e formano all’equilibrio una miscela composta da circa 1/3 di α-D-glucosio, 2/3 di β-D-glucosio e quantità molto piccole di forme lineari ed anelli a cinque atomi.
I disaccaridi sono costituiti da due monosaccaridi uniti da un legame O-glicosidico; questo si forma quando un gruppo ossidrilico di uno zucchero reagisce con l’atomo di carbonio anomerico dell’altro zucchero.
I legami glicosidici sono facilmente idrolizzati dagli acidi, ma sono resistenti alle basi.
I disaccaridi contengono un legame glicosidico. Nei disaccaridi o polisaccaridi, l’estremità di una catena con un carbonio anomerico libero viene chiamata estremità riducente della catena.
La maggior parte dei carboidrati che si ritrovano in natura sono polimeri ad alto peso, molecolare chiamati polisaccaridi; l’unità monosaccaridica più frequente nei polisaccaridi è il D-glucosio. I più comuni polisaccaridi sono amido, glicogeno e cellulosa.
L’amido costituisce la principale riserva vegetale, PM 100 Kda, formato da una miscela di:
Negli animali, il glicogeno è la principale fonte di riserva di carboidrati, esso viene accumulato sopratutto nel fegato e nel muscolo scheletrico; è un omopolimero ramificato costituito da molecole di glucosio tenute insieme da legami α-(1,4) e α-(1,6) nei punti di ramificazione (8- 12 residui).
Ogni ramificazione termina con una unità di zucchero non riducente, quindi la molecola presenterà tante unità non riducenti quante sono le ramificazioni, ma una sola estremità riducente.
Amido e glicogeno sono accumulati nelle cellule sotto forma di grossi granuli (vedi figura).
La cellulosa è una Sostanza fibrosa, insolubile in acqua, è presente in tutte le pareti cellulari delle piante.
è un omopolimero lineare, non ramificato, composto da circa 10.000-15.000 unità di β-D-glucosio legati da legami β1->4;
La cellulasi, che idrolizza i legami β1->4, manca nella maggior parte degli animali, per tale motivo la cellulosa non può essere utilizzata a scopi nutrizionali
Tutti i gruppi –OH sono utilizzabili per formare legami idrogeno con le catene vicine; numerose catene, legate insieme da legami idrogeno inter ed intra catena danno luogo alla formazione di fibre lineari e stabili con notevole resistenza alla tensione.
I glucosaminoglicani sono una classe di eteropolisaccaridi della matrice extracellulare, carichi negativamente, coinvolta in una serie di funzioni generalmente strutturali.
Consistono di una catena lineare di unità ripetitive di disaccaridi, in cui una delle unità monosaccaridiche, è costituita da un amminozucchero (N-acetilglucosamina o N-acetilgalattosamina o uno dei loro derivati) e l’altra, contiene almeno un gruppo solfato o carbossilato, carico negativamente.
Per rendere minime le forze repulsive tra i gruppi carichi vicini, queste molecole assumono in soluzione una conformazione estesa.
I proteoglicani sono macromolecole della superfice cellulare o della matrice extracellulare; rappresentano i principali costituenti del tessuto connettivo.
I proteoglicani sono formati da una piccola componente proteica (5%) e abbondante componente polisaccaridica (95%), costituita da glicosaminoglicani.
Le glicoproteine contengono uno o più oligosaccaridi di varia complessità uniti covalentemente a proteine; molte proteine della superficie cellulare o proteine secrete sono glicoproteine.
Il glucosio è la forma principale in cui sono convertiti i carboidrati della dieta.
Sono indicati in figura gli organi Organi e tessuti che utilizzano la glicolisi quale principale meccanismo di produzione di ATP:
Glicolisi in anaerobiosi
Glicolisi in aerobiosi
In cellule dove, in presenza di O2 avviene la respirazione cellulare.
Gli intermedi della glicolisi sono fosforilati, ciò offre alcuni vantaggi:
La glicolisi è una via metabolica in 10 reazioni per trasformare 1 molecola di glucosio in 2 molecole di piruvato con produzione di energia.
Nel processo glicolitico possiamo distinguere due fasi:
La glicolisi avviene nel citosol.
Si producono 2 ATP, 2 NADH+ H+ per ogni molecola di glucosio.
Reazione 1 della glicolisi è una reazione esoergonica irreversibile, catalizzata dalla esochinasi, con consumo di una molecola di ATP. L’esochinasi è un enzima allosterico che va incontro ad una profonda modificazione della sua forma quando lega la molecola di esoso (adattamento indotto); questa modificazione avvicina l’ATP alla molecola di glucosio legato all’enzima.
Il trasferimento dell’ossigeno carbonilico dal C1 al C2 fa si che il gruppo ossidrilico creato al livello del C1 possa essere facilmente fosforilato nella reazione successiva.
Reazione 2 il glucosio-6-P viene isomerizzato a fruttosio-6-P ad opera di una isomerasi.
Reazione 3 è una fosforilazione con consumo di una seconda molecola di ATP, del fruttosio-6-P a Fruttosio-1-6-bisfosfato. La reazione è catalizzata dalla fosfofruttochinasi 1. Reazione esoergonica irreversibile nelle condizioni cellulari.
Tappa di regolazione della via glicolitica.
Reazione 4 è una reazione di scissione, catalizzata dall’enzima aldolasi, del fruttosio1,6-bisfosfato in diidrossiacetone-P e 3-fosfogliceraldeide.
Reazione 5 è una reazione di isomerizzazione. Il diidrossiacetone-P viene isomerizzato a 3-fosfogliceraldeide, ad opera di una isomerasi.
Soltanto la gliceralodeide-3-fosfato può essere utilizzata nelle reazioni successive della glicolisi.
Reazione 6
Prima reazione in cui si ha conservazione di energia: il gruppo aldeidico della gliceraldeide-3-fosfato viene deidrogenato ad anidride mista con l’acido fosforico formando un acil fosfato, composto ad elevata energia libera di idrolisi. L’Enzima gliceraldeide – 3P deidrogenasi ha le seguenti caratterisctiche: è un Tetramero; ciascuna subunità lega un NAD+; nel citosol la quantità di NAD+ è limitata.
La riduzione del NAD+ ha luogo mediante il trasferimento di uno ione idruro, da parte dell’enzima, dalla gliceraldeide 3-P all’anello nicotinamidico del NAD+ generando NADH; l’altro atomo di idrogeno del substrato compare nella soluzione sotto forma di H+. Il NADH che si forma deve essere ossidato a NAD+ affinchè la glicolisi possa continuare.
Reazione 7
Reazione di fosforilazione a livello del substrato. A questo punto il bilancio netto di ATP della glicolisi è zero. Le reazioni 6 e 7 costituiscono un esempio di processo di accoppiamento energetico. L’1,3-bisfosfoglicerato è l’intermedio comune che si forma nella reazione 6 che da sola potrebbe essere endoergonica; Il suo gruppo fosforico impegnato nell’acil fosfato viene poi trasferito All’ADP per formare ATP nella reazione successiva 7.
Reazione 8: è una Reazione di isomerizzazione reversibile nella quale è richiesto Mg2+
Reazione 9: è un Processo di ossido riduzione intramolecolare.
L’enolasi catalizza la rimozione reversibile di una molecola di H2O producendo un metabolita ad alto contenuto d’energia (PEP) che nella reazione successiva cede un Pi all’ADP. La variazione di energia libera complessiva è piuttosto modesta, aumenta enormemente l’energia libera di idrolisi del legame fosfato: da – 17,6 kcal/mol (2-PG) a -61,9 kcal/mol (PEP).
Reazione 10: Fosforilazione al livello del substrato catalizzata dalla piruvato chinasi, richede K+ e Mg2+ (o Mn2+).
La reazione, essenzialmente irreversibile nelle condizioni intracellulari, rappresenta un importante sito di regolazione.
La tautomerizzazione spontanea dell’enol-pirunato nella forma chetonica (piruvato) rende la sintesi endoergonica di ATP un processo fortemente esoergonico.
Effetto Pasteur: la velocità della glicolisi e la quantità di glucosio consumato sono molto più elevate in condizioni aerobiche che anaerobiche; si ha un’inibizione della glicolisi da parte dell’ossigeno.
Oscillazioni di intermedi della glicolisi: i livelli intracellulari di NADH variano periodicamente ed in fase con quelli di ADP ed AMP, mentre I livelli di ATP sono sfasati di 180°: quindi l’attività della glicolisi dipende dalla carica energetica dell’adenilato.
La regolazione allosterica è ottenuta grazie agli enzimi: Esochinasi e Glucochinasi, Fosfofruttochinasi e Piruvatochinasi.
Regolazione ormonale: in tempi più lunghi la glicolisi è regolata da ormoni quali glucagone, adrenalina ed insulina.
Esochinasi (isoenzima muscolare)
Glucochinasi (isoenzima epatico)
Enzima complesso composto da più subunità; alcuni degli attivatori ed inibitori allosterici agiscono influenzando l’interconversione tra dimero e tetramero.
Ogni subunità ha un sito catalitico, dove l’ADP ed il fruttosio sono quasi in contatto, ed un sito di legame per un regolatore allosterico.
La reazione catalizzata da PFK1 determina in modo irreversibile l’ingresso del glucosio nella glicolisi.
A basse concentrazioni di ATP il valore di Km per il fruttosio-6-P è relativamente basso; ad alte concentrazioni di ATP, il valore di Km per il fruttosio-6-P aumenta molto (vedi figura).
Il fruttosio 2,6-bisfosfato ha effetti opposti sulle attività enzimatiche della PFK-1 (enzima glicolitico) e della FBPasi-1 (enzima gluconeogenico).
Regolazione della fosfofruttochinasi-1e della Fruttosio 1,6-bisfosfatasi (vedi figura e pagina successiva).
Nei vertebrati esistono diversi isoenzimi della piruvato chinasi che differiscono per la distribuzione nei tessuti e per la risposta ai modulatori.
La piruvato chinasi (isoenzima epatico) è regolata mediante fosforilazione/defosforilazione.
La forma più attiva è defosforilata.
Piruvato chinasi in altri tessuti glicolitici.
È attivata dal fruttosio-1,6-TP
Molti carboidrati possono entrare nella via glicolitica dopo essere stati trasformati in uno degli intermedi della glicolisi.
I Polisaccaridi e disaccaridi della dieta vengono idrolizzati a monosaccaridi.
Nella bocca l’alfa-amilasi salivare inizia la digestione dell’amido e del glicogeno introdotti con la dieta.
Nelle cellule epiteliali che rivestono il lume dell’intestino tenue agisce l’alfa-amilasi pancreatica e altre idrolasi (lattasi, maltasi, saccarasi).
Disaccaridi e destrine presenti nel lume intestinale vengono idrolizzati a monosaccaridi. I monosaccaridi così formati passano dall’intestino al sangue e vengono trasportati al fegato e agli altri tessuti.
Intolleranza al lattosio
Malattia molto diffusa dovuta alla carenza dell’enzima lattasi. Il lattosio viene accumulato al livello intestinale, dove i batteri del colon lo convertono in sostanze tossiche quali acido lattico, metano e idrogeno. L’acido lattico, osmoticamente attivo, fa affluire acqua nell’intestino causando crampi addominali e diarrea.
Metabolismo del galattosio
Tale conversione prevede:
La Galattosemia è una Malattia ereditaria rara caratterizzata da carenza di uno dei tre enzimi della via di conversione di galattosio in glucosio. La carenza dell’enzima galattosio-1Puridiltransferasi causa la forma più grave di Galattosemia con Vomito, diarrea, epatomegalia, ittero che può progredire fino a cirrosi epatica, cataratte, ritardo mentale. La concentrazione di galattosio nel sangue è elevata.
Nel cristallino il galattosio, se manca la transferasi, è ridotto a galattilolo, composto osmoticamente attivo che determina ingresso di acqua inducendo la formazione di cataratte.
1. I livelli di organizzazione strutturale delle proteine
3. Gli enzimi: caratteristiche e cinetica enzimatica
4. Introduzione al metabolismo cellulare. Le reazioni di ossido-riduzione biologiche
8. Gluconeogesi
9. Il Glicogeno
10. I Lipidi
11. Ossidazione degli acidi grassi
12. Biosintesi degli acidi grassi
13. Colesterolo
15. Gli ormoni