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Maria Elisabetta de Franciscis » 27.La Bill of Rights e il Federalismo


Bill of Rights

I primi dieci emendamenti alla Costituzione statunitense costituiscono la Bill of Rights che, entrata in vigore il 15 Dicembre 1791, fu introdotta sotto forma di emendamenti su iniziativa di James Madison allo scopo di limitare i poteri del governo centrale per la tutela dei cittadini.

Alexander Hamilton si era opposto all’emanazione della Carta ritenendola superflua in quanto la Costituzione sarebbe stata una garanzia sufficiente per il popolo.

Le potenzialità di oppressione da parte del governo centrale, non solo nei confronti dei cittadini, ma anche rispetto agli Stati membri, causarono l’introduzione degli emendamenti in quanto garanzia ulteriore contro possibili usurpazioni del governo federale.

Alexander Hamilton, James Madison, John Jay. Fonte: Virginia.edu

Alexander Hamilton, James Madison, John Jay. Fonte: Virginia.edu


Bill of Rights

Per lungo tempo, infatti, la Bill of Rights, è stata interpretata come garanzia delle libertà politiche dei cittadini, già sancite nelle Costituzioni dei tredici Stati, contro l’azione del governo federale (Barron v. Baltimore, 32 U.S. 243, 1833) e, dunque, solo come limitazione nei confronti di questo.

Anche in tema di libertà, però, c’è stata un’evoluzione dell’interpretazione nel passaggio dal federalismo duale al federalismo cooperativo.

Video: Bill of Rights

La Bill of Rights

La Bill of Rights


Bill of Rights

Solo dopo il 1868, a seguito della guerra civile, infatti, con l’entrata in vigore del XIV emendamento e il passaggio ad una nuova forma di federalismo duale, la Corte Suprema, dinanzi alla paralisi dell’organo legislativo, ha ritenuto di dover intervenire per tutelare le libertà politiche non solo contro l’azione del governo federale ma anche contro l’azione dei governi statali (Gitlow v. New York, 268 U.S. 652, 1925).

Solo gli eventi politici che si sviluppano con il proseguire della guerra in Vietnam portano la Corte ad essere più cauta nelle sue pronunce.

Nella Carta dei Diritti si possono rinvenire due categorie di libertà politiche:

a) i diritti sostanziali o substantive rights
b) i diritti procedurali o procedural rights

Video: Il federalismo, la libertà e la costituzione

La Corte Suprema del Giudice Warren

La Corte Suprema del Giudice Warren


I Substantive Rights

Alla categoria dei substantive rights appartengono le libertà enumerate nei primi due emendamenti che includono le libertà di culto, di parola, di stampa, di riunione e di petizione.

È vietata inoltre la creazione di una chiesa di stato, e si garantisce il diritto di portare le armi.

Tali libertà non sono garantite in forma affermativa ma in forma negativa; il costituente cioè le ha formulate come divieto assoluto, nei confronti del Congresso, a incidere su di esse o limitarne in qualche modo la sfera di applicazione o la portata.

La scrupolosa ottemperanza di questo divieto, tuttavia, avrebbe comportato la paralisi del governo federale che avrebbe visto svuotati di ogni potere sostanziale le funzioni ad esso attribuite nei primi tre articoli della Costituzione.

I veterani del Civil Rights movement. Fonte: Crmvet

I veterani del Civil Rights movement. Fonte: Crmvet


I Substantive Rights

Questo divieto, dunque, è bilanciato con il ruolo svolto dalla Corte Suprema nel confrontare le norme del Bill of Rights con quelle della Costituzione che attribuiscono poteri al governo federale per trovare un giusto equilibrio tra libertà personale e autorità governativa.

Negli anni ‘50 del ventesimo secolo la Corte Suprema, presieduta dal Chief Justice Warren, anziché proseguire nella convinzione di non dover sostituire le proprie opinioni politiche a quelle dell’organo legislativo, ha manifestato la volontà di diventare un vero strumento di cambiamento sociale.

I giudici della Corte, dunque, non ritenendosi obbligati a giustificare le decisioni in base al precedente o con riferimenti testuali alla Costituzione, hanno agito per ridurre la discrezionalità del potere legislativo.

Così la Corte presieduta da Warren è divenuta motore del cambiamento attraverso importanti pronunce ed esprimendosi:

  • sui rapporti razziali
  • sulla formazione dei distretti elettorali
  • sulla libertà d’espressione eliminando le fonti giuridiche della discriminazione

I Substantive Rights

Così, ad esempio:

  • è stato rigettato il principio del “separati ma eguali”nel campo educativo (Brown v. Board of Education, 349 U.S. 294, 1955)
  • è stato esteso il raggio d’azione dell’Emendamento XIV
  • è stato dato accesso alle minoranze negli esercizi commerciali e negli alberghi lungo le autostrade (Heart of Atlanta Motel v. United States, 379 U.S. 241, 1964)
  • è stato affermato il diritto di voto della minoranza afro-americana (Baker v. Carr, 369 U.S. 186, 1962)
  • è stato imposto agli Stati membri di delimitare meglio i distretti elettorali così da ottenere una ripartizione dei seggi al Congresso che potesse rappresentare anche le minoranze (Reynolds v. Sims, 377 U.S.533, 1964)
  • è stata ampliata la portata della libertà d’espressione includendovi la libertà di criticare i politici ed i funzionari pubblici (New York Times v. Sullivan, 376 U.S. 254, 1964)

L’attivismo della Corte presieduta da Warren, dovuto in gran parte all’immobilismo del Congresso, ha modificato la percezione dell’organo stesso, da interprete imparziale della legge ad organo di produzione giuridica senza per questo mortificare l’autorevolezza delle sue pronunce.

I Procedural Rights

I diritti afferenti alla categoria dei procedural rights sono riscontrabili solo nei sistemi di Common Law in cui il diritto della società soccombe dinanzi ad una prevalente esaltazione del diritto dell’individuo.

Secondo questa concezione della funzione giudiziaria, infatti, il diritto della società a vedere un crimine punito non viene leso dalla mancata condanna di un delinquente e comunque ciò è marginale rispetto al diritto dell’innocente che verrebbe ingiustamente accusato.

L’imputato, pertanto, sarà giudicato innocente se non è stato riconosciuto reo al di là di ogni ragionevole dubbio.

I principi che sono alla base di questa concezione risalgono all’Habeas Corpus inglese ed il costituente non ha ritenuto doverli garantire nella Costituzione perché già parte integrante del diritto penale di tutte le colonie.

I sistemi di Common Law nel mondo. Fonte: Wikimedia Commons

I sistemi di Common Law nel mondo. Fonte: Wikimedia Commons


I Procedural Rights

Non tutti i diritti procedurali, ma certamente i fondamentali, sono elencati negli emendamenti IV, V, VI, VII e VIII.

Come accaduto per le libertà, anche in questo caso non si tratta tanto di affermazioni di diritti quanto di limitazioni imposte alle autorità a garanzia dell’individuo.

Tra questi si riscontrano:

  • la limitazione al potere della polizia di perquisire e sequestrare
  • il divieto di sottoporre per più volte a giudizio l’individuo ritenuto innocente dalla giuria del tribunale di prima istanza in base al principio ne bis in idem
  • il divieto di obbligare l’individuo a testimoniare contro se stesso per condannarne un altro

I Procedural Rights

Vi sono poi le affermazioni di diritti quali:

  • il diritto dell’accusato ad appellarsi ai tribunali di seconda e terza istanza
  • il diritto dell’imputato ad essere informato dei capi d’accusa
  • il diritto ad essere posto a confronto con i testi a suo carico
  • il diritto di fare citare i testi a suo discarico; il diritto alla certezza della pena e cioè la non retroattività di una legge, che entrata in vigore dopo che un reato è stato commesso preveda una modifica alla pena o stabilisca un nuovo reato
  • il diritto del detenuto a denunciare i suoi carcerieri per indebita condotta o per eccesso di potere
La Statua della Libertà. Fonte: Statue Of Liberty

La Statua della Libertà. Fonte: Statue Of Liberty


I Procedural Rights

Anche in materia di procedura penale, la Corte Suprema presieduta da Warren ha inciso grandemente sulle libertà dell’individuo e in limitazione della sovranità degli Stati membri.

Sono di questo periodo, infatti, le pronunce:

  • sulla inammissibilità delle confessioni ottenute con mezzi illeciti (Miranda v. State of Arizona, 384 U.S. 436, 1966)
  • sul diritto al patrocinio legale nei procedimenti penali statali (Gideon v. Wainwright, 372 U.S. 335, 1963)
  • sull’applicabilità agli Stati della regola della esclusione dal giudizio di prove ottenute con “sopralluoghi o sequestri irragionevoli” (Mapp v. Ohio, 367 U.S. 643, 1961)

Con queste tre sentenze, ricorrendo all’Emendamento XIV, la Corte Suprema fa prevalere il diritto di procedura penale federale su quello degli Stati che fino a quegli anni sono sovrani per la determinazione e regolamentazione della fase istruttoria e di quella dibattimentale.

Earl Warren, Chief of Justice dal 1953 al 1969

Earl Warren, Chief of Justice dal 1953 al 1969


I materiali di supporto della lezione

Laurence H. Tribe e Michael C. Dorf, Leggere la Costituzione. Una lezione americana, Il Mulino, Bologna, 2005.

AAVV., Il Decentramento politico negli Stati dell'Unione Europea, II edizione aggiornata, Maggioli editore, 2001. Solo il capitolo sugli Stati Uniti d'America, pp. 251-316.

Jeffrey Greenbaum (a cura di) Giustizia Costituzionale e diritti dell'uomo negli Stati Uniti. I giudici Warren e Burger. Giuffrè Editore, 1992.

Gore Vidal, L'invenzione degli Stati Uniti. I padri: Washington, Adams, Jefferson. Fazi editore, 2005.

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