La fine della presidenza si ha per:
La sepoltura del presidente Kennedy al cimitero di Alrington. Fonte: Arlington Cemetery
L’articolo II, sezione 1, della Costituzione, definisce la posizione di Presidente ad interim stabilendo che “in caso di rimozione del Presidente dalla carica, in caso di morte, dimissioni o incapacità ad adempiere le funzioni e i compiti di detto ufficio, questi si trasferiscono al Vice Presidente; il Congresso dovrà stabilire per legge la linea di successione in caso di rimozione, morte, dimissioni o incapacità, sia del Presidente e Vice Presidente, dichiarando quale pubblico funzionario dovrà adempiere le funzioni di Presidente; tale funzionario dovrà agire come tale, fino a quando l’inabilità sarà cessata o sarà eletto un Presidente“.
È da notare inoltre che l’articolo I, sezione 3 della Costituzione, nello stabilire l’elezione dei dirigenti del Senato, sembra presupporre che il Vice Presidente succeda nell’ufficio di Presidente, piuttosto che semplicemente adempiere i doveri di questo stabilendo che “il Senato dovrà scegliere i loro alti ufficiali e un Presidente pro tempore, per l’assenza del Vice Presidente o per il periodo in cui egli eserciti la carica di Presidente“.
Nel caso di vacanza di entrambe le cariche, quella di Presidente e quella di Vice Presidente, la linea di successione presidenziale, stabilita dal Presidential Succession Act del 1947, prevede che il Presidente ad interim divenga un ufficiale tra il Presidente della Camera, lo Speaker del Senato, il Presidente pro tempore del Senato, seguito dai membri del gabinetto nell’ordine stabilito.
John Tyler, primo Presidente ad interim. Fonte: Wikipedia
Ai sensi dell’articolo 3 del XXV emendamento, il Presidente può trasferire le sue funzioni al Vice Presidente con dichiarazione notificata al presidente della Camera e al presidente pro tempore del Senato indicando i motivi di tale trasferimento.
Il Presidente riprenderà le sue funzioni quando trasmetterà a quegli stessi funzionari una dichiarazione scritta attestante la ripresa.
La supplenza del Presidente ad interim si può verificare per qualsiasi motivo il presidente ritenga opportuno.
Nel 2002 e nel 2007, ad esempio, il presidente George W. Bush trasferì l’autorità presidenziale al Vice Presidente Dick Cheney per sottoporsi a procedure mediche che richiedevano sedazione.
In entrambi i casi Bush tornò alle sue funzioni nell’arco della stessa giornata.
Video: I funerali di JFK
La Costituzione degli Stati Uniti menziona le dimissioni del Presidente, ma non disciplina la procedura da seguire in questo caso né le condizioni per la validità di queste.
Il Congresso ha stabilito per legge che il Presidente dovrà rassegnare le dimissioni con atto scritto firmato dal Presidente e consegnato all’ufficio del Segretario di Stato.
L’unico Presidente che abbia mai rassegnato le dimissioni dalla carica è stato Richard Nixon, il 9 agosto 1974, di fronte alla possibilità di subire la procedura di impeachment per lo scandalo Watergate.
Poco prima delle sue dimissioni, infatti, la Camera aveva approvato gli articoli di impeachment presentati a suo carico.
Ai sensi dell’articolo 4 del XXV emendamento, il Vice Presidente e la maggioranza dei ministri può decidere di trasferire i poteri e i doveri presidenziali al Vice Presidente in caso di incapacità del Presidente.
La procedura per la rimozione prevede che il Vice Presidente e il Cabinet trasmettano al Presidente della Camera e al presidente pro-tempore del Senato una dichiarazione attestante l’incapacità del Presidente a svolgere le sue funzioni.
Il Vice Presidente, dunque, sarà investito della funzione di presidente degli Stati Uniti.
Il Presidente, tuttavia, può opporsi alla rimozione dichiarando l’inesistenza dell’incapacità ma, nel caso in cui il Vice Presidente contesti questa dichiarazione, spetterà al Congresso decidere in merito alla questione entro due giorni.
L’Impeachment rappresenta lo strumento di controllo più rilevante sull’esercizio dei poteri esecutivi e consiste nel presentare accuse formali nei confronti del Presidente.
L’articolo II sezione 4 della Costituzione stabilisce che “il Presidente, il Vicepresidente ed ogni altro funzionario civile degli Stati Uniti sarà rimosso dall’ufficio qualora risultino colpevoli di tradimento, concussione o di altri gravi reati“.
La natura eccezionale dell’istituto è indicata sia dalla limitata proporzione della sanzione, che consiste nella destituzione dall’incarico e nella possibile interdizione da futuri incarichi, sia dalla tipologia dei capi d’accusa.
L’articolo 1 sezione 3 della Costituzione stabilisce che i processi per impeachment dei funzionari federali non sono giudicati da una giuria bensì dal Senato in un procedimento che vede la partecipazione di entrambe le Camere.
L’inizio del procedimento, infatti, si ha con l’introduzione di una mozione da parte di un membro della Camera dei rappresentanti o in base alle prove fornite da una Commissione inquirente della Camera (è da notare che solo di recente le Commissioni hanno riconosciuto il diritto di difesa dell’accusato).
Dopo la relazione della Commissione sugli “articoli di impeachment” la Camera procede col voto. Se i capi d’imputazione vengono approvati con la maggioranza di ¾, la Camera notificherà al Senato con messaggio scritto.
Nel momento in cui il Senato notifica alla Camera di essere pronto a ricevere gli articoli, questi saranno presentati dai dirigenti della Camera su richiesta dei quali il Senato emetterà una citazione in giudizio e un mandato di comparizione all’accusato.
Prima di procedere all’esame dei capi d’accusa, il Presidente del Senato richiederà un giuramento ai membri della Camera che presiede in quanto, in queste occasioni, questa sarà investita di poteri giudiziari.
Gli articoli d’impeachment saranno quindi votati separatamente.
Nel caso in cui nessuno dei capi d’accusa riceve il voto favorevole dei 2/3 dei presenti, il procedimento si conclude con un verdetto di assoluzione, se invece anche uno solo degli articoli è approvato si procede col verdetto di colpevolezza.
I processi per la messa in stato d’accusa sono un residuo dei primi tempi della giurisprudenza quando ogni causa veniva giudicata dall’assemblea dei cittadini.
In Inghilterra questi processi furono aboliti con una legge di Enrico IV ma il procedimento, inteso come mezzo del Parlamento per esercitare un controllo sul potere regio ormai entrato nella prassi, portò all’esecuzione di Carlo I.
Con Cromwell l’impeachment fu utilizzato per punire i reati contro il sistema di governo. In quest’epoca, le imputazioni di tradimento, di alti crimini e peculato implicavano accuse di cattiva amministrazione varie tanto quanto i Sovrani erano ingegnosi nell’ideare mezzi per estendere il potere regio.
Al tempo della Convenzione di Philadelphia la frase alti crimini e peculati implicava danni allo Stato sotto forma di abuso di potere, corruzione e tradimento ed era limitata agli impeachment parlamentari.
In seno alla costituente il dibattito si focalizzò soprattutto sull’applicabilità del procedimento al Presidente, come rimedio costituzionale diretto a colpire gravi offese contro il sistema.
Per rispettare il sistema dei Checks and Balances la Costituzione dispone che nei casi di impeachment presidenziale sarà la Camera dei rappresentanti a presentare i capi d’accusa mentre il Senato, presieduto dal Presidente della Corte Suprema, svolgerà la funzione di tribunale.
Nella Storia degli Stati Uniti sono stati intentati solo 3 procedimenti per impeachment presidenziale e il fatto che nessuno dei questi si è concluso con un verdetto di colpevolezza rende difficile sostenere che si sia stabilita una prassi in materia.
Tuttavia, si deve registrare un’evoluzione dell’istituto che da strumento di bilanciamento dei poteri si è trasformato in strumento di lotta politica che il legislativo utilizza per colpire un Presidente che non dispone dello strumento della fiducia.
Cinque presidenti. Fonte: Primarie USA 2008
Il Presidente Johnson subì un primo tentativo di impeachment nel 1867. Tuttavia, nel 1868, egli fu accusato di:
Il presidente Andrew Johnson fu assolto per un solo voto.
L'impeachment del presidente Johnson. Fonte: Wikipedia
Il Presidente Nixon subì impeachment per aver ostacolato le indagini relative allo scandalo Watergate che coinvolse anche l’autorità giudiziaria. Furono votati cinque articoli di impeachment ma solo tre capi d’accusa furono approvati:
Tuttavia, prima che la Camera formalizzasse l’impeachment, il presidente Nixon rassegnò le dimissioni e, successivamente, ricevette la grazia dal presidente Ford.
L'impeachment presidente Nixon. Fonte: NY Times
Il Presidente Clinton ha subito l’impeachment per aver mentito sulla sua relazione con una giovane stagista della Casa Bianca, Monica Lewinsky (da qui uno dei capi d’imputazione, lo spergiuro), e per aver ostacolato la giustizia, in particolare a causa delle pressioni esercitate su alcuni collaboratori affinché non emergesse la verità.
La tesi che ha prevalso, nell’opinione pubblica e nel Congresso, è stata che questi comportamenti attenevano più alla sfera privata che a quella pubblica del Presidente; perciò, il Senato lo ha assolto con apposito voto nel febbraio del 1999.
L'impeachment di Clinton in Senato. Fonte: Wikipedia
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AAVV., Il Decentramento politico negli Stati dell'Unione Europea, II edizione aggiornata, Maggioli editore, 2001. Solo il capitolo sugli Stati Uniti d'America, pp. 251-316.
Maria Elisabetta de Franciscis, L'Organizzazione della Presidenza negli Stati Uniti d'America per i Rapporti con il Congresso, in <1989> Rivista di Scienze Politiche, Anno II, n. 2/1992, pp. 307-324.
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