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Gabriella Fabbricino » 9."L'Anglicisme, voilà l'ennemi"


Scuole anglofone e francofone

  • Tutti i mutamenti che si sono verificati a partire dagli anni 60 avevano certamente affondato le loro radici molto prima , solo che la rivoluzione tranquilla consentirà un riavvicinamento tra il “paese legale” e il “paese reale”.
  • Infatti, fin dalla Loi Constitutionnelle del 1867 la funzione pubblica federale ha conservato sostanzialmente un’immagine “anglofila”, col risultato di creare presso i francofoni un sentimento di disaffezione verso lo stato canadese.
  • Dopo la seconda guerra mondiale l’80% della popolazione Quebecchese francofona era diretta dal 15 % di anglofoni. Per diventare dirigenti occorreva essere anglofoni. Le insegne a Montreal erano in inglese, le fatture di gas o del telefono erano in inglese. Quanto alle scuole esistevano due tipi: la cattolica francofona in cui il catechismo era obbligatorio; e la protestante anglofona, senza obblighi religiosi. I genitori erano liberi di scegliere dove inserire i propri figli.
  • Furono gli immigrati irlandesi a porre per primi il problema: essi erano cattolici ma anglofoni e preferirono le scuole inglesi. Poi vennero i polacchi e perfino gli italiani : tutti preferirono le scuole anglofone.

Tasso di natalità dei francesi e flusso di immigrazione

  • Nel contempo la società quebecchese, cattolica e dunque estranea all’imprenditorialità dell’etica protestante, ha visto se stessa non come una maggioranza all’interno della propria provincia ma come una parte della minoranza francofona della federazione canadese.
  • Ora fin quando il tasso di natalità dei francesi in Québec è elevato, ciò ha compensato la predilezione degli allofoni per le scuole anglofone, e dunque la protezione della francofonia non è stata al centro dell’attenzione dell’agenda politico-istituzionale dei franco-canadesi.
  • Ma, già alla fine degli anni 60 il tasso di natalità decresce enormemente mentre aumenta il flusso degli immigrati: si produce allora nella società quebecchese una presa di coscienza di essere sì una minoranza rispetto alla federazione canadese, ma una minoranza importante e concentrata in modo da poter esercitare il potere politico maggioritario nella propria provincia.

La Legge 101

  • Questo periodo di rivitalizzazione dell’apparato statale, fino ad allora confinato nel ruolo di “Stato minimo”, sarà appunto definito “rivoluzione tranquilla”: un fenomeno pluridimensionale (Politico, Culturale, Economico, Sociale).Ciò che il progetto politico di assimilazione degli Inglesi non è riuscito a fare, sarà l’economia a riuscirvi. L’inglese è l’esperanto del business. Gli immigrati non hanno molto da guadagnare con l’identità francofona, e i quebecchesi non fanno più molti figli: la lingua francese nel Québec si trova minacciata. Questi ultimi prendono coscienza della loro forza politica: nel 1976 il Parti Québécois, nazionalista, sale al potere e un anno dopo impone la legge 101.
  • Questa legge non sarà vista di buon occhio da tutti: primi tra tutti gli anglofoni, costretti all’improvviso a dover imparare alcune nozioni di lingua francese. E poi gli immigrati allofoni che non condividono questa guerra linguistica.
  • Dunque l’atteggiamento e lo spirito combattivo di questo periodo contro l’imperante anglo-omogeneizzazione, farà scaturire la nascita delle leggi linguistiche adottate dal Québec negli anni 60.
  • Il male dell’anglicismo resterà incurabile fin tanto che le finanze, l’industria e il commercio non saranno “francisés”.

Accenti del Québec

  • La disaffezione della società francofona del Québec verso lo stato nazionale canadese e la sua attitudine ad un separatismo spingono il governo federale del 1963 all’istituzione della Commission royale d’enquête sur le bilinguisme et le biculturalisme
  • Con essa si voleva armonizzare il principio di uguaglianza tra i due popoli che hanno fondato la Confederazione Canadese, tenendo conto del contributo all’arricchimento culturale del Canada anche degli altri gruppi etnici
  • Dal rapporto di questa Commissione(1970) scaturisce la Loi sur les langues officielles adottata dal parlamento federale: francese e inglese sono le lingue ufficiali e dunque le istituzioni federali debbono offrire i servizi nelle due lingue:
  • L’anglais et le français sont les langues officielles du Canada pour tout ce qui relève du Parlement et du Gouvernement du Canada : elle ont un statut, des droits et des privilèges égaux quant à leur emploi dans toutes les institutions du Parlement et du Gouvernement du Canada
  • Un Commissaire aux langues officielles veglierà al rispetto di questa legge
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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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