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Gabriella Fabbricino » 7.Sviluppo economico e rinnovamento culturale del Québec


La Rivoluzione tranquilla

Ritornando dunque alla “Rivoluzione tranquilla” , essa fu lanciata con l’elezione del governo di Jean Lesage, il cui slogan nel 1960 era: Il est temps que ça change, e nel 1962: Maîtres chez nous.

La sfida comprende una serie di ambiziose riforme in tutti i campi, prima fra tutte la nazionalizzazione dell’energia elettrica: finora(1962) era stata nelle mani di un oligopolo inglese, con l’esclusione dei Canadesi francesi: l’iniziativa del dinamico ministro delle risorse naturali René Lesvesque che riesce a nazionalizzare la produzione elettrica con Hydro-Québec, consentirà un eccezionale sviluppo all’economia del Québec ma anche l’accesso dei Quebecchesi alle carriere che fino ad allora erano per loro inaccessibili.


I maggiori cambiamenti

  • In campo sociale la modifica più importante avviene nell’insegnamento e nel 1964 viene istituito il Ministero dell’Education Nationale.
  • In campo economico la popolazione, lasciata per lungo tempo quasi ad imputridire, desidera partecipare alla gestione della vita economica. Il nuovo governo, senza rigettare il sistema capitalistico, cerca di rendere il Québec partecipe della direzione delle attività economiche. E di orientare l’economia stessa che diventerà sempre più economia nazionale.
  • La sicurezza sociale costituisce un altro dei campi in cui c’è evoluzione reale: mentre prima l’assistenza sociale era legata all’idea di carità cristiana, ora l’aiuto sociale sarà uno dei doveri dello Stato.
  • Il cambiamento nel campo culturale e linguistico è più complesso. In effetti la spinta verso la cultura indipendente del Québec è dominante perché le radici con la Francia sono state troppo a lungo ignorate: i religiosi che riparavano qui dopo la proclamazione dello stato civile del clero e la soppressione delle scuole confessionali, trasmettevano un pessima idea della cultura francese; mentre i canadesi anglofoni desideravano mantenere i legami con la Gran Bretagna, i francofoni non desideravano alcun tipo di scambio di idee e di uomini. La situazione si è protratta per tutto l’Ottocento.

Il nuovo nazionalismo

Negli anni sessanta del XX° secolo, dunque, il Québec decide di riannodare i legami culturali e istituzionali con la Francia.

Ed anche la religione evolve al passo con i tempi. Anzi la Chiesa che domina in Québec dai tempi dell’Union del 1840, vede il suo ruolo dirigente contestato e ridotto dalla crescita di nuove élites.

Inoltre il nazionalismo si affranca sempre più dalla religione; se il Canadese francese era necessariamente cattolico, il Quebecchese non lo è.

Il nuovo nazionalismo considera che la sopravvivenza della razza francese è un tema superato che non significa più niente. E’ il rigetto dell’ideologia conservatrice, mentre c’è una presa di coscienza dell’importanza del governo provinciale e la lotta per la conquista di uno dei campi fondamentali fin ad allora preclusi al Québec: l’economia.


Conclusioni

Come si vede non si tratta di una Rivoluzione nel senso proprio del termine, si tratta di uno sblocco di una società e un’apertura verso la modernizzazione di essa grazie alle spinte di nuove élites che arrivano al potere.

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