La disuguaglianza di Cebicev costituisce un risultato di fondamentale importanza nell’ambito del calcolo delle probabilità e della statistica poiché a partire da una vc X che possiede il momento secondo, individua un estremo per la probabilità che la corrispondente vc standardizzata assuma valore in un intervallo.
Essa prende le mosse e si ricollega al teorema di Markov.
Il teorema di Markov considera vc con supporto positivo e che posseggono il momento primo cioè tali che, Pr(X>0)=1 e E(X)<+∞. Esso afferma che:  ,
.
Si noti che nel caso in cui sia tale risultato è banale poiché sarà Â
quindi l’interesse riguarda in caso in cui
. Ciò premesso, dal teorema di Markov discendono numerose disuguaglianze di cui la più importante è appunto quella di Cebicev.
Si consideri una vc X che possiede il momento secondo finito per cui esistono finiti tanto il valore atteso μ che la varianza σ2, si consideri inoltre nella espressione del teorema di Markov, in luogo della vc X con supporto positivo, la vc |X- μ|2 ed infine il numero ε2 invece di ε, si ottiene:
da cui:Â Â Â
.
Tale risultato costituisce una prima versione della disuguaglianza di Cebicev che risulta quindi dimostrata.
Nella formulazione corrente la disuguaglianza di Cebicev afferma che data una vc X con valore atteso E(X)= μ e varianza σ2 <+∞, vale la seguente relazione:
In base tale disuguaglianza quindi, la probabilità che la vc X assuma valore in un intervallo è almeno pari adÂ
quindi, maggiore è l’ampiezza dell’intervallo, maggiore è la corrispondete probabilità .
Se si considera la vc standardizzata la disuguaglianza diviene:
Si noti che gli estremi individuati dalla disuguaglianza sono abbastanza “prudenti”, ovvero lontani dalle corrispondenti probabilità , ad esempio se la probabilità che la vc standardizzata assuma valore nell’intervallo Â
risulta in base alla disuguaglianza almeno pari a 0.75; tale valore risulta ben maggiore nel caso in cui ad esempio la vc sia normale (0,1).
I fondamentali utilizzi della disuguaglianza di Cebicev sono due:
La funzione generatrice dei momenti (nel prosieguo denotata con fgm) è un particolare valore medio che in un’unica funzione racchiude tutti i momenti. Data una vc X essa è definita come:
se X è continua
se X è discreta
Dove t è una variabile di comodo. Tale funzione esiste se esistono tutti i momenti della vc X e G(t) è finita, ovvero l’integrale o la somma convergono.
Le condizioni di esistenza dalla fgm sono definite dal seguente teorema:
Se G(t) esiste finita in un intorno dell’origine |t|≤t0 allora essa è unica e tutti i momenti possono essere derivati da G(t) che quindi determina completamente la distribuzione della vc X.
Si noti che non tutte le vc possiedano la fgm e può accadere che una vc non la possegga pur possedendo tutti i momenti.
Se una vc possiede la fgm allora:
Si noti innanzitutto che G(t) può essere espressa come sviluppo in serie di potenze,
A tale risultato si perviene sostituendo nella fgm lo sviluppo in serie di exp(tx):
e ricordando che il valore medio della somma è uguale alla somma dei valori medi, ovvero è possibile scambiare l’operatore E(.) con la serie della funzione esponenziale.
Lo sviluppo di Mc Laurin di G(t) è del tipo
Per il principio di identità dei polinomi si ha:
Da cui discende che:
Dove con si è indicata la derivata r-esima di G(t) calcolata nell’origine (t=0).
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