Data una vc X la cui distribuzione è nota, sovente è di interesse studiare una sua trasformata Y=T(X);
Ai fini di tale studio sono possibili 3 approcci alternativi che utilizzano rispettivamente:
Sia Y=T(X) una trasformata della vc X che ha funzione di ripartizione nota F(x). Se la funzione T(.) è monotona sul supporto di X la funzione di ripartizione della trasformata può essere agevolmente ricavata. Distinguiamo due casi:
Sia Y=T(X) una trasformata della vc X che ha funzione di ripartizione nota F(x). Se la funzione T(.) è monotona e differenziabile ed ammette inversa sul supporto di X, la funzione di densità della trasformata risulta essere:
Tale risultato si fonda sulla differenziazione del risultato appena visto per la funzione di ripartizione. Considerando infatti il caso in cui T(.) sia monotona crescente essendo si ha:
Un ulteriore approccio allo studio della trasformata T(X) della vc X si fonda sulla funzione generatrice dei momenti Gx(t). Se tale funzione infatti esiste, ovvero è ben definita in un intorno dell’origine, essa identifica univocamente la vc. Se assume una forma nota e “trattabile” può essere efficacemente utilizzata per ricavare la fgm della trasformata.
L’importanza di tale approccio, come vedremo nel prosieguo, deriva dal seguente teorema:
Sia una vc mutivariata a componenti indipendenti ognuna della quali possiede fgmÂ
e sia
la vc somma. Tale vc somma ha la seguente fgm:
Alcune situazioni sperimentali danno luogo ad una successione (infinita) di sottoprove a cui sono associate altrettante vc.
Formalmente una successione di vc è definita come una regola che associa ad ogni n=1,2,… una vc con funzione di ripartizione
.
In tale caso è di interesse studiare il comportamento asintotico delle vc quando n cresce all’infinito. Si parla a tale proposito di convergenza.
I principali criteri di convergenza che studiamo sono:
Sia una successione di vc con funzione di ripartizioneÂ
e sia  Â
un’altra vc con funzione di ripartizione
, se:
Si dice che la successione converge in distribuzione alla vc X e si scrive .
Tale tipo di convergenza attenendo alla funzione di distribuzione è legata al concetto di somiglianza tra vc ed include il caso di convergenza ad una costante quando cioè la successione converge ad una vc degenere che assume con probabilità pari ad 1 un valore costante.
Sia una successione di vc con funzione di ripartizioneÂ
e sia Â
un’altra vc con funzione di ripartizione
, se
si dice che la successione converge in probabilità alla vc X si scrive
Tale tipo di convergenza ha natura probabilistica nel senso che al crescere di n la probabilità che assuma valori vicini ad X tende all’unità , ovvero l’eventoÂ
tende a divenire l’evento certo.
Se la vc X è degenere allora si ha la convergenza in probabilità ad una costante e vale il seguente risultato:
Un ulteriore tipo di convergenza è definito mediante i momenti del secondo ordine.
Formalmente data una successione di vc e un’altra vc sÂ
se:
Si dice che la successione converge in media quadratica alla vc X e si scrive . Dalla espressione si evince che tale tipo di convergenza si fonda sul fatto che al crescere di n la distribuzione della successione si addensa su quella di X e quindi la vcÂ
diviene degenere.
E’ possibile dimostrare che se allora
e
.
Un criterio molto forte di convergenza è costituito dalla convergenza quasi certa. Formalmente la successione di vc converge quasi certamente all vc
se:Â
e si scrive:Â .
Tale criterio somiglia a quello visto per la convergenza in probabilità ma è molto più forte poiché richiede che esista un a partite dal quale la condizione di vicinanza probabilistica è soddisfatta congiuntamente per tutti gli eventiÂ
Data una successione di vc e un’altra vc sÂ
i legami esistenti tra i diversi tipi di convergenza sono riassunti nello schema in figura, quindi, tanto la convergenza quasi certa che quella in media quadratica implicano la convergenza in probabilità che a sua volta implica quella in distribuzione.
Valori medi di funzioni di vc
Sia una successione di vc eÂ
una successione di costanti tali che la successione possiede il momento secondo e
. Allora esistono il valore medio e la varianza della vc
che sono definite come segue:
Se le vc componenti la successione sono indipendenti ( o quanto meno incorrelate a due a due) allora la vraizna si riduce a:
Pertanto, nel caso di una vc doppia componenti indipendenti si ha:
Dove Cov (X,Y) =0 se X ed Y sono incorrelate
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