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Raffaele Feola » 13.Il Trattato sull'Unione Europea


Il Trattato sull’Unione Europea

A Maastricht agli inizi del 1992 fu portato a compimento, dopo la lunga trattativa, l’impianto dell’Unione. Esso va concepito su te pilastri: la Comunità Europea (CE), la cooperazione su Giustizia e Affari Interni (GAI), Politica Estera e sicurezza comune (PESC).
Il Trattato manteneva l’impianto istituzionale collaudato della Comunità, allargando tuttavia i poteri del Parlamento attraverso una nuova definizione dei compiti di codecisione. Il Trattato tuttavia andava oltre nell’indicare gli obiettivi dell’Unione. Gli Stati sottoscrittori si impegnavano a realizzare uno spazio senza frontiere interne, ritenuto indispensabile per lo sviluppo economico e sociale ma soprattutto convenivano sulla necessità di giungere all’unione monetaria ed alla realizzazione della moneta unica. Si conveniva inoltre sul principio della cittadinanza europea e della sussidiarietà.
Il Trattato tendeva nel complesso a razionalizzare le competenze assunte nel tempo dalla Comunità e a realizzarne di nuove: le materie erano quelle della sanità, dell’istruzione, della tutela dei consumatori e dell’ambiente, delle grandi reti di comunicazione.

Firma del Trattato di Maastricht

Firma del Trattato di Maastricht


Il Trattato sull’Unione Europea

La complessità delle trattative intergovernative che portarono alla stesura degli accordi risulta evidente dalla diversità delle posizioni di partenza e dalla difficoltà del compromesso. Ciononostante si può ritenere cha la conclusione fu di una notevole rinuncia degli Stati a frazioni di sovranità nazionale, con particolare riguardo alla politica monetaria. I dodici, sia pure con grandi differenze tra loro, orientarono decisamente l’Europa verso una sempre maggiore integrazione europea e ad un processo di avvicinamento dei popoli alle nuove istituzioni. Un passo ampio e coraggioso. Anche troppo se si riflette sul difficile percorso che dovettero affrontare le diverse ratifiche: se quelle ottenute attraverso il voto parlamentare furono relativamente semplici, non altrettanto può dirsi per quelle che vennero richieste direttamente ai cittadini chiamati ad esprimersi attraverso il referendum. Ciò riguardò l’Irlanda, la Danimarca e la Francia. Nel primo caso si superò agevolmente la prova elettorale; in Danimarca invece il popolo si espresse contro il Trattato. Ciò portò ad una vera crisi del processo unitario, che incoraggiò la tradizionale politica inglese superata con le previsioni di alcune deroghe ad Trattato specie in materia monetaria e di cittadinanza europea.

L’Europa dei Dodici

L'Europa dei Dodici


Il Trattato sull’Unione Europea

In cambio la Danimarca si impegnava a convocare un nuovo referendum, che in effetti, tenutosi nel giugno 1993, sancì l’adesione dei danesi al Trattato col 56% dei consensi.
Le vicende danesi, ma soprattutto la campagna di opposizione portata in Francia dai partiti di destra e di estrema sinistra al Trattato misero in difficoltà l’intera Unione. Alla fine l’adesione passò in Francia di strettissima misura. Ma non per questo in Europa le voci contrarie al Trattato tacquero: in Inghilterra, ma anche in Germania. Quest’ultima ratificò il Trattato dopo aver superato a fatica gli ostacoli posti da numerosi ricorsi presentati davanti alla Corte Costituzionale tedesca. Tali ricorsi ritenevano lesi i diritti fondamentali dei cittadini tedeschi e violate le competenze dei Lander. Alla fine e non senza problemi la Suprema Corte tedesca respinse i ricorsi eliminando l’ultimo impedimento alla ratifica ed alla entrata in vigore del Trattato nell’Unione Europea (TUE).
Dopo un lungo travaglio nasceva il 1° novembre 1993 l’Unione Europea con il viatico di un Trattato estremamente ricco e complesso: 252 articoli, 17 protocolli e 31 dichiarazioni. Si tratta di un imponente corpus normativo percorso e vivificato dal recupero di una forza politica e culturale unitaria dalle profonde radici, che aveva saputo sopravvivere alle innumerevoli difficoltà di quaranta anni e più di prove e di discussioni.

Il Trattato sull’Unione Europea

Principi che avevano generato una vera e propria dottrina europeistica, cui non poco aveva contribuito la giurisprudenza della Corte di Giustizia.

Le istituzioni europee uscivano da tale dibattito fortemente rafforzate disponendo peraltro del motore del Consiglio Europeo come organo decisivo di propulsione politica, recuperando almeno parzialmente il fatto che l’Unione si presentava pur sempre come un organismo costituzionalmente anomalo non disponendo di personalità e capacità giuridica propria.

UE

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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