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Matteo Pizzigallo » 14.Il complicato "rebus" Libia


Il Consiglio Nazionale di Transizione

In Libia, dopo la “giornata della collera” del 17 febbraio 2011, la situazione stava inesorabilmente precipitando verso il tremendo buco nero della guerra civile. Per guidare la lotta di liberazione contro il regime di Gheddafi, a Bengasi veniva creato il Consiglio Nazionale di Transizione che, il 5 marzo 2011, si autoproclamava come unico legittimo rappresentante dello Stato libico.

Giornata della collera, manifestazione delle donne

Giornata della collera, manifestazione delle donne


Il Consiglio di Sicurezza

Negli stessi giorni, scesi apertamente a fianco degli insorti di Bengasi, i Governi francese ed inglese (nelle competenti sedi internazionali) si attivavano energicamente per mobilitare il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. E così, dopo le sanzioni, l’embargo e il congelamento dei beni di Gheddafi (deciso dall’UE) e le accuse contro di lui della Corte penale internazionale per la crudele e violenta repressione della rivolta popolare, entrava in azione anche il Consiglio di Sicurezza. Il 17 marzo 2011, il Consiglio di Sicurezza adottava la ben nota risoluzione 1973 che autorizzava la comunità internazionale ad istituire la No-Fly Zone sulla Libia e a prendere “tutte le misure necessarie” a protezione della popolazione civile sotto attacco delle truppe ancora fedeli a Gheddafi.

Toyota Land Cruiser modificate e armate dai ribelli libici

Toyota Land Cruiser modificate e armate dai ribelli libici


Operazione Odissea all’alba

Nel tardo pomeriggio del 19 marzo 2011, i caccia francesi effettuavano i primi raid aerei contro le forze lealiste in marcia verso Bengasi. I raid erano seguiti da ripetuti lanci di oltre cento missili Tomahawk da parte di unità navali americane e inglesi posizionate davanti alle coste libiche. Era dunque incominciata l’operazione “Odissea all’alba”, inizialmente attivata dalla “coalizione dei volenterosi” anglo-franco-americana. Solo quattro giorni dopo, anche per l’insistenza della diplomazia italiana, entrava in azione la Nato che, per l’emergenza libica, attivava l’operazione Unified Protector, assumendone la guida pur in un equilibrato quadro di comando condiviso e concertato, in parallelo, con i vari comandi militari degli Stati impegnati e con una sorta di direttorio politico ristretto.

Mappa della strategia d’attacco dell’operazione Odissea all’alba

Mappa della strategia d'attacco dell'operazione Odissea all'alba


Operazione Unified Protector

Dal suo canto, il Governo italiano, dopo un iniziale atteggiamento dilatorio di fronte alla scelta anglo-francese (atteggiamento che da un lato aveva rinfocolato le polemiche politiche interne e, dall’altro, aveva suscitato qualche perplessità all’estero) si era ben presto allineato alle posizioni degli Alleati partecipando all’operazione Unified Protector.
Alla fine di agosto, i ribelli riuscivano a “strappare” Tripoli alle forze leali a Gheddafi e questi, a sua volta, il 20 ottobre 2011, veniva ucciso in circostanze drammatiche. Il 31 ottobre 2011, Unified Protector, assolto il compito affidato, terminava la sua missione.

Mappa basi aeree e navali militari

Mappa basi aeree e navali militari


La ricostruzione

Crollato in maniera violenta il regime che da oltre quaranta anni governava il Paese, per la Libia, ancora molto segnata dal rancore e dagli strascichi di una guerra civile particolarmente brutale, iniziava la fase della ricostruzione.
In primo luogo la ricostruzione della convivenza democratica e la ricerca di nuove forme di coesione nazionale difficili da trovare in un Paese caratterizzato dalla costante presenza di forti e potenti legami identitari di appartenenza alle numerose antiche tribù libiche.

Libia’s Trybes. Fonte: Stratfor

Libia's Trybes. Fonte: Stratfor


La ricostruzione economico-sociale

In secondo luogo, la ricostruzione economico-sociale del Paese che passava soprattutto attraverso la riattivazione degli impianti petroliferi in parte danneggiati dalla guerra civile.

Libya’s population and energy production. Fonte: Stratfor

Libya's population and energy production. Fonte: Stratfor


I rapporti italo-libici

Per oltre un secolo, per ragioni antiche e per diverse motivazioni (non tutte di segno positivo), l’Italia, come si è visto nelle precedenti lezioni, ha avuto con la Libia altalenanti rapporti privilegiati in cui non sono mancate, anche in tempi più recenti, (mi riferisco in particolare ad alcuni aspetti specifici del Trattato del 2008) né luci né ombre.
Nei confronti del nuovo Governo libico, l’Italia ha messo in campo un atteggiamento molto flessibile finalizzato a recuperare, con aperto spirito di collaborazione, quel che di positivo era stato costruito in precedenza.

Mustafa Abdel Jalil, in Italia in visita ufficiale il 16 dicembre 2011, ha incontrato l’allora presidente del Consiglio Mario Monti e il presidente della Repubblica  Giorgio Napolitano. Oggetto dell’incontro la decisione comune di riattivare il Trattato di amicizia firmato nel 2008 a Bengasi e sospeso durante il conflitto che ha condotto alla fine del regime di Muammar Gheddafi.

Muammar Gheddafi, in Italia in visita ufficiale il 16 dicembre 2011, ha incontrato l’allora presidente del Consiglio Mario Monti e il presidente della Repubblica  Giorgio Napolitano. Oggetto dell’incontro la decisione comune di riattivare il Trattato di amicizia firmato nel 2008 a Bengasi e sospeso durante il conflitto che ha condotto alla fine del regime di Mu’ammar Gheddafi. Fonte: AgrPress

Muammar Gheddafi, in Italia in visita ufficiale il 16 dicembre 2011, ha incontrato l'allora presidente del Consiglio Mario Monti e il presidente della Repubblica  Giorgio Napolitano. Oggetto dell'incontro la decisione comune di riattivare il Trattato di amicizia firmato nel 2008 a Bengasi e sospeso durante il conflitto che ha condotto alla fine del regime di Mu'ammar Gheddafi. Fonte: AgrPress


La stabilizzazione del sistema politico libico

Nel corso del 2012 proseguiva gradatamente la non semplice stabilizzazione del sistema politico libico resa ancor più complicata, come sempre avviene all’indomani delle guerre civili, dalla ingombrante presenza di vari gruppi di miliziani armati, di diversa matrice e ben poco disponibili a farsi disarmare dal rinato Esercito regolare libico. Comunque, il 7 luglio 2012, avevano luogo le elezioni dei deputati al Congresso Nazionale Generale che doveva sostituire il Consiglio Nazionale di Transizione. L’8 agosto 2012 avveniva il passaggio delle consegne fra il CNT e il Congresso nazionale che, il giorno seguente, eleggeva a maggioranza come suo presidente Mohamed el Magariaf.

HiIlary Clinton ritratta in foto con Mohamed el Magariaf

HiIlary Clinton ritratta in foto con Mohamed el Magariaf


Il nuovo governo libico con Ali Zeidan

Dopo un lungo negoziato, in un clima teso (funestato anche dall’attacco, l’11 settembre 2012 al Consolato americano di Bengasi, in cui perse la vita il diplomatico Chris Stevens), finalmente, il 14 novembre 2012, veniva varato il nuovo governo libico guidato da Ali Zeidan.
Certamente il percorso di definitiva stabilizzazione e normalizzazione del nuovo Stato libico non è ancora ultimato (né poteva essere diversamente, se si tiene conto del breve tempo trascorso dalla fine della guerra civile): sono comunque stati fatti alcuni passi avanti.

Le bandiere della nuova Libia sventolano sugli impianti petroliferi

Le bandiere della nuova Libia sventolano sugli impianti petroliferi


La collaborazione italo-libica

Nelle prossime tappe da raggiungere, la Libia è ben consapevole di poter contare sulla rafforzata collaborazione bilaterale con l’Italia con cui riannodare, gradatamente, i fili di una ritrovata “nuova” amicizia attenta non più solo all’interesse nazionale, ma anche e soprattutto ai diritti umani e al consolidamento della democrazia e della libertà.
In quest’ottica, il 4 luglio 2013 aveva luogo a Roma il primo incontro del presidente del Consiglio Enrico Letta con il premier libico Ali Zeidan. Venivano messe in campo varie specifiche iniziative di cooperazione rafforzata nel comparto energetico, in quello delle grandi infrastrutture. “Da entrambi le parti – precisava il comunicato diffuso al termine del vertice italo – libico – è stata sottolineata l’importanza del livello di collaborazione già in atto e la comune volontà di proseguire e rafforzare ulteriormente i rapporti bilaterali con particolare riferimento ai profili della sicurezza, del contrasto all’immigrazione clandestina e al traffico di esseri umani”.

Letta e Ali Zeidan, conferenza stampa a Palazzo Chigi

Letta e Ali Zeidan, conferenza stampa a Palazzo Chigi


I materiali di supporto della lezione

Articoli di Matteo Pizzigallo pubblicati sulla rivista scientifica trimestrale Gnosis, annata 2011-2013

Rivista scientifica Gnosis

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