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Matteo Pizzigallo » 3.Il mediterraneo e la prima guerra mondiale


Le cause del conflitto

In larga parte provocato dall’insanabile conflittualità interimperialistica anglo-germanica, cui si aggiunsero anche altre cause, come le inarrestabili spinte espansionistiche di alcune nazioni e le forti aspirazioni irredentistiche di altre, il primo conflitto mondiale (iniziato con la dichiarazione di guerra dell’Impero austriaco alla Serbia del 28 luglio 1914) si estese rapidamente a quasi tutte le potenze europee vincolate dalle rispettive alleanze contratte nel tempo.
Da un lato, l’Intesa, la coalizione anglo-franco-russa cui si aggiunsero via via nuovi alleati: l’Italia (1915), la Romania (1916) e Stati Uniti (1917). In particolare, questi ultimi diedero un decisivo contributo soprattutto in termini di mezzi e di risorse finanziarie. Dall’altro, gli Imperi germanico, austriaco e turco cui si aggiunse la Bulgaria.

La prima guerra mondiale


L’assedio di Gallipoli

I Turchi, con un potente dispiegamento di artiglieria, rafforzarono le difese costiere e minarono le acque dei Dardanelli e del Bosforo, chiudendo gli Stretti alla flotta russa bloccata nel Mar Nero. Le potenze dell’Intesa decisero, dunque, d’intervenire.

Dopo un intenso bombardamento navale anglo-francese degli Stretti, ai primi di Marzo 1915, circa 500.000 uomini sbarcarono a Gallipoli, scontrandosi duramente con le forti capacità di resistenza delle armate turche, in parte sottovalutate dai Comandi inglesi.

Alla fine dell’anno, gli alleati furono costretti a far rimpatriare il loro contingente, decimato dai sanguinosi scontri avvenuti nella penisola di Gallipoli.

Artiglieria inglese a Gallipoli

Artiglieria inglese a Gallipoli


Le promesse inglesi

Fallita, almeno per il momento, l’opzione militare, gli inglesi, d’intesa con gli Alleati, per colpire al cuore l’Impero turco, adottarono una spregiudicata strategia politico-diplomatica, non priva di forti elementi di ambiguità. Gli inglesi fecero leva sulle aspirazioni all’indipendenza e sulle forti ambizioni personali dell’emiro dell’Higiaz Hussein, capo degli Hascemiti, una delle più antiche famiglie dell’aristocrazia araba e insofferenti della lunga dominazione turca.

In cambio della proclamazione della rivolta contro il Sultano di Istambul delle tribù beduine che avrebbero partecipato alla lotta armata, i diplomatici inglesi promisero all’ambizioso Hussein la creazione, sotto la sua corona, di un grande regno arabo indipendente, dalla Penisola arabica alla Mesopotamia ed alla Siria.

Hussein Emiro dell’Hijaz

Hussein Emiro dell'Hijaz


Lawrence D’Arabia

Il 26 giugno 1916, Hussein proclamò la rivolta araba e chiamò i capi delle tribù del deserto alla “guerra santa” contro i turchi. I ribelli arabi guidati dagli stessi figli di Hussein, Alì, Faysal e Abdallah (bisnonno dell’attuale re di Giordania) contribuirono in maniera significativa alle operazioni militari contro i turchi, alleggerendo impegno e compiti degli eserciti alleati. Sul fronte arabo un ruolo importante fu svolto da un ufficiale dell’ Intelligence inglese Thomas Lawrence destinato a diventare molto famoso e la cui vita, a metà tra storia e leggenda, sarebbe stata poi raccontata nell’omonimo celebre film del 1962 vincitore di ben 7 Oscar.

Lawrence D’Arabia

Lawrence D'Arabia


Hussein

Mentre Hussein si accingeva alla rivolta, sognando il grande regno indipendente fino alla Siria ed alla Mesopotamia promesso dagli Inglesi, questi ultimi, in maniera molto spregiudicata, violando deliberatamente gli impegni assunti con gli Arabi, sottoscrivevano, all’insaputa anche degli altri alleati Europei (tra cui l’Italia) una serie di accordi segreti con la Francia noti come Accordi Sykes- Picot (dal nome dei due negoziatori) ratificati nel maggio del 1916. In forza di questi accordi segreti, gli Inglesi ed i Francesi si dividevano il controllo proprio di quegli stessi territori che avrebbero dovuto formare il regno arabo promesso. In estrema sintesi, Libano e Siria alla Francia, Mesopotamia all’Inghilterra.
A complicare ulteriormente la già intricata rete di accordi volti ad “imbrigliare” sotto il controllo anglo- francese (sia pur con modalità da stabilire in seguito al termine del conflitto) i vasti territori già promessi agli Arabi, si aggiungeva una nuova mossa del Governo di Londra. Infatti, nel tentativo di associare allo sforzo bellico occidentale anche le organizzazioni dei movimenti sionisti, il Ministro degli esteri britannico Lord Balfour il 2 novembre 1917 dichiarò che il Governo di Londra vedeva “con favore lo stabilirsi in Palestina di una Sede nazionale per il popolo ebraico”.

Il generale britannico Allenby

Il 12 dicembre 1917 il generale britannico Allenby alla testa di un contingente interalleato entrava a Gerusalemmme posta sotto il controllo dell’amministrazione militare. Il 18 settembre 1918 Allenby riprendeva l’offensiva contro i Turchi e, il mese successivo, conquistava Damasco e Beirut.
Il 30 ottobre 1918 sulla nave inglese Agamennon ancorata nel porto di Mudros i plenipotenziari turchi firmarono l’armistizio con gli Alleati. Ma per i Paesi arabi il peggio doveva ancora incominciare.

Generale Britannico Allenby

Generale Britannico Allenby


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