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Elvira Chiosi » 3.Le scoperte geografiche


Le scoperte geografiche

  • Le esplorazioni geografiche con la scoperta del Nuovo Mondo rivestono una importanza capitale, sempre più evidente nel corso dei secoli, non solo sul piano economico ma anche come scoperta della complessità e ribaltamento nella “cognizione della terra” (F. Guicciardini)
  • L’economia europea incominciò ad assumere una dimensione platenaria-globale, le cui ripercussioni si sentirono anche negli equilibri e nelle lotte per l’egemonia nel vecchio continente.
  • Allora ebbe inizio il mondo globalizzato di cui oggi è più forte la percezione.

I presupposti delle scoperte geografiche I

Le scoperte geografiche furono rese possibili alla fine del XV secolo dai contatti sempre più frequenti degli Europei con altri continenti e da una complessa serie di fattori:

  • Economici
    • L’accresciuta domanda di oro spinge alla esplorazione delle coste africane da cui si prelevano anche avorio e, sempre più numerosi, gli schiavi.
    • La necessità di trovare nuove vie per il commercio delle spezie con l’Oriente diventa più urgente con il logorarsi dei rapporti con la dinastia Ming in Cina.
    • La presenza dei Turchi ostacola i traffici nel Mediterraneo.
  • Politici
    • L’unificazione territoriale e la formazione degli Stati moderni rendono possibili investimenti a lunga scadenza e l’adozione di una politica mercantilistica delle monarchie europee (es. finanziamento delle imprese di Colombo dopo la presa di Granada).

I presupposti delle scoperte geografiche II

  • Culturali
    • Il progressivo affermarsi dell’ipotesi eliocentrica, nonostante le resistenze della cultura ufficiale.
    • Paolo Toscanelli, geografo fiorentino, sostenitore della sfericità della terra e della possibilità di raggiungere le Indie dalle coste atlantiche dell’Europa, attraversando l’oceano, era corrispondente di Cristoforo Colombo, cui aveva fornito fin dal 1474 una carta nautica.
  • Tecnici
    • Le conoscenze tecniche, anche quelle della vita marittima, si sviluppavano fuori del sapere universitario (dissociazione teoria/pratica): i marinai possedevano strumenti empirici per la navigazione come bussola, quadrante nautico, balestrigia che facilitavano il calcolo della latitudine in mare.
    • Già prima che apparisse la caravella (barca che rispondeva alle esigenze della navigazione oceanica) in Spagna e in Portogallo si erano preparate le condizioni per le esplorazioni geografiche.

Le conseguenze delle scoperte geografiche I

  • Politiche
    • La costruzione degli imperi coloniali diventa terreno di scontro tra le potenze europee.
    • Si sviluppano differenti modelli di colonizzazione.
  • Economiche
    • Si apre un ciclo economico nuovo caratterizzato da:
      • afflusso di oro e di argento nella madrepatria;
      • tendenza a spostare il centro di gravità dei traffici dal Mediterraneo all’Oceano;
      • monopolio regio del commercio;
      • importazione di nuovi prodotti in Europa (mais, patate) e conseguente trasformazione delle abitudini alimentari;
      • organizzazione del sistema creditizio e bancario;
      • incremento del commercio degli schiavi per la manodopera.

Le conseguenze delle scoperte geografiche II

Culturali e religiose

  • Crisi dell’identità culturale dell’Europa che interviene nelle interpretazioni dei fatti nuovi, reagendo ad essi: “l’Europa scopre se stessa” (Elliott).
  • Origine di quello che sarebbe stato il mito del buon selvaggio settecentesco. Colombo descrive i selvaggi miti, belli, facili da convertire. Nella cultura occidentale si incomincia ad associare a questi l’idea di rappresentare l’immaginario stato di natura (ingiunzione/dichiarazione di sovranità letta dai conquistadores agli indigeni).
  • Evangelizzazione attraverso l’opera dei missionari e istituzione del requerimiento nei possedimenti spagnoli.

Il colonialismo portoghese I

a) Presupposti

Il Portogallo costituisce il primo grande impero coloniale grazie ad alcuni fattori determinanti:

  • posizione geografica di avamposto sull’Atlantico;
  • precoce unità nazionale, già realizzata nel XIII secolo. La dinastia Aviz, in particolare il re Enrico detto il Navigatore, sensibile alle esigenze dei ceti mercantili, adotta una politica di potenziamento del settore navale e crea una scuola specializzata per piloti e navigatori;
  • presenza di una forte tradizione di riconquista: lotta ai mori;
  • l’insufficienza delle risorse agricole e la ricerca di oro e merci spinge alle esplorazioni geografiche.

Il colonialismo portoghese II

c) Caratteri

  • Impero eterogeneo costruito grazie alla superiorità navale e militare, ad una popolazione legata alle attività marinaresche e ad una nobiltà desiderosa di conquiste.
  • Impero più di rotte che di terre: costruzione di porti e fortezze in punti strategici per gli scambi e creazione di empori come snodi di una rete di gestione del commercio.
  • Modello istituzionale duttile che applica le leggi della madrepatria attraverso governatori: in Brasile dodici Capitanerie vengono affidate ai donatarios con compito di governo e di difesa militare del territorio, affiancati dalle missione gesuitiche

d) Limiti

  • incapacità di coordinare politicamente grandi terre e di investire i profitti in attività diverse dalla difesa;
  • assenza di un programma per monopolizzare i traffici.

Il colonialismo spagnolo I

Presupposti

  • Matrimonio di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona (1469) e unificazione territoriale (1479);
  • presa di Granada (1492) e fine della guerra contro gli arabi;
  • stretto legame tra religione politica ed economia nella concezione dei sovrani;
  • aumento demografico e sovrappopolazione delle zone più fertili;
  • necessità di metalli preziosi per acquistare merci e manufatti;
  • ricerca di una nuova via per raggiungere le Indie.

I viaggi di Colombo

  • Il re del Portogallo, Giovanni II, non finanzia il progetto presentatogli da Cristoforo Colombo, non persuaso della fondatezza e disinteressato ad investimenti al di fuori della strategia di espansione africana.
  • Isabella di Castiglia approva la proposta, concede a Colombo il titolo di ammiraglio, viceré e governatore delle terre eventualmente scoperte.
  • Colombo con tre caravelle approda a San Salvador il 12 ottobre 1492 (è la scoperta dell’«Otro Mundo»). Con tre spedizioni successive (1493, 1498, 1502) gli spagnoli raggiungono il Messico, le coste dell’America Latina, l’Honduras.

Il colonialismo spagnolo II

La spartizione del globo

  • Con la Bolla Inter coetera il papa Alessandro VI Borgia legittima la conquista spagnola, ma il Portogallo non accetta i termini della decisione papale e avvia negoziati volti a garantire l’espansione portoghese.
  • Il Trattato di Tordesillas (1494), che stabilisce la spartizione dell’ecumene extra europeo, per mezzo di un meridiano (la rraya), in 2 zone: spagnola (ovest) e portoghese (est), evidenzia la crisi del papato e l’ascesa del prestigio delle monarchie.

Il colonialismo spagnolo III

Le tappe della conquista

  • 1492-1520: conquiste caraibiche della Giamaica, Portorico e Cuba; esplorazione dello Yucatán; iniziative volte al consolidamento dei diritti della Corona (Casa de Contractaciòn, 1503).
  • 1519: spedizione di Cortés in Messico (sottomette gli Aztechi).
  • 1522: spedizione di Pizarro in Perù (1533: conquista di Cuzco, capitale dell’Impero Inca).
  • 1540: conquista del Cile.
  • 1550: conquista della Bolivia e della regione del Rio de la Plata.

Il colonialismo spagnolo IV

I caratteri

  • Controllo militare ed economico grazie alla fondazione di città.
  • Genocidi e sfruttamento delle popolazioni indigene con conseguente distruzione delle loro identità.
  • La presenza tra i Conquistadores di soldati, avventurieri, agricoltori, attirati dal miraggio dell’oro e di missionari spinti alla conquista delle anime influenzò la colonizzazione.
  • Furono favorite le immigrazioni dall’Europa e si fece ricorso alla deportazione di schiavi dall’Africa.

Il governo delle colonie

  • Organismi che affiancavano il sovrano
    • In Spagna: Consiglio delle Indie, Casa di Contractaciòn a Siviglia (cause civili e penali per commercio e controllo navigazione).
    • Nelle colonie: i vicereami della Nuova Spagna e del Perù:
      • giudici per le circoscrizioni giudiziarie = (audiencias);
      • vescovi (22 diocesi) e prelati.

Creazione dell’encomienda: adattamento di un istituto spagnolo simile al feudo, ma non ereditario. Le terre venivano date in commenda (godimento) ad un colono che esigeva tributi e prestazioni in danaro.

Il colonialismo spagnolo V

Le cause della rapida distruzione delle popolazioni autoctone

  • Notevole superiorità tecnologica degli europei dotati di armi da fuoco, balestre, corazze impenetrabili per le armi in dotazione agli indigeni, e forniti di cavalli che consentivano potenza e mobilità ad essi sconosciute.
  • Assenza di difese contro le malattie portate dai conquistadores.
  • Distruzione del sistema economico e culturale realizzata tramite la sottomissione e il brutale sfruttamento delle popolazioni autoctone.

I limiti dell’imperialismo spagnolo

  • La Spagna sceglie la via della rendita coloniale.
  • I ceti dirigenti appaiono generalmente restii agli investimenti ed orientati verso gli impieghi nella burocrazia e nell’esercito.

L’America e la coscienza europea del Cinquecento

  • La conquista del Nuovo Mondo innescò un ampio dibattito negli ambienti colti del vecchio continente, investendo in pieno la coscienza europea, al di là delle differenze di accentuazione tra paese e paese.
  • Juan Gines de Sepulveda sostenne in un’opera del 1547 la tesi dell’esistenza di uomini schiavi per natura, giustificando in tal senso tutto l’operato dei conquistadores.
  • Bartolomeo de Las Casas prese posizione in difesa degli indigeni d’America, riconoscendone la validità degli ordinamenti economici e politici, del modello di società e delle virtù morali (Brevissima relazione sulla distruzione delle Indie).

I materiali di supporto della lezione

R. Romeo, Le scoperte americane nella coscienza italiana del Cinquecento, Laterza, 1989

Guicciardini, Conseguenze della scoperta dell'America

Requerimiento

Il Podcast della lezione

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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