Una corrente i variabile nel tempo, che circola in una bobina, crea un campo induzione magnetica B variabile nel tempo e quindi una FEM indotta εi nella bobina i cui effetti tendono a contrastare la causa che ha prodotto la FEM indotta.
Il fenomeno è quello dell’auto-induzione, illustrato in figura, dove L è il coefficiente di autoinduzione della bobina, detto anche induttanza.
La FEM indotta nella bobina può anche esprimersi come in fig. 1, dove:
Φ è il flusso del campo induzione magnetica B attraverso l’area di una spira della bobina, N il numero delle spire, come indicato in fig. 2.
L’induttanza L è una misura del flusso del campo di induzione magnetica (per unità di corrente) concatenato alla bobina.
Fenomeno che accade quando una corrente variabile i1 circola in una bobina L1 ed induce una FEM indotta ε2 in una bobina L2 che si trova nelle vicinanze
La FEM indotta in una delle bobine è proporzionale alla variazione di corrente nell’altra, come indicato in figura.
ML1→L2 (ML2→L1) è il coefficiente di mutua induzione della bobina L2 (L1) dovuta alla corrente i1 (i2) nella bobina L1 (L2)
I trasformatori sfruttano la mutua induzione per trasformare tensioni alternate prodotte nelle centrali elettriche in tensioni adatte per la distribuzione.
Il campo B del segnale e.m. è variabile e provoca una variazione di flusso e genera nella bobina dell’antenna generando una f.e.m. proporzionale al segnale ricevuto.
La variazione di flusso del campo B nella base della piastra genera una f.e.m. che fa circolare corrente nella pentola di metallo che si riscalda per effetto Joule.
All’interno di un anello di ferrite su cui è avvolta una bobina sonda è confinato un campo induzione magnetica B il cui valore, in condizioni di funzionamento normale, è nullo.
Se, per una malfunzionamento di un elettrodomestico, la corrente che da esso va all’interruttore cambia improvvisamente, allora anche il valore di B cambia e la f.e.m. così indotta nella bobina sonda aziona un interruttore che interrompe il flusso di corrente nell’elettrodomestico.
Le vibrazioni delle corde “pizzicate” sono rilevate da appositi trasduttori formati da bobine fisse avvolte intorno a piccoli magneti cilindrici posti vicino alle corde.
Il moto delle corde di metallo determina una variazione del flusso del campo magnetico attraverso le bobine e quindi una variazione della corrente indotta nelle spire che viene trasmessa all’amplificatore per ottenere una varietà di suoni.
Il moto del nucleo di ferro magnetizzato causa una variazione di flusso del campo B attraverso la bobina di lettura. La f.e.m. in essa indotta è quindi inviata al circuito amplificatore.
Le variazioni di pressione dell’aria fanno vibrare una membrana solidale ad una bobina avvolta intorno ad una magnete, provocando variazioni di flusso di B. La f.e.m. indotta nella bobina è inviata all’amplificatore.
In una bobina che circonda il torace ed in cui circola corrente, l’area delle spire cambia a causa della espansione e contrazione del torace dovute al respiro. Si genera quindi una corrente indotta.
Se il respiro si interrompe, la corrente indotta si annulla e suona un allarme.
Le immagini nelle slide 1 e 2 sono tratte dal testo Halliday-Resnick-Walker.
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