Il corso, strutturato in 21 lezioni, è un’introduzione allo studio dell’astrofisica stellare.
In particolare, verranno trattati i seguenti argomenti:
In questa lezione introduttiva:
L’astronomia è certamente la più antica fra le scienze (Domanda: per quale ragione?).
E’ una scienza osservativa, piuttosto che sperimentale. Il laboratorio dell’astronomo è il cosmo, dove tutti gli esperimenti sono già confezionati e non modificabili dall’uomo.
Strettamente legata a tutte le scienze della natura e ad altre discipline quali la filosofia, è connessa con l’estetica e con la religione, ma anche con la superstizione.
Storicamente, si sviluppò per servire l’astrologia e per aiutare gli uomini nella vita quotidiana (ad esempio, nella misura del tempo e agricoltura).
Il concetto stesso di scienza nasce con l’astronomia: fu infatti la periodicità dei moti planetari a suggerire la possibilità di costruire modelli matematici (geometrici, in effetti) per prevedere i fenomeni naturali.
Domande: come definiresti la “scienza”? Che vuol dire modello, predizione, falsificazione?
L’astrofisica è quel ramo della fisica che tratta dei corpi celesti.
L’assunzione fondamentale di questa nuova scienza, nata alla fine del XIX secolo (quindi una scienza tra le più giovani), è l’unità dell’universo fisico: un convincimento maturato lentamente a partire dall’intuizione newtoniana di una forza unica per interpretare la gravità terrestre e le orbite dei pianeti, in contrapposizione con la distinzione aristotelico-tomista fra il mondo sublunare, corruttibile e imperfetto, e quello celeste, perfetto e senza tempo.
L’astrofisica classica include lo studio delle proprietà fisiche: luminosità, densità, temperatura e composizione chimica, di oggetti quali pianeti, stelle, galassie, mezzo interstellare, e le loro reciproche interazioni.
Quando lo studio riguarda scale più grandi di quella di ogni sistema gravitazionalmente legato, l’astrofisica diventa cosmologia: studio dell’universo nelle sue proprietà medie d’insieme.
Vedremo ora alcuni esempi di oggetti e fenomeni osservabili guardando al cielo notturno con strumentazione per raccogliere l’informazione che poi deve essere opportunamente elaborata.
Oggetti e fenomeni che richiedono una spiegazione fisica, inserita in uno scenario coerente e unitario.
Gas e nuove stelle: costellazione di Orione (centro-destra) e ammasso delle Pleiadi (alto-sinistra). Davanti le antenne di ALMA. Fonte ESO.
Formazione stellare in IC 2944, una Nebulosa della Via Lattea, fotografata dal Very Large Telescope. Fonte ESO.
Antico ammasso di stelle nella costellazione del Centauro, fotografato dal VLT Survey Telescope (VST). Fonte ESO.
Cento miliardi di stelle, tanta polvere e gas nella galassia spirale NGC 253, vista con il VST. Fonte ESO.
Sinteticamente, potremmo elencare i seguenti scopi:
Vediamo forse il primo esempio della simbiosi tra Astronomia e Astrofisica, in una classica applicazione della Meccanica e della Teoria della Gravitazione di Newton al Sistema Solare.
La Meccanica Celeste (classica o relativistica) è quel settore della meccanica generale (e razionale) che si occupa del moto dei corpi celesti sotto l’azione della mutua interazione gravitazionale (e non solo, ma per ora ci basta).
Newton aveva ricavato le sue tre leggi (su inerzia, forza, e azione e reazione) guardando alla Terra. Poi, guardando ancora alla Terra (la famosa mela) e al cielo (leggi di Keplero sui moti planetari), le aveva applicate al moto dei pianeti riuscendo a costruire traiettorie e leggi orarie in accordo con le osservazioni.
L’approccio descritto nei Philosophiae Naturalis Principia Mathematica divenne il banco di prova del genio dei matematici e dei fisici del Sette e dell’Ottocento, dando vita per l’appunto a una disciplina che raggiunse l’apice del successo con la scoperta a tavolino del pianeta Nedttuno.
Nel Novecento l’ambito di applicazione della Meccanica Celste si è ampliato ai sistemi stellari costituiti da pochi corpi e soprattutto alla navigazione spaziale.
Domanda: se i corpi sono molti, a quale disciplina si ricorre?
La prima applicazione della Meccanica Celeste, che è anche storicamente la più importante, è al Sistema Solare.
Essa descrive e predice i moti di corpi come pianeti, satelliti naturali, asteroidi e comete, ma anche di corpi artificiali, fabbricati dall’uomo, come le sonde interplanetarie (si veda, a titolo d’esempio, il caso recente della missione Rosetta dell’ESA).
Disciplina di taglio prevalentemente matematico, viene applicata anche a piccoli sistemi stellari: binarie, sistemi multipli, ammassi poverissimi.
Deve la propria fortuna al fatto che non esiste soluzione esatta al cosiddetto problema degli N corpi (o punti materiali).
Questo problema richiede la soluzione di equazioni differenziali del tipo:
,
dove è la massa del generico punto
.
Per non esistono soluzioni analitiche. E’ allora indispensabile sviluppare metodi approssimati: uno scoglio da cui è nata la gran parte dell’analisi matematica dell’Ottocento.
Ulteriori, serie complicazioni conseguono al rilascio dell’ipotesi sulla natura puntuale dei corpi, all’introduzione di fenomeni dissipativi non gravitazionali e degli effetti relativistici.
Lo scopo di questo corso è un’introduzione allo studio della fisica delle stelle. Una stella può essere schematizzata come una sfera di gas, per lo più idrogeno, mantenuta in equilibrio dal contrasto fra la forza di gravità e la pressione.
Messo così, sembrerebbe un problema facile. E invece, per comprendere la struttura e l’evoluzione di questo semplice sistema fisico è necessario conoscere e adoperare i risultati e gli strumenti forniti da molte altre discipline come:
A questo elenco si devono aggiungere l’astronomia e la moderna tecnologia astronomica, necessarie a raccogliere i dati con l’osservazione puntuale o sistematica del cielo, e l’informatica che spesso serve per ridurre i dati medesimi e aiuta persino ad interpretarli (data mining).
2. Grandezze osservabili: luminosità e distanza delle stelle
3. Grandezze osservabili: gli spettri
6. La struttura delle stelle - Parte Prima
7. Struttura delle stelle - Parte Seconda
8. Struttura delle stelle - Parte terza
9. Profondità ottica e trasferimento radiativo
10. I processi nucleari nelle stelle
12. Il Sole
15. Evoluzione stellare post-sequenza principale
16. Evoluzione post Sequenza Principale - Parte Seconda
18. Il destino delle stelle massive: le supernovae
19. Le nane bianche
21. I buchi neri
A.C. Phillips: Physics of Stars, Wiley & Sons, 1999, pp. 262
D.A. Ostlie & B.W. Carroll: An Introduction to Modern Stellar Astrophysics, Addison-Wesley, 1996, pp. 752
G.B. Rybicki & A.P. Lightman: Radiative Processes in Astrophysics, Wiley Interscience, 1985, pp. 400
G.W. Collins II, The Fundamentals of Stellar Astrophysics
J. Binney & M. Merrifield: Galactic Astronomy, Princeton University Press, 1998, pp. 796
J. D. Jackson: Classical Electrodynamics, John Wiley & Sons, 1998, pp. 832
P. Lena et al.: Observational astrophysics, Springer-Verlag, 1998, p. 512
Vittorio Castellani, Fondamenti di Astrofisica Stellare