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Aniello Murano » 6.Ordinamenti parziali completi, funzioni continue e minimi punti fissi


Riassunto delle lezioni precedenti

  • Prima Lezione: Introduzione e motivazioni del corso; Sintassi e semantica di ARITHM.
  • Seconda lezione: Sintassi e semantica operazionale del linguaggio imperativo IMP.
  • Terza lezione: Tecniche di prova per induzione (su IMP).
  • Quinta lezione: Definizione induttiva di domini (per IMP).
  • Occupiamoci adesso di semantica denotazionale.
  • Prima introduciamo alcuni concetti matematici basilari.
  • Ordinamenti parziali completi, funzioni continue e minimi punti fissi.
  • Nella prossima lezione, mostreremo una semantica denotazionale per il linguaggio IMP e la sua equivalenza con la semantica operazionale.

Introduzione

  • La semantica operazionale mostra come possono essere utilizzati (eseguiti) i vari costrutti di linguaggio.
  • Essa interpreta i programmi come diagrammi di transizione, con azioni che permettono di muoversi tra i vari stati.
  • Queste strutture descrivono il comportamento di un programma, ma non permettono di definire completamente il suo significato (il significato è trasferito in un altro linguaggio).
  • Potremmo definire una semantica operazionale come una formalizzazione matematica di qualche strategia di implementazione del programma.

Semantica denotazionale

  • La semantica denotazionale cerca di catturare il significato interno di un programma piuttosto che la strategia di implementazione. Per questo motivo è più astratta di quella operazionale ed è indipendente dalla macchina su cui si lavora.
  • Questa semantica mappa un linguaggio in un modello matematico astratto (invece di utilizzare regole operazionali), in modo tale che il valore di un programma composto è determinabile direttamente dai valori delle sue singole parti.
  • In pratica, ad ogni frase del linguaggio viene associata una denotazione (significato) come funzione delle denotazioni delle sue sottofrasi.
  • Ne consegue che in alcuni casi la semantica di una frase è il minimo punto fisso di una funzione opportunamente definita.

Strumenti matematici opportuni

  • Lo spazio matematico solitamente utilizzato dalla teoria denotazionale della semantica dei linguaggi di programmazione è quello degli insiemi parzialmente ordinati (domini).
  • Esempi di tali oggetti sono le funzioni parziali, unitamente ad un ordinamento parziale che permette di definire un concetto di approssimazione o di contenimento di informazione tra gli oggetti. Per esempio f · g può indicare che g si comporta come f su tutti i valori in cui quest’ultima è definita.
  • Esistono elementi del linguaggi la cui denotazione dipende dalla soluzione di equazioni ricorsive (come per il comando while di IMP). Vedremo che una soluzione per tali equazioni è data dal minimo punto fisso di un insieme completo parzialmente ordinato.

Ordinamento Parziale

  • Un ordinamento parziale (p.o.) è una coppia (P, v), dove P è un insieme di elementi e v è una relazione binaria su P che sia:
    • riflessiva: per ogni p in P, p v p;
    • transitiva: Per ogni p, q, r in P, se p v q Æ q v r allora p v r;
    • antisimmetrica: Per ogni p, q in P, se p v q Æ q v p allora p = q
  • Esempi di insiemi parzialmente ordinati:
    • (Z, ·), dove Z è l’insieme dei numeri interi e · è il solito ordinamento
    • (2S, µ), dove 2S denota l’insieme delle parti di S, (spesso scritto come P(S), o Pow(S)
  • Esempi di insiemi non parzialmente ordinati:
    • (Z, <) non è un p.o. perché < non è riflessiva;
    • (Z, v), dove m v n , |m| · |n|, non è un p.o. perché v non è antisimmetrica: -1 v 1 e 1 v -1, ma -1 ≠ 1.

Ordinamento Parziale Completo

  • Dato un ordinamento parziale (P, v) e un sottoinsieme X µ P, allora p è un upper bound (maggiorante) di X sse 8 q 2X, q v p.
  • Si dice che p è un least upper bound (minimo maggiorante, lub) di X se:
    • p è un upper bound di X;
    • Per ogni upper bound q di X, p v q;
  1. Un lub di un sottoinsieme X di un p.o. è anche indicato con tX
  • Una catena di un p.o. (P, v), è una sequenza d0 v d1 v … v dn, il cui lub è dn (un insieme finito totalmente ordinato è una catena).
  • Una ω-catena di un p.o. è una catena infinita. Anch’essa può avere un lub e sarà indicato con (intuitivamente, l’elemento limite della catena
  • Un p.o. (P, v) è un ordinamento parziale completo (c.p.o.) se tutte le sue ω-catena hanno un lub
  • Un c.p.o. (P, v) è con elemento minimo se esiste un elemento ? 2 P tale che 8 q 2 P, ? v q

Esempi di c.p.o.

  • (2S, µ) è un c.p.o., ed il minimo upper bound (lub) per la catena di tutti gli elementi di 2S è proprio S (∪ = t).
  • (N, ·) non è un c.p.o. perchè N non ha un lub. Se invece consideriamo (N [ 1 , ·), questo è un c.p.o dove il lub è 1.
  • ([0,1], ·) è un c.p.o. dove [0,1] è l’intervallo continuo chiuso di reali e 1 è un lub per catene infinite. Si noti come ([0,1), ·) non è un c.p.o.. Infatti, non esiste un lub per la catena infinita, 1/2, 2/3, 3/4... che ha per limite 1 ∉ [0,1).
  • Se (P, v) è un c.p.o. lo è anche (P, w)?
  • No, perché (P, w) potrebbe non avere un lub. Per esempio, ((0,1], ·) è un c.p.o. con lub 1, mentre ((0,1], ¸) non ha un lub. Infatti, non esiste un lub per la catena infinita, 1/2, 1/3, 1/4… che ha per limite 0 ∉ (0,1].

Funzioni monotone e continue

  • Siano (D, v) e (E, v) due c.p.o. Una funzione f: D ! E si dice monotona sse preserva il seguente ordine:

8 d,d’ 2 D. d v d’ ) f(d) v f(d’)

  • La funzione f si dice continua se e solo se è monotona e per ogni catena d0 v d1 v … v dn v … contenuta in D vale: vedi figura
  • Come vedremo, questa formulazione è molto utile per calcolare il minimo punto fisso di una funzione.

Punto fisso

  • Sia (D, v) un c.p.o. e f: D ! D una funzione continua. Un punto fisso di f è un elemento d 2 D tale che f(d) =d.
    • La funzione polinomiale sui numeri reali f(x) = x2 – 3x + 4 ha punto fisso e precisamente f(2) = 2.
    • La funzione f(x)=x+1 non ha punto fisso sui reali perché x non è mai uguale a x+1, per qualsiasi numero reale x.
  • Un pre-punto fisso di f è un elemento d 2 D tale che f(d) v d.
  • Una funzione può avere più punti fissi.
  • Thm[Kleene]: Una funzione continua su un c.p.o. ha sempre un punto fisso.
  • Per essere precisi, anche una funzione monotona su un c.p.o ammette punto fisso, ma se la funzione è anche continua allora abbiamo un algoritmo per calcolare il punto fisso, come vedremo nelle prossime diapositive.

Intermezzo: Stephen Cole Kleene [1909-1994]

  • Kleene è un matematico americano.
  • Nato a Hartford, Connecticut(USA), si laureò nel 1930.
  • Dal 1930 al 1935, fu assistente ricercatore all’università di Princeton, dove ricevette il dottorato in matematica nel 1934, supervisionato da Alonzo Church.
  • Da 1935 lavorò all’ università di Winsconsin-Madison dove predispose le fondamenta dell’informatica teorica.
  • Kleene è noto per la fondazione del ramo della logica matematica conosciuta come teoria della ricorsione, insieme con Alonzo Church, Kurt Godel, Alan Turing ed altri, e per aver inventato le espressioni regolari.
  • Fornendo metodi per determinare quali problemi sono risolvibili, il suo lavoro portò allo studio di quali funzioni fossero calcolabili.
  • Tra le altre cose, l’algebra di Kleene, la star di Kleene, il teorema di ricorsione di Kleene ed il teorema di punto fisso di Kleene sono stati chiamati così in suo onore.

Teorema del Punto fisso

  • Sia (D, v) un c.p.o. con minimo ? e f: D ! D una funzione continua. Allora si ha che:
    • ? v f(?) perché ? v x per ogni elemento x 2 D (e di f(D) )
    • f(?) v f(f(?)) perché f è monotona e vale la riga precedente.
    • f(f(?)) v f(f(f(?))) per lo stesso motivo di prima e così via
  • Sia fn+1(?) = f (fn(?)).
  • ? v f(?) v f2(?) v f3(?)… è una catena in D
  • Sia allora vedi figura
  • Teorema: fix(f) è il minimo punto fisso di f, cioè, fix(f) è un punto fisso di f ed è il suo minimo pre-punto fisso (cioè, il minimo punto fisso di f è il least upper bound della catena).
    • In simboli: (1) f(fix(f))=fix(f) e (2) se f(d) v d allora fix(f) v d.

Teorema di punto fisso II


Teorema di punto fisso III


Osservazioni

  • A questo punto abbiamo acquisito gli strumenti matematici di base per discutere della semantica denotazionale dei linguaggi di programmazione.
  • In che modo questi strumenti vengono utilizzati?
  • Gli ordinamenti parziali completi corrispondono ai tipi di dati (sia in input che output) di una computazione.
  • Le funzioni calcolabili sono rappresentate da funzioni continue fra c.p.o.
  • Gli elementi di un c.p.o sono punti di informazione.
  • x v y può essere interpretato come “x approssima y” (oppure “x ha meno informazioni di y”). Di conseguenza ? è il punto con minima informazione.
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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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