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Giuseppe Saccone » 10.Decifrare linguaggi nascosti


Decifrare linguaggi nascosti: geroglifici egiziani

Alcuni decifratori:
ibn Wahshiya (9 th/10th century dC);
Jean François Champollion (1821).

La stele di Rosetta, British Museum di Londra. Fonte: wikipedia

La stele di Rosetta, British Museum di Londra. Fonte: wikipedia

La stele ha permesso di decifrare i geroglifici egiziani (foto: incisioni del Tempio di Komombo). Fonte: wikipedia

La stele ha permesso di decifrare i geroglifici egiziani (foto: incisioni del Tempio di Komombo). Fonte: wikipedia


Decifrare linguaggi nascosti: i glifi maya

Tatiana Proskouriakoff. Fonte: wikipedia

Tatiana Proskouriakoff. Fonte: wikipedia

Glifi Maya in stucco presso il Museo de sitio 
In Palenque, Mexico. Fonte: wikipedia

Glifi Maya in stucco presso il Museo de sitio In Palenque, Mexico. Fonte: wikipedia


Decifrare linguaggi nascosti: la lingua della natura

Natura generale del codice genetico
Crick Brenner Barnett e Watts-Tobin nel 1961 pubblicarono un studio sperimentale nel quale mediante uso di mutanti rII del fago T4, già usati da Seymour Benzer, compresero la natura generale del codice genetico che porta alla produzione di proteine.


La struttura fine del gene

Benzer nel 1955 descrisse la struttura fine della regione genetica rIIdel fago T4, riuscendo a suddividerla finemente mediante mutazioni e ricombinazione genetica.

Seymour Benzer. Fonte: wikipedia

Seymour Benzer. Fonte: wikipedia


La struttura fine del gene (segue)

Benzer si richiamò alle 3 definizioni di gene proposte da Guido Pontecorvo (1952):

  1. Unità di mutazione
  2. Unità di funzione
  3. Unità di ricombinazione

Guido Pontecorvo, detto “Ponte”, è stato un genetista italiano di origine ebrea rifugiato del fascismo in Inghilterra, che lasciò l’Italia nel 1938 a causa delle leggi razziali. Ha lavorato con H. J. Muller (Nobel 1946) su ibridi di differenti specie di Drosophila.

Guido Pontecorvo. Fonte: wikipedia

Guido Pontecorvo. Fonte: wikipedia


La struttura fine del gene (segue)

Benzer nel tentativo di ritornare alla formulazione di Pontecorvo usò la tradizionale ricombinazione genetica per spostare la genetica classica verso il livello del DNA. L’approccio di Benzer fu una variazione del test cis-trans sviluppato da Ed Lewis (Nobel nel 1995), Lewis coniò il termine di pseudoallele, per indicare che due mutazioni in un gene fossero separabili mediante ricombinazione (esperimento con white e apricot di Drosophila, configurazioni cis e trans).

Edward B. Lewis (1918-2004). Fonte: wikipedia

Edward B. Lewis (1918-2004). Fonte: wikipedia


La struttura fine del gene (segue)

Crick, Brenner, Barnett, e Watts-Tobin, verso la fine degli anni 50, si convinsero che potevano usare la mutagenesi e la ricombinazione genetica del sistema rII del fago T4 di Benzer per localizzare su mappa i siti mutati in questa regione genica e stabilire la natura generale del codice genetico.

Fonte: wikipedia

Fonte: wikipedia


Dalla struttura fine del gene al codice


Dalla struttura fine del gene al codice (segue)


Mutazioni frame-shift

Fonte: Wikipedia

Fonte: Wikipedia


Decifrare linguaggi nascosti: la lingua della natura

Natura generale del codice genetico
Crick Brenner Barnett e Watts-Tobin pur non sapendo ancora le specifiche corrispondenze tra sequenze nucleotidiche e sequenze aminoacidiche, mediante un classico studio genetico conclusero che il codice genetico è

  1. basato su triplette
  2. è degenerato
  3. non è sovrapposto
  4. non ha segni di punteggiature
  5. ogni sequenza nucleotidica è letta a partire da uno specifico punto.

Decifrare linguaggi nascosti: la lingua della natura (segue)

L’approccio biologico molecolare. La decifrazione delle corrispondenze tra triplette ed aminoacidi
Tre Nobel nel 1968 per la decifrazione del codice genetico:
Marshall Nirenberg;

Gobind Khorana;

Robert William Holley.

Fonte: wikipedia
Fonte: en.academic.ru
Fonte: wikipedia

Decifrare linguaggi nascosti: la lingua della natura (segue)

Nirenberg usò piccoli RNA sintetici ed un estratto di cellule batteriche per ottenere una sintesi proteica in vitro in sistema cell-free. Questa foto rappresenta alcuni suoi appunti dei calcoli statistici per trovare corrispondenze tra codoni (triplette) ed aminoacidi. Fonte: wikipedia

Nirenberg usò piccoli RNA sintetici ed un estratto di cellule batteriche per ottenere una sintesi proteica in vitro in sistema cell-free. Questa foto rappresenta alcuni suoi appunti dei calcoli statistici per trovare corrispondenze tra codoni (triplette) ed aminoacidi. Fonte: wikipedia


Il codice genetico: una tabella di corrispondenze

Fonte: wikipedia

Fonte: wikipedia


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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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