La plicometria è una metodica descrittiva che permette la stima della massa grassa corporea attraverso equazioni derivate statisticamente mediante studi di popolazione partendo dalla determinazione dello spessore (plica) del tessuto adiposo in alcuni punti definiti del corpo.
La plicometria ha una duplice utilità:
La plicometria si basa sulle seguenti due assunzioni:
- è relativamente costante (circa il 70-90% del grasso totale è sottocutaneo);
- è diversa negli uomini e nelle donne perché le donne hanno una maggiore quantità di grasso viscerale (per una stessa quantità di grasso sottocutaneo le donne hanno più massa grassa totale dell’uomo);
- è funzione dell’età e
- varia in differenti individui e popolazioni.
Con il termine “plica” si intende lo spessore di una piega costituita da cute e del relativo tessuto adiposo sottocutaneo in un punto specifico del corpo.
La plica è quindi costituita essenzialmente da tessuti molli (adiposo sottocutaneo e cute) e ciò rende difficile la standardizzazione per la misura:
Come strumento di misura della plica viene utilizzato il plicometro costituito essenzialmente da una pinza e da una scala graduata che può essere di due tipi:
La variabilità nella pressione esercitata è un fattore che influenza la riproducibilità della misurazione delle pliche.
I plicometri professionali devono:
La pressione esercitata dal plicometro può variare da un produttore all’altro o da uno strumento all’altro, per questo motivo le misure effettuate con plicometri diversi possono essere non confrontabili.
Le pliche generalmente misurate sono:
Sono queste le 4 pliche di interesse principale e per tutte e quattro le misure il soggetto deve trovarsi sempre: in posizione eretta, a piedi uniti, con le braccia lungo il corpo.
Per un approfondimento: NHANES Anthropometry procedures manual
Corretto posizionamento del plicometro. Immagine modificata, tratta da NHANES Anthropometry procedures manual
Viene misurata sulla superficie anteriore del braccio in corrispondenza del punto medio posto tra il processo acromiale della spalla e l’estremità del gomito.
Tale punto viene identificato rilevando con un metro la distanza tra l’acromion e l’estremità del gomito, ponendo quest’ultimo in posizione flessa a 90°.
Viene misurata sulla superficie posteriore del braccio sempre in corrispondenza del punto medio posto tra il processo acromiale della spalla e l’estremità del gomito.
Utilizzata insieme alla circonferenza del braccio, permette di calcolare le aree muscolo-adipose del braccio.
Plica sottoscapolare: viene misurata in senso obliquo (45° rispetto al piano orizzontale), appena al di sotto dell’angolo inferiore della scapola. (in alcuni casi per individuare il sito di misurazione si fanno portare al soggetto le braccia dietro alla schiena).
Plica soprailiaca: in questo caso la misura viene presa in senso obliquo (45°), appena sopra la cresta iliaca sulla linea medio-ascellare.
1. Le singole pliche possono essere paragonate a valori di riferimento per confrontare individui tra di loro o l’andamento del grasso sottocutaneo in quel punto di repere nel corso del tempo in un singolo individuo.
2. Pliche misurate in differenti punti di repere possono dare indicazioni sulla distribuzione (topografia) del grasso sottocutaneo di un soggetto o in studi di popolazione.
3. Le pliche possono essere inserite in equazioni predittive per la valutazione della massa grassa corporea le più utilizzate sono quelle di:
4. Le pliche possono essere utilizzate per il calcolo delle aree muscolo-adipose degli arti.
Per i valori di riferimento americani si può consultare il sito NHANES: Anthropometric Reference Data for Children and Adults: United States, 2003–2006 by Margaret A. McDowell et al.
Un esempio di equazione predittiva è quella derivata da Durnin e Womersley (1974); esistono delle tabelle specifiche che attraverso la somma delle quattro pliche misurate (sottoscapolare, sovrailica, bicipitale e tricipitale) permettono di calcolare la massa grassa.
Questo è possibile perché i valori medi dello spessore delle pliche in più siti sono stati correlati alla densità corporea misurata in soggetti normali attraverso la densitometria (si assume questa relazione valida anche per altri soggetti)
L’equazione assume la forma (equazione di Durnin e Womersley ):
D = c – m * log S
D= densità corporea;
c,m= coefficienti derivati empiricamente che variano per sesso ed età;
S= somma dello spessore delle quattro pliche.
Dalla densità si risale alla massa grassa con l’equazione di Siri:
%di grasso= (495/D-450)*100
Successivamente con un semplice calcolo di sottrazione della massa grassa (convertita in Kg) dal peso corporeo rileviamo la massa magra.
Per quanto riguarda il calcolo di:
si possono utilzzare le formule di FRISANCO e TRACER 1987
ATA (cm2)=C2 (cm2) /(4*π)
AMA (cm2)=
[C (cm)-Ts (cm)*π)]2/(4*π)
AFA (cm2)=(ATA-AMA)
Ove:
C =Circonferenza del braccio destro
Ts =plica tricipitale destra
π=3,14
Da: Bedogni Giorgio, Cecchetto Giovanna Manuale ANDID di valutazione dello stato nutrizionale Società Editrice Universo.
Le maggiori critiche alla plicometria sono le seguenti:
Per questi motivi, alcuni preferiscono usare le circonferenze per valutare la quantità di grasso corporeo e per quantificare la distribuzione di grasso corporea.
Per tutte le misure antropometriche (peso, altezza, circonferenze e pliche) è necessario limitare l’errore di misura legato al sistema di misurazione, assicurando:
Da: Riccardi, Pacioni, Rivellese Manuale di Nutrizione applicata. Sorbona.
1. Presentazione del corso: definizione di stato nutrizionale e sua valutazione
2. Classificazione dei metodi per determinare la composizione corporea
3. Metodiche meccanicistiche: densitometria
4. Metodiche meccanicistiche: idrometria o diluizione isotopica
5. Metodiche descrittive: antropometria ed indici antropometrici
6. Antropometria: circonferenze corporee
7. Plicometria
10. Analisi metaboliche utili nella valutazione dello stato nutrizionale
11. Valutazione del bilancio energetico: introito energetico e abitudini alimentari
12. Valutazione del bilancio energetico: spesa energetica e fabbisogno energetico
Bedogni Giorgio, Cecchetto Giovanna, Manuale ANDID di valutazione dello stato nutrizionale, Società Editrice Universo.
Riccardi, Pacioni, Rivellese, Manuale di Nutrizione applicata, Sorbona.
Anthropometric Reference Data for Children and Adults: United States, 2003–2006
1. Presentazione del corso: definizione di stato nutrizionale e sua valutazione
2. Classificazione dei metodi per determinare la composizione corporea
3. Metodiche meccanicistiche: densitometria
4. Metodiche meccanicistiche: idrometria o diluizione isotopica
5. Metodiche descrittive: antropometria ed indici antropometrici
6. Antropometria: circonferenze corporee
7. Plicometria
10. Analisi metaboliche utili nella valutazione dello stato nutrizionale
11. Valutazione del bilancio energetico: introito energetico e abitudini alimentari
12. Valutazione del bilancio energetico: spesa energetica e fabbisogno energetico
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