La spesa energetica totale (TDEE) nell’adulto ha diversi componenti:
Con il termine REE (resting energy expenditure) si intende la spesa energetica a riposo non a digiuno (in condizioni di termoneutralità) e quindi include sia il metabolismo basale che la TEF.
Nei bambini si deve aggiungere a queste componenti anche l’energia spesa per l’accrescimento.
Il metabolismo basale è l’energia spesa da un soggetto a riposo ed include il costo del mantenimento:
Il maggior determinante del metabolismo basale è il tessuto muscolare che è direttamente proporzionale alla massa magra che è quella metabolicamente attiva.
La TEF (effetto termico del cibo noto anche come ADS, azione dinamico specifica degli alimenti) è l’aumento della spesa energetica indotto dall’assunzione di cibo.
La TEF può essere suddivisa in due componenti:
L’attività fisica è la componente più variabile della spesa energetica giornaliera e può portare ad un significativo aumento della spesa energetica in soggetti molto attivi. La spesa energetica dell’attività fisica è quella necessaria per la contrazione muscolare volontaria:
I soggetti si possono distinguere in base al loro livello di attività fisica come indicato nella tabella.
Assunzioni sul metabolismo cellulare su cui si basano le tecniche di misurazione della spesa energetica.
La calorimetria diretta:
La calorimetria indiretta si basa sull’assunzione che l’energia prodotta dalla combustione dei macronutrienti all’interno del corpo umano sia uguale a quella prodotta all’interno di una bomba calorimetrica e permette la stima della spesa energetica a partire:
La quasi totalità dell’energia nell’uomo è ricavata da processi ossidativi, per cui si può valutare il consumo energetico in base alla velocità del consumo di ossigeno (VO2). Dal VO2 è possibile risalire al dispendio energetico conoscendo l’equivalente calorico per litro di ossigeno.
Svantaggio: difetta in precisione perché non tiene conto delle differenze tra substrati:
*i glicidi possono fornire un poco di energia tramite fosforilazione del substrato nella via glicolitica
Tuttavia l’errore è molto piccolo (1-2%).
Il rapporto tra quantità di anidride carbonica prodotta e quantità di ossigeno consumato è noto come quoziente respiratorio (QR) e varia a seconda del substrato che viene ossidato.
Quindi il valore del QR fornisce una stima dei substrati utilizzati dal soggetto durante la misurazione:
Se si vuole valutare solo il dispendio energetico e non la tipologia di nutrienti ossidati, si può determinare solo il consumo di ossigeno e questo spiega l’ampio uso delle equazione calorimetriche basate solo sul consumo di ossigeno.
Per un approfondimento: Begogni Giorgio, Cecchetto Giovanna Manuale ANDID di valutazione dello stato nutriizonale Società Editrice Universo.
La calorimetria indiretta può essere effettuata in due modi:
La spesa energetica può essere determinata indirettamente mediante la tecnica della diluizione dell’acqua doppiamente marcata con deuterio e ossigeno-18 (2H218O). Il metodo consiste nei seguenti passaggi:
Dall’anidride carbonica prodotta nel tempo indicato, utilizzando il quoziente respiratorio (misurato con la calorimetria indiretta) si risale al consumo di ossigeno e alla TDEE.
In questo modo non si misura l’ossigeno consumato ma l’anidride carbonica prodotta.
Il metodo del monitoraggio della frequenza cardiaca:
La predizione del dispendio energetico:
1.si basa su equazioni predittive:
2. Ha lo svantaggio che le equazioni predittive non sono molto esatte perché trasferiscono all’individuo i dati medi di una popolazione (errore del 20%).
La valutazione del dispendio energetico totale giornaliero (TDEE) dovrebbe comportare la stima delle sue tre componenti: metabolismo basale, TEF e attività fisica. Si inizia quindi dalla stima del metabolismo basale.
Ancora oggi sono molto diffuse le formule di predizione del metabolismo basale basate sul peso per facilità d’uso. Queste formule si basano sul concetto che il consumo di ossigeno basale è proporzionale al peso corporeo.
In realtà la diversa composizione corporea contribuisce in modo diverso al metabolismo basale; in particolare la massa magra (massa metabolicamente attiva) è oggi ritenuta il comparto corporeo che rende conto del consumo di ossigeno.
Per un approfondimento: consultare i LARN pubblicati sul sito della Società italiana di nutrizione umana (SINU)
Tabella scaricabile dal sito della SINU
Una volta ottenuta la stima del metabolismo basale si procede con la stima della spesa energetica dovuta all’attività fisica.
In ambito ambulatoriale la stima del dispendio energetico dovuto alle diverse attività quotidiane è di difficile effettuazione.
Esistono delle tabelle che prevedono un determinato dispendio energetico in relazione all’attività svolta; sono stati calcolati degli indici di costo energetico relativi alla singola attività (fattore MB), ad attività specifiche (TAF), ad una specifica occupazione (IEI), all’attività svolta nell’arco dell’intera giornata (LAF).
A livello individuale queste stime possono portare grossi errori di valutazione.
Sono stati determinati dei coefficienti (LAF=livello di attività fisica) che indicano il costo energetico complessivo nell’arco della giornata come multiplo del metabolismo basale. Quindi se si moltiplica il valore del LAF per il valore del metabolismo basale si ottiene il TDEE.
Livelli di attività fisica (LAF) da utilizzare per il calcolo della spesa energetica giornaliera. Tabella scaricabile dal sito della SINU
Una volta calcolato il metabolismo basale tramite le equazioni predittive (pubblicate nei LARN del 1996) si può effettuare una stima della spesa energetica giornaliera utilizzano la formula:
TDEE= metabolismo basale x LAF (livello di attività fisica)
Quindi in questo modo si calcola la spesa energetica giornaliera tenendo in considerazione sia il metabolismo basale che l’attività fisica: non si tiene conto però della TEF, ma siccome il suo contributo è minimo (10%) di solito viene trascurata.
La stima della spesa energetica per l’attività fisica è più accurata se viene chiesto al soggetto in esame di annotare con cura il tempo speso in ciascuna attività nelle 24 ore (diario dell’attività fisica).
In questo modo è possibile assegnare un livello di attività fisica variabile per le varie attività fisiche svolte nella giornata.
In letteratura è riportato per ciascuna attività il costo energetico per kg di peso corporeo.
Il diario dell’attività fisica in genere:
Per valutare il livello di attività fisica del soggetto in esame può essere anche effettuato un 24 ore recall relativo all’attività fisica (meno accurato del diario in quanto si basa sul ricordo del soggetto e non sulla registrazione simultanea).
In studi di popolazione o in programmi di educazione alimentare possono essere anche utili i questionari di frequenza relativi all’attività fisica in cui vengono poste delle domande generali sul tipo di attività fisica svolta giornalmente e nell’arco della settimana e sul tempo dedicato alle varie attività.
Un esempio di questionario di frequenza: Rapid assessment of physical activity test (RAPA test)
1. Presentazione del corso: definizione di stato nutrizionale e sua valutazione
2. Classificazione dei metodi per determinare la composizione corporea
3. Metodiche meccanicistiche: densitometria
4. Metodiche meccanicistiche: idrometria o diluizione isotopica
5. Metodiche descrittive: antropometria ed indici antropometrici
6. Antropometria: circonferenze corporee
7. Plicometria
10. Analisi metaboliche utili nella valutazione dello stato nutrizionale
11. Valutazione del bilancio energetico: introito energetico e abitudini alimentari
12. Valutazione del bilancio energetico: spesa energetica e fabbisogno energetico
Begogni Giorgio, Cecchetto Giovanna Manuale ANDID di valutazione dello stato nutriizonale Società Editrice Universo.
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