Gli A. biologici sono uno dei metodi più usati per studiare la distribuzione dei viventi su un territorio.
E’ in pratica la “fotografia” che permette di comparare lo status del territorio, interpretato tramite le comunità faunistiche, di tempi passati con quelli recenti e futuri.
La costruzione di un A. serve a sviluppare criteri gestionali e di conservazione che dipendono dall’abbondanza e dall’esattezza delle informazioni.
I primi A. riportavano solo il dato di pres/ass di una specie in un dato territorio, quelli ornitologici riferivano la possibilità, probabilità, certezza o meno di una specie di nidificare in un’area. La generazione successiva di A. ha contemplato rilevamenti quantitativi per misurare le variazioni regionali della densità di popolazione di una specie nel suo areale di nidificazione.
Fino ad oggi sono stati elaborati due tipi di Atlanti:
Per quanto riguarda gli A. ornitologici sono stati pubblicati:
La pubblicazione di questo A. ha rappresentato un primo momento di analisi territoriale su scala regionale. I dati sono stati utilizzati per contrastare interventi distruttivi in singole località di alta valenza naturalistica, per valutare le località di maggior intesse naturalistico e proporle quali aree protette, per fornire strumenti teorici e pratici per studi di valutazioni di impatto ambientale.
La ricerca ha interessato tutto il territorio campano suddiviso in 167 quadranti, corrispondenti alle tavolette I.G.M. 1:25.000. I dati sono stati raccolti col metodo del mappaggio, integrato con altre metodiche (I.P.A. e I.K.A.) a causa delle scarsità di dati storici e delle conoscenze e naturalistiche della Campania.
Risultati
Sono state censite 135 specie di cui:
Il n° medio di specie per tavoletta è stato 34,25.
Il rapporto NP/P di 0,58.
Implicazioni biogeografiche
Il n° delle specie nidificanti in Campania (135) è in linea con quello delle altre regioni centro-meridionali e ben lontano dai valori delle regioni del nord Italia (es. Lombardia 197), confermando l’esistenza, per gli U., di un gradiente faunistico N-S, dovuto all’avvicinarsi ad una fascia climatica mediterraneo-arida.
Modificato da Wikipedia.
Il quadro corologico mostra un elevato n° di specie paleartiche, a cui si affiancano un buon n° di specie europee, europeo-turkestane, mediterranee, turkestano-med., olartiche tipiche di una regione come la Campania, inserita nel Paleartico occidentale e nel Mediterraneo.
L’indice di Shannon è simile a quello di regioni mediterranee come la Provenza.
Interessanti le presenze del Picchio nero e dello Zigolo capinero.
Il I è un relitto glaciale ancora ben distribuito nelle regioni appenniniche centro-meridionali (M. Picentini, Alburni, Cervati, Gelbison).
Il II rappresenta la frangia più occidentale della popolazione nidificante nell’Italia meridionale.
Per alcune specie l’areale si presenta diverso da quanto descritto precedentemente:
La nidificazione di Stiaccino e Ciuffolotto fanno pensare ad un areale continuo sull’Appennino.
Il vasto areale dell’Occhiocotto e del Beccamoschino, comprendente alcuni massicci interni, conferma il carattere mediterraneo di tutto l’Appennino campano-lucano.
Il n° di specie riportate per tavoletta mostra che le aree più ricche sono quelle lungo le valli fluviali e la dorsale appenninica (ad eccezione del vulcano spento di Roccamonfina, degli Astroni, dei M. Lattari). Esse ricadono in pratica all’interno di zone proposte o già costituenti il territorio di parchi e Riserve naturali.
Modificato da Gildanapoli.
Il territorio è stato suddiviso in 144 quadranti UTM di 1 km di lato.
Le rilevazioni si sono svolte dal 15/4 al 30/6 per il periodo riproduttivo e dall’1/12 al 15/2 per quello svernante.
Sono state censite 62 specie nidificanti. Per lo svernamento è stata presa la presenza e, se possibile, quantificata la consistenza popolazionistica nel quadrante.
Tra le specie nidificanti più interessanti ci sono:
Tra le specie svernanti importanti lo Svasso piccolo, la Moretta, la Poiana, il beccaccino, il Gufo comune, il Tordo sassello, il Codibugnolo.
Sono state censite:
N. di specie medio per quadrante:
Sono state censite:
N. di specie medio per quadrante:
I primi A. si realizzarono in Gran Bretagna (1986) e in Olanda (1987); in Italia abbiamo prima quello lombardo (1992), poi quello piemontese-valdostano (1996) e infine quello ligure (1998).
Lo studio dello svernamento è doppiamente importante nella gestione delle popolazioni:
Metodologie
E’ stata studiata la Densità e l’Abbondanza delle specie nel periodo 1/12 –15/2, divisi in 3 fasce, per far risaltare fenomeni di passaggi precoci o tardivi, per 5 anni.
Per la cartografia si è usato il reticolo UTM a maglie quadrate di superficie pari a 100Kmq. I rilevatori hanno identificato 9 stazioni, in cui hanno fatto rilevamenti fissi di 15′. Le osservazioni sono state registrate in schede, ripetendo i censimenti nei 3 mesi nelle stesse fasce orarie.
Poiché la quantità di U. nello Sv è un fenomeno non costante negli anni, si sono selezionati 4 quadrati di situazioni ambientali diverse, in cui ripetere i censimenti ogni anno, per stimare l’entità della variabilità della densità.
Risultati
Sono state rilevate 182 specie; al IV anno erano già state rilevate l’89% di specie, raggiungendo un significativo campionamento e ci dà un’idea del tempo minimo necessario per sviluppare simili progetti. Ogni anno si sono aggiunte tra il 7 e il 46% delle specie rispetto l’anno precedente e non vengono rilevate l’11-18% di quelle del I anno.
Le aree a maggior S sono quelle costiere se piane e connesse con zone umide e le foci dei fiumi, unitamente agli invasi artificiali, poco rilevante la S su isole, promontori e penisole.
Le specie più frequenti sono: Fringuello, Pettirosso, Passero d’Italia, Cardellino e Merlo.
Scopo della ricerca
In Campania sono presenti 13 specie di Anfibi e 19 di Rettili.
Aree maggiormente studiate dal punto di vista erpetologico: Partenio, Picentini, Matese, Cilento.
Lucertola comune. Fonte Wikipedia.
Chalcides ocellatus – Gòngilo
Gongilo. Fonte Wikipedia.
Anfibi più diffusi in Campania:
Anfibi più rari in Campania:
Cause: antropizzazione, inquinamento di fiumi e laghi, interramento di vasche, scomparsa di ruscelli e ambienti umidi.
Atlante Erpetologico della Campania
1. Presentazione del corso e della materia
3. Concetto di specie in Zoogeografia
7. La classificazione zoogeografica
8. Metodi di classificazione biogeografica
9. Ecozoogeografia - parte prima
10. Ecozoogeografia - parte seconda
11. Zoogeografia dei Protostomi
13. Biogeografia dei Tetrapodi
14. Biogeografia storica - parte prima
15. Biogeografia storica - parte seconda
16. I piani faunistici venatori: Applicazioni di tecniche zoogeografiche.
17. Gli Atlanti: Applicazioni di tecniche zoogeografiche
18. Piani di miglioramento ambientale e valutazioni d'impatto
Atlanti ornitologici della Campania e della città di Napoli. Monografie ASOIM.