L’impresa come soggetto economico
Cosa intendiamo per impresa?
Si definisce impresa un’organizzazione che combina i diversi fattori produttivi (input) sulla base di una data tecnologia, al fine di realizzare un prodotto o un servizio allocabili sul mercato (output).
Quindi un impresa si distingue per:
- Oggetto: la produzione o lo scambio di beni e servizi.
- Modalità operative: organizzazione, professionalizzazione, economicità.
- Finalità: creare profitto.
L’impresa come sistema socio-tecnico
Un sistema sociale e tecnico aperto:
l’impresa come sistema socio-tecnico aperto è definito come un complesso di interdipendenze tra beni e persone – attrezzature, risorse umane, conoscenze e rapporti sociali – che operano scambiando con l’esterno conoscenza e produzione e perseguendo un comune obiettivo consistente nella produzione di valore.
L’impresa come sistema quindi è:
- composto da relazioni tra persone e beni;
- aperto all’ambiente esterno;
- animato dall’obiettivo di produrre valore.
L’impresa e il lavoro: l’organizzazione del lavoro nell’impresa ottocentesca
La fabbrica “vittoriana” del XIX sec.:
- Prevalenza dell’azienda famigliare.
- Subappalto e lavoro a domicilio.
- Permanenza del lavoro artigianale.
- Lavoro a cottimo.
- Organizzazione interna in squadre di lavoro con organizzazione gerarchica.
- Contrapposizione tra lavoratori skilled e unskilled.
Touraine A., L’evoluzione del lavoro operaio alla Renault, Rosenberg & Sellier, Torino, 1974.
L’impresa e il lavoro: la fabbrica Vittoriana e l’aristocrazia operaia
La formazione del mercato del lavoro modermo:
Enclosures e Social Breakdown: sradicamento sociale dei lavoratori dalle campagne e trasformazione in manodopera qualificata da impiegare nell’industria.
L’aristocrazia operaia:
Il possesso del mestiere rappresentava un principio di autorità nella gerarchia del lavoro e uno strumento di controllo sociale della fabbrica. L’autorità dell’élite operaia derivava da:
- una conoscenza dell’organizzazione del lavoro;
- la precisione nell’esecuzione di mansioni specializzate;
- l’abilità nel superare gli inconvenienti di procedure ancora empiriche
- la capacità di suscitare senso di disciplina.
L’impresa e il lavoro: il Taylorismo e lo Scientific Management
L’organizzazione scientifica del lavoro:
- Separazione tra il lavoro operaio esecutivo e quello della direzione d’impresa.
- Razionalizzazione tecnologica della produzione e parcellizzazione del lavoro, attraverso lo studio scientifico dei tempi e metodi di esecuzione di ogni singola operazione.
- Incorporazione nell’organizzazione delle conoscenze professionali dei lavoratori.
- Selezione scientifica dei lavoratori e la loro collocazione in base al potenziale rendimento.
Frederick Taylor, L’organizzazione scientifica del lavoro, ETAS, Milano, 2004.
Di Nicola P., Da Taylor a Ford, Ediesse, Roma, 2006.
L’impresa e il lavoro: Ford, la catena di montaggio e la produzione di massa
L’introduzione della catena di montaggio:
- Ribaltamento del funzionamento della fabbrica: il pezzo si muoveva e gli operai stava fermo ad aspettarlo.
- Parcellizzazione spinta del lavoro e incorporazione dei tempi di lavoro nella velocità di movimento della catena di montaggio.
- Riduzione dei tempi e di costi di produzione.
- Produzione di massa: elevati volumi produttivi, standardizzazione dei prodotti e riduzione dei prezzi.
- Mercato di massa: crescita dei salari degli operai che venivano trasformati in potenziali acquirenti.
Henry Ford
L’impresa e il lavoro: l’American System of Manufacturing e la “mano visibile” dell’organizzazione
La grande impresa manageriale:
- Fine XIX sec.: internalizzazione nell’azienda di operazioni e transazioni fino ad allora coordinate dal mercato (“mano invisibile”), i cui meccanismi non sembravano in grado di assicurare le economie di scala necessaria a garantire il crescente flusso di prodotto.
- Il coordinamento manageriale (“mano visibile”) ovviava a questa necessità e consentiva all’impresa di raggiungere il pieno sviluppo delle sue potenzialità produttive.
- Si sviluppavano le burocrazie aziendali e diventavano più importanti nel dirigere e organizzare i flussi interni all’impresa e l’allocazione ottimale dei fattori produttivi.
Alfred D. Chandler, La mano visibile. La rivoluzione manageriale nell’economia americana, Franco Angeli, Milano, 1992.
L’impresa e il lavoro: la produzione snella e il modello giapponese
Modello giapponese di fabbrica snella:
- Pensare il flusso produttivo all’inverso, non più da monte a valle, bensì partire dalle richieste del mercato e da queste risalire alla produzione.
- Eliminare gli sprechi e, quindi, ridurre al minimo le scorte acquisendo i materiali necessari soltanto nel momento in cui devono essere utilizzati e nella quantità di cui c’è bisogno.
- Rispondere alla diversificazione e alla contrazione dei mercati con prodotti diversificati, a costi concorrenziali e di qualità superiore.
Accornero A., “Dal fordismo al post-fordismo: il lavoro e i lavori“, L’Ossimoro, n. 1, gen-apr 2001.
L’impresa e il lavoro: i principi chiave del Toyotismo
Alla base della Lean Production:
- Just-in-time: ciascun componente deve arrivare alla linea nel preciso momento in cui ce n’è bisogno e nella quantità necessaria.
- Autoattivazione: la possibilità dell’operaio di intervenire in situazioni di anomalia della linea e di eliminarle, consentendo di mantenere standard di qualità elevati (qualità totale).
- Organizzazione per team di lavoro: valorizzare la responsabilità, il controllo di qualità e l’autogestione da parte dei gruppi di lavoro.
Taiichi Ohno, Lo spirito Toyota, Einaudi, Torino, 1993.
Il consumo nei processi economici
Il “consumo” in economia:
- Per consumo s’intende qualsiasi attività di fruizione di beni e servizi da parte di individui, di imprese o della pubblica amministrazione che ne implichi il possesso o la distruzione materiale o la distruzione figurata (nel caso dei servizi).
- Consumi intermedi: si verificano quando i beni e i servizi prodotti vengono impiegati da una impresa nella produzione di altri beni e servizi.
- Consumi finali: si verificano quando i beni e i servizi prodotti vengono impiegati con relativa distruzione da parte di singoli individui.
Il consumo come azione sociale
Consumare è comunicare:
- Gli oggetti possono essere assimilati al linguaggio, pertanto vengono acquistati e consumati non soltanto per la loro utilità materiale o per la loro convenienza economica, ma per il significato che assumono per chi li acquista e li consuma, e per l’uso che questi ne intende fare all’interno dei rapporti sociali per lui importanti.
- Il consumo, basato sul significato socialmente costruito degli oggetti e sulle aspettative di reazione degli altri, s’inserisce nei processi comunicativi soggettivi e nelle sue strategie sociali.
- Il consumo può prendere strade economicamente irrazionali ma socialmente strategiche.
Il consumo di massa e la critica al consumismo
L’esplosione dei consumi di massa:
Con la crescita economica, soprattutto nel secondo dopoguerra, il tenore di vita di strati sempre più larghi di popolazione è aumentato ed è cresciuta la capacità di spesa e di consumo.
- Con il termine “consumismo” si indica generalmente la ricerca della felicità attraverso l’accumulazione di beni di consumo.
- I consumi in crescita spingono a rinchiudersi nella sfera del privato e all’allontanamento dall’impegno pubblico.
- La crescita del consumo provoca anche reazioni di delusione o di critica.
The Frankfurt School and Critical Theory, Marxists Internet Archive.
Il ruolo del consumo nel processo di individualizzazione
Il consumo e la costruzione di identità:
- Processo di inclusione nei circuiti del consumo di segmenti crescenti di popolazione.
- Accelerazione del circuito del consumo, sia sul lato dell’offerto che su quello della domanda.
- I consumi hanno tendenzialmente superato non solo la fase del bisogno, ma anche quella del desiderio, per essere alimentata dal meccanismo del capriccio.
- Le azioni di consumo diventano indistinguibili dalle altre azioni quotidiane: socialità, socializzazioni, espressioni di appartenenza collettiva e manifestazioni di individualità passano attraverso azioni di consumo.
Consumo, etica e solidarietà
L’incorporazione dell’etica nell’azione di consumo:
- Crescita della sensibilità dei consumatori circa il fatto che mediante le loro decisioni d’acquisto, essi esprimono valutazioni che non sono solo esclusivamente di ordine economico, ma manifestano anche approvazione o disapprovazione rispetto agli effetti sociali e ambientali delle strategie delle imprese.
Le implicazioni per le impresa:
- Crisi di legittimità dell’impresa.
- Creazioni di sistemi di certificazioni (ambientali, sociali…)
- Strategie di costruzione di una buona reputazione.
- Inclusione nel calcolo economico di costi legati ad un comportamento ritenuto corretto.
L’azione collettiva a difesa del consumatore
Il consumerismo:
- Si tratta di una forma di azione collettiva promossa da movimenti e da organizzazioni a difesa del consumatore o di gruppi specifici di consumatori.
- A livello normativo, sono riconosciuti alcuni specifici diritti del cittadino nella sua veste di consumatore.
Il consumerismo in Italia:
- Sviluppo recente del consumerismo: la legge 281 del 30 luglio 1998 “Disciplina dei diritti dei consumatori e degli utenti” ha introdotto nell’ordinamento italiano la tutela dei diritti del consumatore.
Conclusioni: Impresa, produzione e consumo
L’impresa e la produzione:
- L’impresa può essere efficacemente rappresentata come un sistema di relazioni tra beni, persone e ambiente, orientato a creare valore.
- L’impresa è l’attore centrale nei processi economici di produzione.
L’azione di consumo:
- Il consumo come azione sociale comunicativa e di identificazione sociale.
- La pervasività crescente del consumo nelle azioni quotidiane.
Prossima lezione:
Le misure dell’economia: produzione, lavoro e consumo
- Strumenti per l’analisi dei fenomeni economici: fonti dati, indicatori e metadati.
- Gli indicatori e le fonti per l’analisi della produzione.
- Gli indicatori e le fonti per l’analisi del mercato del lavoro.
- Gli indicatori e le fonti per l’analisi del consumo.