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Enrico Rebeggiani » 7.Imprese e modelli organizzativi della produzione. Consumatori e modelli interpretativi del consumo


L’impresa come soggetto economico

Cosa intendiamo per impresa?

Si definisce impresa un’organizzazione che combina i diversi fattori produttivi (input) sulla base di una data tecnologia, al fine di realizzare un prodotto o un servizio allocabili sul mercato (output).

Quindi un impresa si distingue per:

  • Oggetto: la produzione o lo scambio di beni e servizi.
  • Modalità operative: organizzazione, professionalizzazione, economicità.
  • Finalità: creare profitto.

L’impresa come sistema socio-tecnico

Un sistema sociale e tecnico aperto:

l’impresa come sistema socio-tecnico aperto è definito come un complesso di interdipendenze tra beni e persone – attrezzature, risorse umane, conoscenze e rapporti sociali – che operano scambiando con l’esterno conoscenza e produzione e perseguendo un comune obiettivo consistente nella produzione di valore.

L’impresa come sistema quindi è:

  • composto da relazioni tra persone e beni;
  • aperto all’ambiente esterno;
  • animato dall’obiettivo di produrre valore.

L’impresa e il lavoro: l’organizzazione del lavoro nell’impresa ottocentesca

La fabbrica “vittoriana” del XIX sec.:

  • Prevalenza dell’azienda famigliare.
  • Subappalto e lavoro a domicilio.
  • Permanenza del lavoro artigianale.
  • Lavoro a cottimo.
  • Organizzazione interna in squadre di lavoro con organizzazione gerarchica.
  • Contrapposizione tra lavoratori skilled e unskilled.

Touraine A., L’evoluzione del lavoro operaio alla Renault, Rosenberg & Sellier, Torino, 1974.

L’impresa e il lavoro: la fabbrica Vittoriana e l’aristocrazia operaia

La formazione del mercato del lavoro modermo:

Enclosures e Social Breakdown: sradicamento sociale dei lavoratori dalle campagne e trasformazione in manodopera qualificata da impiegare nell’industria.

L’aristocrazia operaia:

Il possesso del mestiere rappresentava un principio di autorità nella gerarchia del lavoro e uno strumento di controllo sociale della fabbrica. L’autorità dell’élite operaia derivava da:

  • una conoscenza dell’organizzazione del lavoro;
  • la precisione nell’esecuzione di mansioni specializzate;
  • l’abilità nel superare gli inconvenienti di procedure ancora empiriche
  • la capacità di suscitare senso di disciplina.

L’impresa e il lavoro: il Taylorismo e lo Scientific Management

L’organizzazione scientifica del lavoro:

  • Separazione tra il lavoro operaio esecutivo e quello della direzione d’impresa.
  • Razionalizzazione tecnologica della produzione e parcellizzazione del lavoro, attraverso lo studio scientifico dei tempi e metodi di esecuzione di ogni singola operazione.
  • Incorporazione nell’organizzazione delle conoscenze professionali dei lavoratori.
  • Selezione scientifica dei lavoratori e la loro collocazione in base al potenziale rendimento.

Frederick Taylor, L’organizzazione scientifica del lavoro, ETAS, Milano, 2004.

Di Nicola P., Da Taylor a Ford, Ediesse, Roma, 2006.

L’impresa e il lavoro: Ford, la catena di montaggio e la produzione di massa

L’introduzione della catena di montaggio:

  • Ribaltamento del funzionamento della fabbrica: il pezzo si muoveva e gli operai stava fermo ad aspettarlo.
  • Parcellizzazione spinta del lavoro e incorporazione dei tempi di lavoro nella velocità di movimento della catena di montaggio.
  • Riduzione dei tempi e di costi di produzione.
  • Produzione di massa: elevati volumi produttivi, standardizzazione dei prodotti e riduzione dei prezzi.
  • Mercato di massa: crescita dei salari degli operai che venivano trasformati in potenziali acquirenti.

Henry Ford

L’impresa e il lavoro: l’American System of Manufacturing e la “mano visibile” dell’organizzazione

La grande impresa manageriale:

  • Fine XIX sec.: internalizzazione nell’azienda di operazioni e transazioni fino ad allora coordinate dal mercato (“mano invisibile”), i cui meccanismi non sembravano in grado di assicurare le economie di scala necessaria a garantire il crescente flusso di prodotto.
  • Il coordinamento manageriale (“mano visibile”) ovviava a questa necessità e consentiva all’impresa di raggiungere il pieno sviluppo delle sue potenzialità produttive.
  • Si sviluppavano le burocrazie aziendali e diventavano più importanti nel dirigere e organizzare i flussi interni all’impresa e l’allocazione ottimale dei fattori produttivi.

Alfred D. Chandler, La mano visibile. La rivoluzione manageriale nell’economia americana, Franco Angeli, Milano, 1992.

L’impresa e il lavoro: la produzione snella e il modello giapponese

Modello giapponese di fabbrica snella:

  • Pensare il flusso produttivo all’inverso, non più da monte a valle, bensì partire dalle richieste del mercato e da queste risalire alla produzione.
  • Eliminare gli sprechi e, quindi, ridurre al minimo le scorte acquisendo i materiali necessari soltanto nel momento in cui devono essere utilizzati e nella quantità di cui c’è bisogno.
  • Rispondere alla diversificazione e alla contrazione dei mercati con prodotti diversificati, a costi concorrenziali e di qualità superiore.

Accornero A., “Dal fordismo al post-fordismo: il lavoro e i lavori“, L’Ossimoro, n. 1, gen-apr 2001.

L’impresa e il lavoro: i principi chiave del Toyotismo

Alla base della Lean Production:

  • Just-in-time: ciascun componente deve arrivare alla linea nel preciso momento in cui ce n’è bisogno e nella quantità necessaria.
  • Autoattivazione: la possibilità dell’operaio di intervenire in situazioni di anomalia della linea e di eliminarle, consentendo di mantenere standard di qualità elevati (qualità totale).
  • Organizzazione per team di lavoro: valorizzare la responsabilità, il controllo di qualità e l’autogestione da parte dei gruppi di lavoro.

Taiichi Ohno, Lo spirito Toyota, Einaudi, Torino, 1993.

Il consumo nei processi economici

Il “consumo” in economia:

  • Per consumo s’intende qualsiasi attività di fruizione di beni e servizi da parte di individui, di imprese o della pubblica amministrazione che ne implichi il possesso o la distruzione materiale o la distruzione figurata (nel caso dei servizi).
  • Consumi intermedi: si verificano quando i beni e i servizi prodotti vengono impiegati da una impresa nella produzione di altri beni e servizi.
  • Consumi finali: si verificano quando i beni e i servizi prodotti vengono impiegati con relativa distruzione da parte di singoli individui.

Il consumo come azione sociale

Consumare è comunicare:

  • Gli oggetti possono essere assimilati al linguaggio, pertanto vengono acquistati e consumati non soltanto per la loro utilità materiale o per la loro convenienza economica, ma per il significato che assumono per chi li acquista e li consuma, e per l’uso che questi ne intende fare all’interno dei rapporti sociali per lui importanti.
  • Il consumo, basato sul significato socialmente costruito degli oggetti e sulle aspettative di reazione degli altri, s’inserisce nei processi comunicativi soggettivi e nelle sue strategie sociali.
  • Il consumo può prendere strade economicamente irrazionali ma socialmente strategiche.

Il consumo di massa e la critica al consumismo

L’esplosione dei consumi di massa:

Con la crescita economica, soprattutto nel secondo dopoguerra, il tenore di vita di strati sempre più larghi di popolazione è aumentato ed è cresciuta la capacità di spesa e di consumo.

  • Con il termine “consumismo” si indica generalmente la ricerca della felicità attraverso l’accumulazione di beni di consumo.
  • I consumi in crescita spingono a rinchiudersi nella sfera del privato e all’allontanamento dall’impegno pubblico.
  • La crescita del consumo provoca anche reazioni di delusione o di critica.

The Frankfurt School and Critical Theory, Marxists Internet Archive.

Il ruolo del consumo nel processo di individualizzazione

Il consumo e la costruzione di identità:

  • Processo di inclusione nei circuiti del consumo di segmenti crescenti di popolazione.
  • Accelerazione del circuito del consumo, sia sul lato dell’offerto che su quello della domanda.
  • I consumi hanno tendenzialmente superato non solo la fase del bisogno, ma anche quella del desiderio, per essere alimentata dal meccanismo del capriccio.
  • Le azioni di consumo diventano indistinguibili dalle altre azioni quotidiane: socialità, socializzazioni, espressioni di appartenenza collettiva e manifestazioni di individualità passano attraverso azioni di consumo.

Consumo, etica e solidarietà

L’incorporazione dell’etica nell’azione di consumo:

  • Crescita della sensibilità dei consumatori circa il fatto che mediante le loro decisioni d’acquisto, essi esprimono valutazioni che non sono solo esclusivamente di ordine economico, ma manifestano anche approvazione o disapprovazione rispetto agli effetti sociali e ambientali delle strategie delle imprese.

Le implicazioni per le impresa:

  • Crisi di legittimità dell’impresa.
  • Creazioni di sistemi di certificazioni (ambientali, sociali…)
  • Strategie di costruzione di una buona reputazione.
  • Inclusione nel calcolo economico di costi legati ad un comportamento ritenuto corretto.

L’azione collettiva a difesa del consumatore

Il consumerismo:

  • Si tratta di una forma di azione collettiva promossa da movimenti e da organizzazioni a difesa del consumatore o di gruppi specifici di consumatori.
  • A livello normativo, sono riconosciuti alcuni specifici diritti del cittadino nella sua veste di consumatore.

Il consumerismo in Italia:

  • Sviluppo recente del consumerismo: la legge 281 del 30 luglio 1998 “Disciplina dei diritti dei consumatori e degli utenti” ha introdotto nell’ordinamento italiano la tutela dei diritti del consumatore.

Conclusioni: Impresa, produzione e consumo

L’impresa e la produzione:

  • L’impresa può essere efficacemente rappresentata come un sistema di relazioni tra beni, persone e ambiente, orientato a creare valore.
  • L’impresa è l’attore centrale nei processi economici di produzione.

L’azione di consumo:

  • Il consumo come azione sociale comunicativa e di identificazione sociale.
  • La pervasività crescente del consumo nelle azioni quotidiane.

Prossima lezione:

Le misure dell’economia: produzione, lavoro e consumo

  • Strumenti per l’analisi dei fenomeni economici: fonti dati, indicatori e metadati.
  • Gli indicatori e le fonti per l’analisi della produzione.
  • Gli indicatori e le fonti per l’analisi del mercato del lavoro.
  • Gli indicatori e le fonti per l’analisi del consumo.

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