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Enrico Rebeggiani » 15.Internet e la produzione/diffusione dei beni cognitivi: le nuove frontiere del diritto d'autore


La cultura è remix. Produzione e diffusione della conoscenza in rete

Paradigma produttivo basato sulla condivisione e sull’idea dell’autore collettivo:

  • La condivisione – la più ampia possibile – della conoscenza è alla base della produzione culturale.
  • La conoscenza “nuova” non nasce dal nulla, ma viene generata grazie al libero scambio delle idee e al libero accesso al patrimonio culturale preesistente.
  • Il patrimonio culturale preesistente è un bene collettivo.
  • Il remix (manipolazione, contaminazione, ibridazione, etc.) della conoscenza esistente è il meccanismo trainante della creatività e dell’innovazione: l’originalità risulta sempre da un modo inedito di mescolare elementi noti.

Multimedia:

Lessig L., Cultura libera, Editoria Libera (Apogeo, 2005).

Il sapere proprietario come forma di “enclosures” per i beni cognitivi

I “recinti” intorno agli artefatti culturali e ai saperi collettivi:

  • L’appropriazione privata del patrimonio culturale e di conoscenza collettiva, attraverso brevetti, copyright, marchi etc., rappresenta una nuova forma di enclosures applicata ai beni cognitivi.
  • Il sapere proprietario, impedendo il libero remix, frena il processo di produzione culturale.
  • La privatizzazione del sapere, provocando un’artificiale scarsità del bene comune della conoscenza, ha l’effetto di trasformarla in merce economica.

Letture:

Benkler Y., “L’economia dell’informazione in rete”, in La ricchezza della rete, Università Bocconi Editore, Roma, 2007, pp. 37-162.

Risorse:

Enclosures“, in Wikipedia.it

Il sapere proprietario come forma di “enclosures” per i beni cognitivi

Come si manifesta il movimento di enclosures verso i beni cognitivi?

  • Il processo di privatizzazione dei beni cognitivi procede attraverso il rafforzamento dei diritti di proprietà intellettuale.
  • Altra leva su cui si basa tale processo è quella dell’adozione di strandard per il software per assicurarsi che i beni culturali digitalizzati siano venduti come prodotti confezionati.
  • Un esempio emblematico del movimento di enclosures è il Digital Millenniun Copyright Act negli USA.

Letture:

Benkler Y., “L’economia dell’informazione in rete”, in La ricchezza della rete, Università Bocconi Editore, Roma, 2007, pp. 37-162.

Risorse:

The Digital Millennium Copyright Act, The Library of Congress Thomas.

La conoscenza come bene pubblico globale

La costruzione della conoscenza come bene pubblico globale:

  • Criterio della non-rivalità: la trasmissione di conoscenza dall’individuo A all’individuo B, non impedisce ad A di continuarne a farne uso e quindi la conoscenza può liberamente circolare.
  • Criterio della non-esclusione: la conoscenza è il prodotto di un lavoro collettivo e deve essere garantito a tutti il libero accesso.
  • Borderless: la circolazione della conoscenza non può essere soggetta alle limitazioni delle frontiere nazionali, pertanto deve essere intesa come un bene globale.

Risorse:

Atti del convegno La conoscenza come bene pubblico comune: software, dati, saperi, CSI Piemonte, Torino 17-18 novembre 2003.

Multimedia:

Gallino L., La conoscenza come bene pubblico globale nella società delle reti, CSI Piemonte, 2003. [.pdf]

Il dibattito intorno ai diritti d’autore e la cultura libera

I sostenitori dei diritti d’autore:

  • Ritengono che il copyright sia una meccanismo che incentiva la ricerca, la sperimentazione e l’innovazione in quanto garantisce agli “innovatori” di beneficiare – per un certo periodo e a date condizioni – di una posizione di potere sul mercato che può essere utilizzata per accrescere i propri benefici economici.

I sostenitori della cultura libera:

  • Ritengono, al contrario, che il copyright sia un meccanismo che blocca artificialmente il processo di produzione culturale basato sulla condivisione di conoscenza, favorendo l’arricchimento di pochi a discapito della collettività.

Risorse:

Lawrence Lessig Sito Web personale

Multimedia:

Lessig L., Cultura libera, Editoria Libera (Apogeo 2005).

Per una cultura libera: il pensiero di Richard Stallman

Le libertà basilari per una cultura libera:

  • La libertà di usare a propria discrezione e di studiare quanto ottenuto.
  • La libertà di copiare e di condividere con gli altri.
  • La libertà di modificare.
  • La libertà di ridistribuire i cambiamenti e i lavori derivati.

Multimedia:

Stallman R., Software libero, pensiero libero. Saggi scelti (a cura di B. Parrella) Editoria Libera, Vol. 1 e Vol. 2.

Copyleft e nuove forme di riconoscimento dei diritti d’autore

Oltre il Copyright tradizionale, Creative Commons:

  • Il copyleft individua un modello alternativo di gestione dei diritti d’autore basato su un sistema di licenze attraverso le quali l’autore indica ai fruitori come l’opera può essere utilizzata, diffusa e modificata liberamente.
  • La forma più diffusa di copyleft è quella delle “Licenze Creative Commons” (rilasciate dal 2002 dalla Creative Commons, società non-profit statunitense) che si ottengono combinando 4 tipi di condizioni: Attribuzione (by), Non commerciale (nc), No opere derivate (nd), Condividi allo stesso modo (sa).

Risorse:

Creative Commons Italia

Multimedia:

“Diventa Creativo”, Creative Commons Italia, 2002, Youtube.com.

Forme alternative al software proprietario

Contro il software “impacchettato”: Free software e Software Open Source

  • Un software libero è un software rilasciato con una licenza che permette a chiunque di utilizzarlo e che ne incoraggia lo studio, le modifiche e la redistribuzione.
  • Open source indica un software rilasciato con un tipo di licenza per la quale il codice sorgente è lasciato alla disponibilità di eventuali sviluppatori, in modo che con la collaborazione – libera e spontanea – il prodotto finale possa raggiungere una complessità maggiore di quanto potrebbe ottenere un singolo gruppo di programmazione.

Multimedia:

Breve storia del software libero e GNU Linux, youtube.com, 2006, Parte 1 e Parte 2.

Conclusioni: Internet, la condivisione dei beni cognitivi e la cultura libera

Nuove prospettive di regolazione della circolazione della conoscenza in Internet:

  • La produzione dei beni cognitivi è basata su un meccanismo di rimescolamento delle conoscenze collettive esistenti.
  • La conoscenza, essendo un prodotto collettivo, deve essere considerata come un bene pubblico globale.
  • La facilità di circolazione dei beni cognitivi in Internet e la produzione culturale per tale via sono frenati dalle leggi sul copyright.
  • Stanno emergendo nuove modalità di tutela della proprietà intellettuale più adeguati al funzionamento della rete, come le licenze Creative Commons.

Prossima lezione

Internet come spazio di costruzione di beni comuni

L’emergere della Non-Market Economy:

  • Le pratiche di produzione e diffusione di beni cognitivi attraverso la rete secondo logiche non di mercato.
  • La rifondazione dell’economia dell’informazione, sulla base della condivisione fuori mercato.
  • Le caratteristiche della emergente Non-Market and Networked Economy.

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