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Enrico Rebeggiani » 24.L'usabilità: una questione tecnologica, comunicativa e organizzativa


L’usabilità secondo l’Internationa Standard Organization

La definizione dell’ISO:

  • L’usabilità è definita in relazione al grado di efficacia, di efficienza e di soddisfazione con le quali determinati utenti raggiungono determinati obiettivi in determinati contesti (ISO 9241-11).

Tre dimensioni analitiche che definiscono l’usabilità di un prodotto:

  • Il grado di facilità di utilizzo
  • L’economicità dell’uso
  • La soddisfazione che si ricava dall’uso

Usabilità come interazione: la definizione di Jakob Nielsen

Secondo J. Nielsen l’usabilità è:

  • la misura della qualità dell’esperienza dell’utente in interazione con qualcosa, sia esso un sito web o un applicazione software tradizionale o qualsiasi altro strumento con il quale l’utente può operare.

…e quindi:

  • Il termine non si riferisce ad una caratteristica intrinseca dello strumento, quanto al processo di interazione tra classi di utenti, prodotto e finalità.
  • un prodotto è usabile quando è facile da apprendere, consente una efficienza di utilizzo, è facile da ricordare, permette pochi errori di interazione e di bassa gravità, è piacevole da usare.

Letture:

Jakob Nielsen, Web usability, Apogeo, Milano, 2000.

Jakob Nielsen, Hoa Loranger, Web usability 2.0. L’usabilità che conta, Apogeo, Milano, 2006.

Risorse:

useit.com – Jakob Nielsen’s Website

All’origine dei problemi di usabilità

Dove sta il problema?

  • Il problema dell’usabilità si pone quando il modello del progettista (ovvero le idee di questi riguardo al funzionamento del prodotto, che trasferisce al design del prodotto stesso) non coincide con il modello dell’utente finale (ovvero l’idea che l’utente concepisce del prodotto e del suo funzionamento).

…e come si rimedia?

  • Il grado di usabilità si innalza proporzionalmente all’avvicinamento del modello del progettista con quello dell’utente.

L’elaborazione dell’approccio “User Centred”

La scoperta della centralità dell’utente:

  • L’approccio “user centered” inizia ad affermarsi su larga scala alla fine degli anni 80.
  • Si riconosce l’importanza non solo delle capacità e dei vincoli fisici e cognitivi dei singoli utenti, ma anche delle relazioni culturali, sociali e organizzative, nonché degli artefatti cognitivi distribuiti nell’ambiente che influenzano il modo di lavorare dell’uomo.

Implementare l’approccio “User Centred”

Domande per determinare l’usabilità:

  • Che cosa vuole o deve ottenere l’utente?
  • Quale è il retroterra cultura e tecnico dell’utente?
  • Quale è il contesto in cui opera l’utente?
  • Che cosa deve essere demandato alla macchina e cosa va lasciato all’utente?

Procedure per trovare aumentare l’usabilità:

  • Analisi delle esigenze dell’utente, adottando il suo punto di vista.
  • Costruzione dei profili utenti.
  • Verifiche di usabilità.

Elementi per la valutazione dell’usabilità di un congegno tecnologico

Quando un prodotto è user-friendly?

  • Adeguatezza: devono essere richiesti solo gli input necessari per svolgere un determinato compito e rispondere adeguatamente ai bisogni e alle aspettative degli specifici utenti finali che lo usano in determinate condizioni.
  • Facilità di apprendimento: risultare facile da capire, da imparare, da usare, ed essere gradevole; l’utilizzo, inoltre, deve essere chiaro ed intuitivo, rendendo minima la lettura di manuali o istruzioni d’uso.
  • Robustezza: consentire di eseguire le specifiche attività lavorative in modo corretto, veloce e con soddisfazione; inoltre l’impatto dell’errore deve essere inversamente proporzionale alla probabilità d’errore.

L’approccio user-oriented: indicazioni prescrittive

Basarsi sul modo di ragionare e operare dell’utente:

  • Realizzare un dialogo semplice e naturale.
  • Semplificare la struttura dei compiti.
  • Agevolare il riconoscimento piuttosto che il ricordo.
  • Fornire feedback in modo da rendere visibile lo stato del sistema.
  • Prevenire gli errori di interazione e facilitarne il recupero.
  • Parlare il linguaggio dell’utente.
  • Agevolare la flessibilità di utilizzo e l’efficienza dell’utente.
  • Fornire help e manuali.

Letture:

Usability.gov, Research-Based Web Design and Usability Guidelines

Risorse:

www.usability.gov

www.usabile.it

Usabilità e accessibilità: barriere all’accesso e divario digitale

Cos’è l’accessibilità?

  • L’accessibilità, in informatica, è la capacità di un dispositivo, di un servizio o di una risorsa d’essere fruibile con facilità da una qualsiasi categoria d’utente.
  • Il termine è comunemente associato alla possibilità anche per persone con ridotta o impedita capacità sensoriale, motoria, o psichica (in termini generali disabile o diversamente abile sia temporaneamente sia stabilmente), di fruire dei sistemi informatici e delle risorse software a disposizione.

L’accessibilità: il caso dei siti web della pubblica amministrazione italiana

La “Legge Stanca” e i decreti attuativi:

(Legge n. 4 del 9 gennaio 2004 e sui decreti attuativi 2005)

  • La legge ha lo scopo di ottemperare il principio di uguaglianza previsto dall’art. 3 della Costituzione Italiana e quindi garantire il diritto di accesso ai servizi informatici e telematici della pubblica amministrazione e ai servizi di pubblica utilità da parte delle persone disabili.

Risorse:

Legge “Stanca”: Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici, (l. n.4/2004).

I limiti della impostazione della legge

Il web richiede particolari abilità e ridefinisce il concetto di disabilità

  • La legge Stanca fa riferimento alle persone disabili, così come definite dalla legislazione corrente. Ma la natura particolare della rete, delle informazioni che veicola e degli stumenti che si utilizzano per accedervi, modificano il concetto di abilità e ridefiniscono l’insieme delle persone incluse. (Zoppi vs. vecchi)

L’accessibilità: il caso dei siti web della pubblica amministrazione italiana

Le definizione adottate dalla “Legge Stanca”:

  • Accessibilità: la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari.
  • Tecnologie assistive: gli strumenti e le soluzioni tecniche, hardware e software, che permettono alla persona disabile, superando o riducendo le condizioni di svantaggio, di accedere alle informazioni e ai servizi erogati dai sistemi informatici.

L’accessibilità: il caso dei siti web della pubblica amministrazione italiana

Ambiti di appolicazione della “Legge Stanca”:

  • L’obbligo della applicazione della legge sussiste esclusivamente per i siti pubblici o di interesse pubblico
  • Pubblica amministrazione
  • Enti pubblici economici
  • Aziende private concessionarie di servizi pubblici
  • Aziende municipalizzate regionali
  • Enti di assistenza e di riabilitazione pubblici
  • Aziende di trasporto e di telecomunicazione a prevalente partecipazione di capitale pubblico
  • Aziende appaltatrici di servizi informatici

Usabilità: la centralità dell’utente nella progettazione e gestione della tecnologia

Per una tecnologia user-friendly

  • Usabilità: una questione tecnologica, comunicativa e organizzativa che riguarda la facilità, l’economicità e la soddisfazione dell’interazione con la tecnologia.
  • Approccio User-Centered: pensare alla tecnologia e al suo funzionamento a partire dagli utenti, dal loro modo di pensare e operare e in relazione ai diversi contesti sociali.
  • Accessibilità: una questione di uguaglianza e di pari opportunità nell’accesso e nell’uso delle tecnologie.

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