(a cura di Michela Forgione)
INTRODUZIONE
Lo sbiadimento, la scomparsa o la riformulazione e la rifunzionalizzazione di un patrimonio di conoscenze e di manufatti originari di contesti rurali, marinari e alpini preindustriali, mentre da un lato riconduce alla necessità di elaborare strategie interpretative atte a leggere tali cambiamenti e tali riformulazioni entro una cornice che è quella del multiculturalismo, del “glocale” e di sempre più rapidi processi di ibridazione culturale dall’altro impone, spesso nell’ottica della conservazione e della museificazione, di attivare campagne e procedure di ricerca, raccolta, catalogazione, classificazione e quindi esposizione della vasta congerie di oggetti, espressioni passate di attività lavorative, rituali e culturali di cui altrimenti si perderebbe traccia.
vedi testo completo in “Introduzione”
Gli oggetti d’interesse demo-etno-antropologico vengono suddivisi in materiali e immateriali, anche se tale distinzione non va intesa in modo troppo rigido ed esclusivo.
Ogni oggetto racchiude in sé una polisemicità culturale, poiché in esso si esprimono sia strumentalità sia espressività e saperi.
vedi testo completo in “Beni materiali ed immateriali: territorio, rilevamento,documentazione”
Ai fini della conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, affinché si diffonda una sua conoscenza e un suo riconoscimento, sono stati ideati sistemi di classificazione dei beni DEA, ossia beni demo-etno-antropologici, voluti dal Ministero per i Beni e le Attività culturali.
A livello statale la struttura competente per la catalogazione del patrimonio culturale è l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione (ICCD).
vedi testo completo in “Metodologie di catalogazione”
Lo strumento che viene utilizzato per la catalogazione di beni DEA materiali è la nuova BDM, pubblicata nel 2000. Relativamente al livello di ricerca, se d’archivio o sul campo, si distinguono due livelli, di precatalogazione e di catalogazione e due diversi modi di compiere la schedatura.
vedi testo completo in “La scheda BDM“
La scheda BDI per i beni DEA immateriali rappresenta un tracciato al momento sperimentale mediante il quale si è cercato di offrire uno strumento unificato per catalogare una pluralità di beni, quali giochi, danze, comunicazioni non verbali, autobiografie, saperi, tecniche, etc.
vedi testo completo in “La scheda BDI”
Nel 2000 inoltre, sono state elaborate due specifiche schede per la catalogazione delle feste.
La scheda Festa progetto finalizzato ossia FPF, e la scheda Archivio multimediale della ritualità piemontese, AMRP.
vedi testo completo in “Le schede FPF e AMRP”
Ulteriori schede di catalogazione dei beni demoetnoantropologici sono state elaborate, nel tempo, nell’ambito di università, istituti di ricerca, Regioni.
vedi testo completo in “Altre esperienze catalografiche“
1. Metodi e tecniche tradizionali - Presentazione
3. Interviste e storie di vita
4. I sistemi di classificazione dei reperti nella cultura material...
5. Etnomusicologia e antropologia della musica
6. Metodi e tecniche dell'etnomusicologia
7. Prime rappresentazioni dell'alterità
8. Cenni sulla storia della fotografia: la tecnica influenza i con...
9. Antropologia fisica, criminale e razziale
10. Uno sguardo sulla fotografia antropologica e demologica del Nov...
11. La foto di denuncia sociale tra Ottocento e primi decenni del N...
12. L'importanza del registro stilistico: il caso della F.S.A. e di...
13. Il fotogiornalismo e le agenzie
14. Il fotoreportage "concerned"
15. Il documento antropologico - Le origini e i precursori
16. Il documento antropologico - Il documentario antropologico nell...
17. Cinema e guerra
18. Regimi e l'uso delle immagini
19. Il cinema del nativo - Un precedente, la foto di famiglia
20. Il cinema del nativo - L'uso del video da parte del nativo
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