Introduzione
Nel 1939 il generale Francisco Franco insieme alle truppe ribelli, pone fine alla guerra civile in Spagna, dando inizio ad una dittatura militare che durerà per circa 40 anni.
Per la Spagna sono anni di terrore e repressione e la cultura, in ogni sua forma, non potrà riflettere quella realtà sociale. Molti fotografi attivi durante la guerra civile fuggono all’estero, mentre chi resta è sottoposto a numerose restrizioni.
La fotografia al servizio del regime
Il nuovo regime ricorre alla fotografia per esaltare l’unità della patria, la razza e la tradizione in ogni suo aspetto. La fotografia deve offrire immagini piacevoli, senza porsi interrogativi di alcun tipo. Un’arte attraverso la quale, la propaganda di regime, tenterà di occultare la miseria e la prostrazione di una Spagna ormai in ginocchio. Per questi motivi, il pittorialismo, ormai obsoleto nel resto d’Europa, rappresenta l’ideale estetico ufficiale.
Il ritratto
La classe media franchista e le nuove elites acquisiscono le abitudini della vecchia borghesia e dell’aristocrazia. La domanda di ritratti da parte di queste classi potenzia il lavoro degli studi fotografici, trasformando anche i i reporters più famosi in ritrattisti. L’estetica adottata è quella dell’epoca anteriore, con effetti flou e sfocati. Gli studi si popolano di decorazioni, scenari religiosi, copie di opere classiche e di tutto ciò che possa contribuire a creare l’illusione di un ambiente che enfatizzi la categoria sociale dei soggetti.
Le associazioni
Le associazioni fotografiche, a causa delle restrizioni politiche ed economiche, sono l’unico luogo dove imparare, poter esporre le proprie opere ed entrare in contatto con altri fotografi. Le società fotografiche promuovono anche riviste specializzate che rappresentano un utile, e quasi unico, strumento di informazione tecnica per i fotografi dell’epoca. Tutto ciò non è però sufficiente a cambiare lo stato delle cose, e, l’assenza di canali di promozione, commercializzazione ed edizione, condiziona la realtà fotografica spagnola.
Il tempo del disgelo
Negli anni ‘60 i fotografi spagnoli iniziano a mettere in dubbio l’accademicismo tardopittorialista. Il rinnovamento fotografico avviene all’interno delle associazioni e determinante è l’influenza dei fotografi stranieri. I membri della nuova generazione cercano una fotografia lontana dal tecnicismo imperante: si tratta di eliminare ogni artificio, significato retorico, cercando una fotografia semplice. Alla fotografia pittorialistica si cerca di opporre una fotografia che sia espressiva, umana ed emotiva, ma soprattutto che rispecchi la realtà.
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18. Regimi e l'uso delle immagini
19. Il cinema del nativo - Un precedente, la foto di famiglia
20. Il cinema del nativo - L'uso del video da parte del nativo
Freund Giséle, 1976, Fotografia e Società, Giulio Einaudi Editore, Torino
López Mondejar Publio, 1999, 150 años de Fotografía en España, Lunwerg Editores, Madrid
López Mondejar Publio, 1997, Historia de la Fotografía en España, Lunwerg Editores, Madrid
La fotografia al servizio del regime