A partire dalla metà dell’800, i due modi di intendere la realtà, il positivismo e l’interpretativismo, sopravvivono, con vicende alterne, all’interno delle scienze sociali seguendo due binari paralleli e contendendosi di volta in volta il campo di indagine. Ciò che, almeno fino agli anni 90, è sopravvissuto è stata l’idea della profonda diversità – e quindi distinguibilità – dei due approcci e, in qualche caso, della loro incommensurabilità.
Su queste basi si sviluppano due filoni di ricerca, ciascuno corrispondente ad un determinato paradigma, l’approccio quantitativo (positivismo) e l’approccio qualitativo (interpretativismo).
Questa profonda divisione è testimoniata anche dal proliferare di dicotomie, polarizzazioni, concettuali che nel tempo si sono prodotte per porre in luce la differenza tra le due impostazioni a diversi livelli di analisi:
Una delle più note dicotomie che individuano le specificità dei due approcci di ricerca fu introdotta, nel 1938, da Hans Reichenbach.
In una riflessione generale sulla metodologia delle scienze naturali e delle scienze storiche, egli distingue tra un context of discovery – il contesto entro il quale avvengono le scoperte scientifiche – rivolto alla comprensione dei fenomeni e un context of justification – il contesto entro il quale le scoperte scientifiche vengono inserite in un quadro coerente di leggi, rivolto alla loro spiegazione.
Il contesto della scoperta è caratterizzato dall’intuizione, da un certo modo di vedere il mondo, dalla ‘formazione di un’idea’, ed è dominio della psicologia, della sociologia e della storia; è un ambito di ricerca che non può essere sottoposto alla logica formale e che coinvolge il problema classico dell’induzione e cioè delle regole che permettono di passare dalla osservazione di un certo numero di casi singolari alla formulazione di leggi universali.
Il contesto della giustificazione è invece un ambito rigorosamente formalizzato nel quale le idee vengono sottoposte a controllo e inserite in un contesto teorico più ampio. La logica della ricerca, secondo questa concezione, è una logica dell’indagine, una logica delle procedure che ci permettono di accogliere o rifiutare un’asserzione, e non può essere una logica del modo in cui questa asserzione viene formulata.
Sul piano strutturale è possibile distinguere quattro piani su cui si giovano le differenze tra i due tipi di ricerca:
Sulla base di quanto esposto sembra effettivamente plausibile sostenere la profonda diversità e l’inconciliabilità dei due approcci al punto che se ciascun approccio è la concretizzazione di un diverso paradigma, sarebbe accettabile l’ipotesi di una compresenza, all’interno della sociologia, di più paradigmi.
Allo stato attuale però le differenze tra ricerca qualitativa e ricerca quantitativa sono solo individuabili teoricamente. Se il confronto si sposta dal piano teorico a quello della concreta pratica di ricerca allora non solo si potrebbe evidenziare quanto i criteri di distinguibilità sono labili ma soprattutto che “non esiste un solo atto, una sola decisione di ricerca, che non sia un’inestricabile mix di qualità e quantità” (Campelli, 1996, 25)
“Anche nello strumento più usato dai ricercatori ‘quantitativi’ per raccogliere dati si incontrano variabili ‘qualitative’ (…). D’altra parte, gli stessi esponenti della scuola più prestigiosa della sociologia ‘qualitativa’, la scuola di Chicago, non disdegnavano gli aspetti quantitativi [...] Aspetti qualitativi e aspetti quantitativi si riscontrano quindi in entrambi gli approcci, e non mi sembra opportuno usare la contrapposzione qualità/quantità per distinguerli.” (Marradi 1997)
L’Osservatorio Territoriale Giovani di Napoli e provincia – OTG – è un progetto nato e condotto dal 2003 dalla Facoltà di Sociologia di Napoli con l’obiettivo di monitorare la condizione giovanile ovvero i bisogni, le risorse e le problematiche dei giovani. La periodicità e la complessità delle rilevazioni consentono di seguire l’evoluzione dei fenomeni legati alla condizione giovanile mediante il confronto longitudinale dei dati (nel tempo).
Per rispondere ad obiettivi così eterogenei si è resa necessaria l’adozione, per l’indagine empirica, di approcci metodologici di tipo quantitativo e di tipo qualitativo; l’uso congiunto dei due approcci permette, infatti, una ricostruzione esauriente del quadro della situazione del contesto napoletano monitorando, da punti di vista differenti, ogni aspetto del mondo giovanile.
Gli elementi comuni da cui prende corpo il progetto sono due:
Per una parte cospicua di giovani d’oggi il passaggio all’età adulta avviene in ritardo rispetto a quanto accadeva alla generazione dei padri; per questo motivo, e per cogliere con maggiore precisione la transizione dalla fase giovanile a quella adulta del corso di vita, è stato necessario ri-definire la categoria “giovani” in riferimento ad alcune tappe essenziali della vita (IARD, 2002):
Su queste basi è stato stabilito che la categoria dei giovani comprende tutti i soggetti con un’età compresa tra i 15 e i 34 anni.
A seconda del tipo di informazione che si è inteso rilevare sono state adottate le tecniche illustrate nello schema.
Approcci standard e approcci non standard alla scienza
1. Metodo, metodologia, tecnica, epistemologia, gnoseologia
2. Il problema del metodo nella scienza
3. Il problema del metodo nelle scienze sociali
4. Il concetto di paradigma nelle scienze sociali
5. I paradigmi fondativi I: Positivismo
6. Gli sviluppi successivi: Neopositivismo e Postpositivismo
7. I paradigmi fondativi II: Interpretativismo
8. Il metodo qualitativo e il metodo quantitativo a confronto
9. Approcci standard e approcci non standard alla scienza
10. La struttura “tipo” della ricerca quantitativa
11. Tipi di unità di analisi nella ricerca sociale
12. Gli strumenti elementari della conoscenza: concetti, asserti e ...
13. La trasformazione del concetto in indicatori
14. La trasformazione di un indicatore in variabile: la definizione...
15. Le variabili
16. Misurazione e scale: la proposta di Stevens
17. Classificazione, misurazione, conteggio, scaling: la proposta d...
18. Classificazione, misurazione, conteggio, scaling: la proposta d...
19. La ricomposizione degli indicatori e la costruzione degli indic...
22. La tecnica delle scale di atteggiamento. La scala Likert
23. La tecnica delle scale di atteggiamento. La scala Guttman
24. La tecnica delle scale di atteggiamento. Le scale auto-ancorant...
25. Le fonti statistiche ufficiali
27. Campionamento non probabilistico
28. L'approccio qualitativo. L'osservazione partecipante
P.Corbetta, Metodologia e tecniche della ricerca sociale, Bologna, Il Mulino,1999
E. CAMPELLI, “Metodi qualitativi e ricerca sociale” in C. Cipolla, A. de Lillo (a cura di), Il sociologo e le sirene. La sfida dei metodi qualitativi, Milano Franco Angeli, 1996
A. Marradi, “Esperimento, associazione, insieme non-standard”, in Gianfranco Bettin (cur.), Politica e società. Saggi in onore di Luciano Cavalli, Padova: Cedam 1997
L. Ricolfi (a cura di), La ricerca qualitativa, Roma Carocci, 1997
H. Reichembach, Experience and Prediction, Chicago University of Chicago Press, 1938