Si è visto che quando l’intensione di un concetto di una proprietà è molto ampia non è possibile dare una definizione operativa diretta del concetto; per questo è necessario ricorrere agli indicatori e alle variabili.
Le informazioni, una volta raccolte, devono essere sintetizzate per ricostruire l’unità del concetto.
L’operazione con la quale si realizza questa sintesi è la costruzione di un indice.
La ricomposizione del concetto è necessaria per rilevare il concetto di una proprietà generale.
Il ricorso agli indici ha tre vantaggi:
La costruzione di un indice avviene attraverso combinazioni logico-matematiche che consentono di trasformare la proprietà generale in un indice. L’indice è, in realtà, una variabile derivante dalla sintesi (somma, rapporto o aggregazioni logiche) di modalità della stessa variabile o di più variabili.
A seconda se si attribuiscono valori delle categorie delle variabili:
(Corbetta, Gasperoni e Pisati 2001, 89-96).
La combinazione delle categorie deve essere effettuata seguendo esclusivamente un criterio logico, per cui si assume che due o più modalità di una variabile possono essere aggregate perché definiscono un certo tipo di sotto-proprietà.
L’aggregazione di più categorie deve rispettare i criteri:
Cardinalità → per combinare le categorie delle variabili si utilizzano strumenti algebrici (somma, media prodotto ecc).
Gli indici si costruiscono sommando valori numerici di variabili cardinali seguendo un certo criterio logico.
“Ogni volta che si vogliono combinare uno p più indicatori, la complessità semantica aumenta in modo quasi esponenziale, le decisioni necessarie per ridurre la tipologia sono sempre più problematiche e il controllo intellettuale sull’intera operazione e sui suoi risultati diminuisce. Per questo motivo, ogni volta che si possono immaginare definizioni operative che creano variabili cardinali o quasi-cardinali, i ricercatori esperti lo preferiscono. Ma questo non legittima affatto la pratica di trattare come cardinali variabili che non sono neppure ordinali – come spesso si vede fare”.
(A. Marradi, 2007, 186)
La rilevazione tramite interrogazione.
Il questionario
1. Metodo, metodologia, tecnica, epistemologia, gnoseologia
2. Il problema del metodo nella scienza
3. Il problema del metodo nelle scienze sociali
4. Il concetto di paradigma nelle scienze sociali
5. I paradigmi fondativi I: Positivismo
6. Gli sviluppi successivi: Neopositivismo e Postpositivismo
7. I paradigmi fondativi II: Interpretativismo
8. Il metodo qualitativo e il metodo quantitativo a confronto
9. Approcci standard e approcci non standard alla scienza
10. La struttura “tipo” della ricerca quantitativa
11. Tipi di unità di analisi nella ricerca sociale
12. Gli strumenti elementari della conoscenza: concetti, asserti e ...
13. La trasformazione del concetto in indicatori
14. La trasformazione di un indicatore in variabile: la definizione...
15. Le variabili
16. Misurazione e scale: la proposta di Stevens
17. Classificazione, misurazione, conteggio, scaling: la proposta d...
18. Classificazione, misurazione, conteggio, scaling: la proposta d...
19. La ricomposizione degli indicatori e la costruzione degli indic...
22. La tecnica delle scale di atteggiamento. La scala Likert
23. La tecnica delle scale di atteggiamento. La scala Guttman
24. La tecnica delle scale di atteggiamento. Le scale auto-ancorant...
25. Le fonti statistiche ufficiali
27. Campionamento non probabilistico
28. L'approccio qualitativo. L'osservazione partecipante
P. Corbetta, G. Gasperoni, M. Pisati M., Statistica per la ricerca sociale, Bologna Il Mulino, 2001
A. Marradi, Metodologia delle scienze sociali, Bologna Il Mulino, 2001