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Enrica Amaturo » 22.La tecnica delle scale di atteggiamento. La scala Likert


La scala Likert

La scala Likert fu ideata dallo psicometrico americano Rensis Likert nel 1932 con lo scopo di elaborare un nuovo strumento, più semplice rispetto ad altri, per la misurazione di opinioni e atteggiamenti (cfr. Likert, 1932).

E’ molto utilizzata perché di facile costruzione. E’ costituita da una serie di affermazioni (item) semanticamente collegate agli atteggiamenti su cui si vuole indagare: ciascun item rileva lo stesso concetto sottostante, per questo motivo è una scala unidimensionale. Gli item sono presentati agli intervistati sottoforma di batterie. L’intervistato è chiamato ad esprimere il suo grado di accordo/disaccordo con ciascuna affermazione scegliendo tra cinque o sette modalità di risposta che vanno da : completamente d’accordo, d’accordo, incerto, in disaccordo, in completo disaccordo (nella versione originale utilizzata da Likert vengono così definite: strongly agree, agree, uncertain, disagree, strongly disagree).

A ciascuna modalità di risposta viene attribuito un punteggio (5, 4, 3, 2, 1 oppure 4, 3, 2, 1, 0), la somma (media) dei punteggi alle risposte di ciascun individuo sull’intera batteria rappresenta la posizione dell’individuo sul concetto indagato. Per questo motivo la scala Likert è una scala additiva.

Rensis Likert

Rensis Likert


Scala Likert: esempio

Atteggiamento verso il futuro (IARD; 2007)

Atteggiamento verso il futuro (IARD; 2007)

Ancoraggi semantici della Likert

Ancoraggi semantici della Likert


Gli assunti di base

1) Unidimensionalità degli atteggiamenti oggetto d’indagine: le diverse affermazioni utilizzate devono riferirsi allo stesso concetto, ossia gli items devono rilevare la stessa proprietà, devono quindi rilevare lo stesso atteggiamento.

2) Concettualizzazione della dimensione come continua: l’atteggiamento è considerato come un continuum, ovvero le modalità di risposta vengono ordinate lungo un continuo sottostante che esprime l’orientamento dell’atteggiamento; risposte date (Cacciola – Marradi 1988, 67; Guidicini 1995, 93; Perrone 1977, 119).

3) Equidistanza tra le categorie di risposta: si dà per assunto che le posizioni percepite siano le stesse per ciascuna categoria e per tutti gli intervistati; ovvero si presuppone che la distanza tra “completamente d’accordo” e “d’accordo” sia uguale a quella che c’è fra “disaccordo” e “completamente in disaccordo”, così come rispetto alla categoria “incerto” (cfr. Marradi 1980, 62).

Come si costruisce una scala Likert

La costruzione di una scala Likert si compone di quattro fasi:

  1. formulazione degli item
  2. classificazione degli items
  3. selezione degli item e coerenza interna
  4. applicazione della scala

1. Formulazione e classificazione degli item

E’ la fase teorica nella quale vengono individuate le dimensioni dell’oggetto studiato (concetto/atteggiamento) ovvero vengono formulati gli item che si riferiscono ai differenti aspetti dell’atteggiamento da rilevare. In genere, gli items sono monotoni, cioè formulati in modo unidirezionale rispetto all’oggetto da rilevare, così che quanto più favorevole è l’atteggiamento del soggetto verso l’oggetto, tanto maggiore sarà il suo score (punteggio) per l’item. Gli item devono essere formulati in modo chiaro, sintetico al fine di ridurre il rischio di distorsioni.

Alle cinque (o sette) modalità di risposta degli item vengono assegnati i valori numerici (1= completamente d’accordo, 2=d’accordo, 3=incerto, 4=in disaccordo, 5=in completo disaccordo, nel caso di items monotoni negativi, i valori delle categorie sono invertiti in modo che una risposta 1 significhi sempre ‘completamente d’accordo’ rispetto all’oggetto psicologico in questione: cioè 1= completamente in disaccordo nel caso di items formulati in senso negativo).

2. Selezione degli item

In questa fase si selezionano gli item da inserire nella scala finale.

Gli item selezionati dal ricercatore vengono sottoposti ad un campione pilota affinché valuti che tutti gli elementi della scala siano in relazione tra loro (pre-test) ovvero per verificarne in via preliminare la coerenza interna e la validità; ciò consentirà di evitare ridondanze e di eliminare i quesiti ambigui.

La coerenza interna delle scale viene usata per verificare se esistano elementi della scala che non siano coerenti con gli altri. Gli strumenti utilizzati sono la correlazione elemento- scala e il coefficiente alfa di Cronbach. Il coefficiente di Cronbach di basa sulla matrice di correlazione fra tutti gli elementi e sul loro numero. Nell’eliminare elementi dalla scala di terrà conto sia della correlazione elemento-scala che del coefficiente alfa.

L’unidimensionalità o controllo di validità. Nella fase finale si effettua il controllo di validità della scala, nel senso che se ne valuta la capacità di misurare il costrutto per la quale è stata costruita. In questa fase si effettua sia una verifica della capacità degli item rilevati di identificare una certa caratteristica cognitiva, nonché di verificare, per una data caratteristica; questa tipo di controllo è generalmente eseguito con tecniche di tipo fattoriale, le quali, mediante la riduzione delle variabili rilevate a variabili latenti non direttamente osservabili, riescono a cogliere.

2. Selezione degli item

Nello specifico

Calcolo dell’item-score. Si assegna uno score per ogni item uguale alla media delle risposte 1 – 5 fornite dai soggetti. Si calcola quindi la deviazione standard e si ponderano gli items a seconda della loro deviazione rispetto all’item – score medio di tutti gli items. I ‘pesi’ così ricavati offrono un criterio per assegnare maggior valore ad una risposta 1 su un item estremo che a una identica risposta 1 su un item meno estremo.

I soggetti ricevono uno score uguale alla media di tutte le loro risposte 1-5, e vengono ordinati secondo questo score dai meno favorevoli ai più favorevoli. Quindi si prende il 25% (o altra frazione arbitraria) dei meno favorevoli e il 25% dei più favorevoli, e si scelgono come migliori gli items che meglio discriminano tra i due gruppi di soggetti.

Con gli items selezionati si costruisce la scala definitiva.

3. Applicazione della scala

L’intervistato deve classificare gli items da 1 = ‘completamente d’accordo’ a 5 = ‘completamente in disaccordo’, e il suo score sulla scala corrisponde alla media dei suoi scores sugli items. Poiché nella scala Likert si tiene conto del fatto che le categorie di risposta sono espresse con dei numeri naturali, “il punteggio individuale sull’intera scala, [ può anche essere] costituito dalla [...] somma dei codici numerici attribuiti alle risposte scelte da un individuo ai vari items della scala” (Cacciola – Marradi 1988, 72).

Generalmente una batteria è composta da 10-12 items per ciascuna dimensione anche se il principio logico è che “il numero dovrebbe essere grande abbastanza da dare stabilità alla scala, ma non tanto da stancare i soggetti che rispondono” (Perrone 1977, 382).

Per quanto riguarda il numero delle categorie di risposta previste dalla scala nella versione originaria all’intervistato veniva lasciata la scelta fra sette possibili reazioni all’affermazione; in seguito le due categorie introdotte da mildly furono abbandonate” (Cacciola – Marradi 1988). La tendenza attuale è di eliminare la categoria 3 (“incerto”) per costringere chi risponde a prendere posizione, nella assunzione che “i “veri” incerti si distribuiscono probabilisticamente in parti uguali” (Perrone 1977, 382).

In sintesi

  1. Il ricercatore scegli un certo numero di frasi (items) semanticamente collegate all’atteggiamento da rilevare
  2. Il ricercatore non deve stabilire in che posizione del continuum (con cui si rappresenta l’atteggiamento) si colloca ciascun item
  3. Per ogni item l’intervistato deve scegliere tra 5 o 7 categorie di risposta che formano una scala di accordo/disaccordo
  4. A ciascuna categoria di risposta vengono associati numeri in rapporto monotonico (di solito da 1 a 5 o da 1 a 7) per cui al punteggio basso corrisponde un basso (o un alto) consenso e ad un punteggio alto corrisponde un alto (o un basso) consenso
  5. Il punteggio da attribuire ad ogni soggetto sull’atteggiamento rilevato con la batteria Likert equivale: alla SOMMA dei punteggi ottenuti su ciascuna frase oppure alla MEDIA di tali punteggi

Le 5 distorsioni della Scala Likert

  • Response set
  • Acquiescent response set
  • Reazione all’oggetto
  • Falsa doppia negazione
  • Curvilinearità

Response set

E’ una distorsione tipica delle domande presentate sottoforma di batterie infatti se da un lato le batterie accrescono la rapidità, dall’altro riducono la fedeltà dei dati così prodotti; “gli items di una scala Likert vengono presentati agli intervistati non isolatamente, [...] ma sempre sottoforma di batteria, cioè in sequenza, in modo da accelerare i tempi mediante l’uso ripetuto dello stesso schema di risposta” (Cacciola – Marradi 1988, 69). Tutto ciò potrebbe indurre l’intervistato a dare sempre la stessa risposta, in modo meccanico e sempre uguale, indipendentemente dal contenuto della domanda. Questo fenomeno viene chiamato response set La causa più frequente di response set è l’alto numero di item che compongono ciascuna batteria (molti questionari includono addirittura più batterie). Per evitarlo è necessario ridurre il numero di item in ciascuna batteria.

Per individuarlo è necessario invertire la polarità semantica degli item.

“Fu lo stesso Likert a capire che era necessario invertire la polarità semantica (e quindi anche la direzione della codifica numerica) di metà del numero di items di una scala, mostrando in tal modo di rendersi conto dell’asimmetria fra le risposte positive e quelle negative [...] accontentandosi di un rimedio che riducesse le distorsioni del punteggio complessivo”. (Marradi 1988, 71)

Rimedi per evitare il fenomeno del response set

  • “Sottolineare più attentamente l’indipendenza reciproca delle varie domande della batteria”
  • “richiamare l’attenzione dell’intervistato sull’incongruenza delle risposte”
  • “interrompere la batteria, inserendo domande di forma diversa prese dallo stesso questionario, oppure”
  • “da una lista di domande appositamente concepite per risvegliare l’interesse dell’intervistato”

(Marradi 1980, 64-65)

Acquiescent response set

Consiste nella tendenza a dichiararsi sempre d’accordo con tutte le affermazioni che vengono sottoposte (Gasperoni e Giovani 1992).

In pratica, l’intervistato, specie se ha un basso livello di istruzione, risponde agli item come pensa risponderebbe l’intervistatore. Questo accade perché l’intervistato considera le fasi che gli vengono sottoposte come espressioni di verità e tendono a non disapprovarle. In questo caso la distorsione può essere evitata dall’azione dell’intervistatore.

Reazione all’oggetto

Si verifica quando “l’intervistato non reagisce alle affermazioni, ma ai personaggi, alle azioni, alle situazioni menzionate dalle affermazioni stesse” (Cacciola – Marradi 1988, 86). Quindi, il fenomeno si manifesta quando un soggetto non riesce a separare l’affermazione (che può essere favorevole o contraria) dall’oggetto (che può essere accettato o rifiutato).

Es. “I politici si interessano solo al voto, non ai bisogni degli elettori”: “Completamente in disaccordo… dovrebbero interessarsi anche ai bisogni, non solo al voto. Sono in disaccordo con loro”. (Marradi 2007, 145-162)

Il fenomeno della ‘reazione all’oggetto‘ “può emergere solo se l’intervistato premette o fa seguire dei commenti alla risposta incasellata nelle categorie previste da Likert; questo spiega perché [ tale fenomeno] non è stato notato in occasione dei sondaggi di massa, che non incoraggiano e comunque non registrano in alcun modo i commenti a latere degli items Likert”. (Sapignoli 1992, 101)

Rimedi per la reazione all’oggetto

“Un modo per neutralizzare le conseguenze negative di tale fenomeno è sottoporre all’intervistato esclusivamente affermazioni positive nei confronti del loro oggetto: in tal modo, sia che l’intervistato valuti l’affermazione [ quindi il significato dell'intera frase] , sia che egli reagisca all’oggetto [ contenuto nell'affermazione] , la sua risposta sarà la stessa.

Se invece l’affermazione è negativa nei confronti del suo oggetto [...] in un sondaggio di massa non ci sarà modo di sapere se chi risponde negativamente lo fa perché disapprova davvero l’affermazione [...] oppure perché disapprova [ l'oggetto] ” (Cacciola – Marradi 1988, 100).

Per individuare un fenomeno così articolato e che può creare forti distorsioni, il modo migliore è quello di considerare attentamente, se non di incentivare, i possibili commenti espressi dagli intervistati sulle varie affermazioni. Infatti “ove i commenti liberi di un intervistato ad un’affermazione e la relativa risposta data con una tecnica di rilevazione siano incompatibili, si può ritenere che il commento sia quello che rispecchia il suo pensiero sull’oggetto, mentre la risposta codificata sia affetta da qualche forma di distorsione. (Marradi 1992, 108)

Curvilinerarità

La scala Likert “parte dall’assunto che tutti i soggetti favorevoli ad una certa proposizione si collochino su di un lato, mentre i contrari si collocano sull’altro. La possibilità di mescolamento è quindi considerata nulla. ” (Giudicini 1995, 98)

Può però accadere che la formulazione di un item produca la scelta della stessa alternativa di risposta da parte di due soggetti, pur avendo essi un’opinione opposta sul tema in questione. Si verifica perciò che questi soggetti, dando la medesima risposta, ottengano lo stesso punteggio che evidentemente non corrisponde al loro “stato” reale. Tutto ciò porta a trasformare il continuum in una U coricata; si parla in questo caso di “curvilinearità”. Pertanto, in talune circostanze si avrà una situazione come in figura.

Seguendo le indicazioni di Coombs, “per cercare di eliminare il rischio di curvilinearità da ciascun item [...] sarà opportuno scegliere un’affermazione così estrema da rendere improbabile che ci siano individui tanto estremi da respingerla perché non è sufficientemente estrema”. (Coombs 1953, 530)

Secondo Marradi anche questa soluzione provoca distorsioni, “perché tende a comprimere le posizioni che si trovano nella metà opposta del continuum, confondendo quelle moderate con quelle estreme”. (Marradi 1980, 63)

Curvilinearità

Curvilinearità

Curvilinearità: esempio

Curvilinearità: esempio


Falsa doppia negazione

Si verifica quando l’item è posto al negativo, in questo caso può accadere che l’intervistato risponda “disaccordo” (negazione) affermando l’item stesso. La soluzione è di non inserire item negativi.

Considerazioni conclusive

Sembra chiaro, da quanto detto, che per limitare le distorsioni derivanti dalle scale Likert è necessario formulare attentamente gli item.

Gli items somministrati agli intervistati “devono essere redatti con grande cognizione di causa, altrimenti suoneranno vaghi e/o inesatti agli intervistati; se alcuni muoveranno esplicite critiche, molti ricaveranno una notevole impressione di ignoranza del ricercatore”. (Cacciola – Marradi 1988, 101)

Inoltre, gli items dovranno essere “strutturalmente semplici, cioè consistere in una sola affermazione riferita ad un solo oggetto” (ibidem, 99). Sono quindi da evitare anche gli items del tipo double barrelled, ossia le affermazioni che si riferiscono a due diverse situazioni del medesimo oggetto.

Infine, gli items dovranno essere “semanticamente semplici” cioè definiti con una terminologia non ambigua e il più possibile vicina a quella del linguaggio corrente dell’intervistato. (ibidem, 100)

Prossima lezione

La tecnica delle scale di atteggiamento. La scala Guttman

  • Assunti di base della Scala Guttman
  • Come si costruisce la scala Guttman
  • Distorsioni della scala Guttman

Le lezioni del Corso

I materiali di supporto della lezione

E.Amisano, G.Rinaldi, Confronto tra forme diverse di 'chiusura' degli items Likert, in Marradi A. (a cura di), 1988, pp. 44-62.

C.H. Coombs, Theory and Method of Social Measurement, in Festiger L. - Katz D.(eds.), Research Methods in the Behavioral Sciences, New York, Dryden, 1953, pp. 471-535.

Gasperoni G. , Giovani F. Come e perché non funzionano le scale Likert con items a polarità semantica invertita, in Marradi A. e Gasperoni G. (a cura di), 1992, pp. 60-94.

L. Perrone Metodi quantitativi della ricerca sociale, Milano Feltrinelli, 1977.

M.Sapignoli, L'intervistato reagisce all'intera frase o solo a singole parole?, in Marradi A. e Gasperoni G. (a cura di), 1992 pp. 100-125.

M.C. Pitrone, Il Sondaggio, Milano Franco Angeli, 1986.

W. I. Thomas e F. Znaniecki, Il contadino polacco in Europa e in America, Milano Comunità, 1968. R.Likert, A Tecnique for the Measurement of Attitudes, "Archives of Psycology", monografia n. 140, 1932.

S.Cacciola, A.Marradi, Contributo al dibattito sulle scale Likert basato sull'analisi di interviste registrate, Marradi A. (a cura di), 1988, pp. 63-102.

V.Capecchi, Lo scaling come misura degli atteggiamenti, "Quaderni di sociologia", XI, 1962, pp. 165-20.

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