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Enrica Amaturo » 30.L'approccio qualitativo. Uso dei documenti


Definizione

Per documento intendiamo materiale informativo su un determinato fenomeno sociale che esiste indipendentemente dall’azione del ricercatore. Esso viene prodotto dai singoli individui o dalle istituzioni per finalità diverse da quelle della ricerca sociale (Corbetta 1999, 437).

Il fatto che il documento esista indipendentemente dalla ricerca presenta due vantaggi:

  1. le informazioni ottenute non sono reattive, cioè non risentono dell’interazione tra ricercatore e soggetto, evitando così possibili distorsioni
  2. le informazioni ottenute possono riguardare anche il passato

In genere, i documenti sono prodotti in forma scritta, rientrano, però, in questa categoria anche le cosiddette “tracce materiali” – come avviene anche in altre discipline come l’antropologia o la storia – e le testimonianze e i ricordi sul proprio passato.

Tipi di documenti

I tipi di documenti si distinguono sulla base di chi li produce:

  1. documenti personali o espressivi: sono di natura “personale” e vengono prodotti dagli individui ad uso privato; rientrano in questa categoria autobiografie, diari, lettere, testimonianze orali (storie di vita e storie orali)
  2. documenti istituzionali: sono di natura “pubblica” e vengono prodotti da istituzioni o da individui appartenenti alle istituzioni; rientrano in questa categoria documenti aziendali, verbali di processi o di consigli di amministrazione, discorsi pubblici, articoli di giornale, organigrammi di società, atti parlamentari, certificati di matrimonio o di nascite ecc.

Documenti personali

L’analisi dei documenti personali ha avuto un ruolo centrale nella ricerca storica nella ricostruzione della personalità dei suoi protagonisti. Nella ricerca sociale l’uso dei documenti si colloca in un’altra prospettiva: l’attenzione si sposta verso “la gente comune” per cercare di ricostruire le dinamiche e le relazioni sociali a partire dalla visione dei protagonisti stessi. Infatti, i documenti personali, pur essendo differenti da soggetto a soggetto, hanno in comune la caratteristica di “visioni dal di dentro”.

I documenti, introdotti nella ricerca sociale agli inizi degli anni ‘20 da William Thomas e Florian Znaniecki ne Il contadino polacco in Europa e in America (1918), furono largamente utilizzati dalla Scuola di Chicago. In breve tempo questo strumento di ricerca decadde per poi avere un nuovo periodo di sviluppo a partire dagli anni ‘80.

Florian Znaniecki

Florian Znaniecki


Tipi di documenti personali

E’ possibile rintracciare 5 tipi di documenti personali raggruppabili in due insiemi:

  1. il primo insieme è composto da Autobiografie, Diari e Lettere ovvero da documenti scritti molto difficili da reperire, perché vengono prodotti dagli individui raramente e in situazioni specifiche; in aggiunta, può accadere che i loro proprietari possono opporsi a che siano analizzati e pubblicati. Non essendo stati prodotti per la ricerca, questo sotto tipo di documenti può non contenere tutte le informazioni di cui il ricercatore necessita; inoltre, sono poco rappresentativi dei soggetti studiati perché il ricercatore non sceglie i casi da studiare, come accadeva nell’intervista o nell’osservazione, ma analizza ciò che ha a disposizione. Il limite più rilevante è costituito dal fatto che essendo documenti scritti, in genere, è circoscritto agli strati sociali superiori
  2. il secondo insieme, costituito da Testimonianze orali (Storie di vita e Storie orali), è caratterizzato dalla raccolta sistematica di testimonianze della propria vita raccontate oralmente dai soggetti al ricercatore. Queste tecniche, per le caratteristiche che presentano, sono assimilabili sia alle autobiografie sia all’intervista non – strutturata. Sono, infatti, biografie orali stimolate dal ricercatore che però si limita esclusivamente a “registrare” quanto l’individuo narra intervenendo solo per aiutare il narratore a ricordare. Le storie di vita ed orali sembrano perdere le specificità del documento così come è stato definito all’inizio di questa lezione (pre-esistenza alla ricerca e assenza di interazione tra ricercatore e soggetto); in realtà, intervistare le persone sulla loro vita passata è, di fatto, ancora un altro modo di “leggere i documenti”, un tipo particolare di documento, una sorta di documento vivente (Evans, 1975). I vantaggi dei documenti orali risiedono innanzitutto nel fatto che il ricercatore sceglie chi intervistare e che la base informativa non si limita esclusivamente agli strati sociali superiori. Gli svantaggi sono il rischio della reattività del narratore al ricercatore e l’effetto memoria

Documenti personali “scritti”

  1. Autobiografie: è l’intera ricostruzione di una parte della vita di un soggetto scritta spontaneamente dal soggetto stesso, la caratteristica principale è la dimensione retrospettiva del racconto scritto. In genere, i soggetti non sono selezionati dal ricercatore
  2. Diari: sono simili alle biografie, la differenza tra i due tipi è temporale. In questo caso, appunto, la scrittura dei fatti avviene simultaneamente all’accadimento dei fatti, manca cioè la componente retrospettiva
  3. Lettere: sono un importante strumento per rilevare “l’espressione dell’interiorità” dell’individuo, per questo sono considerate una forma di informazione “pura”. Secondo Plummer (1983), le lettere non esprimono esclusivamente il mondo dello scrivente ma anche l’interpretazione che ne dà il ricevente; per questo motivo la lettera non è sempre una forma incontaminata della personalità dello scrittore ma va interpretata come il prodotto dell’interazione fra due persone
Lettere

Lettere

Diario

Diario


Documenti personali “orali”

Sono rintracciabili molti tipi di testimonianze orali (storie personali, metodo biografico, approccio biografico) riassumibili in due forme principali, le storie di vita e le storie orali.

Storie di vita: è il racconto della propria vita fatto dalla stessa persona ad un intervistatore attraverso conversazioni o interviste. L’oggetto è l’individuo, la sua storia, le sue emozioni e il suo modo di vedere. Le storie di vita sono distinguibili a seconda delle modalità di analisi e di presentazione del materiale raccolto.

  • Il primo tipo si configura come una raccolta autobiografica: i racconti vengono pubblicati integralmente nella loro versione originale, mentre l’intervento del ricercatore è limitato ad una breve presentazione che precede i racconti
  • Il secondo tipo consiste nel presentare i racconti integralmente nella loro versione originale ma in questo caso sono preceduti da una presentazione interpretativa molto consistente
  • Nel terzo tipo i racconti e l’interpretazione del ricercatore si intrecciano continuamente: in pratica, i commenti del ricercatore guidano la lettura dei racconti secondo uno schema interpretativo che spesso non segue l’ordine cronologico degli eventi, il ruolo del ricercatore è, quindi, centrale, perché organizza il materiale individuando i nessi logici tra i fatti dando ordine “a quel magma caotico, casualmente mutevole e vario … per ricondurre almeno i suoi fenomeni essenziali ad uno schema esplicativo” (Corbetta, 1999, 449)

Storie orali: è il racconto di una persona su avvenimenti ai quali essa stessa ha preso parte. L’oggetto, in questo caso, è la società, la sua cultura, i suoi costumi e gli avvenimenti. La presentazione dei racconti è di tipo descrittivo ed interpretativo con brevi brani dell’intervista che aiutano il lettore a comprendere il fenomeno.

Documenti istituzionali

Ogni fenomeno della vita associata produce un documento, non c’è un atto istituzionale che non generi un documento. Ogni documento è il prodotto della vita istituzionalizzata, studiarli significa, quindi, studiare la cultura di una società.

In genere sono testi scritti e non si riferiscono solo a momenti particolarmente importanti di una società (come ad esempio, il testo di una legge) ma anche a momenti di vita quotidiana di una società.

L’uso di questi documenti presenta una serie di vantaggi: la non reattività, la possibilità di analisi diacroniche e i costi ridotti.

Gli svantaggi consistono essenzialmente nella possibile incompletezza delle informazioni e nell’ufficialità della rappresentazione: spesso i documenti sono la rappresentazione oggettiva della realtà istituzionale ma ne danno solo una rappresentazione ufficiale.

Tipi di documenti istituzionali

  1. Mezzi di comunicazione di massa: ovvero tutti i prodotti dei mass media, pubblicità, articoli di giornale, trasmissioni televisive ecc.
  2. Narrativa, testi pedagogici, racconti della cultura popolare
  3. Materiale giudiziario: sentenze dei tribunali, verbali di processi, trascrizioni di interrogatori, denunce
  4. Documenti della politica: atti parlamentari, programmi dei partiti, discorsi dei leader politici
  5. Documenti aziendali e amministrativi (scuole, ospedali, ordini professionali): bilanci delle società, giudizi scolastici ecc.
  6. Tracce fisiche: sono documenti materiali dai quali è possibile risalire alle attività che li hanno prodotti. Ne esistono due tipi: le tracce di erosione ovvero si hanno ogni qualvolta le attività umane provocano l’usura di un supporto fisico; ad esempio, l’usura di un pavimento indica un’alta frequentazione di quel luogo o l’usura dei libri di una biblioteca indica un interesse per quei libri. Le tracce di accrescimento sono rilevabili quando l’attività umana provoca un deposito materiale; ad esempio, l’analisi dei rifiuti domestici di un quartiere fornisce indicazioni sugli stili di vita degli abitanti di quel quartiere

Le lezioni del Corso

I materiali di supporto della lezione

W. I. Thomas F. Znaniecki, The Polish Peasant in Europe and America, Chicago University of Chicago Press, 1918, 2 (ed. it., Il contadino polacco in Europa e in America, Milano Comunità,1968).

E. Campelli, L'uso dei documenti e delle storie di vita nella ricerca sociologica, Roma Elia, 1977.

E. Campelli, Le storie di vita nella sociologia italiana: un bilancio, in “Sociologia e Ricerca sociale", 31/1990.

R. Bichi, L'intervista biografica, Vita e Pensiero Milano, 2002.

R. Cipriani (a cura di), La metodologia delle storie di vita. Dall'autobiografia alla "life history", Roma Euroma, 1995.

F. Ferrarotti, Storia e storie di vita, Bari Laterza, 1981.

F. Ferrarotti, Appunti sul metodo biografico, in “La critica sociologica”, 47/1978.

P. Guidicini, Questionari Interviste Storie di vita, Milano Franco Angeli, 1995.

D. Bertaux, Racconti di vita, Milano Franco Angeli, 1999.

J. Madge, Lo sviluppo dei metodi di ricerca empirica in sociologia, Bologna Il Mulino, 1966.

K. Plummer, Documents of Life. An Introduction to the Problems and Literature of a Humanistic Method, London Allen and Unwin,1983.

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