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Enrica Amaturo » 25.Le fonti statistiche ufficiali


Definizione

Il termine fonte significa in senso figurato principio da cui qualcosa emana o proviene direttamente (Devoto e Oli, 1971). Le fonti che forniscono informazione statistica sono nondimeno un principio. Un principio di analisi delle politiche, un supporto determinante per il mondo dell’informazione e la base di analisi della società per numerosi ricercatori e studiosi di vario genere. Una classificazione definitiva ed esaustiva delle fonti statistiche non può essere fatta. Sono molti i possibili criteri e quindi una sistemazione delle fonti può essere possibile solo a partire dagli scopi che ha in mente chi la attua.

E’ possibile classificare le fonti statistiche in base a:

  1. natura dell’ente
  2. scopo della rilevazione
  3. la territorialità

1) La natura dell’ente

Una prima classificazione è quella basata sulla natura giuridico-amministrativa della fonte. Considerando sia gli enti pubblici che quelli privati è possibile definire quattro grandi categorie:

  • a) istituzionali
  • b) pubbliche o di erogatori di servizio pubblico
  • c) private
  • d) enti di natura scientifica

a) Istituzionali

Sono quelle fonti cui la legge ha relegato funzioni di raccolta, elaborazione e gestione di informazione statistica. Esse producono sia dati istituzionali che statistici in senso proprio e le principali italiane sono l’ISTAT, gli altri enti del SISTAN e gli organi dell’amministrazione centrale e territoriale dello Stato (Ministeri, Dipartimenti, Aziende autonome, Regioni, Province autonome, Province, Prefetture e Comuni).

b) Pubbliche o di erogatori di servizio pubblico

Tali fonti producono ciò che il mondo anglosassone conosce sotto il nome di process-produced data, cioè quei dati che sono creati al fine del buon funzionamento dell’ente preposto alla loro raccolta. Il ruolo informativo di questo tipo di dati sta crescendo costantemente, perché in alcuni casi essi costituiscono l’unica risorsa per la comprensione di determinati fenomeni di rilevante interesse sociologico. Alcune fonti italiane di questo tipo sono: Aci, Agea, Apat, Coni, Inail, Inps, Inran, Ismea, Iss, Isvap, Unioncamere.

c) Private

Questa categoria di fonti è costituita da società e strutture private. A parte le società a partecipazione statale, Ferrovie dello stato e Poste Italiane, fanno parte di questa categoria: associazioni, consorzi, organizzazioni sindacali di lavoratori dipendenti e dei datori di lavoro (ad esempio Enasarco ed Inpdap), uffici e studi di aziende private.

2) Lo scopo della rilevazione

Una seconda classificazione delle fonti è basata invece sullo scopo della rilevazione. Lo storico polacco Wiltod Kula (1972) considera fonti tutti quei documenti che sono prodotti dai singoli o dalle organizzazioni e che si possono dividere in fonti di origine statistica e fonti di tipo istituzionale. Le prime sono costituite da quel materiale che già in principio è stato raccolto con l’intento di conoscere alcuni aspetti della vita sociale. Le seconde comprendono quei documenti predisposti dalle amministrazioni pubbliche e private per scopi inerenti alla propria attività (Kula, 1972). In pratica sono fonti sia quelle amministrative degli organi dello stato che quelle conoscitive, preposte alla rilevazione di un determinato fenomeno sociale.

Esse possono essere classificate in tre categorie:

  • rilevazioni amministrative
  • censimenti
  • indagini campionarie

a) Rilevazioni amministrative

Sono i dati prodotti dall’attività amministrativa (process-produced data) e consentono di acquisire informazioni regolarmente aggiornate su individui od enti. Le più famose di queste rilevazioni sono sicuramente le anagrafi o registri della popolazione. Esse sono tenute dalle amministrazioni comunali ed hanno la funzione di registrare nominativamente gli abitanti residenti nel comune. Altri esempi di rilevazioni amministrative sono il registro delle imprese, il PRA (Pubblico registro automobilistico) e le liste elettorali.

b) Censimenti

Sono l’insieme delle operazioni di progettazione, raccolta, analisi e diffusione dei dati di carattere demografico, culturale, economico e sociale di tutti gli abitanti del Paese (ISTAT, 1993). Il censimento è un’indagine esaustiva a cadenza decennale con cui si vuole determinare non solo l’entità numerica ma anche la struttura della popolazione di un Paese. Il vantaggio del censimento è che può rendere con precisione e dettaglio la situazione al livello di aree molte piccole, quale ad esempio la singola sezione. D’altro canto esso ha dei costi molti elevati e sempre più la sua attuazione si scontra contro pressanti critiche. Una su tutte quella che considera l’intervallo temporale tra un censimento e l’altro (10 anni) ormai troppo lungo per seguire l’evoluzione dei fenomeni migratori che oramai hanno tempi sempre più rapidi e ritmi molto sostenuti. Va sottolineato che il censimento della popolazione e delle abitazioni non è l’unico censimento italiano. Ad esso si affiancano alcuni censimenti in materia economica. Censimento generale dell’Agricoltura, l’8° Censimento generale dell’Industria e dei Servizi ed il 1° censimento generale delle istituzioni private ed imprese non profit.

c) Indagini campionarie

Sono caratterizzate dal fatto che solo una parte delle unità componenti la popolazione viene selezionata ed indagata (campione Lez. 27 e 28)). Questo espediente, diminuendo l’onere della rilevazione, consente di destinare maggiore attenzione a tutte le attività connesse al miglioramento e al controllo della qualità dei dati raccolti. Tuttavia, selezionare solo un campione implica ovviamente una minore attendibilità delle stime riferite ai parametri di interesse. E’ infatti chiaro che a seconda di quali unità vengono inserite nel campione prescelto, i risultati riferiti alla popolazione complessiva varieranno. Le indagini su campioni di popolazione rientrano nell’attività dell’ISTAT da circa un ventennio. Quella sulle forze di lavoro, realizzata nel settembre del 1952, è rimasta per molti anni l’unica indagine diretta ad individui con interviste personali. Bisogna attendere il 1983 con l’Indagine sulle strutture ed i comportamenti familiari, ora Indagine Multiscopo sulle Famiglie, per vedere un cambiamento di rotta dell’ISTAT, che si indirizza sempre più verso un uso della statistica interventista più che descrittivo.

Natura delle fonti

i tre tipi di raccolta di dati sono disposti su un unico continuum che va dalla produzione di dati hard (process produced data) a dati soft (survey – Martinotti, 1978).

Se i dati amministrativi sono prodotti per puri fini descrittivi, le indagini campionarie si prestano al controllo empirico delle teorie. Inoltre, generalmente si passa da una rilevazione totale della popolazione al disegno campionario. Infatti, anche i censimenti, che tendono alla copertura totale, spesso usano procedure di campionamento in fase di elaborazione ed analisi del dato.

Natura delle fonti

Natura delle fonti


3. La territorialità

Una suddivisione utile è quella che fa riferimento alla territorialità dell’ente che produce il dato. Su questa base è possibile definire almeno tre categorie di fonti.

  • internazionali
  • nazionali
  • locali

Fonti statistiche internazionali

Fanno parte delle fonti internazionali due categorie distinte. Tra le cosiddette fonti nazionali estere, rientrano tutti gli enti (pubblici ed istituzionali, privati e scientifici) che producono informazioni statistiche in base a normative di legge, funzioni di natura amministrativa o finalità conoscitive. Si tratta di un gruppo di fonti molto vario che comprende: istituti nazionali di statistica (tipo l’ISTAT), servizi statistici regionali, ministeri, banche centrali, istituti di ricerca, fondazioni ed archivi dati. Sono invece fonti sovranazionali i servizi statistici delle organizzazioni sovranazionali. Fra queste va senza dubbio segnalato l’Eurostat (l’ufficio statistico della Commissione Europea) che svolge funzione di direzione generale della Commissione e di coordinamento dell’attività statistica comunitaria. In genere, non raccoglie le informazioni ma gestisce e rielabora i dati che gli sono inviati dagli istituti nazionali di statistica e da altre organizzazioni sovranazionali come il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca mondiale. Altre fonti sopranazionali di dati sono l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e le Nazioni Unite (ONU).

Eurostat

L’importanza crescente che gli scenari transnazionali hanno sulle dinamiche interne alle società moderne ha dato negli ultimi anni un forte slancio alla ricerca internazionale ed ha spinto le fonti sopranazionali a dotarsi di classificazioni comuni, basate su criteri uniformi, creando la necessità di rafforzare lo studio della comparabilità delle statistiche. L’istituzione europea che, di gran lunga più di ogni altra, ha lavorato per realizzare un sistema informativo-statistico sempre più comune è stata sicuramente l’ufficio statistico della Commissione europea, l’Eurostat. L’Eurostat è stato fondato nel 1953 per venire incontro alle esigenze della Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio (Ceca). Col passare degli anni i sui compiti si sono ampliati e quando, nel 1958, la Comunità Europea fu fondata, diventò una delle Direzioni Generali della Commissione Europea. L’Eurostat ha un ruolo chiave nel fornire alle altre DG, alla Commissione ed alle altre istituzioni europee dati che possano aiutare a definire, attuare ed analizzare le politiche Comunitarie. Una peculiarità dell’ufficio statistico dell’Unione è che non raccoglie dati di per sé. La raccolta dei dati è compito degli organi statistici dei Paesi membri dell’Unione i quali dopo averli verificati e validati li mandano all’Eurostat, che avrà il compito di assicurare la loro comparabilità attraverso l’uso di metodi armonizzati. Un notevole risultato che ha ottenuto l’Eurostat è l’approvazione della cosiddetta “legge statistica” del 1997. Essa rappresenta una pietra miliare per il riconoscimento delle statistiche comunitarie e determina un punto di svolta nella cooperazione tra gli uffici statistici nazionali dei Paesi membri e l’Eurostat. Il trattato di Amsterdam e l’avvento dell’Euro portano all’intensificarsi di rapporti, relazioni, meeting che, se da un lato, spingono all’integrazione ed all’armonizzazione, dall’altro causano consistenti cambiamenti nella produzione nazionale dei dati. Con l’intento dell’UE di realizzare l’economia più competitiva ed inclusiva del mondo, la produzione da parte dell’Eurostat di statistiche sociali è andata aumentando e, attualmente, sono tante le survey comunitarie dedicate a temi di rilevanza sociologica.

Le attività dell’Eurostat

I. ECHP: l’European Community Household Panel

II. Survey

III. Database

IV. Eurobarometri

I. ECHP: European Community Household Panel

E’ un’inchiesta campionaria basata su un questionario strutturato somministrato annualmente allo stesso campione di famiglie ed individui in ogni paese dell’Unione. Essa copre numerosi temi: reddito, salute, educazione, condizioni abitative, occupazione. La durata totale della serie temporale va dal 1994 al 2001 e nella prima onda del 1994 erano rappresentati, all’incirca, 130.000 individui con più di 16 anni residenti negli allora 12 Paesi dell’Unione.

Tre caratteristiche rendono l’ECHP una fonte unica:

  • è un indagine multidimensionale con vasti scopi euristici che cerca di studiare le interrelazioni tra i diversi temi sociali ed i vari Paesi Membri
  • attraverso procedure standardizzate è in grado di ottenere informazioni comparabili
  • dà la possibilità di osservare nel tempo i cambiamenti dello stesso campione di famiglie ed individui

II. Le survey Eurostat

L’Eurostat effettua survey su molteplici tematiche; le principali riguardano i temi dell’occupazione (e disoccupazione) e della salute.

Survey sull’occupazione

  1. Labour Force Survey
  2. European Labour Cost Survey

Survey sull’occupazione

  1. Health Interview Surveys (HIS)

III. I database dell’Eurostat

Il database ESSPROS (European System of Integrated Social Protection Statistics). Esso raccoglie informazioni sugli interventi messi in atto dal pubblico e dai privati per ridurre i rischi di famiglie ed individui ed aiutarli nella soddisfazione dei loro bisogni. In pratica riguarda finanziamenti ed offerte di servizi che attengono non solo ai trasferimenti di denaro ma anche alla fornitura di beni od al rimborso per l’acquisto di alcuni di essi. Un altro database importante è il database REGIO che valuta gli sforzi commessi dall’Unione a favore della valorizzazione delle regioni svantaggiate con la sponsorizzazione di interventi volti a migliorarne le condizioni. La crescente domanda di database regionali ha incentivato l’analisi ecologica ed attualmente tra i 25 Paesi dell’Unione ci sono ben 17 database regionali. Purtroppo l’Italia non è tra questi.

IV. Gli Eurobarometri

Sono dei sondaggi di opinione sopranazionali effettuati su un campione di all’incirca 1000 individui in ogni Paese dell’UE, estratto dalla popolazione al di sopra dei 15 anni. Essi vengono condotti ogni primavera ed ogni autunno a partire dal 1973 e, per studiare l’evoluzione delle opinioni nel tempo, alcune domande vengono ripetute in ogni sondaggio. Gli Eurobarometri sono coordinati dall’Eurostat ma effettuati da agenzie di ricerca private Ciò che sopra ogni cosa crea problemi nel confronto dei risultati è il fatto che la versione originale dei questionari venga stilata in lingua inglese e poi successivamente tradotta nelle altre lingue comunitarie. In pratica non viene sempre garantita l’uniformità nella definizione dei concetti che, quando tradotti, perdono parte del loro valore semantico. Per risolvere questo problema alcune università europee si sono consorziate per lavorare alla redazione di una survey che rafforzi l’analisi comparativa: l’European Social Survey. Essa prevede che il testo del questionario sia redatto congiuntamente da tutti i Paesi che partecipano alla survey, lasciando poca o per niente discrezionalità nelle possibili traduzioni. Inoltre, l’EES è la prima survey che si occupa di registrare tutti gli avvenimenti politici e sociali avvenuti durante il periodo della rilevazione, cercando quindi di limitare al massimo le influenze esterne ai giudizi dei singoli. Va purtroppo segnalato che l’Italia, dopo la prima tornata, non è più presente nel progetto per la seconda rilevazione siccome il CNR, da cui dipende la realizzazione dell’indagine, ha dichiarato di non potere continuare per mancanza di fondi.

Fonti statistiche nazionali

Le fonti statistiche nazionali sono prodotte dagli organi di amministrazione delle Stato esclusi quelli locali. Il maggior produttore di fonti nazionali è l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT).

Nel 1926, con la legge n.1162 nasce l’Istituto centrale di statistica e si afferma l’idea della statistica come strumento di conoscenza dei fenomeni. L’istituto s’impegna non soltanto a produrre informazione ma, fin da subito, a diffonderla. Nel 1989 il decreto legislativo n. 322 detta le norme per la costituzione del Sistema statistico nazionale.

Le produzioni dell’ISTAT sono:

I. Censimenti

II. Indagini multiscopo

III. Altre survey

I. I censimenti dell’Istat

L’ ISTAT conduce nel nostro paese ogni dieci anni il Censimento della popolazione e delle abitazioni.

Attraverso tale analisi censuaria l’ISTAT raccoglie informazioni sulla consistenza numerica della popolazione e sulle caratteristiche strutturali delle abitazioni. L’operazione censuaria riguarda 57 milioni di cittadini, pari a 22 milioni di famiglie. Un universo composito rappresentato da giovani, anziani, singoli, immigrati, ma anche da nomadi, persone senza tetto e senza abitazione.

Un altro Censimento che fornisce dati utili dal punto di vista delle politiche sociali è quello sulle istituzioni non profit.

II. Indagini multiscopo dell’Istat

La più importante indagine multiscopo Istat, considerata il corrispettivo italiano dell’ECHP dell’Eurostat sono le ‘”Indagine Multiscopo sulle Famiglie”. Le indagini Multiscopo sulle famiglie si configurano come un vero e proprio sistema di indagini sociali:

La popolazione di interesse delle indagini Multiscopo, ossia l’insieme delle unità statistiche intorno alle quali si intende investigare, è costituita dalle famiglie residenti in Italia e dai membri che la compongono. La famiglia è intesa come famiglia di fatto, ossia un insieme di persone coabitanti e legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o affettivi. Il disegno di campionamento è di tipo complesso e si avvale di due schemi. In un primo schema vengono suddivisi i comuni italiani in due classi formate in base alle caratteristiche demografiche. I comuni con maggiore dimensione demografica sono definiti come Auto Rappresentativi (AR) ed i restanti come Non Auto Rappresentativi (NAR). All’interno dei comuni AR viene effettuato un campionamento a grappoli in cui le unità primarie sono costituite dalle famiglie stesse.

Ambiti di indagine delle multiscopo

  • Aspetti della vita quotidiana (annuale)
  • Viaggi e vacanze (trimestrale)
  • Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari (quinquennale)
  • I cittadini e il tempo libero (quinquennale)
  • Sicurezza dei cittadini (quinquennale)
  • Famiglia, soggetti sociali e condizioni dell’infanzia (quinquennale)
  • L’Uso del tempo (quinquennale)

III. Altre survey dell’Istat

Altre importanti survey dell’ISTAT, al contrario delle Multiscopo, sono riferite ad un argomento specifico.

  • Inchiesta sulle Forze di Lavoro
  • I consumi delle famiglie.
  • I percorsi di formazione-lavoro
  • L’inserimento professionale dei laureati
  • La rilevazione delle cause di morte
  • L’attività degli istituti di cura
  • I presidi residenziali socio-assistenziali

Altre attività dell’ ISTAT

Altre importanti iniziative, che non sono costituite da un’unica indagine ma dalla fusione di più fonti su argomenti specifici vengono periodicamente realizzate dall’ISTAT per tenere il passo sui mutamenti economici e sociali che intervengono nella società nazionale.

Tra queste vanno sicuramente menzionate:

  • il progetto Indicatori regionali per la valutazione delle politiche di sviluppo
  • la realizzazione del sito “handicapincifre.it”

Fonti Statistiche Locali: la Campania

La produzione statistica campana è caratterizzata da un tessuto molto fitto di uffici di statistica capillari sul territorio:

  • la Regione Campania
  • le quattro Province (Benevento non ha ancora istituito l’ufficio di statistica)
  • i vari uffici dei Comuni piccoli e grandi

Le fonti statistiche della Regione Campania

Le produzioni statistica regionale su temi di natura sociale sono essenzialmente tre:

  1. l’Annuario Statistico Regionale si propone quale strumento di conoscenza del territorio, dell’ambiente sociale e dello stato economico della Campania, con i necessari confronti con il resto dell’Italia. Strumento di conoscenza, ma, soprattutto, di lavoro per tutti gli operatori economici, sociali, culturali e la pubblica amministrazione. Nell’annuario sono presenti numerosi indicatori su: Popolazione, Sanità Assistenza e previdenza, Istruzione, Statistiche culturali, Elezioni, Lavoro, Giustizia. Tali indicatori sono elaborati sulla base di dati secondari forniti dai Comuni e su altri dati di fonti quali, ad esempio, Ministero dell’Istruzione, ISTAT, Asl.
  2. i Comuni della Campania in cifre ha l’importante caratteristica di fornire un informazione tempestiva sull’andamento di alcuni indicatori. Il fatto di essere basato su un livello territoriale ridotto come quello comunale, e di essere realizzata annualmente permette interessanti analisi longitudinali. Ogni comune ha una propria scheda, da cui si evincono oltre ai dati di tipo territoriale, tassi sulle forze di lavoro e su alcuni indicatori di sviluppo (consumi elettrici, abbonati RAI, autovetture, etc.) In totale vengono considerati settanta indicatori aggregati per arre tematiche.
  3. l’Informatore Statistico è la pubblicazione mensile dell’ufficio di statistica regionale. Essa si basa su temi specifichi scelti di volta in volta in base all’esigenze. Sono elaborati indicatori di sanità, previdenza, assistenza ed altri.

Le fonti statistiche della Provincia di Napoli

La funzione statistica delle province nasce proprio con la riforma del sistema statistico e al momento la Provincia di Napoli fa registrare un’unica pubblicazione: il primo rapporto del 2003. Il Primo Rapporto sulla Provincia di Napoli rappresenta il frutto di una collaborazione tra l’Ufficio di Statistica dell’Amministrazione Provinciale di Napoli ed il Servizio Statistica della Regione Campania. Esso è stato realizzato nell’ottica della predisposizione di strumenti di conoscenza.

informazione che possano aiutare l’amministrazione nella definizione e nell’attuazione delle strategie d’intervento ed il cittadino nell’esercizio del suo diritto all’informazione. Il rapporto è strutturato in sette capitoli contenenti indicatori su: Popolazione, Ambiente e Territorio, Economia, Istruzione, Formazione e Lavoro, Pubblica Amministrazione, Elezioni, Stato di salute della popolazione Delittuosità.

Inoltre, nell’appendice è possibile trovare un sondaggio somministrato a 50 opinion leader (32 esponenti dei settori economico, sociale, culturale e 18 tra Sindaci ed Assessori di comuni della Provincia) sulla percezione della qualità dell’attività amministrativa provinciale.

Un’ulteriore pubblicazione interessante per la trattazione di tematiche sociale è quella realizzata dall’Osservatorio sulle politiche sociali della Provincia di Napoli. In cui vengono elaborati numerosi dati legati alle politiche per i minori e per l’infanzia.

Le fonti statistiche del Comune di Napoli

La produzione statistica del ufficio di statistica del comune di Napoli non sembra raccogliere ed elaborare numerose statistiche sociali. Va sicuramente segnalata la realizzazione annuale del Bollettino di Statistica con numerosi indicatori su: Popolazione, Cultura, Giustizia, Prezzi, Mercati e consumi.

Inoltre, va segnalata una particolare attenzione per la raccolta di dati elettorali. Le pubblicazioni su questo tema sono numerose e costituiscono un patrimonio informativo forse unico nel suo genere.

Prossima lezione

Il campionamento probabilistico

  • La popolazione
  • Il Censimento e la Survey
  • La rilevazione campionaria
  • Campione e campionamento
  • Parametri e stime dei parametri
  • L’errore di campionamento
  • Validita’/Bontà di un campione
  • Tipi di campioni probabilistici

Le lezioni del Corso

I materiali di supporto della lezione

Eurostat, European Statistics: a Guide to official sources, 1993.

G. Devoto G. C. Oli, Dizionario della lingua italiana , Firenze Le Monnier, 1971.

G. Martinotti, Data processing, government and the public: reflections on the Italian case, International Social Science Journal, XXX, n. 1, 1978.

B. Aragona, L' informazione statistica per politiche sociali, Cosenza F.lli Guido Ed., 2007.

W. Kula, Problemi e metodi di storia economica, Milano La Cisalpina, 1972.

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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