Il primo passo da compiere per ridurre la complessità della realtà è di individuare l’ “oggetto” sociale al quale afferiscono, nella ricerca empirica, le proprietà studiate del concetto considerato ovvero l’unità di analisi (o di osservazione).
L’unità d’analisi è un elemento importante del programma di lavoro (disegno della ricerca) per questo deve essere determinata con precisione nel momento in cui si vuole sottoporre a controllo empirico una teoria mediante una specifica ricerca di tipo quantitativo. Per trattare in modo esauriente dell’unità di analisi è necessario iniziare a definire l’oggetto e nello specifico i concetti che si riferiscono agli oggetti studiati, differenziandoli dai concetti che si riferiscono alle proprietà degli oggetti studiati.
I concetti utilizzati dalla ricerca scientifica sono di due tipi, quelli che si riferiscono agli oggetti e quelli che si riferiscono alle proprietà degli oggetti. Stabilire l’esistenza di una relazione (positiva o negativa) tra le proprietà A e B, ad esempio, significa accertare che nello stesso oggetto:
Tendenzialmente significa che l’accertamento:
In sintesi, esiste un rapporto diretto tra oggetti e proprietà degli oggetti al punto che la traduzione empirica di un concetto avviene assegnando le proprietà del concetto ad un oggetto sociale.
A seconda del livello di astrazione (dal più alto al più basso) è possibile distinguere in oggetto, unità e caso. Gli oggetti del discorso scientifico sono i “soggetti” sociali della ricerca scientifica a cui si riferiscono le proprietà studiate. Ciascuna disciplina scientifica ha i suoi “oggetti”:
Le unità sono i tipi di oggetti di cui si occupa una determinata ricerca scientifica
I casi sono i particolari oggetti di cui si occupa quella particolare ricerca scientifica
L’unità di analisi è singolare ed astratta, mentre chiamiamo casi gli esemplari specifici di quella data unità di analisi che vengono studiati, sui quali si rilevano i dati. Essi sono gli oggetti specifici della ricerca empirica.
Le unità di analisi possono essere concretamente rappresentate dall’individuo (la più comune), dall’aggregato di individui (di solito basate sulla territorialità), dal gruppo-organizzazione-istituzione (quando l’unità di rilevamento è rappresentata dal collettivo stesso), dagli eventi sociali (quando gli eventi stessi sono le unità di analisi) e dalle rappresentazioni simboliche – prodotti culturali (quando l’unità di analisi è costituita ad esempio da messaggi veicolati da un mezzo di comunicazione di massa di qualunque genere).
Le unità si dividono in due macro gruppi:
Su questa base è possibile distinguere cinque tipi di unità.
L’unità di analisi e l’unità di raccolta coincidono, le proprietà si riferiscono direttamente all’unità di analisi.
Individuo
Le proprietà da rilevare sono aggregate e l’unità di raccolta non coincide con l’unità di analisi. Appartengono a questo tipo gli aggregati di individui (comune), in questo caso, le proprietà sono aggregate ovvero derivano da operazioni matematiche effettuate su variabili rilevate a livello.
Comune
Le proprietà sono globali e l’unità di raccolta è il collettivo stesso.
Rientrano in questo tipo di unità le famiglia, le associazioni, i sindacati, i partiti politici, le società e le unità amministrative locali.
Ha le medesime caratteristiche delle unità gruppi e organizzazioni ma qui l’unità è un evento “eccezionale”.
Sciopero
Le proprietà sono dette contestuali e l’unità è rappresentata da messaggi della comunicazione di massa – scritta o orale o audiovisiva – e quindi articoli di giornali, testi letterari, discorsi politici, fotografie o trasmissioni TV ecc.
Discorsi politici
Una volta stabilita l’unità è necessario individuare i casi concreti su cui rilevare le proprietà del concetto. Ma, in base alla determinazione astratta dell’unità solo alcuni oggetti possono diventare casi.
Per individuare i casi che effettivamente rientreranno nella ricerca è necessaria una “delimitazione spazio-temporale” perché se così non fosse tutti gli oggetti di un certo tipo – e che corrispondono ad una determinata unità – siano essi passati, presenti o futuri, diverrebbero potenziali casi di quella ricerca. E’ implicito che i risutati di una ricerca non possono essere generalizzabili oltre l’ambito spazio-temporale entro il quale sono stati scelti i suoi casi.
Ad esempio, data una ricerca sui giovani a Napoli, possono diventare casi tutti gli individui residenti a Napoli con un’età compresa tra i 15 e i 34 anni; i risultati saranno generalizzabili alla sola popolazione di giovani residenti a Napoli.
In alcuni casi, però, la delimitazione spazio-temporale non è sufficiente a ridurre il numero di potenziali casi ad un livello accessibile alle risorse della ricerca stessa. Per cui è necessario ricorrere ad una selezione di tutti i potenziali casi (popolazione /universo) in modo che quelli che entrano effettivamente nella ricerca siano rappresentativi dell’insieme di tutti i potenziali casi.
Il passaggio dal livello di astrazione più alto (unità) a quello più basso (caso) – ovvero la “selezione” dei casi che entrano effettivamente nella ricerca scientifica – viene determinato da precisi regole e precisi criteri che prendono il nome di campionamento (vedi lez. 27 e 28).
Dall’astratta determinazione dell’unità (cioè il tipo di oggetti che gli interessano), il ricercatore passa all’individuazione dei casi concreti mediante una serie di norme che delimitano lo spazio-temporale, fissano i criteri di campionamento con la precisione necessaria e danno ogni altra informazione necessaria a dirimere ogni dubbio su quali singoli oggetti – e quali no- assumeranno lo status di casi in quella ricerca, cioè diverranno delle righe della matrice dati. (Marradi, 1985, 21)
Gli strumenti elementari della conoscenza: concetti, asserti e spiegazioni
1. Metodo, metodologia, tecnica, epistemologia, gnoseologia
2. Il problema del metodo nella scienza
3. Il problema del metodo nelle scienze sociali
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6. Gli sviluppi successivi: Neopositivismo e Postpositivismo
7. I paradigmi fondativi II: Interpretativismo
8. Il metodo qualitativo e il metodo quantitativo a confronto
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15. Le variabili
16. Misurazione e scale: la proposta di Stevens
17. Classificazione, misurazione, conteggio, scaling: la proposta d...
18. Classificazione, misurazione, conteggio, scaling: la proposta d...
19. La ricomposizione degli indicatori e la costruzione degli indic...
22. La tecnica delle scale di atteggiamento. La scala Likert
23. La tecnica delle scale di atteggiamento. La scala Guttman
24. La tecnica delle scale di atteggiamento. Le scale auto-ancorant...
25. Le fonti statistiche ufficiali
27. Campionamento non probabilistico
28. L'approccio qualitativo. L'osservazione partecipante
A. Marradi, Concetti e metodi per la ricerca sociale, Firenze La Giuntina, 1985