La gran parte degli approcci alla leadership educativa si sono indubbiamente concentrati sul versante professionale del ruolo di capo d’istituto.
Si sono evidenziate talvolta alcune particolari dimensioni di analisi, ma molto più spesso veri e propri orientamenti normativi, rispetto all’esplicazione di tale ruolo.
Riferimento bibliografico:
Fullan M. (2003), The Moral Imperative of School Leadership, Thousand Oaks, Corwin Press.
Tra gli approcci più rilevanti appartenenti a questo versante si possono citare: la leadership “morale“, quella “istruzionale” e quella “trasformazionale” e in tutte e tre il focus è incentrato sulla figura del leader.
Gli approcci della learning community si concentrano, invece, sulla trama di relazioni.
La leadership “sostenibile” rappresenta, infine, un esempio di attenzione alla più ampia rete istituzionale.
La leadership morale è sostenuta da autori (Hodgkinson 1991, Sergiovanni 1992) che insistono sulle qualità di guida nell’orientare i valori della professione insegnante verso le mete istituzionali della scuola.
Quest’ultima è intesa come corpo sociale, meglio ancora come comunità, che cura un bene pubblico per eccellenza, l’istruzione (Fullan 2003).
Nella questione morale si scorge, inoltre, la possibilità di andare oltre la leadership fondata sui ruoli formali, individuandone alcuni «sostituti» quali la collegialità, la valorizzazione del lavoro professionale, lo sviluppo di norme comunitarie (Sergiovanni 1992).
Nella leadership istruzionale si mantiene il focus sul ruolo del leader, ma c’è uno scivolamento verso la funzione di guida nella pratica dell’expertise:
il leader è il super-esperto capace di indirizzare, supervisionare, valutare, la pratica professionale (Hallinger 2005).
In taluni casi, questa visione si spinge sul versante strumentale del discorso manageriale, quando valuta l’impatto dell’azione del leader.
La leadership trasformazionale rappresenta forse il caso più rappresentativo del discorso professionale in chiave normativa.
Riprendendo la dialettica transazione-trasformazione che ha segnato il dibattito sulla leadership nell’ambito delle organizzazioni aziendali, la leadership trasformazionale si segnala per una ripresa dei temi weberiani del carisma.
Mentre il leader transazionale è quello che dirige attraverso lo scambio (ad es. quello tra impegno e remunerazione), quello trasformazionale aspira ad aprire i giochi dello scambio, ispirando nuovi orizzonti, nuove sfide e nuove
missioni.
La normatività dell’approccio trasformazionale è rappresentata dal modellamento degli stili professionali, degli orientamenti valoriali, dei contenuti e della identità culturale della scuola.
Alcuni sviluppi del discorso professionale, come la leadership for learning, riprendono la visione proposta dalle comunità di pratica come luoghi di apprendimento, ma ne sottolineano la normatività insistendo sul concetto di sviluppo professionale (Earley, Weindling 2004).
In questo caso, inoltre, si guarda alla leadership in termini di relazioni privilegiate con il middle management scolastico.
Una prospettiva molto recente, inscritta nell’alveo del discorso professionale, si spinge verso la presa in carico della complessità delle reti istituzionali, ipotizzando una leadership sostenibile (Hargreaves, Fink 2006).
Questo modello esibisce un certo interesse per avere posto in luce, con un chiaro riferimento alla metafora ecologica, gli assetti istituzionali e le loro interconnessioni per cui si danno le condizioni della sostenibilità.
In questo caso, l’impianto normativo viene mantenuto dall’assunzione funzionalista del modello, prevedendo l’indispensabilità di sette «principi» (apprendimento, durata, distribuzione, giustizia, diversità, risorse, eredità) garanti della sostenibilità.
Per di più, tali principi richiedono, a loro volta, cinque dispositivi di realizzabilità, ovvero «principi di azione» (attivismo, vigilanza, pazienza, trasparenza, progettazione).
Il mondo dell’istruzione è stato oggetto di una sempre più ampia diffusione di logiche strumentali: la diffusione delle politiche di quasi-mercatizzazione, di accountability testimoniano, infatti, la comparsa anche in questo mondo delle tecniche e delle retoriche del new public management e hanno aperto la strada alla leadership manageriale (Leithwood, Duke 1999).
Il leader educativo è, innanzitutto, l’interprete dell’autonomia ed in quanto tale deve innanzitutto dirigere e gestire le risorse professionali per permettere alla propria scuola di competere ed essere sempre più efficiente.
Risulta indispensabile, in questo senso, misurare l’«impatto» della leadership, che viene spesso ridotta all’azione del solo dirigente.
I più rilevanti programmi di formazione per dirigenti scolastici varati, ad. es. in Inghilterra, sono stati esplicitamente accusati di importare il “managerialese” dal mondo aziendale a discapito delle qualità proprie della leadership, come la riflessività, l’introspezione, la cura dei climi emotivi, ecc. (Day et al 2000).
Ciò che sembra importante sottolineare è che la strumentalità dell’azione manageriale finisce per privilegiare una visione della leadership prevalentemente accentrata sulla figura individuale del leader.
Riferimento bibliografico:
Day C., Harris A., Hadfield M., Tolley H., Beresford J. (2000), Leading Schools in Times of Change, Buckingham, Open Un. Press.
Le micropolitiche di leadership (Ball 1987) rappresentano uno dei lavori pionieristici dal punto di vista critico applicato alle organizzazioni scolastiche, viste come un luogo sociale di produzione e riproduzione di diseguaglianze.
Telford (1996) si distingue per un lavoro in cui la questione politica è quella centrale: qui la trasformazione è quella riguardante la «densità» del potere che va distribuito in modo condiviso.
La leadership collaborativa che ne deriva si fonda sulla co-determinazione dei fini e sulla capacità di lavorare insieme di leader ed insegnanti, per fare delle scuole «luoghi di apprendimento continuo per se stessi e per gli studenti».
Fin qui il focus passa dall’individuo al tessuto di relazioni.
E’ con la leadership democratica di Woods (2005) che si ripensano i rapporti di gerarchia-influenza nelle scuole in termini di network istituzionali.
Riferimento bibliografico:
Woods P.A. (2005), Democratic Leadership in Education, Sage Publications Inc.
Nel modello della leadership democratica si coniugano due dimensioni, quella dell’agire di leadership e quella delle «proprietà strutturali», attraverso la mediazione della «pratica».
La concezione di leadership che ne deriva va oltre quella delle interpretazioni della distribuzione nei termini della delega a collaboratori, di cui si mantiene la sostanziale strumentalità ai fini dell’organizzazione.
La leadership democratica, infatti, allarga i propri orizzonti oltre l’istituzione-organizzazione scuola e si rivolge al sociale, alle sue più ampie finalità di giustizia ed equità.
La logica emancipatoria coinvolge tutti gli attori che entrano nel gioco dei network istituzionali e non solo quelli verso cui la leadership verrebbe distribuita.
Riferimento bibliografico:
Ball S. J. (1987), The Micro-Politics of the school. Towards a theory of school organizations, London, Methuen.
Immaginare, proporre, decidere ed implementare una politica educativa, in generale, e relativa alla dirigenza scolastica, in particolare, significa situarsi in uno dei possibili spazi aperti da ciascuno dei vari “discorsi”, scegliendo un’alternativa tra altre o, magari, ibridandole.
Tali politiche difficilmente potranno prescindere dalla tendenza, per così dire trasversale ai vari discorsi, alla distribuzione della leadership, che sembra consolidarsi nell’ampio panorama conoscitivo.
Riferimento bibliografico:
Telford H. (1996), Transforming schools through collaborative leadership, London, Falmer Press.
1. Il Corso di Micropolitica dell'organizzazione …
2. La Leadership: Politica e Cultura nelle Organizzazioni Scolastiche
3. Contesti, natura e significato della leadership
4. Le Micropolitiche nella Scuola
6. La leadership Trasformazionale
7. Le componenti della “trasformazione”
8. Cultura e significati della leadership
9. Leadership Democratica e Distribuita
11. Le politiche della Leadership educativa