Come si è sottolineato in precedenza (lez. 13), i valori caratteristici della variabili cardinali e quasi-cardinali sono detti sintetici (Marradi, 1999).
Tutti questi valori si basano sulla media; più precisamente, sul quadrato degli scarti dalla media.
Secondo Galtung (1967, 207-212), un buon valore sintetico per essere definito tale deve rispondere a sei parameter (requisiti):
Non tutti i requisiti sono applicabili a tutti i valori sintetici.
Nota: sul concetto di asimmetria vedi lezione 16.
La devianza è la somma dei quadrati degli scarti dalla media.
Caratteristiche:
Caratteristiche:
Lo scarto tipo – detto anche scarto quadratico o deviazione standard – è la radice quadrata della varianza.
Caratteristiche:
Un discorso a parte merita il coefficiente di variazione che si utilizza come valore sintetico per confrontare due distribuzioni con medie significativamente differenti.
Abbiamo già visto come si costruiscono queste tre rappresentazioni grafiche.
Qui basti dire che se la variabile è cardinale o quasi cardinale e i valori sono numericamente poco consistenti si ricorre a:
Quando i valori sono molti è opportuno utilizzare la curva di frequenza. In ascissa (X) si collocano i valori delle modalità e in ordinata (Y) il numero dei dati che hanno quel valore corrispondente in ascissa.
La curva di frequenza non è una vera e propria curva continua perché di fatto non è costituita da infiniti punti in quanto
I casi non possono essere infiniti;
I valori assunti dalla variabile su ciascun caso non sono infiniti.
Essa è, in realtà, una serie di segmenti allineati che collegano una serie di punti discontinui, ognuno dei quali rappresenta un valore. In altre parole la curva di frequenza è un insieme di punti LIMITATO E DISCRETO.
Si ricorre al poligono di frequenza quando, una volta aggregati in classi i valori della variabile cardinale, le classi risultano numerose.
Sull’ascissa (X) si riportano i valori, rispettandone la loro natura cardinale, e si congiungono con segmenti tutti i punti di ordinata corrispondente alla frequenza di ogni valore in ascissa.
I poligoni di frequenza possono anche rappresentare le percentuali o frequenze cumulative.
Il grafico ad alberello fornisce un’informazione grafica sulla dispersione di una distribuzione rappresentata dallo scarto – tipo, normalizzata rapportandola alla sua media. In altre parole, esso è la rappresentazione grafica del coefficiente di variazione (V).
Il tronco dell’alberello rappresenta la media.
Il raggio dell’alberello rappresenta lo scarto – tipo.
L’alberello A presenta una media più alta dello scarto tipo, di conseguenza V assumerà un valore inferiore ad 1. Ciò significa che la variabilità è bassa.
L’alberello B presenta una media più bassa dello scarto tipo, di conseguenza V assumerà un valore superiore ad 1. Ciò significa che la variabilità è alta.
2. Metodo scientifico e ricerca sociale
3. Le fasi della ricerca sociale
4. Tipi di proprietà e tipi di variabili
5. Le variabili
7. Esercitazione: le variabili
8. L'autonomia semantica delle categorie di risposta
9. Introduzione all'analisi delle variabili
10. L'analisi dei dati con variabili categoriali non ordinate
11. Introduzione all'analisi delle distribuzioni di dati con variab...
12. L'analisi dei dati con variabili categoriali ordinate
13. Introduzione all'analisi dei dati con variabili cardinali
14. L'analisi dei dati con variabili cardinali
15. Lo studio della concentrazione di una variabile cardinale trasf...
16. La curva normale
17. Trasformazioni delle variabili: standardizzazione e deflazione
18. La trasformazione delle variabili
19. Rapporti statistici, serie storiche e territoriali
22. La relazione tra due variabili dicotomiche
23. La relazione tra due variabili con categorie non ordinate - pri...
24. La relazione tra due variabili con categorie non ordinate - sec...
25. Relazione tra una variabile categoriale e una cardinale
26. Il diagramma di dispersione
27. Introduzione all'analisi della relazione tra due variabili card...
28. La relazione tra due variabili cardinali
29. Introduzione all'analisi trivariata
30. Esercitazione: tipi di variabili
Galtung J., (1967) Theory and Methods of Social Research, Allen and Unwin, London
Marradi A., L'analisi Monovariata, Milano, Franco Angeli, 1993
Corbetta P.G., Metodologia e tecniche della ricerca sociale, Vol IV, Milano, Franco Angeli, 2003