I valori delle distribuzioni di dati in categorie ordinate tengono conto sia delle frequenze di ciascuna categoria, sia della sua posizione nell’ordinamento generale. Per questo sono detti valori posizionali.
Data una qualunque serie di cifre collocate in ordine di grandezza,la mediana è quel valore che bipartisce la serie in modo
da lasciare lo stesso numero di cifre dalle due parti.
↓
X→ P < X< S → P = S =50%
P = numero di cifre che precedono X
S = numero di cifre che seguono la X
Data una serie di numeri K, se:
K è dispari…….. Mediana = (K +1)/2
K è pari…………. Mediana = (K +1)/2 e K/2
Esempio:
KA = 7; mediana di A = (7+1)/2 = 4° posto → 27
KB = 6; mediana di B = (6+1)/2 = 3,5° posto ……. 27 (24+27)/2 → 25,5
…………………………………..6/2 = 3° posto…………….24
Quando si vuole individuare la mediana e la distribuzione di dati è categoriale ordinata, è possibile riferirsi direttamente alle frequenze delle categorie della variabile. In questo caso, infatti, l’ordine è garantito dalle categorie stesse.
E’ possibile ricorrere alle frequenze assolute e alle percentuali cumulate.
1. Individuazione della mediana attraverso le frequenze assolute (cumulate)
N/2 2410/2=1206°caso →Mediana = Centro sinistra
2. Individuazione della mediana attraverso le frequenze % (cumulate)
50% dei casi →Mediana = Centro sinistra
I valori di dispersione rilevano :
I quantili sono i valori di una variabile che ne dividono la distribuzione di frequenza in sottogruppi di eguale numerosità; essi, al pari della mediana, non derivano da operazioni SUI valori ma dalla posizione dei casi; sono quindi Valori posizionali.
I Quantili si definiscono e, di conseguenza, si calcolano in modo analogo alla mediana.
Ph = proporzione cumulata fino a quella data categoria compresa;
1-ph = completamento della proporzione ad 1, cioè la frequenza relativa retro cumulata fino a quella data categoria esclusa
Caratteristiche:
Il numeratore si moltiplica per 4 per trasformarlo in indice relativo.
L’indice di Leti varia tra 0 ed 1 0 ≤ d* ≤ 1
0 = Minima dispersione dei dati tra le categorie
1 = Massima dispersione dei dati tra le categorie
Per poter prevedere il valore assunto da d* è utile far riferimento alla moda.
Se la distribuzione è unimodale la dispersione è minima, cioè d* tende a 0
In una distribuzione unimodale centrale, le categorie estreme hanno frequenze basse; d* si basa sulle frequenze cumulate (che non considerano l’ultima categoria) e retro-cumulate (che non considerano la prima categoria).
2. Metodo scientifico e ricerca sociale
3. Le fasi della ricerca sociale
4. Tipi di proprietà e tipi di variabili
5. Le variabili
7. Esercitazione: le variabili
8. L'autonomia semantica delle categorie di risposta
9. Introduzione all'analisi delle variabili
10. L'analisi dei dati con variabili categoriali non ordinate
11. Introduzione all'analisi delle distribuzioni di dati con variab...
12. L'analisi dei dati con variabili categoriali ordinate
13. Introduzione all'analisi dei dati con variabili cardinali
14. L'analisi dei dati con variabili cardinali
15. Lo studio della concentrazione di una variabile cardinale trasf...
16. La curva normale
17. Trasformazioni delle variabili: standardizzazione e deflazione
18. La trasformazione delle variabili
19. Rapporti statistici, serie storiche e territoriali
22. La relazione tra due variabili dicotomiche
23. La relazione tra due variabili con categorie non ordinate - pri...
24. La relazione tra due variabili con categorie non ordinate - sec...
25. Relazione tra una variabile categoriale e una cardinale
26. Il diagramma di dispersione
27. Introduzione all'analisi della relazione tra due variabili card...
28. La relazione tra due variabili cardinali
29. Introduzione all'analisi trivariata
30. Esercitazione: tipi di variabili
Marradi A., L'analisi Monovariata, Milano, Franco Angeli, 1993.
Corbetta P., La ricerca sociale: metodologia e tecniche, vol. IV, Bologna, Il Mulino, 2003.