Il diagramma di dispersione o scattergram viene utilizzato per rappresentare due grandezze che possono essere correlate fra di loro e per individuare eventuali relazioni tra due caratteristiche diverse di una “popolazione”.
Si ricorre allo scattergram quando le grandezze poste sull’asse delle X e sull’asse delle Y sono grandezze misurate con scale metriche (discrete o continue).
Per questo …
… la relazione fra due variabili cardinali si rappresenta mediante il diagramma di dispersione (scatter diagram o scattergram).
Per costruire un diagramma di dispersione o scattegram o scatterdiagram è necessario seguire quattro passaggi.
1. Si considera solo il I quadrante dell’asse cartesiano, ossia quello delimitato dalle parti positive dei due assi (I passaggio);
2. in ascissa si rappresentano i valori della variabile indipendente (X) e in ordinata quelli della dipendente (Y).
3. solitamente l’origine degli assi rappresenta il valore 0 o il valore minimo assunto da una o da entrambe le variabili: ogni asse è dunque una variabile;
4. ogni punto è un caso. L’insieme dei casi vanno a costituire la cosiddetta nuvola dei punti e quindi ogni punto rappresenta la coppia di valori relativi ad un singolo caso (IV passaggio).
La relazione tra due variabili cardinali può essere:
Una relazione fra due serie di grandezze ordinate si definisce monotonica se:
a. l’elemento A è maggiore dell’elemento B in una serie, lo è anche nell’altra;
b. l’elemento A è maggiore dell’elemento B in una serie, l’elemento A è minore dell’elemento B nell’altra (Marradi,1993).
Sulla base della presenza/assenza di monotonicità e linearità si ottengono 6 tipi di relazioni
1. Relazione monotonica lineare (positiva)
Il tasso di crescita del punteggio in ordinata (Y) cresce (o decresce) insieme al punteggio in ascissa (X) in modo costante.
2. Relazione monotonica lineare inversa (negativa)
Il tasso di crescita del punteggio in ordinata (Y) decresce al crescere del punteggio in ascissa (X) – e viceversa – in modo costante.
3. Relazione monotonica non lineare
Il tasso di crescita del punteggio in ordinata (Y) cresce al crescere del punteggio in ascissa (X) ma non in modo costante
4. Relazione monotonica non lineare inversa
Il tasso di crescita del punteggio in ordinata (Y) decresce al crescere del punteggio in ascissa (X) ma non in modo costante
5. Relazione curvilinea non monotonica
Y cresce insieme ad X ma fino ad una certa soglia oltre la quale al crescere di X, Y decresce
6. Assenza di relazione
Relazione curvilinea non monotonica Assenza di relazione
. . . tutti i punti giacciono sulla retta e quindi è più probabile che conoscendo la collocazione di un caso i su si possa prevedere la sua collocazione su Y (riduzione proporzionale dell'errore).
Quando la relazione non è lineare (e quindi i punti non giacciono sulla retta) si riscontrano degli errori detti residui.
Residuo = la distanza (differenza) tra il valore effettivo di Y e il valore di atteso di Y (valore di Y se la relazione fosse lineare ovvero se ci fosse relazione tra X e Y).
Più i residui sono piccoli, più è possibile prevedere i punteggi di Y per ogni categoria di X (anche per i casi non presenti nel diagramma).
↓
Occorre individuare quella retta sulla quale i residui siano pari a 0 (relazione lineare) ovvero una retta dove il valore atteso dei residui è nullo per qualsiasi valore xi.
2. Metodo scientifico e ricerca sociale
3. Le fasi della ricerca sociale
4. Tipi di proprietà e tipi di variabili
5. Le variabili
7. Esercitazione: le variabili
8. L'autonomia semantica delle categorie di risposta
9. Introduzione all'analisi delle variabili
10. L'analisi dei dati con variabili categoriali non ordinate
11. Introduzione all'analisi delle distribuzioni di dati con variab...
12. L'analisi dei dati con variabili categoriali ordinate
13. Introduzione all'analisi dei dati con variabili cardinali
14. L'analisi dei dati con variabili cardinali
15. Lo studio della concentrazione di una variabile cardinale trasf...
16. La curva normale
17. Trasformazioni delle variabili: standardizzazione e deflazione
18. La trasformazione delle variabili
19. Rapporti statistici, serie storiche e territoriali
22. La relazione tra due variabili dicotomiche
23. La relazione tra due variabili con categorie non ordinate - pri...
24. La relazione tra due variabili con categorie non ordinate - sec...
25. Relazione tra una variabile categoriale e una cardinale
26. Il diagramma di dispersione
27. Introduzione all'analisi della relazione tra due variabili card...
28. La relazione tra due variabili cardinali
29. Introduzione all'analisi trivariata
30. Esercitazione: tipi di variabili
Marradi A., Linee guida per l'analisi bivariata dei dati nelle scienze sociali, Milano, Franco Angeli, 1997.
Corbetta P., La ricerca sociale: metodologia e tecniche, vol. IV, Bologna, Il Mulino, 2003.