Per comprendere alcune differenze significative tra i vecchi e i nuovi media e, quindi, tra i media analogici e i media digitali, è necessario soffermarsi sulle modalità attraverso cui essi trattano l’informazione.
Se pensiamo al cinema, ad esempio, possiamo individuare uno stretto legame tra ciò che è impresso sulla pellicola e ciò che vediamo proiettato. Un film è la rapida successione di immagini statiche, dette frame. Un esempio, in tal senso, può essere fornito dal Cavallo in movimento (1878) di Eadweard Muybridge.
Il movimento di un cavallo in corsa fu catturato da 24 “fotocamere”, sistemate lungo un tracciato. Il risultato che si ebbe furono, così, 24 istantanee del movimento. Riprodotte in velocità l’una dopo l’altra esse forniscono il movimento del cavallo in corsa, come se fosse un film (vedi la slide successiva).
Fotografia e cinema analogici, quindi, offrono una identica registrazione e presentazione delle informazioni che essi contengono.
Animazione della corsa del cavallo in movimento (GIF Animata - Fonte: Wikipedia)
Il cavallo in movimento (Fonte: Wikipedia)
L’esempio precedente si sofferma sulla relazione che si instaura tra un medium e il suo contenuto.
Nel caso della fotografia e del cinema, il contenuto è costituito da una o più immagini.
Nel caso del grammofono o della musicassetta, invece, il contenuto è costituito da una serie di solchi o di impulsi elettrici che consentono – una volta “letti” – di riprodurre un particolare suono.
Un medium analogico comporta, inoltre, un accesso all’informazione di tipo continuo e non discreto. Ciò significa che, ad esempio, per accedere ad una particolare traccia musicale registrata su una musicassetta, dobbiamo necessariamente avvolgere tutto il nastro fino al punto in cui si presume inizi il brano musicale. Non vi è modo di sapere con certezza se il punto in cui abbiamo interrotto l’avvolgimento sia il punto esatto in cui inizia la canzone. In molti casi, infatti, è necessario avvolgere gradualmente il nastro in avanti e/o indietro più volte, fino a raggiungere il punto più o meno esatto di riproduzione. Lo stesso avviene con una videocassetta.
In questo senso, quindi, possiamo definire un medium analogico come continuo, in quanto le singole informazioni sono collegate l’una con l’altra – sono indivisibili –, e non discreto, in quanto non è in grado di distinguere le informazioni in esso contenute.
Se, invece, pensiamo ad un CD oppure ad un DVD, possiamo da subito notare come cambi l’accesso all’informazione. In entrambi i casi, infatti, possiamo scegliere di accedere ad una particolare traccia musicale, o scena del film, semplicemente selezionandola da un menu-indice. L’accesso è, inoltre, immediato, in quanto non è necessario attendere il tempo di avvolgimento del nastro. Da cosa è data, allora, la differenza?
CD e DVD sono supporti digitali, ovvero conservano l’informazione sotto forma di cifre numeriche (“digitale” deriva dal latino digitus, “cifra”). Ciò comporta la possibilità di accedere in maniera discontinua e discreta ai dati registrati. Il processo che converte le informazioni analogiche in dati digitali è detto “digitalizzazione”.
Tale processo si articola in due fasi:
Grazie al processo di digitalizzazione, ogni informazione viene rappresentata numericamente ed è in quanto tale gestibile da un medium informatico. Il “campionatore” più noto è il “computer” ed è in esso che si può identificare il definitivo passaggio dal mondo analogico a quello digitale.
Abbiamo visto, quindi, come la conversione da informazioni analogiche a dati numerici costituisca il processo
di digitalizzazione e di come esso sia possibile attraverso l’utilizzo di sistemi informatici come il computer.
Tutte le informazioni, create ex novo dal computer o convertite da fonti analogiche, sono costituite da
un codice digitale (il codice binario 01), ovvero rappresentate numericamente.
Manovich (2001) individua cinque principî che ci consentono di definire i nuovi media:
Tali principi saranno presentati nel dettaglio nel corso della prossima lezione. Di seguito, invece, proveremo a
riassumere le differenze principali tra vecchi e nuovi media.