Si vuole ora procedere a determinare il campo di spostamenti e tensioni indotto nel cilindro di Saint Venant quando il sistema di forze superficiali applicato sulle basi è costituito da due forze di taglio, agenti nel piano della sezione retta e denotate con
e
, ed una coppia torcente
agente lungo l’asse del solido. Come mostrato nella trattazione dei problemi di pressoflessione, è conveniente assumere l’origine del sistema di riferimento nel baricentro
della generica sezione, mentre gli assi
ed
sono arbitrari pùrchè ortogonali tra di loro.
Le forze di taglio e
sono raccolte nel vettore
(10.1)
rappresentato in (fig.1) unitamente al vettore agente nella sezione
ed alla coppia
che garantisce l’equilibrio del solido.
Conseguentemente, considerata la generica sezione a distanza
dall’origine del sistema di riferimento, il vettore delle caratteristiche della sollecitazione agente su
sarà costituito da :
(10.2)
essendo le prime due componenti del vettore momento
associato alla forza
di braccio
rispetto alla generica sezione
.
Il momento torcente che appare nella definizione di
è somma della coppia torcente
applicata in
e dell’eventuale coppia torcente indotta dal vettore
di cui non è stata ancora precisata, perchè al momento inessenziale, l’effettiva retta d’azione.
Infatti si mostrerà nel seguito che, fissata una arbitraria retta di applicazione di , la coppia torcente associata a
è formata dalla espressione
essendo
(10.3)
il raggio vettore che individua, rispetto a G, la posizione di un punto speciale della sezione, che verrà denotato centro di taglio.
Si dimostrerà in particolare che il centro di taglio si trova su un eventuale asse di simmetria ortogonale della sezione, sicchè, per sezioni dotate di un doppio asse di simmetria ortogonale, il centro di taglio coincide con il baricentro. Per semplicità di rappresentazione è questa l’ipotesi che è stata assunta in (fig.1). Pertanto, in generale, risulterà
(10.4)
qualora la retta d’azione della forza non passi per il centro di taglio. La formula precedente si specializza opportunamente qualora la retta d’azione della forza
sia applicata in una posizione arbitraria della sezione a patto di sostituire il vettore
nella formula precedente con il vettore
che individua la posizione del centro di taglio rispetto ad un punto arbitrario della retta d’azione di
.
Le due sollecitazioni di taglio puro e torsione scaturiranno naturalmente dalla trattazione che si passa ad esporre. Essa prende le mosse dalla formula più generale che assume il tensore delle tensioni nel problema di Saint Venant, ovvero
(10.5)
in cui si è omessa, come di consueto, la dipendenza esplicita di dal punto generico
del solido.
In particolare si mostrerà tra breve che la componente di
sarà associata alla flessione indotta da
, ovvero alle componenti del vettore
in (1.2), mentre il vettore
(10.6)
sarà associato alle componenti del vettore in (1.2).
Come già illustrato nel caso della pressoflessione, l’espressione esplicita di e
si otterrà integrando le equazioni di compatibilità che devono essere soddisfatte dal tensore di deformazione infinitesimo
ottenuto a partire dal tensore delle tensioni (1.5) utilizzando il legame elastico inverso. In particolare, nel caso di legame isotropo lineare, risulta
(10.7)
A tale scopo, ricordiamo preliminarmente che, in un dominio monoconnesso, le condizioni di compatibilità di un campo di deformazione infinitesimo sono espresse dalle relazioni differenziali
rot rot =
che si esprimono in forma scalare, come già visto nel capitolo relativo alla cinematica del continuo, nella forma
=
+
= -
+
\
-
con .
In componenti le 3+3 relazioni precedenti si esprimono come segue, adottando per semplicità la notazione ingegneristica,
(10.8)
(10.9)
In virtù della (10.7) le prime tre delle relazioni precedenti si esplicitano come segue
(10.10)
Infatti mentre
(10.11)
per le proprietà generali del vettore , soluzione del problema di Saint Venant, di essere indipendente da
.
Sfruttando la condizione e le due relazioni precedenti, le tre relazioni delle (10.9) si specializzano come segue
(10.12)
La terza equazione indefinita di equilibrio
(10.13)
derivata rispetto a fornisce
(10.14)
in virtù della (10.11).
Pertanto, le prime due delle (10.10), la prima delle (10.12) e la relazione precedente, ovvero
(10.15)
consentono di desumere che la funzione è lineare in
.
Scriveremo quindi, per analogia con il caso della flessione e con la rappresentazione del vettore in (10.2)
(10.16)
in cui il vettore deve avere terza componente pari a zero
(10.17)
per garantire che la (10.16) sia lineare in .
Pertanto, posto
(10.18)
Si mostrerà che il vettore , al momento incognito, è legato linearmente al vettore
.
La formula (10.19) implica che
(10.20)
Tuttavia, per le proprietà generali dello stato tensionale soluzione del problema di Saint Venant, il campo delle tensioni tangenziali è parallelo al contorno della sezione, sicchè
(10.21)
essendo il versore della normale uscente a
in un suo punto generico.
La relazione precedente si scrive in modo equivalente
(10.22)
la (10.16) si riscrive in forma equivalente
in virtù del teorema di Gauss sicchè la terza equazione indefinita di equilibrio (10.13), riscritta nella forma equivalente
(10.23)
implica che
(10.24)
Conseguentemente, la (10.20) implica
(10.25)
essendo il momento statico della sezione
rispetto al baricentro.
Poichè tale quantità è nulla per definizione, si ricava dalla relazione precedente che
(10.26)
Per fornire la rappresentazione delle componenti che compaiono nella (10.5) deriviamo rispetto ad
ed
l’equazione indefinita di equilibrio (10.13)
(10.27)
Conseguentemente, le ultime due relazioni delle (10.12), riscritte nella forma equivalente
(10.28)
si specializzano come segue, sostituendo nella prima e nella seconda delle relazioni precedenti le espressioni di
(10.29)
che si ricavano, rispettivamente, dalla seconda e dalla prima relazione di (10.27).
Si ottiene in tal modo, dopo alcune semplificazioni
(10.30)
espressione che conviene riscrivere in forma più compatta in vista degli sviluppi successivi. Infatti, ricordando le definizioni di gradiente di un campo vettoriale e divergenza di un campo tensoriale
, espresse in componenti da
(10.31)
risulta, in virtù della (10.6)
(10.32)
in quanto per le proprietà generali della soluzione del problema di Saint Venant.
Pertanto la (10.30) si può anche scrivere
(10.33)
essendo
(10.34)
in quanto per la (10.14).Tuttavia la (10.19) implica che
(10.35)
sicchè la (10.33) si scrive equivalentemente nella forma
(10.36)
Non è superfluo sottolineare che questa relazione, unitamente alla (10.19), costituisce la caratterizzazione dello stato tensionale conseguente alle condizioni di congruenza (10.8) che devono essere soddisfatte dalla soluzione di un generico problema elastico. Pertanto, lo stato tensionale che definisce la soluzione del problema di Saint Venant soggetto a taglio e torsione è definito dalle seguenti equazioni
(10.37)
La valutazione del campo delle in tutti i punti della generica sezione
è completamente analogo a quello già illustrato nel caso della flessione osservando che ora le caratteristiche della sollecitazione flettenti sono quelle definite dal vettore
in (10.2).
Viceversa la valutazione del campo delle tensioni tangenziali, di gran lunga più complesso, richiede ulteriori manipolazioni delle formule precedenti. Per rendere tali manipolazioni sufficientemente naturali è utile introdurre il considdetto operatore di Gibbs, definito da
(10.38)
mediante il quale, nei sistemi di riferimento cartesiani, gli usuali operatori differenziali ,
e
possono essere rappresentati ed utilizzati mediante le regole ben note di calcolo vettoriale.
Risulta infatti, indicando con ,
ed
, rispettivamente, dei campi scalari, vettoriali e tensoriali
(10.39)
In tal modo, alcune identità vettoriali, molto utili nelle applicazioni, possono essere derivate più semplicemente, senza necessità di ricordare e maneggiare adeguatamente le identità del calcolo indiciale.
Ad esempio, sfruttando la ben nota identità vettoriale
(10.40)
applicata formalmente a vettori e
si ricava
(10.41)
ovvero
(10.42)
Ancora più semplice da derivare sono identità quali
(10.43)
in quanto l’operatore deve operare lineamente su entrambi i termini del prodotto
.
Analogamente
(10.44)
Infine
(10.45)
in quanto l’operatore può essere applicato al campo scalare
solo nella forma
. Naturalmente, le indentità precedenti possono essere dimostrate in modo alternativo, utilizzando la notazione indiciale in base alla quale
(10.46)
L’identità (10.42) è molto utile per trasformare adeguatamente le (10.37). Infatti, il gradiente della seconda espressione vale, in virtù della (10.35)
(10.47)
da cui sottraendo la quarta delle relazioni (10.37) si ottiene
(10.48)
Pertanto la relazione precedente si può anche scrivere , sfruttando la (10.42) come
(10.49)
Essendo il campo delle tensioni tangenziali piano, il suo rotore è diretto lungo , come si verifica facilmente in componenti. Quindi
(10.50)
e la (10.49) diventa
(10.51)
in cui si è utilizzata la (10.45).
Premoltiplicando vettorialmente per ambo i membri della espressione precedente, si ottiene infine
(10.52)
Integrando con la relazione precedente si ottiene quindi
(10.53)
con costante arbitraria. Si noti che il grad in (10.52) è valutato rispetto alla variabile
, ciò che ne giustifica la presenza nella seconda relazione dell’espressione precedente. La sostituzione di
, operata per analogia con quanto fatto nella (10.19) è giustificata dal fatto che il vettore
in (10.52) ha terza componente pari a zero come si evince dalla (10.17).
In definitiva il campo soluzione del problema di Saint Venant soggetto a taglio e torsione soddisfa il seguente sistema di equazioni differenziali lineari alle derivate parziali
(10.54)
oltre alle usuali condizioni .La soluzione generale del sistema (10.54) può essere assunta, come per ogni sistema lineare, nella forma
(10.55)
ovvero come somma della soluzione del sistema omogeneo associato
(10.56)
e della soluzione particolare fornita da
(10.57)
Poichè, come detto, , e quindi
, è diretto lungo
, la (10.56) implica che
(10.58)
proprietà che si verifica semplicemente adottando, ad esempio, la notazione di Gibbs. Si noti che la dipendenza della funzione dalle sole variabili
ed
garantisce che la terza componente di
, conformemente alla (10.6), sia nulla.
Sostituendo la (10.59) nella (10.56) si ottiene
(10.60)
avendo indicato con l’operatore piano di Laplace
(10.61)
Le condizioni al contorno necessarie a definire univocamente la funzione armonica piana sono garantite dalla proprietà generale della soluzione di Saint Venant
(10.62)
ovvero in base alla (10.59)
(10.63)
Pertanto la determinazione della funzione armonica richiede la valutazione preliminare della funzione
, soluzione della (10.57). Questa può essere posta nella forma
(10.64)
(10.59)
con
(10.65)
con
(10.66)
La determinazione di tale che da soddisfare la seconda della (10.66) è immediata in quanto, ricordando l’espressione (10.39) del
in notazione di Gibbs si ha
(10.67)
Si ricava quindi
(10.68)
in quanto . Ricordando il significato geometrico della pre- e post- moltiplicazione vettoriale per
di un vettore piano, la premoltiplicazione vettoriale per
della (10.68) fornisce
(10.69)
La valutazione di in (10.64) è più complessa tanto che, per ricavare l’espressione più generale da assegnare al campo
, è opportuno riformulare la (10.65) adottando la convenzione di Gibbs
(10.70)
Questo suggerisce di assumere nella forma
(10.71)
con e
costanti arbitrarie. Si noti che l’espressione precedente, proposta in Serpieri-Rosati, J. of Elasticity, 2014, è indipendente dal sistema di riferimento assunto in quanto formulata in termini tensoriali.Le costanti
e
nella (10.71) si determinano sostituendo l’espressione di
nella (10.70). In base alla (10.43) si ha
(10.72)
avendo altresì utilizzato la (10.44) e risultando
(10.73) con
(10.74)
Inoltre
(10.75)
Viceversa, in base alla (10.44) ed alla (10.45)
(10.76)
in quanto come si verifica facilmente. Analogamente
(10.77)
Sostituendo la (10.71) in (10.70) e sfruttando i risultati precedenti, si ottiene il seguente sistema di equazioni
(10.78)
ovvero
(10.79)
La soluzione del precedente sistema è pari a
(10.80)
sicchè la (10.71) si scrive
(10.81)
con
(10.82)
In definitiva, ricordando le (10.55), (10.59), (10.63), (10.64), (10,69) e (10,81), la soluzione del sistema di equazioni differenziali (10.54) viene posta nella forma
(10.83)
con fornito dalla (10.82) e
funzione armonica nelle variabili
ed
tale da soddisfare la condizione di Neumann nella frontiera
(10.84)
essendo il versore della normale uscente valutato nel generico punto della frontiera
della sezione
.
Non è superfluo ribadire che le costanti e
, componenti di
, e la costante
sono al momento incognite, e saranno espresse in funzione dei dati del problema, ovvero le caratteristiche della sollecitazione
di (10.2).
La funzione armonica piana , la cui esistenza e l’unicità verrà discussa tra breve, deve soddisfare la (10.84) e, tranne che per sezioni di forma particolarmente semplice, deve essere determinata con procedimenti di tipo numerico.
Prima di addentrarci nella discussione di questi punti è opportuno esprimere la funzione in modo alternativo, ponendo
(10.85)
con
(10.86)
con ,
e
funzioni armoniche piane. In tal modo, infatti, tali funzioni sono indipendenti da
e
, funzioni come detto delle caratteristiche della sollecitazione, e dipendono unicamente dalla geometria della sezione
. Tale proprietà consegue dalla (10.84), che si scrive, in virtù della posizione (10.85) e della (10.44)
(10.87)
avendo indicato con il trasposto del tensore
.
Consegue allora, dalla relazione precedente
(10.88)
dovendo le (10.87) sussistere per ogni e
ed essendo
simmetrico.
In tal modo, come anticipato, le condizioni ai limiti che concorrono alla valutazione di e
, ovvero
(10.89)
dipendono unicamente dalla geometria di tramite la sua frontiera
.
In definitiva, la (10.83) si scrive
(10.90)
in cui le funzioni armoniche e
soddisfano le condizioni ai limiti (10.88). Naturalmente la determinazione completa dello stato tensionale (10.5) è corredata dalla espressione (10.19) in cui occorre porre
. Infine, resta da dimostrare l’esistenza e l’unicità delle funzioni armoniche
e
tali da rispettare le condizioni (10.89). A tal proposito ricordiamo che condizione necessaria affinchè il problema di Neumann per una funzione armonica
ammetta soluzione e che questa sia unica, a meno di una inessenziale costante additiva, è che sia nulla la circuitazione della derivata
lungo il contorno del dominio di integrazione.
Tale proprietà scaturisce banalmente dal teorema della divergenza, in quanto, essendo armonica, ossia tale da rispettare la condizione
, risulta
(10.91)
Tale condizione diventa anche sufficiente in domini monoconnessi mentre deve essere corredata di ulteriori condizioni in domini pluriconnessi, proprietà del resto comune alle condizioni di compatibilità da cui ha preso le mosse la presente trattazione.
La condizione di ammissibilità sui dati si scrive come segue
(10.92)
essendo la direzione individuata da
.
Ricordando la definizione (10.82) di si tratta di calcolare i due integrali
(10.93)
In base al teorema di Gauss essi si trasformano come segue
(10.94)
in base alla identità vettoriale
(10.95)
che si può ricavare in notazione indiciale oppure ricorrendo alla ultima definizione delle (10.39)
(10.96)
L’integrale al secondo membro della (10.94) rappresenta il momento statico della sezione rispetto all’origine del sistema di riferimento. Avendo assunto tale origine coincidente con il baricentro se ne conclude che il primo degli integrali (10.93) è nullo, verificando in tal modo la condizione di ammissibilità (10.91).
Analogamente, il secondo integrale delle (10.92) si scrive
(10.97)
avendo utilizzato la (10.44).
La condizione di ammissibilità (10.91) è soddisfatta anche dalla funzione in quanto, in base alla (10.89) risulta
(10.98)
in quanto la funzione assume banalmente gli stessi valori all’inizio ed alla fine della frontiera
.
Ne consegue che il campo delle tensioni tangenziali espresso mediante le (10.90) è, per sezioni monoconnesse, univocamente definito. Pertanto, si può concludere che la soluzione del problema di Saint Venant soggetto alle sollecitazioni di taglio e torsione è costituito da uno stato tensionale definito dalle componenti
le quali, per sezioni monoconnesse nelle quali sia stato scelto un sistema di riferimento baricentrico, assumono le seguenti espressioni
(10.99)
con e $c$ costanti da determinare in funzione delle caratteristiche della sollecitazione e
,
funzioni armoniche tali da soddisfare le condizioni ai limiti
(10.100)
e definita dalla (10.82).
Nel caso di sezioni pluriconnesse le condizoni al contorno devono essere integrate con analoghe condizioni da imporre per ciascuna delle curve interne alla sezione, ossia per quelle che, insieme alla curva esterna, definiscono la sezione.
Le costanti e
, al momento incognite, dipendono dalle caratteristiche della sollecitazione attraverso relazioni che qui si anticipano
(10.101)
e che evidenziano la loro natura lineare, peraltro tale circostanza era prevedibile attesa la linearità delle relazioni di equilibrio, compatibilità e legame costitutivo fin qui utilizzate.
In particolare è uno scalare positivo definito fattore di rigidezza torsionale dipendente, come il tensore simmetrico
, unicamente dalla geometria della sezione. Entrambe queste quantità saranno definite compiutamente nel seguito.
Data la natura della espressione (10.99) delle tensioni tangenziali è lecito indagare separatamente i casi in cui e
.
Il primo caso, e cioè quello in cui , sarà evidentemente denominato di torsione pura, o semplicemente di torsione. Il secondo caso, ovvero quello caratterizzato dalla condizione
, sarà denotato di taglio puro o, con denominazione tipicamente anglosassone, di taglio e flessione.
Come anticipato, dovendo in tal caso risultare , il caso del taglio puro presuppone, in base alla (10.4), che la forza
applicata sulla sezione abbia retta d’azione contenente il centro di taglio. Tale punto, individuato dal vettore
rispetto al baricentro, viene determinanto imponendo che l’asse centrale della distribuzione delle tensioni tangenziali, in equilibrio con la forza
, produca taglio puro
(10.102)
ovvero che il momento rispetto a della forza di taglio
sia equivalente a quello della distribuzione di tensioni tangenziali
fornito dalla (10.99) con
.
Poichè i campi ed
nella (10.102), così come i vettori
, sono contenuti nel piano della sezione, il loro prodotto vettoriale è diretto lungo
e si può scrivere
(10.103)
Pertanto la (10.102) si riscrive
(10.104)
ovvero, sostituendo l’espressione di fornita dalla (10.99) per
(10.105)
Sfruttando la (10.101), la relazione precedente diventa
(10.106)
in cui si è sfruttata la proprietà e la simmetria di
. Poichè la relazione precedente sussiste per un arbitrario vettore
, si ricava
o, equivalentemente,
(10.108)
avendo sfruttato le proprietà .
Ricordando la definizione (10.82) e osservando che , la relazione precedente si specializza ulteriormente come segue
(10.109)
Si vuole dimostrare una proprietà importante del centro di taglio che ne agevola notevolmente la determinazione in alcuni casi particolarmente frequenti nelle applicazioni tecniche. Si mostrerà, infatti, che il centro di taglio appartiene sempre ad un asse di simmetria ortogonale della sezione. Pertanto, per sezioni dotate di doppio asse di simmetria, il centro di taglio corrisponde con il baricentro.
Per dimostrare tale proprietà anticipiamo l’espressione di , che verrà ricavata successivamente nel capitolo del taglio puro. Tale tensore è quello definito dalla seguente espressione matriciale
(1.110)
ovvero da una matrice (3×3) la cui sottomatrice principale relativa alle posizioni 1-2 è formata dall’inverso del tensore d’inerzia introdotto nel capitolo relativo alla pressoflessione.
Supponiamo inoltre che la sezione sia dotata di un’asse di simmetria ortogonale, e che questo coincida, tanto per fissare le idee, con l’asse
(fig. 2)
Indichiamo altresì con e
i sottodomini di
con le proprietà
definiti da
essendo il versore dell’asse
.
Mostriamo preliminarmente che una generica funzione armonica definita su
deve essere necessariamente simmetrica rispetto all’asse
, ovvero
essendo
La dimostrazione, che verrà condotta per una delle componenti del vettore , si basa su alcune proprietà di funzioni scalari e vettoriali, simmetriche rispetto all’asse
il tensore di riflessione rispetto all’asse il cui versore è stato denotato con
.
Assegnata quindi un’arbitraria funzione definita su
, quindi non necessariamente simmetrica rispetto all’asse
, si consideri la funzione
definita da
La dimostrazione, che verrà condotta per una delle componenti del vettore , si basa su alcune proprietà di funzioni scalari e vettoriali, simmetriche rispetto all’asse
.
(10.115)
otteuta simmetrizzando rispetto all’asse la restrizione di
a
.
Risulta
(10.116)
(10.117)
Infatti, applicando la definizione di gradiente ed utilizzando la (10.115), si ha
(10.118)
ovvero
(10.119)
e cioè la prima delle (10.120) in quanto la relazione precedente sussiste per un generico . Analogamente
(10.120)
e quindi, in base alla (10.116)
(10.121)
ovvero
(10.122)
La proprietà precedente implica la seguente ulteriore proprietà
(10.123)
Infatti, per un arbitrario campo vettoriale risulta
(10.24)
sicchè la proprietà precedente applicata al campo vettoriale fornisce
(10.125)
in base alla (10.121). La precedente relazione può essere ulteriormente trasformata utilizzando la proprietà generale
(10.126)
ed il risultato particolare
(10.127)
che consegue direttamente dalla definizione (10.114).
La (10.125) si scrive quindi, in virtù delle due relazoni precedenti
(10.128)
ottenendo in tal modo la (10.123), infatti
(10.129)
poichè il tensore ha matrice rappresentativa in cui la terza riga e la terza colonna sono nulle dipendendo
solo dalle variabili
ed
.
Siamo ora in possesso dei risultati preliminari indispensabili per dimostrare la proprietà (10.113) con riferimento alle componenti e
del vettore armonico
che compare nella (10.99). Essendo la dimostrazione identica per le due componenti, si farà riferimento alla sola componente
.
Ricordiamo che tale funzione, in quanto armonica, è definita a meno di una inessenziale costante additiva e soddisfa le proprietà
(10.130)
in cui il secondo membro rappresenta la prima componente del vettore al secondo membro della condizione al contorno
(10.131)
che compare nella (10.100)2. La prima componente del vettore al primo membro della relazione precedente rappresenta per l’appunto la quantità che compare nella (10.130).
Per dimostrare la proprietà di simmetria (10.113)2per la funzione consideriamo la funzione
definita da
(10.132)
ossia la funzione che si ottiene simmetrizzando rispetto all’asse la restrizione di
. Ci accingiamo a dimostrare che la funzione
coincide con
su tutto il dominio
sicchè quest’ultima funzione, in quanto coincidente con la funzione
, simmetrica rispetto all’asse $x$, gode delle stesse proprietà.
Per dimostrare la coincidenza delle funzioni , e quindi la simmetria della funzione armonica
definita su un dominio
simmetrico all’asse delle
, occorre provare che
(10.133)
In particolare la seconda proprietà scaturisce dal fatto che, per , le funzioni
e
devono possedere le medesime derivate direzionali lungo la normale
alla frontiera.
La prima proprietà consegue banalmente dalla (10.123) in quanto
in quanto la funzione soddisfa la (10.130) per ogni
; quindi se
come nelle relazioni precedenti, allora
.
La seconda proprietà della (10.133) consegue dalla (10.116) potendosi scrivere
(10.135)
visto che, per la simmetria di rispetto all’asse delle
, si ha
.
Possiamo quindi concludere che soddisfa nel dominio
il medesimo problema di Neumann associato all’equazione di Laplace
di cui è soluzione la funzione
. Poichè la soluzione di questo problema è unica, a meno di una costante additiva, se ne conclude che
(10.136) e dunque la funzione
è simmetrica.
Siamo ora in grado di dimostrare che il centro di taglio giace effettivamente sull’asse rispetto al quale si è supposto che la sezione
fosse dotata di simmetria ortogonale. A tale scopo riscriviamo la (10.109) nella forma compatta
(10.137)
avendo indicato con il tensore definito da
(10.138)
Per dimostrare l’assunto ci accingiamo a mostrare che . Infatti in base alla (10.137) risulta
(10.139)
essendo e
simmetrico.
D’altra parte, come dimostrato nel capitolo relativo alla pressoflessione, è direzione principale per
. Quindi
(10.140)
essendo l’autovalore di
relativo alla direzione principale
. Pertanto la (\ref{F361}) si scrive, separando il dominio di integrazione nei due sottodomini
e
definiti nella (\ref{F339}).
(10.141)
avendo sfruttato la simmetria di .
Prima di procedere ulteriormente nei calcoli osserviamo che
(10.142)
sicchè
(10.143)
Infatti, ricordando che la funzione è simmetrica, si ricava dalla (10.116)
(10.144)
visto che si è già dimostrata la proprietà . Per questo stesso motivo si può scrivere
(10.145)
mentre è banale osservare, ricordando la definzione (10.114) di .
Ricordiamo altresì che la definizione di tensore emisimmetrico associato ad un vettore consente di scrivere l’espressione nella forma
con
tensore associato a
e
(10.146)
Inoltre è facile verificare che
(10.147)
sicchè la (10.141) si scrive, in base alle (10.142) e (10.143)
(10.148)
Essendo il secondo integrale è uguale al primo sicchè risulta
ossia che il centro di taglio giace sull’asse di simmetria ortogonale di una sezione. Peraltro, tale proprietà è del tutto ragionevole dal punto di vista fisico.
Una volta noto il centro di taglio, dipendente unicamente dalla geometria della sezione, oltre che il vettore armonico , è possibile analizzare la sollecitazione di taglio (puro), ossia quella prodotta da una forza di taglio
applicata nel centro di taglio. Come detto, lo stato tensionale associato è quello che si ottiene ponento
nella formula (10.99).
Nel capitolo successivo, pertanto, saranno ulteriormente indagate le proprietà dello stato tensionale e ricavato il campo di spostamenti indotto dalla forza applicata nel centro di taglio.
2. CALCOLO TENSORIALE - parte 1
3. CALCOLO TENSORIALE - parte 2
9. SOLLECITAZIONE DI TAGLIO E TORSIONE
10. PRESSOFLESSIONE
11. Torsione