Indifferenza, orgoglio e temerarietà costituiscono, per Alfons Auer, le conseguenze della scienza moderna, che hanno avuto come esito la distruzione dell’ambiente vitale dell’uomo.
Il progresso scientifico e tecnologico ha determinato un atteggiamento mentale volto a considerare il mondo naturale solo in termini di funzionalità, utilità e utilizzabilità, aprendo una frattura, uno iato tra uomo e natura.
Auer è consapevole che una critica analoga è stata rivolta anche alla tradizione cristiana. Questa avrebbe favorito, al posto di una visione mitica della natura, una considerazione del non-umano come oggetto di sfruttamento arbitrario, quale conseguenza dell’ affermazione, implicita nel Cristianesimo, della superiorità dell’uomo rispetto alla natura.
Alfons Auer. Fonte: Drs
Il fine dell’argomentazione di Auer, in una partecipata e convinta adesione ai principi cristiani, è proprio quello di sostenere, invece, il ruolo positivo dell’antropocentrismo cristiano, quale opzione ineludibile per fondate un ethos ecologico.
Ed è proprio nel Cristianesimo, infatti, che egli vede la possibilità dell’indicazione di un corretto atteggiamento verso la natura in grado di risolvere, con consapevolezza ed equilibrio, le vere cause che hanno determinato la crisi ecologica.
Crisi, che egli definisce come perversione ecologica, che progredisce “nella misura in cui i successi della razionalizzazione e della tecnicizzazione vengono portati avanti senza nessuno scrupolo in campo economico e sociale”.
Di fronte a tale crisi, Auer ritiene che si possano assumere atteggiamenti differenti, quali il pessimismo, l’ottimismo e il realismo, che danno prospettive ed esiti diversi, ma ciò di cui bisogna rendersi consapevoli è che, in ogni caso, occorre individuare un modello per un ethos ecologico al fine di dare un’efficace risposta all’urgenza di una domanda sul nostro modo di relazionarci al mondo.
Ritrovare i principi fondanti l’etica significa non solo avere indicazioni su cosa si debba fare o non fare, cosa sia lecito o non , ma ci consentirà di prendere coscienza di cosa, effettivamente, sia l’autenticità della vita umana e quali siano i suoi valori permanenti;
Per Auer, l’etica può essere fondata solo a partire dall’uomo in quanto soggetto morale.
Tutto si determina intorno all’uomo e alla sua relazione significante, che Auer definisce come tridimensionale:
La morale tende allo sviluppo ottimale dell’umano. Essa non aggiunge né sovrappone niente che non sia già presente come istanza nell’intimo dell’umano stesso.
Agire moralmente significa, dunque, agire secondo la verità delle cose.
Per Auer la razionalità etica comprende sia la razionalità ecologica (in senso stretto e immediato) sia la razionalità personale e sociale.
C’è bisogno, dunque, di un impegno etico al fine di acquisire una coscienza ecologica che guardi alle condizioni vitali del singolo e dell’umanità come legate ad un insieme di rapporti biosferici planetari.
In questo modo sarà possibile superare un antropocentrismo superficiale che, considerando il rapporto uomo-natura in termini di utilizzabilità e dominio, ha generato solo arroganza e irresponsabilità nei confronti del non umano.
Con la coscienza ecologica, responsabilmente, si produrranno forme concrete dell’agire quali il rispetto per la natura, un atteggiamento di razionalità e di moderazione, che faranno superare definitivamente un antropocentrismo banale e irriflesso.
Per Auer, la coscienza ecologica costituisce un punto d’arrivo di un percorso ispirato dai principi cristiani.
Un approccio utilitaristico ai problemi etico-ecologici, fondato sulla necessità di un’etica ecologicamente orientata, infatti, ugualmente, non riuscirebbe a obbligare le coscienze, le quali sentiranno la forza cogente dell’appello dell’imperativo etico, solo quando coglieranno un senso più profondo, che, secondo Auer, può essere letto soltanto attraverso i principi del Cristianesimo.
L’umano è umano per i pagani come per i cristiani, – scrive, infatti, Auer – però il messaggio cristiano pone il credente in un nuovo orizzonte di senso.
Per nuovo orizzonte di senso, si deve intendere “quella nuova comprensione totale nella quale viene interpretata la nuova fondamentale destinazione della realtà umana e mondana emersa dalla morte e resurrezione di Cristo”.
Auer è convinto che si tratta di un itinerario nella consapevolezza non facile da realizzare. Né tanto meno la teologia, quando è riflessione autoreferente e chiusa in se stessa, sembra favorirlo.
L’orizzonte di senso viene, infatti, più facilmente colto se la teologia si volge al mondano, alla realtà fattuale, alla contemporaneità.
Il teologo deve, quindi, rendersi partecipe del proprio tempo, deve comprenderne i pericoli, le tendenze distruttive al fine di incoraggiare impulsi positivi.
Due temi, infatti, sono considerati fondamentali per comprendere, da una giusta prospettiva, il significato profondo del Cristianesimo e la sua dimensione etica, sui quali la teologia dovrebbe dialogare in maniera più coinvolgente:
La coscienza di con-creaturalità, che lo lega agli altri viventi, gli fa scoprire, infatti, un senso di responsabilità nel momento in cui gli si rende manifesta, dalla considerazione dell’ordine del creato anche la sua superiorità.
Se la natura, così come l’uomo, sono realtà derivanti dal potere di Dio Creatore, da questa considerazione, si potrà determinare, quindi, un atteggiamento etico-ecologico non superficiale, ma radicato nell’adesione ai principi etici cristiani.
La sfida è quella di mostrare, a differenza di quanti hanno individuato nel Cristianesimo una causa della crisi ecologica, la possibilità, proprio mediante tale opzione, di condividere atteggiamenti e convinzioni capaci di dare motivazioni etiche all’uomo nel suo relazionarsi al mondo sia quello fatto di altre coscienze che quello naturale.
Per l’uomo, centro e signore dell’universo, reso tale dal progetto divino, ha la responsabilità di darsi un ethos ecologico, ispirato ai principi del Cristianesimo ed è in riferimento a questi principi che l’uomo è consapevole che tutto il resto del mondo è ordinato all’uomo in quanto capolavoro della creazione.
E’ in riferimento ai principi cristiani che l’uomo sa di non essere inserito “nell’orizzonte del mondo come qualsiasi parte” e che, dalla sua soggettività, si declina il senso del mondo.
E’ sempre dal messaggio biblico-cristiano che gli si rende chiaro anche il significato del mandato di dominare affidato da Dio all’uomo.
La lettura delle Scritture consente di interpretare, secondo Auer, il vero senso del comando di soggiogare, dominare sui pesci e sugli uccelli del cielo e su ogni animale che nasce sulla terra, non come dominio, quale offesa o annientamento, bensì come atteggiamento di cura e protezione, sia pure per fini umani: Dominio sugli animali può dunque significare soltanto il fatto che l’uomo conduce gli animali al pascolo, li usa come animali da tiro e li addomestica.
L’uomo non sta semplicemente di fronte alla natura in un rapporto di soggetto-oggetto, ma, come essere radicato nella natura, e insieme a questa, radicato nella creazione, ha il compito di custodire e sviluppare il mondo naturale nella sua totalità, in quanto egli stesso non può mai realizzarsi senza o contro la natura, ma solo e sempre in un legame permanente e costituivo con essa.
Con tali consapevolezze, l’uomo sarà in grado di cogliere il senso più profondo dell’etica, permetterà di condividere quello che Auer definisce come il significato originario di ethos come soggiorno, in particolare, avrà chiaro il significato del suo radicamento in natura e della comune appartenenza alla creazione.
La questione sta, dunque, non nel ritenere una pariteticità valoriale tra uomo e natura, ma nella convinzione della gerarchia, che dà responsabilità all’uomo verso ciò che l’uomo stesso produce e nel vivere, in maniera partecipata, il senso di appartenenza, insieme alla la natura, a Dio.
Solo allora sarà chiaro, scrive Auer, che il comportamento etico non concerne soltanto la dimensione interumana, ma ogni forma e ogni ambito dell’agire umano
Si realizzerà così un ethos ecologico, che, riferendosi ai principi cristiani ci permetterà un più consapevole orientamento, nel tentativo di rischiarare e dare ordine al mondo.
Alfons Auer in Wikipedia e Alfons Auer Editrice Querinaria
Cfr. di A. Auer, Etica dell’ambiente. Un contributo teologico al dibattito ecologico, Queriniana Edizioni 1988.
2. L'eccedenza valoriale dell'umano
3. La tecnica il mito del progresso e l'economia
4. La prospettiva antropocentrica biocentrica e scientifica
5. La valorazione: conservazione e preservazione
6. Sostenibilità ed ecocompatibilità
7. L'ecologia della mente di Gregory Bateson
8. John Passmore e la responsabilità per la natura
9. Hans Jonas e il principio responsabilità
10. L'Ethos ecologico-cristiano di Alfons Auer
Cfr. di A. Auer, Etica dell'ambiente. Un contributo teologico al dibattito ecologico, Queriniana Edizioni 1988.
2. L'eccedenza valoriale dell'umano
3. La tecnica il mito del progresso e l'economia
4. La prospettiva antropocentrica biocentrica e scientifica
5. La valorazione: conservazione e preservazione
6. Sostenibilità ed ecocompatibilità
7. L'ecologia della mente di Gregory Bateson
8. John Passmore e la responsabilità per la natura
9. Hans Jonas e il principio responsabilità
10. L'Ethos ecologico-cristiano di Alfons Auer
11. L'ecologia profonda di Arne Naess
12. Edgar Morin: oltre l'ominizzazione
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