I fibrosarcomi sono neoplasie molto frequenti nei gatti che si verificano spesso a seguito di inoculazione sottocutanea di vaccini. Hanno un’incidenza di 1-3 ogni 10.000 gatti vaccinati.
I gatti con sarcoma postvaccinale sono tipicamente FeLV e FeSV negativi e, al momento della diagnosi, hanno un’età media di 8 anni.
Oggi è stato ampiamente dimostrato che oltre ai vaccini, molte altre sostanze iniettate per via sottocutanea o intramuscolare possono dar luogo a sarcomi. Gli animali possono sviluppare fibrosarcomi anche a distanza di molti anni dall’iniezione.
Non tutti i gatti sviluppano sarcomi a seguito di vaccinazioni, anzi nella maggior parte dei casi si sviluppano semplici granulomi che nel giro di pochi mesi regrediscono.
Molti i fattori coinvolti nell’eziopatogenesi: pare che i gatti abbiano una particolare suscettibilità allo stress ossidativo considerato che si rilevano bassi livelli di glutamina negli animali affetti da fibrosarcoma. Inoltre, pare che un ruolo importante è giocato dalla bassa temperatura del vaccino al momento dell’inoculo e le mutazioni del gene p53.
I siti di vaccinazione (regione interscapolare, cervicale, femorale, paralombare e toracica dorsolaterale) sono sede di reazione infiammatoria ed immunitaria persistenti seguite dalla proliferazione di fibroblasti e miofibroblasti da 3 mesi fino a 3 anni dopo l’inoculo. Sicuramente alla base dello sviluppo del fibrosarcoma c’è un’anomala risposta ad un processo infiammatorio cronico.
In passato si è attribuita la causa dei fibrosarcomi vaccino-indotti all’inoculazione di vaccini inattivati contro rabbia e leucemia felina e in particolare all’idrossido di alluminio impiegato come adiuvante.
Tuttavia, aumentano sempre più le segnalazioni di sarcomi insorti a seguito dell’inoculazione di vaccini contro le altre patologie feline o farmaci, quali antibiotici e steroidi e lento rilascio, e di vaccini nei quali l’eccipiente non è noto o non è costituito da composti dell’alluminio. Recentemente è stato segnalato un fibrosarcoma nel punto di inoculo del microchip.
Comunemente l’istotipo di frequente riscontro è classificato come fibrosarcoma o meglio fibrosarcoma iniezione indotto quando istologicamente si osserva una netta reazione flogistica con prevalenza di linfociti. Tuttavia si riscontrano anche altri istotipi: condrosarcoma, rabdomiosarcoma, liposarcoma, mixosarcoma, emangiosarcoma e sarcoma indifferenziato.
Il fibrosarcoma ha un comportamento biologico molto aggressivo; inoltre sono molto invasivi localmente; possono raggiungere una notevole dimensione manifestando aree di necrosi ed ulcerazioni. Non sempre si individua una capsula fibrosa giacchè questi tumori infiltrano rapidamente i tessuti e quindi l’organismo ha difficoltà a circoscriverli.
Inoltre, il tumore metastatizza al momento della recidiva o poco dopo e le sedi preferenziali di metastasi sono: polmoni, mediastino, scheletro, fegato, milza e reni.
Aspetti clinici più frequenti
Presenza di un nodulo sottocutaneo,inizialmente mobile, non dolente che solitamente insorge nelle regioni sede di iniezione.
Le lesioni possono essere multiple e generalmente hanno un aspetto granuloso. Spesso i vari noduli sono collegati tra loro da un cordone piuttosto consistente.
L’esame citologico non ha ausilio diagnostico – la diagnosi definitiva è istologica.
Le indagini strumentali da effettuare prima di intraprendere qualsiasi terapia sono:
Presenza di un voluminoso nodulo ulcerato in sede interscapolare. (Foto di Paolo Stefano Marcato da Patologia sistematica veterinaria - copyright Edagricole).
Novembre 1996: costituzione di una task force per lo studio dei fibrosarcomi felini associati a vaccinazione (VAFSTF).
Sono disponibili sul sito della VAFSTF le linee guida per il management e la cura del fibrosarcoma. Dunque, se la massa sospetta incontra uno o più dei seguenti criteri:
Si consiglia una biopsia diagnostica mediante tru-cut o una biopsia incisionale ed allora bisogna farla con la massima attenzione. Fare attenzione a che la successiva chirurgia possa asportare tutta la massa.
Prima di approcciare la terapia è necessario consultare un oncologo.
Chirurgia: si raccomanda di asportare il tumore con ampia base di escissione (almeno 2 cm. di margine sano). L’intervento deve essere eseguito da un chirurgo oncologo esperto perché potrebbe essere necessario rimuovere anche le strutture ossee adiacenti.
Per migliorare il controllo locale del tumore si consiglia l’associazione di chemioterapia o radioterapia e chirurgia.
La radioterapia preoperatoria ha la finalità di ridurre la massa neoplastica agevolando la chirurgia; secondo alcuni autori è più utile la radioterapia post-operatoria.
Il follow-up prevede esame del paziente ogni mese per tre mesi di seguito e poi ogni 3 mesi per l’anno successivo. La radiografia del torace è utile per l’eventuale diagnosi di malattia metastatica.
La prognosi dipende in larga parte dalla corretta esecuzione della chirurgia.
1. Oncologia veterinaria – Introduzione
6. Linfoma
8. Carcinoma della vescica urinaria
11. Tumori mammari
12. Neoplasie della regione perineale
13. Mastocitoma
Marconato- Del Piero: Oncologia medica dei piccoli animali - Poletto editore.
Romanelli: Oncologia del cane e del gatto- Elsevier Masson.