La lettura della morfologia si fonda sulla osservazione della configurazione dello spazio, attraverso la individuazione delle relazioni, che, nel corso del tempo, si sono instaurate tra gli elementi, che lo costituiscono.
Applichiamo questo metodo ad alcune piazze storiche, singolari per il modo in cui, nei loro invasi, si compongono, in insiemi dotati di eccezionale forza figurativa, i segni impressi dalla storia nei lunghi processi di formazione.
Obiettivo della lettura è comprenderne la morfologia e il processo.
E’ una piazza rettangolare di m. 33 x m.148, delimitata dal cardine lungo il lato maggiore e attraversata dal decumano. Il Tempio di Giove, disposto sull’asse mediano, ne è il fulcro monumentale. Sui suoi lati si attestano solamente edifici pubblici, organizzati secondo tre fasce funzionali distinte. E’ racchiusa su tre lati da un portico con loggiato superiore.
Pompei, Foro civile, pianta di A. Mau, metà del XIX secolo (da Wikimedia Commons).
Il portico con il loggiato superiore si configura come «principio architettonico ordinatore dell’invaso per riassumere in un unica grande struttura di servizio, più valenze d’uso» (M. Montuori).
Il Foro in una foto di G. Sommer (1834 – 1914) (foto da Wikimedia Commons).
Il Foro in una foto di R. Rive (18? – 1889) (foto da Wikimedia Commons).
La piazza è il risultato di un processo di formazione durato secoli.
Nel suo spazio si confrontano due sistemi monumentali:
Il Campanile suddivide l’invaso in parti differenti, le principali delle quali sono la Piazza vera e propria e la Piazzetta.
G. A. Canal, Piazza San Marco a Venezia, c. 1723 (da Wikimedia Commons).
Edifici ed elementi architettonici di epoche diverse delimitano lo spazio o ne costituiscono il fulcro, costruendone l’unità armonica.
Fitte relazioni compositive legano gli elementi.
Le “differenze” arricchiscono la forma e il senso dello spazio.
G. A. Canal, La Piazza San Marco (XVIII sec.) (da Wikimedia Commons).
La «Piazzetta» (foto di Janmad da Wikimedia Commons).
Segnata dall’asse, su cui si allineano la porta di S. Maria del Popolo, ingresso nord della città, l’obelisco e via del Corso, strada mediana del Tridente, la piazza assume la configurazione odierna per l’intervento del Valadier, che agli inizi dell’Ottocento ruota di 90° l’asse compositivo, ridisegnando lo spazio in modo da mettere in relazione la collina del Pincio con il Tevere.
Le chiese gemelle del Rainaldi e l'obelisco (foto di Berthold Werner da Wikimedia Commons).
Quattro palazzi, due bassi emicicli, che nascondono le rampe che salgono verso il Pincio e il Tevere, il fronte disegnato della collina del Pincio, vengono composti secondo l’asse ortogonale dal Valadier, che «accetta e include, ricontestualizzandoli nel suo progetto definitivo, tutti gli elementi di forte preesistenza che già precedentemente avevano caratterizzato il sito» (M. Montuori).
Piazza del Popolo e il Pincio, foto Fratelli D'Alessandri, XIX secolo (foto da Wikimedia Commons).
Piazza del Popolo dal Pincio (foto di WolfangM da Wikimedia Commons).
La piazza è di forma quadrangolare.
Spaccanapoli, prosecuzione del decumanus inferior, è tangente; Calata Trinità Maggiore si immette secondo una direzione incidente.
Nello spazio composito si fronteggiano le chiese del Gesù Nuovo e di S. Chiara ed emergono due elementi puntiformi:
Napoli, Piazza del Gesù (foto di Johnnyrotten da Wikimedia Commons).
Entrando nella piazza attraverso le due vie di accesso, diventano visibili le relazioni che il campanile e la guglia istituiscono con i principali monumenti della piazza:
Il Campanile segna anche il limite della Piazza.
La Chiesa del Gesù Nuovo e la Guglia da Salita Trinità maggiore, foto di A. L. Henderson, XIX sec. (foto da Wikimedia Commons).
E’ una piazza a pianta triangolare, su un lato della quale si attesta la facciata della Cattedrale.
La volontà di forma si è concentrata in un unico elemento, che ne è diventato il principale riferimento visivo e ne domina lo spazio: la cattedrale è un monumento circondato da un elenco di edifici. Il piano orizzontale e la facciata sono entrambi in pietra.
La Cattedrale, il campanile, il sagrato (Sacred Destination, west facade foto da Flickr).
La facciata della Cattedrale domina sui fronti eterogenei degli edifici, che definiscono gli altri lati della piazza.
Il sagrato viene abbassato di un metro e venti rispetto al piano della piazza; il piano di giacitura della chiesa rimane ad una quota intermedia. Si crea un “invaso nell’invaso” (G. Maraventano).
Tre elementi architettonici compongono lo spazio della piazza, che assume in pianta una forma a “conchiglia”, integrandosi nella morfologia urbana:
La cortina edilizia a ferro di cavallo e il Palazzo Pubblico (foto di Georges Jansoone da Wikimedia Commons).
La legge aggregativa della curva a ferro di cavallo in pianta e una relativa omogeneità di materiali in alzato conferiscono unitarietà all’insieme delle facciate disomogenee, che assumono il ruolo compositivo di parete contrapposta al Palazzo. Gli edifici contigui assumono valore non come oggetto in sé, ma nel rapporto di insieme, come una elencalità molto caratterizzata.
Continuità e differenze nella cortina edilizia (foto di Peter_Aut da Wikimedia Commons).
Palazzo Sansedoni, c. 1339, con le trifore imposte dall'ordinamento comunale (foto di tiseb da Wikimedia Commons).
La piazza ha la forma di un quadrato di m. 140 x m. 140, definito da edifici porticati con identico fronte. Un asse mediano è segnato dai due padiglioni del Re e della Regina, di maggiore altezza. Si entra nella piazza attraverso i portici dei padiglioni e una strada tangente. Al centro del giardino interno è la statua equestre del re.
l Padiglioni del Re e della Regina emergono sull'asse mediano (foto di Gryffindor da Wikimedia Commons).
Il disegno unitario dei fronti sulla piazza è il risultato dell’accostamento delle facciate uniformi di 38 unità edilizie, imposte da un regolamento edilizio.
Il passo di ciascuna unità, segnato dal setto murario che porta i camini, è di 4 campate, cui corrispondono quattro archi al piano terra e due ordini sovrapposti di altrettanti vani di finestre.
1. Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - prima parte
2. Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - seconda parte
3. Introduzione alla lettura morfologica
4. Note sul processo di costruzione morfologica di alcuni luoghi centrali della città del passato
6. Indicazioni per la lettura morfologica dell'area di progetto
8. Indicazioni per lo studio delle opere di architettura
9. Il tema della costruzione dei fronti. Esempi di palazzi e case di città in contesti storici
Le citazioni nelle diapositive sono tratte dai testi delle schede elaborate per la mostra nell'ambito del seminario su “La piazza come luogo centrale della città”, organizzato nel 1983 dal prof. A. Samonà.
Autori delle schede: Foro di Pompei, Piazza del Popolo a Roma: M. Montuori. Piazza San Marco a Venezia: A. M. Puleo. Piazza del Gesù a Napoli, Piazza della Cattedrale di Ruvo: G. Maraventano. Piazza del Campo a Siena, Place des Vosges: M. Canestrari.
AA.VV., Piazza San Marco, Venezia (1°ed. 1970) 1982.
C. Sitte, L'arte di costruire le città (1889), Milano 1981.
A. Aymonino, Mosco V. P. (a cura di), Architettura a volume zero, Milano 2006.
1. Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - prima parte
2. Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - seconda parte
3. Introduzione alla lettura morfologica
4. Note sul processo di costruzione morfologica di alcuni luoghi centrali della città del passato
6. Indicazioni per la lettura morfologica dell'area di progetto
8. Indicazioni per lo studio delle opere di architettura
9. Il tema della costruzione dei fronti. Esempi di palazzi e case di città in contesti storici
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